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Frasi che contengono la parola otturatore

La culatta dello Chassepot mostra qui l'otturatore in fase di apertura, con inserita una cartuccia pronta per essere spinta in camera di scoppio. Si nota il tampone di gomma nera espandibile immediatamente dietro la cartuccia, che era il cuore di tutto il sistema.

Otturatore. L'otturatore era conformato secondo il sistema Wahrendorff a pistone con spina di ritenuta. Nella prima serie il vitone era fissato con due bulloni. Successivamente i bulloni furono sostituiti da una spina che veniva inserita attraverso il diametro della culatta. La tenuta era inoltre assicurata da un piatto d'ottone fissato alla cartuccia.

Vista posteriore di uno Sten Mk.II. Si notano (dal basso all'alto) il tappo di chiusura che serve anche da fermo a pulsante per il calcio rimovibile, la diottra di mira posteriore, l'intaglio di sicurezza per bloccare l'otturatore in apertura, la manetta di armamento (sulla destra), il bocchettone di inserimento del caricatore con il massiccio pulsante di sblocco, e il mirino a lancetta.

l'otturatore consisteva in una camera o tubo chiuso da una parte, entro il quale si mettevano carica e proiettile, e poi lo si assestava ben premuto contro la culatta aperta della canna, la quale all'atto dello sparo riceveva la pallottola e la indirizzava al segno;

consisteva in una specie di coperchio metallico, chiudente un'apertura praticata superiormente e longitudinalmente presso la culatta della canna, entro questa apertura si metteva la carica, poi, sopra, il coperchio otturatore, e infine lo si legava o fissava fortemente, in modo che non avesse da aprirsi all'atto dello sparo.

I cambiamenti furono minimi: le modifiche interessarono infatti solo quelle parti direttamente legate alla munizione (guide per le stripper clip, testa dell'otturatore, culatta e rigatura). Il mirino

Vista frontale della faccia anteriore dell'otturatore del FM Chauchat, con in evidenza il percussore. Si notano anche le due impugnature con cui il tiratore cercava di mantenere il peso dell'arma, aiutandosi con la cinghia in dotazione.

, progettato dal torinese Gaetano Bonelli, costituito da un visore stereoscopico, le cui lenti destra e sinistra vengono alternativamente oscurate da un otturatore, e un disco in movimento con le immagini

erano ricavate sul blocco di culatta. L'otturatore era a vitone, con la tenuta assicurata da un anello plastico interposto fra la testa e la faccia anteriore del vitone. Questo anello era costituito da un tessuto metallico pieno di amianto tenuto in una matrice di

, utilizzati per il rilevamento continuo della posizione dei due bracci della bilancia: uno inserito nella fornace contenente il campione e uno sul quale viene posto un portacampione vuoto di riferimento. Una variazione di massa del campione produce una deflessione del giogo che interpone un otturatore tra la

, l'arma spara ciclicamente, caricando, innescando ed espellendo i colpi uno dopo l'altro fino all'esaurimento del serbatoio o al rilascio della leva di sparo. I gas generati dallo sparo vengono parzialmente convogliati attraverso un foro nella parte superiore della canna verso il gruppo presa gas, dove spingono indietro il pistone, che nel movimento retrogrado spinge il porta-otturatore facendo arretrare l'otturatore che a sua volta espelle il bossolo e incamera un nuovo colpo ritornando in posizione grazie alla molla di recupero.

domestici, che inietta nell'evaporatore una dose costante rispetto al tempo di refrigerante liquido, a una valvola dotata di otturatore mobile nella sezione di passaggio, che regola, attraverso una molla appositamente tarata collegata a un'asta sulla quale agisce un sistema di forze, la

di refrigerante, la relativa valvola di espansione termostatica, su comando del bulbo a contatto dell'uscita dell'evaporatore, contenente una carica che sviluppa in ogni momento sul diaframma della valvola una pressione corrispondente a quella associata al rispettivo punto di ebollizione del fluido refrigerante in uscita, tende, prevalendo la forza elastica della molla, che chiude l'otturatore mobile, sulla forza esercitata dal diaframma, che invece lo apre, a chiudersi, con l'obiettivo di mantenere un grado costante di surriscaldamento del vapore saturo che si sviluppa a seguito dell'espansione del refrigerante liquido, riducendo l'afflusso di refrigerante liquido nell'evaporatore in questione, con la restante parte di refrigerante liquido non impiegata dagli altri evaporatori che va ad accumularsi nel ricevitore di liquido, ossia un

Mentre il sistema otturatore-canna-estensione canna si muoveva all'indietro sotto azione del rinculo, il blocco di chiusura veniva forzato verso l'alto da una canna sagomata sulla parete del castello. L'estensione della canna in arretramento impattava sul blocco acceleratore, un pezzo metallico a forma di mezzaluna che ruotava attorno a un perno appena al di sotto dell'otturatore. Le due punte dell'acceleratore si interfacciavano con due recessi nella parte inferiore dell'otturatore, imprimendo al blocco un'ulteriore spinta (da qui il nome

tramite un anello rotante, che in posizione di chiusura impegna con delle alette sul profilo interno le apposite scanalature sulla parte anteriore dell'otturatore; al momento dello sparo, canna ed otturatore rinculano solidali prima che l'anello, costretta a ruotare, svincoli l'otturatore; mentre il rinculo della canna viene arrestato dalla molla di recupero, che la riporta in avanti, l'otturatore rimane libero di rinculare, estrae ed espelle il

era operato da una leva sul lato destro della culatta. Arretrando la leva, l'otturatore a vite veniva sbloccato e ruotato in posizione di caricamento. Dopo il caricamento, l'azionamento della leva portava l'otturatore in culatta e lo ruotava in posizione di chiusura. Il sistema era simile a quello usato sull'obice

a cuneo orizzontale; a differenza dei pezzi pari calibro coevi che utilizzavano l'otturatore a vite interrotta, l'otturatore a cuneo imponeva, per garantire la tenuta dei gas di sparo, l'utilizzo di cariche in

. Ben visibili sull'otturatore le quattro sezioni di filettatura di raggio diverso, che ingaggiavano le corrispondenti sezioni sulla culatta quando l'otturatore veniva girato in alto, spinto in avanti e ruotato in senso orario.

. Tirandola indietro, la canna arretra chiudendo la culatta, mentre l'otturatore avanza, camerando la cartuccia con la carica di lancio; nell'ultimo tratto di corsa dell'otturatore, la leva di scatto si solleva liberando il

L'arma pronta al fuoco ha l'otturatore arretrato, bloccato dalla leva d'arresto collegata al meccanismo di sparo. Allo sparo l'otturatore viene sbloccato e viene spinto in avanti dalla sua molla, sfila una

. La massa battente prosegue la sua corsa contro il blocco dell'otturatore, obbligandolo con i suoi piani inclinati a sollevarsi e ad impegnare con un risalto un apposito recesso sulla parte superiore del

a cuneo orizzontale, a differenza dei pezzi pari calibro coevi che utilizzavano l'otturatore a vite interrotta: l'otturatore a cuneo imponeva, per garantire la tenuta dei gas di sparo, l'utilizzo di cariche in

semiautomatico: dopo lo sparo, l'otturatore si apriva ed espelleva il bossolo automaticamente. Il cannone era manovrato da un solo artigliere ed era semplice da usare, con un basso tasso di inceppamenti. Il puntamento avveniva tramite

vero e proprio. Quando la copertura viene tirata dall'operatore, le scanalature obbligano la testa dell'otturatore a ruotare e quindi a svincolarsi dalla culatta permettendo l'apertura della camera e l'espulsione del

; poi, mentre la canna veniva riportata in batteria dal recuperatore, l'otturatore rimaneva arretrato in apertura ed una cucchiaia di caricamento veniva fuori da sotto la culatta; sulla cucchiaia venivano posizionati la granata ed il

sembra essere stata mobile. Una fossa glenoide scapolare rivolta ventralmente e la troclea omerale ben sviluppata suggeriscono una postura degli arti anteriori relativamente parasagittale. Caratteristiche notevoli dell'arto posteriore e del cinto pelvico includono un grande forame otturatore di dimensioni simili a quelle dei teri, una grande parafibula e la presenza di




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Ultimo aggiornamento pagina:

02 Dicembre 2021

10:06:07