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Frasi che contengono la parola oratorio

Complesso monumentale di San Francesco. Comprende diversi edifici adibiti ad uso civile (Istituto Istruzione Superiore Atestino): il convento francescano (XVII secolo, ma fondato nel XIII secolo), la ex chiesa di San Francesco (rinnovata nel XVIII secolo), l'oratorio dello Spirito Santo (XVII secolo) e l'oratorio della Confraternita dei Battuti (XV-XVIII secolo)

: in un pendio annesso all'oratorio, dopo la messa, vengono fatte rotolare delle arance che i fedeli cercano di raccogliere prima che finiscano nel canale sottostante. Si onora come patrono anche nella cittadina che dal santo trae il proprio nome

che custodisce le copie in gesso di varie sculture e oggetti dei Visconti. Oltre alla presenza di calchi e frammenti scultorei provenienti dalla Certosa, si segnalano alcuni ambienti affrescati (come lo Studiolo e l'Oratorio del Priore) e dipinti di

Dal punto di vista dell'organizzazione esterna della vita religiosa, si prescriveva che gli eremiti vivessero in uno spazio recintato, all'interno di celle tra loro separate raccolte attorno a un oratorio comune dove celebrare, anche quotidianamente, la messa; il

, il territorio di Noto fu arricchito di monumenti, come la basilica di Eloro e la Trigona di Cittadella dei Maccari, l'Oratorio della Falconara e la Cripta di S. Lorenzo Vecchio, il Cenobio di S. Marco, il Villaggio di contrada Arco. Nell'

Svariate Biblioteche ecclesiastiche (Congregazione dell'Oratorio di S. Filippo Neri, Convento di Monteripido, Monastero Beata Colomba, Monastero di S. Pietro, Museo Capitolare, Oasis Padri Cappuccini, S. Basilio Seminario Arcivescovile di Montemorcino).

Sembrerebbe, in effetti, che lo stile di Filarco fosse troppo ambizioso, oratorio e forse declamatorio; ma allo stesso tempo doveva risultare vivace e attraente, narrando gli eventi della storia contemporanea in modo vivido. Era, comunque, molto negligente nella disposizione delle sue parole, come osservato da

Al suo funerale parteciparono un milione di persone, molte delle quali lo avevano conosciuto in vita e si erano rivolte a lui per la guarigione. Le sue spoglie riposano nell'Oratorio di San Giuseppe a

(XVI secolo), proveniente dal demolito oratorio di San Rocco (l'oratorio era sul mare, a Priaruggia; venne ricostruito accanto alla chiesa della Castagna nell'Ottocento). All'altare maggiore una rara tavola firmata da

Le altre chiesette sono quelle dell'Oratorio della Beata Vergine Assunta (degna di nota e di indubbio valore artistico), nella quale sono ancora presenti in ottimo stato di conservazione sia il campanile del

. Come altre forme di poesia per musica, l'oratorio presenta versi per i recitativi e per le arie, e talvolta per i numeri corali. I soggetti dei testi sono tratti dal Sacre Scritture, in cui i personaggi portano avanti un'azione drammatica solo con il canto, ma non recitandola in scena e senza costumi. Esistono anche oratori profani di soggetto mitologico o storico. Generalmente i testi sono in volgare, anche se esiste una minoranza di oratori in latino. Tra i maggiori compositori di oratori ci sono:

De scriptoribus non ecclesiasticis, graecis, latinis, italicis primorum gradum in quinque theatris scilicet philosophico, poetico, historico, oratorio, critico: Iacobi Gaddii ... critico-historicum, et bipartitum opus

. Le due confraternite ancora esistenti hanno entrambe come punto di riferimento un Oratorio ciascuno all'interno del borgo, dedicati alla Santissima Annunziata (Bianchi) e al Santissimo Sacramento (Rossi).

. Gregorio Magno ricorda quindi della promessa fatta al vescovo, lo libera scagionandolo da ogni accusa e acconsente alla richiesta di Catello di donargli del piombo per la copertura dell'oratorio al Molare

. Il papa decide quindi che l'oratorio al Molare sia dedicato a san Michele e che venga ricoperto con delle lastre di piombo, in quanto, essendo il tempio visibile non dal golfo di Napoli ma quello di Salerno, dal quale i Longobardi attaccano, sotto la luce del sole possa riflettersi anche a grandi distanze

Vita del servo di Dio P. Giorgio Guzzetta greco-albanese della Piana, Prete della Congregazione dell'Oratorio di Palermo, ricavata da alcuni mss. del P. Luca Matranga proposito della Piana, e da altre Memorie

su quella settecentesca, ormai pericolante. Originariamente l'antica chiesa, eretta sull'antico Oratorio di San Rocco nel XV secolo, doveva avere solo tre altari: quello principale e due laterali dedicati rispettivamente al Santo Rosario e a San Rocco. In seguito venne eretto un altro altare dedicato a San Francesco d'Assisi ed a Sant'Antonio da Padova.

il nucleo di Vittuone era particolarmente compatto ed articolato essenzialmente attorno a poche corti, gravitanti a loro volta attorno alle principali ville signorili. Al posto dell'attuale chiesa si trovava l'oratorio intitolato ai santi

la parrocchia di Santa Maria a Latera fu soppressa e trasferita nell'Oratorio di San Jacopo alla Cavallina, edificato un secolo prima dalla famiglia Giugni, assumendo il titolo di parrocchia dei Santi Jacopo e Maria.

neoclassici in stucco dorato, a cui un tempo erano legati dei lampadari. Nelle stanze della sezione Manoscritti e Rari si trovavano gli appartamenti privati dei sovrani, come testimonia la presenza dell'oratorio di

, a capo della confraternita a cui i confratelli debbono obbedienza. Nel corso delle funzioni solenni indossa un tabarro con ricami in oro o argento e porta il pastorale ossia un bastone con la statua del Santo titolare dell'Oratorio;

Se dopo una prima rappresentazione od esecuzione, l'opera cessi di essere rappresentata od eseguita per il periodo di dieci anni, se si tratta di opera lirica, oratorio, poema sinfonico od operetta o di altra composizione.

Chiesa parrocchiale di N. Signora Assunta, nota anche come Santa Maria del Castello, progettata dall'architetto Giacomo del Carretto, allievo di Filippo Juvarra, si presenta come due edifici sovrapposti, su modello della Basilica di Assisi. La costruzione inferiore ospita l'oratorio della confraternita dei Disciplinati, in dialetto locale

. Nel contesto delle ville del contado mantovano l'Arrigona riveste rilevante importanza artistica e storica. Le rilevanti dimensioni del complesso architettonico, che comprende la seicentesca villa con i corpi di fabbrica, l'oratorio tardo barocco, il parco, il terreno coltivato, rendono ancora oggi l'idea della ricchezza e del fasto della nobile famiglia committente, gli

, attiva a Genova da oltre due secoli. I lavori di costruzione della via e della Galleria Mazzini determinarono la scomparsa di diversi storici edifici: la chiesa e il convento di San Sebastiano, la chiesa e il conservatorio delle Figlie di San Giuseppe, l'oratorio di San Giacomo delle Fucine e il ponte-canale dell'

, che ivi risiedono, per le funzioni religiose dell'asilo parrocchiale con sede nell'ex oratorio. Internamente la struttura si presenta quadrangolare, di forme semplici, con il tabernacolo incastonato direttamente nel muro ed un semplice altare ligneo.

Levante all'altezza dell'antico sobborgo di Pontevecchio, toponimo che deriva dal ponte di origini romane posto a ridosso dell'oratorio di S. Maria di Pontemaggiore (i cui resti sono ancora oggi esistenti). Toccava poi la chiesa tuttora chiamata Sant'Antonio di Savena e, seguendo per un tratto l'attuale tracciato della

Prospetto laterale e posteriore della cattedrale di San Pelino a Corfinio (a sinistra l'oratorio incompiuto di Sant'Alessandro con la torre), sul retro si vede l'ordine di arcate cieche e fregi tardi longobardi sulla tribuna

La Sala delle cerimonie fu utilizzata in primo luogo come anticamera degli appartamenti dell'imperatore Francesco Stefano. Qui si riunivano le famiglie imperiali per feste quali battesimi, onomastici, compleanni e per grandi pranzi di corte e per entrare nell'oratorio della Cappella del palazzo.

l'edificio ormai in rovina fu acquistato dalla confraternita dei merciai, che lo riedificarono per destinarlo alle figlie dei loro associati che avessero voluto consacrarsi alla vita religiosa ed istituirono l'oratorio dei santi

. Nella zona sorgevano diverse chiese, conventi e oratori, oggi scomparsi (chiesa di S. Agnese, convento di S. Bernardino, di cui resta il seicentesco oratorio) o abbandonati (chiesa e convento di S. Bartolomeo dell'Olivella).

, l'oratorio venne successivamente chiuso e poi convertito in sala a disposizione della parrocchia di Airole. Del luogo di culto vi si conserva ancora, se pur nascosto da una sottile parete di mattoni, l'altare maggiore che probabilmente fu rifatto nel corso del Settecento

Filippo Neri soleva riunire nel proprio Oratorio non solo i poveri figli della strada, ma anche giovani di famiglia benestante e nobili. Fra di essi vi era il quattordicenne Paolo, figlio di Fabrizio, della

Detti, ricordi, e documenti morali, e spirituali di S. Filippo Neri fondatore della Congregazione dell'Oratorio. Utilissimi ad ogni stato di persone. Raccolti dalla Vita scritta da Pietro Iacomo Bacci

Vita del santo patriarca, e glorioso taumaturgo Filippo Neri, appostolo di Roma, della congregazione dell'oratorio angelico istitutore... Dopo molte edizioni e addizioni, ora d'altre... copiosamente accresciuta

circondato da sei ordini di mura, l'oratorio, il pozzo, diversi saloni affrescati e un loggiato cinquecentesco. All'esterno della fortificazione si trovano alcune grotte, originariamente sede di una

. La chiesa sorge sul luogo dove prima erano la chiesa di Santa Maria della Misericordia e l'oratorio dedicato alla beata Vergine del Carmine, abbattuti per le precarie condizioni statiche. L'edificio ospita un'edicola con una raffigurazione del

. I confratelli di questo oratorio indossavano un saio bianco, una mozzetta con le immagini e gli stemmi religiosi e un cappuccio nero. Oggi sui resti di questa chiesa estinta sorge una piccola cappella con una nicchia dedicata al santo.

La terza cantata conclude il racconto della notte di natale con l'adorazione dei pastori nella stalla di Betlemme. Dopo la sparizione degli angeli i pastori si avviano per Betlemme e spargono la novella. Maria canta una seconda ninna nanna e l'evangelista racconta del ritorno allegro dei pastori. L'oratorio chiude con il coro iniziale.

Tra i monumenti di Settimo, testimoni di un passato, troviamo l'Oratorio di San Giovanni Battista, situato nella frazione di Cascine Olona. L'oratorio, di ridotte dimensioni, venne fatto edificare dal nobile Paolo Mantegazza e consacrato nel

Oratorio dei Rossi o del Santissimo Sacramento nel centro storico castelnovese, di fianco alla parrocchiale. Conserva un crocifisso, sull'altare maggiore, che la tradizione locale vuole sia stato sottratto da alcuni soldati di Castelnuovo a

venne trasferita a Campochiesa la sede parrocchiale precedentemente situata a San Giorgio. In questo periodo venne ampliata la sede dell'attuale parrocchia campochiesina e dell'oratorio adiacente, di cui gli affreschi originali risultano essere del Cinquecento. Nella chiesa era presente un dipinto del

si adattava in modo impeccabile al simbolismo del Palatino, offrendo un energico commento cristiano sul significato dell'Impero. In tal modo, Cesario personificava le conseguenze del cristianesimo per l'Impero e il suo oratorio sul Palatino serviva come punto di riferimento per la sua cristianizzazione

A Camillo si unirono cinque dipendenti dell'ospedale (Ludovico Altobelli, Curzio Lodi, Bernardino Norcino, Francesco Profeta e Benigno Sauri) e insieme si riunivano in preghiera in una stanzetta adibita a oratorio.

; Oratorio di Santa Maria de' Bozzi; Oratorio di Santa Maria della Neve; Oratorio di San Bernardo; Oratorio di San Giovanni Decollato; Oratorio di San Carlo; Oratorio di Santa Teresa in Riazzolo; Oratorio di Santa Maria della Neve in Rosio

Della fabbrica tardo-duecentesca, oltre all'architettura esterna e al portale si conservano le due cappelle gotiche interamente affrescate agli inizi del XIV secolo dal Maestro di Sant'Emiliano, pittore di scuola giottesca riminese. Nel chiostro si trova l'oratorio dei

per far posto a delle nuove strutture difensive. La sede della devozione del santo venne trasferita all'interno delle mura, nell'oratorio annesso all'Ospedale della Misericordia e degli Esposti fondato da

. Fa specie notare come fra la peregrinazione del santo e la dedicazione del primitivo fabbricato siano intercorsi circa due secoli, segno di un ricordo vivo e di una eventuale stanza nel luogo in cui sorse l'oratorio. Successivamente re Berengario conferma la presenza di questo luogo di culto con l'appellativo di chiesa, segno che probabilmente il fabbricato fu soggetto a un ampliamento. Un

Sulla conservazione e il restauro dell'oratorio di S. Lorenzo e degli stucchi di Giacomo Serpotta a Palermo: un inedito carteggio dei primi decenni del Novecento con il contributo di Ettore Modigliani

, seguiva le attuali vie delle Tre Cannelle e di Sant'Eufemia, piazza dei Santi Apostoli, via di San Marcello, piazza dell'Oratorio, via di Santa Maria in Via (tratto oggi interrotto dalla Galleria Sciarra), piazza San Claudio, piazza San Silvestro, via del Gambero, e si riconduceva quindi sull'antica via Flaminia all'altezza della chiesa di

in provincia di Piacenza e delle adiacenti frazioni di Colombaie, Lama inferiore (Oratorio di San Gioacchino), Pianazza, Pianellette, Pietranatale, Pratolungo, Rovaiolo, Tomba, Valle superiore ed altre poste nel comune di Brallo di Pregola ma dipendenti dalla parrocchia dell'antica Pieve di Montarsolo di Corte Brugnatella del vicariato di Bobbio, Alta Val Trebbia, Aveto e Oltre Penice della

). Oratorio e drammi ebbero libretti di squisito gusto classicistico, autore il segretario della regina, Carlo Sigismondo Capece, arcade come lei (e come Alessandro Scarlatti). Due sole di queste opere,

Oratorio di San Vincenzo, attiguo alla parrocchiale di San Giovanni Battista, risalente al Quattrocento. Le decorazioni pittoriche e affrescature sono risalenti al XVII secolo e conserva un dipinto di

, che si trova in un piccolo locale porticato ricavato proprio sotto la balconata principale della chiesa. Sappiamo che questo piccolo oratorio era stato costruito insieme alla scalinata, ma era ornato da nicchie con statue di santi in marmo. Una parte fu forse portata via dopo l'arrivo dei francesi, nel

Ex oratorio di San Sebastiano e i suoi Disciplinanti, presso Porta Piemonte, nel centro storico di Cairo Montenotte. Della cui struttura originale rimangono il muro laterale sinistro e quello dell'abside. Vi officiavano i

per rispondere alle rinnovate esigenze parrocchiali del Villaggio Piaggio, in sostituzione della vecchia chiesetta posta al centro del villaggio stesso. Dal precedente oratorio proviene la statua lignea del Sacro Cuore di Mario Bertini, del

In seguito l'edificio fu ampliato e venne strutturato a corte civile, con un portone che si apre su una piazzetta fiancheggiata da due corti rustiche. La casa padronale si innalza su tre piani, con una facciata molto sobria. All'esterno, sempre sulla piazzetta, l'oratorio oggi sconsacrato e dedicato un tempo a Sant'Anna, benedetto nel

, il suo libro d'esordio, alterna prosa e poesia, italiano e francese, stile aulico e disfemismi, mescolando generi e toni assai diversi fra loro (lirico, visionario, drammatico, narrativo, oratorio). I pochi romanzi della sua produzione (

). Durante la messa si fa la lavanda dei piedi, alla quale partecipano quattro confratelli di ogni Oratorio, su invito del Priore. Per la funzione si usano un catino, un asciugamano di lino, una brocca e un ramo di

sia all'uscita dall'Oratorio, che in chiesa prima della celebrazione; questo si ripete per ogni Confraternita), vestiti a lutto, con l'effigie della Maddalena e con i ceri. Arriva poi la Confraternita del Rosario, con l'effigie della Madonna Addolorata e due bambini vestiti da angioletti. Per ultima la Confraternita di S. Croce (che si sistema sull'altare in quanto svolge in prima persona il rito della deposizione), con la lettiga (

, si svolge la tradizionale processione della Visita alle sette chiese, a cura della Confraternita del Gonfalone: partendo dalla chiesa stampacina di Sant'Efisio (oratorio della confraternita), la statua del

Oltre alla cattedrale, il complesso del duomo si compone di numerosi edifici: la piazza circondata dagli antichi palazzi nobiliari, il palazzo vescovile con i giardini e l'oratorio, il vecchio seminario ora sede sia degli

Il tempietto di San Donato originariamente era un oratorio annesso alla chiesa di Santa Maria Assunta (chiesa parrocchiale di Vignola), utilizzato anche come luogo di sepoltura. Sorge sul luogo di una cruenta battaglia della

, consiste nell'osservazione visiva della laringe, ottenuta mediante l'inserimento nel canale oratorio di minuscoli specchi, sonde e obiettivi fotografici. I metodi indiretti sono principalmente due, l'

il castello deve una risistemazione complessiva del cortile, la costruzione del portico dell'oratorio, la grande Sala dell'Armeria, la raccolta dei quadri e la biblioteca. A Polissena successe il figlio

Altre chiese parrocchiali: la chiesa di Mezzavia dedicata a san Gregorio Barbarigo e quella della parrocchia nella frazione Turri dedicata alla Beata Vergine Maria del SS. Rosario oltre che l'oratorio dedicato a san Giuseppe.

decorati da motivi floreali. Il complesso include un oratorio di struttura poligonale che presenta sul portale di accesso uno stemma degli Zamberti rappresentante un pappagallo. A differenza del resto del complesso, l'oratorio, in particolare l'interno decorato con

. In seguito divenne l'oratorio della confraternita intitolata ai Santi Rocco e Nazario e Celso. Vi sono conservati notevoli cicli di affreschi dipinti tra il XIV e il XVII secolo, mentre altre opere d'arte, tra cui la

Battistero: sulla stessa piazza della parrocchiale e dell'oratorio di Santa Marta si affaccia il piccolo battistero ottagonale, in origine la tomba monumentale della famiglia Garbagni visto che proprio in questo luogo si trovava il cimitero.

Si tratta di una chiesetta sussidiaria costruita nel XVI secolo come oratorio padronale della nobile famiglia Cavazzocca Mazzanti, edificata dagli abitanti del luogo in seguito alla grave epidemia di

Superato San Pietro, con l'omonima chiesa, si raggiunge Prabernardo, dove una deviazione conduce a Schieranco. Proseguendo sulla via principale si incontrano Madonna, con la sua cinquecentesca chiesa della Beata Vergine del Carmine; Locasca, con la chiesa di San Francesco e della Madonna della Neve (XVII secolo) e Rovesca, con il cinquecentesco oratorio di San Gottardo. Superate queste frazioni si raggiunge

Il complesso, interamente circondato da mura, comprende la casa padronale, un oratorio e gli annessi rustici. Il palazzo, dalla fisionomia rinascimentale, a un solo piano nobile, reca alle porte a alle finestre cornici in pietra di Nanto. All'interno, un ampio salone centrale, esteso per l'intera lunghezza dell'edificio, mette in corrispondenza l'entrata principale con quella della corte. Ai lati si aprono le stanze. Le cantine sono a volta.

Oratorio di San Bernardino nei pressi della parrocchiale di Sant'Antonino. Fu, secondo alcuni ritrovamenti archeologici, la probabile sede dell'antico hospitale di Sant'Antonio. Al suo interno si conservano ancora le antiche misure in marmo per l'olio e il vino.

; non mancano simboli mariani e francescani. Fin dal tardo Seicento, da quando fu fondata la confraternita dell'Immacolata Concezione nell'Oratorio dei PP. Conventuali di San Francesco, a Caltagirone si ha una forte crescita devozionale nei confronti della Madonna, espressa anche negli oggetti d'uso comune prodotti dalla maestranza dei

durante la quale gli artisti che lavoravano per la corte si orientarono con padronanza di mezzi tecnici verso modelli romani e bizantini. Rientrano in questo ambito i plutei provenienti dall'oratorio di

Oratorio di San Vincenzo nel capoluogo. Sito nel piazzale antistante la parrocchiale di Sant'Onorato conserva al suo interno una statua del XVI secolo, proveniente dalla cappella privata del castello durante la dominazione dei

Fiera di luglio - sagra di san Venerio: la tradizionale fiera di luglio si svolge la prima domenica di luglio. La fiera prevede manifestazioni, eventi, esposizioni di vario genere. Con la fiera di luglio si apre la sagra di san Venerio, il santo protettore di Reggiolo. Durante la sagra si svolge la traslazione dell'immagine del santo dall'oratorio di San Venerio alla chiesa parrocchiale e quindi l'immagine del santo viene portata in processione solenne.

Oratorio di San Bernardo nella frazione di Andagna. Preceduto da un portico a una campata con tre archi laterali, la struttura si presenta ad aula rettangolare con un sedile in ardesia che corre lungo le pareti. Queste ultime sono affrescate con

Nell'Ottocento, pur rimanendo in gran parte ad uso pubblico anche se costruita da privati, la chiesa venne largamente utilizzata dalla parrocchia per le proprie processioni oltre che come oratorio femminile dal

Di origine romanica, l'Oratorio di San Salvatore presenta importanti affreschi dell'XI secolo con influenze bizantine assieme ad altre opere a fresco realizzate nel XVI secolo ed ascrivibili alla scuola

Ogni anno, nelle tre settimane tra la fine di maggio e l'inizio di giugno nei week-end, l'Oratorio Beato Giovanni XXIII di Ponte organizza la Festa dell'Oratorio, con il servizio ristorante e pizzeria, con i

La musica sacra e profana di Carissimi ebbe notevole influenza su musicisti del suo tempo anche fuori dell'Italia. I suoi numerosi allievi che lavorarono all'estero favorirono infatti la precoce diffusione della sua musica da chiesa, da oratorio e da camera, oggi in gran parte conservata in vari paesi, tra i quali Francia, Inghilterra e Svezia, talvolta all'interno di collezioni musicali raccolte da musicisti e musicofili tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento. Particolare influenza ebbe la sua musica da chiesa e da oratorio sui musicisti francesi, e in particolare sul compositore

, per la celebrazione della Messa. Il giorno dopo, con una gioiosa celebrazione eucaristica con migliaia di ragazzi oratoriani, la statua di don Bosco (dopo la celebrazione della Messa), viene portata dalla Chiesa Madre all'oratorio salesiano.

dice Paolo Diacono. Si tratta di Porta Marica: il tratto dell'attuale Corso Cavour compreso fra il suo imbocco e via Bernardino da Feltre. Accanto alla Chiesa sorse un primo oratorio o monastero in cui vi operarono i monaci di

Questo particolare induce a ritenere che, in epoca anteriore all'elevazione della chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, la cripta sia stata un piccolo oratorio e luogo di ritrovo dei cristiani per le funzioni religiose.

) ancora oggi aiutano alacremente tale categoria di bisognosi. All'epoca portavano in genere un manto nero ed una specie di copricapo rosso in testa, come sono ben riconoscibili negli affreschi dell'oratorio, che fu riedificato a partire dal

dell'Oratorio di S. Antonio Abate a Milano: e dunque, secondo lo studioso, Caravaggio si era inserito in quella che era stata l'interpretazione corrente dell'arte della Controriforma e del pensiero del Borromeo.

che sorgeva vicino. Vi si trovano numerose iscrizioni funerarie in pietra che rivelano l'origine sepolcrale pagana; interessanti gli stipiti dell'antica porta in pietra. Molto suggestivo l'ambiente, articolato in diverse parti: andito, oratorio, altare,

d'accesso, che era stato adibito a legnaia agli inizi del secolo in seguito allo spostamento dell'ingresso nella torre adiacente; fu modificato inoltre il precedente oratorio posto sull'altro lato del cortile centrale, mentre furono ristrutturati alcuni ambienti del primo piano; fu infine realizzato l'attuale grande orologio sulla fronte dell'alta torre, in sostituzione di un altro strumento risalente al XVI secolo.

. Questi curarono l'allungamento dell'edificio verso l'attuale piazza della Nunziata di una campata e mezza, dopo che i frati ebbero acquistato le costruzioni che impedivano l'opera (il fienile della famiglia Balbi, l'oratorio di San Tommaso e l'osteria di Santa Marta), preoccupandosi di dare una prima forma non definitiva alla

A Piacenza i suoi lavori sono presenti in diverse chiese, San Giorgio Sopramuro, San Dalmazio, San Giuseppe delle Carmelitane, San Vincenzo, San Giovanni in Canale; a Parma nell'Oratorio delle Grazie, in Duomo, in

Tra le altre costruzioni sacre vi sono la cappelletta della Madonna di Caravaggio, il dipinto della Madonna presente nel portico dell'oratorio maschile (trasferito dalla cappelletta della Madonna di Caravaggio), quella di San Rocco e della Vergine in

I due portali in facciata, insieme al portale ad arco in via Camponeschi e ad un altro accesso, oggi tamponato, su via delle Aquile, erano un tempo aperti e immettevano in uno spazio coperto antistante l'oratorio; questa particolare composizione, costituita da un

La memoria della presenza in questo luogo di Paolo, giunto a Roma per appellarsi al giudizio di Cesare - in quanto cittadino romano - dopo la prigionia a Gerusalemme, fu conservata trasformando in oratorio e poi in chiesa nel

, che custodisce il Mulino, tutt'ora completo, usato prima per la macina della calce (che veniva raccolta sui vicini Monti della Riva e ivi trasportata con una teleferica) e poi come una delle prime centrali elettriche della zona; e l'oratorio secentesco, caratteristico per l'interno con travature in legno e soppalco sorretti da due colonne in pietra

Psalterium Davidicum vetus a sexcentis amplius scribarum mendis castigatum, argumentis Christum Iesum loquentibus, nova subinde ex Graeco versione, oratorio artificio, scholiisque geminis ornatum, et paraphrasi passim intexta illustrarum, incomparabili aliquot Olympiadum diligentia studioque indefesso r.d. Wilhelmi Damasi Lindani

La Villa, dopo l'intervento di ristrutturazione, assume l'aspetto di un importante complesso architettonico dove trovano spazio, oltre al fabbricato principale dotato di piano terreno, mezzanino, piano nobile e granaio, altri annessi tipici degli insediamenti di Villa come l'Oratorio, il

sul margine orientale della centralissima piazza Monumento di Varsi, il piccolo oratorio presenta una facciata decorata con lesene e cornici che delimitano un portale architravato da mensoloni sagomati; all'interno l'edificio conserva gran parte dell'arredo originale databile presumibilmente al

. Inizia a giocare in una formazione mista con i maschietti nell'oratorio di Castellanza quando frequentava la quinta elementare per passare poi, in terza media, alla Roncalli dove rimase per due anni.

Il patrimonio artistico di Ossi si conserva e mantiene in buona parte nelle sue chiese. Singolarmente poche, le uniche due chiese interne al paese sono la parrocchiale e un semplice oratorio semipubblico

, uno per ognuno dei due paesi, e fu affidato ad essi il compito di condurre il quadro. La disputa sarebbe stata risolta dalla direzione che avrebbero preso gli animali. Essi si diressero per la via Appia verso Mondragone e durante il tragitto si fermarono presso la cava Iacobucci, in quel punto fu innalzato un oratorio, tutt'oggi visibile. I due animali, una volta giunti a Mondragone, morirono e si dice che siano stati sepolti sotto il

Il presbiterio del piccolo oratorio si presenta completamente affrescato. Alcuni dipinti sono di difficile assegnazione e si presentano come forme di ex voto, eseguiti da mani differenti e cronologicamente di periodi diversi. Sono invece assegnati alla bottega dei




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Ultimo aggiornamento pagina:

12 Settembre 2021

12:46:58