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Frasi che contengono la parola osteria

viene contrastata dai parenti delle vittime delle Brigate rosse che protestano proprio contro la presenza di Curcio. Princesa, quindi, preferisce non presentarsi; alla prima presentazione del libro, invece, avvenuta a Genova all'Osteria della Lanterna dopo che il comune aveva negato la sala comunale precedentemente concessa per protesta contro Curcio (regolarmente autorizzato dal giudice di sorveglianza), partecipano sia il fondatore delle BR che Fernanda, e il comune amico don

) tesa a denunciare Boris. Due gesuiti vengono sentiti a distanza cantare in latino, pregando il loro Dio che salvi Dmitrij, poi entrano in scena ed i vagabondi si preparano a giustiziarli sommariamente impiccandoli, e fanno appello alla Vergine Santa per avere aiuto. Una processione di araldi annuncia l'arrivo dell'esercito di Dmitrij. Varlaam e Misail, non riconoscendo in lui il compagno che avevano seguito all'osteria al tempo del suo ingresso in Lituania, lo glorificano (

, presso il ponte di S. Maria degli Angioli, per seguire lo scolo di Pisa fino alle prata delle Venticinque e ad est alle prata delle Tredici a sud di S. Giusto in Cannicci e le prata di Callestro confinanti con la tenuta di Montacchiello e di Campo d'Olmo fino al fosso del Caligi e a sud fino alla fossa Chiara, confinando con le fattorie granducali di Nugola e Collesalvetti. Vi si accedeva dallo stradone sulla via Livornese presso l'antica osteria di

, le quali segnano il confine con il Comune di Cittadella (frazione di Ca' Moro). La strada statale in questa zona era un tempo costeggiata da piccoli negozi e locali pubblici (osteria, bottega alimentari, macelleria, tabacchino, edicola).

. In quel periodo vennero costruiti il ponte scoperto e il ponte coperto. Furono aggiunti gli edifici annessi: l'osteria, la ferriera e la casa del provveditore che presiedeva all'amministrazione della fattoria

Frequentatore di taverne, dipinse molto spesso scene di osteria, concerti e scene di gioco, caratterizzate da un potente naturalismo di memoria caravaggesca. Insieme ad altri artisti, quali Nicolas Poussin,

e fece parte di via della Pera (che comprese anche il tratto di via San Giovanni Nepomuceno denominato Magazzini delle Mummie, tra il cavalcavia del Teatro degli Avvalorati e il tratto scomparso della via dell'Angiolo che si trovava nell'attuale viale degli Avvalorati; il nome di via della Pera derivava da quello di un'osteria). Il nome derivava dai lavatoi pubblici esistenti nel sotto suolo di via dell'Angiolo e via dei Lavatoi, davanti alla

Al livello terreno si accede al modesto vano d'ingresso, successivamente diventato biglietteria; accanto si aprono la vecchia cucina e l'osteria con il grande tavolo centrale e il camino; sull'altro lato sono collocati la cantina e, superato qualche gradino, l'antica posteria per i cavalli.

trova Ciglione e lo porta nell'osteria di Nami e di Sanji, nella quale si reca spesso. Inoltre Nami vince alla lotteria, ma Ciglione mangia il biglietto, provocando la sua furia. Qualche giorno dopo Bagy rapisce nuovamente Rica per venderla, stavolta con il permesso di Mr. Three. Rufy interviene ancora e Mr. Three lo licenzia, ma all'improvviso interviene

. Questi curarono l'allungamento dell'edificio verso l'attuale piazza della Nunziata di una campata e mezza, dopo che i frati ebbero acquistato le costruzioni che impedivano l'opera (il fienile della famiglia Balbi, l'oratorio di San Tommaso e l'osteria di Santa Marta), preoccupandosi di dare una prima forma non definitiva alla

occupi la via dell'Arte fino a Sant'Andrea Gallerani inclusive a man sinistra, e da man destra fino al vicolo che svolta all'osteria della Rosa, colla piaggia che porta alla chiesa curata di Sant'Antonio e ad essa appartenga la Costaccia a man sinistra in venire da porta Fonteblanda alla porta Salaria ed i vicoli tutti entro a detto recinto.

in un'antica osteria, accompagnata da Don Luigi Giudici. Appena Garibaldi la incontra ne rimane abbagliato e riconosce in lei, ardimentosa e coraggiosa, il carattere e il temperamento della sua Anita. Nei successivi mesi di giugno e luglio, dopo la

come frutto di un intervento di pianificazione territoriale che incluse la bonifica delle paludi del fiume Albegna. Il nucleo originario era costituito da una serie di abitazioni residenziali ad un piano, fatte costruire dall'ingegnere Bartolini per i propri operai, dalla stazione ferroviaria, da un'osteria, una dispensa, l'edificio del Consorzio di bonifica Osa-Albegna e l'imponente struttura del silo del Consorzio agrario provinciale. Il primo nome dato al paese fu

Centocelle aveva il suo punto centrale in piazza dei Mirti e la via principale in via dei Castani, costeggiate da piccole case basse a uno-due piani. Nella piazza sorgeva un'osteria con un pergolato, dove risiedeva il comando partigiano di zona nel periodo in cui, nei primi mesi del

- si aggiungono un gran numero di altre scene, soprattutto nella camapagna e nel paese. Si vedono orchestrine che allietano gli avventori all'osteria e la cena di nobili e di borghesi, episodi di danza popolare, mercati ortofrutticoli, banchetti del pane e del pesce, officine di fabbri e di falegnami, vendita di salumi di carni e di formaggi, contadini al lavoro nei campi e perfino la grotta dei banditi, armati di schioppi e di tromboni. Anche il

. Questo materiale fu variamente impiegato, per costruire panche sedili e tavoli dell'osteria, sedie per la tavole dei borghesi, botti di vino, carretti, mostre di prodotti ortofrutticoli offerti in vendita.

. Di cuoio erano i finimenti e le selle dei cavalli, le borracce e le cinte dei pastori. Il cordame era impiegato per appendere salumi, prosciutti e caciocavalli nell'osteria, per stendere i panni sui terrazzi.

Nel romanzo originale, il Gatto e la Volpe erano due bestie fannullone che vivevano di raggiri verso il prossimo e si fingevano uno cieco e uno zoppo, mentre in questo sceneggiato, il Gatto e la Volpe erano due imbonitori di Mangiafoco (situazione simile a quella dei due personaggi in versione disneyana, anch'essi ex dipendenti di Mangiafoco), che animavano siparietti prima del suo spettacolo e indossavano costumi da Gatto e da Volpe (restituiti dopo la ribellione verso il loro principale), ma dopo il licenziamento si sono ritrovati a chiedere le elemosina (fingendosi anche in questo sceneggiato uno cieco e uno zoppo, cambiandosi talvolta i ruoli). Nel tentativo di soffiare le monete a Pinocchio dopo la cena all'osteria, i due si sono coperti con due lenzuola bianche, mentre nel romanzo originale, le due bestie hanno usato allo stesso scopo due sacchi di carbone.

, cinque livornesi (Paolo di Valerio Baroni, poi divenuto primo Governatore dell'associazione, Lorenzo di Agostino Falleri, successivamente eletto Provveditore della Confraternita, Vincenzo di Domenico Bonazzini, Domenico di Pellegrino e Lorenzo di Pietro Todini) si erano riuniti nell'osteria di don Antonio d'Austria, presso l'antica Porta Colonnella in

: il casale, fin da tempi remoti, era dotato di tre corpi di fabbricato: in uno risiedevano i gendarmi pontifici addetti alla scorta delle diligenze papali; nel secondo fabbricato si trovava una cappella dedicata a S. Antonio abate mentre nel terzo era ubicata l'osteria, il locale per l'alloggio dei viandanti ed un vasto fontanile per l'abbeveraggio (da cui il nome del casale). Il

si giungeva all'osteria della Porta Rossa, tappa obbligatoria per uomini e cavalli. Di qui, voltando a sinistra per la strada della Pellerina, si toccavano i Tetti della Bassa, e, verso il confine con

, che si raccoglievano di notte sui prati davanti alla basilica, lasciavano il posto di giorno a scampagnate, bancarelle, gran bevute e gran mangiate di lumache, stornelli, pacificazioni e risse d'osteria.




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Ultimo aggiornamento pagina:

12 Gennaio 2022

10:15:00