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Frasi che contengono la parola osterie
, la bandiera verde, bianca e rossa si diffuse capillarmente nelle regioni appena conquistate o annesse tramite plebiscito, comparendo sulle finestre delle case, nelle vetrine dei negozi e all'interno di locali pubblici come alberghi, taverne, osterie, ecc.
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Le osterie sorsero, come punti di ristoro, nei luoghi di passaggio o in quelli di commercio che nella fattispecie sono strade, incroci, piazze e mercati. Ben presto divennero anche luoghi d'incontro e di ritrovo, di
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C'era una superstizione sui bardi: grossa sfortuna portava non ospitare un bardo; rifiutare acqua e cibo ad un bardo in viaggio, che bussasse alla porta, avrebbe assicurato grandi sventure. I bardi erano soliti fermarsi anche presso le osterie, senza alcuna pretesa; spettava al buon cuore dell'oste dare una stanza per la notte in cambio dei lieti racconti del bardo. La stessa accoglienza veniva offerta anche nei castelli dei
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per la presenza di numerose osterie e bordelli. Poteva ospitare circa trecento spettatori, generalmente un pubblico popolare mediamente abbiente, che poteva permettersi di pagare un biglietto d'ingresso. Vi si esibivano gli attori della
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Ristoranti, agriturismi con ristorazione fredda/calda, pizzerie, locande, osterie, trattorie, snack bar, caffetterie, bar, pub, enoteche e birrerie, con enogastronomia tradizionale friulana, italiana e estera
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, che comprese anche il progressivo prosciugamento dei canali. Lungo le vie del borgo vi erano gli stallaggi per i cavalli e locande e sono ancora visibili tracce di questi locali, trasformati in osterie o negozi di antiquariato. Funzionale allo sviluppo commerciale della zona fu il sorgere della vicina
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. Nello stesso periodo il ponte, che ospitava numerose abitazioni in legno di barcaioli e molinari, oltre che botteghe e osterie, venne munito di una seconda torre che serrava il ponte verso campagna.
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. I monaci hanno poi trasmesso la ricetta alle osterie, alle taverne e alle famiglie del luogo, che ne hanno mantenuto la tradizione, seppur con qualche modifica rispetto alla ricetta originale, fino ai giorni nostri
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Era noto infatti fra i suoi concittadini per la sua malsana abitudine di trascorrere gran parte delle sue giornate fra osterie e bordelli, cedendo invariabilmente alle tentazioni del cibo, delle bevande e delle donne. La sua reputazione macchiava il buon nome della famiglia, che oltre all'arcivescovo Ruggero contava il cardinale
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Il comportamento del clero non era esemplare: concubinato e commerci sessuali, ignoranza, indisciplina e abusi di ogni genere - preti che hanno figli, che frequentano prostitute, che portano armi, che bestemmiano, che giocano nelle osterie, che si assentano dalle parrocchie, che falsificano documenti, che commerciano, che imprestano denaro a usura, che non vestono l'abito talare, che non sanno celebrare - sono testimoniati dalle relazioni delle
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. I documenti ricordano come avesse donato spesso denaro a gente povera e come amasse intrattenersi nelle osterie con un certo Giorgio ferravecchio, il sargiaio Maso, l'orpellaio Nato, l'oste della taverna dell'Inferno Saione, un certo Musa Cozzone, il barbiere Secco e Battistone. L'amicizia con gente simile, a suo dire, lo rendeva signore, mentre accostandosi ai nobili non sarebbe potuto essere altro che un servitore
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Ultimo aggiornamento pagina:
18 Dicembre 2021
19:15:28