CENTROHD - Huge Dictionaries

HOME >> O >> OR >> ORN

Frasi che contengono la parola ornato

: la fortezza era comunque tra le maggiori dell'epoca, tanto che il castello non fu mai espugnato in battaglia. Usato esclusivamente come caserma militare dai governi stranieri, fu restaurato e trasformato a fine Ottocento in un grande complesso museale, e ornato dai giardini dell'

Hirsch AT, Haskal ZJ, Hertzer NR, Bakal CW, Creager MA, Halperin JL, Hiratzka LF, Murphy WR, Olin JW, Puschett JB, Rosenfield KA, Sacks D, Stanley JC, Taylor LM, White CJ, White J, White RA, Antman EM, Smith SC, Adams CD, Anderson JL, Faxon DP, Fuster V, Gibbons RJ, Hunt SA, Jacobs AK, Nishimura R, Ornato JP, Page RL, Riegel B,

. Tra i pezzi di arredamento, in gusto Biedermeyer, un tavolino in bronzo e marmo, ornato con satiri che reggono conchiglie, le quali sono andate a sostituire i medaglioni con all'interno il ritratto della famiglia reale, ispirandosi a quelli ritrovati negli

sta al centro di un trono gemmato, con la mano destra alzata in segno di benedizione e la sinistra che tiene il Libro aperto, ornato di pietre preziose che simboleggiano lo straordinario valore spirituale ed escatologico del suo annuncio. Attorno quattro evangelisti scrivono l'inizio del proprio

La cappella presenta un sontuoso altare ornato da colonne in marmo policromo, e da un prezioso tabernacolo in pietre dure. Come la cappella di san Gaetano, ospita capolavori di statuaria barocca del Rusnati: sull'altare, la

: a bordo di un battello a due vele, ornato di una testa umana e di un ramo di palma, appare l'eroe greco con le mani legate all'albero maestro per evitare di soccombere alla musica delle sirene. Attorno ad Ulisse sono seduti i suoi compagni di viaggio con le orecchie tappate con la cera come riporta la leggenda. Ai piedi di alcune rocce si vedono tre sirene rappresentate con il busto di donna al quale sono attaccate delle ali e delle zampe da uccello. Una di queste regge un doppio flauto, l'altra una

. La volta porta i dipinti di Jacopo Antonio Manini, autore anche delle parti architettoniche e dell'ornato con prospettive di mensole e festoni a chiaroscuro. I sei medaglioni che raffigurano temi allegorici e gli scudetti a chiaroscuro furono realizzati da

in cui la Vergine col Bambino e i sei santi erano collocati su un baldacchino poco profondo, posto a sua volta su un basamento ornato sulla fronte e sul retro con rilevi fra cui i quattro con le scene della vita di sant'Antonio. La

(lo spazio entro il quale si muoveva il coro), chiuso dall'edificio scenico. Questo era costituito da un prospetto architettonico fisso, che doveva essere ornato da scenografie mobili sorrette da travi lignee, i cui alloggiamenti sono visibili su un grosso masso squadrato triangolare. Il teatro era dedicato a

. Si compone di una larga vasca di base di poco rialzata dal livello stradale, al cui centro si trova un largo e tozzo balaustro riccamente ornato con foglie a rilievo e una serie di piccole vasche lungo tutta la circonferenza, che sorregge la vasca centrale, convessa e svasata. Al centro una base fa da appoggio alle quattro

All'ingresso, sul lato sinistro del pavimento, era una botola che conduceva ai locali sottostanti di epoca romana. La botola venne definitivamente tolta e venne realizzata la prosecuzione della scaletta in muratura che conduce ancora all'ambiente ipogeo ornato da pitture un tempo leggibili e da diverse nicchie laterali, caratterizzato da un altare costituito da un capitello di epoca romana, ipotizzato dalla tradizione quale il luogo della prigionia del santo, ipotizzato come sepolcro da diversi studiosi

, generalmente in tessuto o intagliata nel legno, che copriva il viso e gran parte della testa, compresi i capelli, mentre erano libere le aperture per gli occhi e la bocca. Le maschere variavano per l'interpretazione di ruoli diversi ricoperti dallo stesso attore e per la percezione delle emozioni espresse sul volto. La dotazione era completata da un costume ornato e dagli attributi del personaggio (lo scettro del re, la spada del guerriero, la corona dell'araldo, l'arco di

infatti una quercia sbalzata campeggia su entrambi i lati del copricapo d'argento, ornato con piume di struzzo di diverso colore a seconda del grado del militare. Il morione viene indossato, in combinazione con il pettorale di una

All'interno domina per imponenza il volume della biglietteria, ornato di marmi e stucchi e dove dipartono i corridoi laterali e gli accessi ai binari; due sottopassaggi permettono di raggiungere i sette binari di transito per il movimento passeggeri, affiancati da raffinate pensiline sorrette da esili colonne. Il sottopassaggio a sud consente inoltre di accedere al parcheggio scambiatore posto alle spalle della stazione, non lontano dal

Di azzurro, al Sant'Ippolito con il viso, le braccia, le mani, le gambe, di carnagione, vestito da cavaliere romano, con tunica d'argento, mantello di azzurro foderato d'oro, con elmo di acciaio al naturale, ornato da tre piume di struzzo, di rosso, con calighe di nero, sostenente con la mano destra una chiesa munita di campanile e una casa, al naturale, il campanile coperto da cupolino, di rosso, chiesa e casa coperte dello stesso, esse chiesa e casa simboleggianti il paese di Sant'Ippolito, il Santo cavalcante il cavallo d'argento, imbrigliato d'oro e gualdrappato di rosso, il Santo tenente la briglia con la mano sinistra, il cavallo passante sulla strada lastricata, di grigio al naturale, fondata in punta e uscente dai fianchi

di azzurro, alla effigie di San Vittore, aureolato d'oro, viso, collo, braccia, gamba di carnagione, con l'elmo e la corazza di acciaio al naturale, l'elmo ornato da piume di rosso, con il manto dello stesso sventolante a destra, con le calighe di cuoio al naturale, il Santo tenente con la mano sinistra l'asta di argento del vessillo bifido, dello stesso, sventolante a destra e caricato dalla crocetta di rosso, il Santo cavalcante il cavallo rivoltato, di baio al naturale, i finimenti di nero, la sella di verde, il cavallo con tre arti attraversanti la pianura di verde, l'arto anteriore destro alzato; il tutto accompagnato nel cantone sinistro del capo dall'ombra di sole, d'oro. Ornamenti esteriori da Comune

, rappresenta il perno prospettico tra lo scenario naturale della cava di S. Bartolomeo e la fuga prospettica sul paesaggio antropizzato di piazza Italia e Corso Garibaldi. Notevoli le decorazioni tardobarocche del portale d'onore e dei balconi su piazza Italia ma raggiunge l'apice del genio nell'unico balcone su via san Bartolomeo ornato di grifoni, mostri di ascendenza medievale e

Nel centro storico di Niguarda, dall'incrocio di via Luigi Ornato con via Giovanni Terruggia fino a quello con via Vincenzo da Filicaia, i binari erano compenetrati e la circolazione per entrambi i sensi di marcia fu regolata da un impianto semaforico. Di questo percorso particolare, la sede tranviaria era promiscua dall'incrocio di via Terruggia fino a quello con via Riccardo Bauer, per poi spostarsi a destra di via Ornato su sede riservata

. Lo stemma ha la cornice molto ben elaborata da motivi barocchi, che in basso ritraggono il volto di un uomo, con la barba che si fonde nei riccioli con la stessa cornice. Lo stemma mostra un cipresso ornato in cima da tre stelle, e in basso da due boccioli che nascono dal terreno.

Di questa parte, venne demolita la porzione che univa ortogonalmente il torrione dell'orologio (all'epoca meno ornato) al lato che volge a Mezzogiorno. Da questo tratto si accedeva al paese attraverso la porta d'ingresso (le altre due aperture, una a Nord e l'altra ad Ovest, sono frutto di interventi successivi) con la

. La statua, in marmo bianchissimo, poggia su un globo blu in lapislazzuli, attraversato in diagonale da una fascia dorata e circondato da un gruppo marmoreo di cherubini. I cherubini e il globo poggiano su un piedistallo in marmo grigio, ornato da foglie stilizzate e da due grandi volute laterali in marmo bianco. Ai lati del piedistallo si trovano due angeli grandi e due cherubini, anche questi in marmo bianco come i precedenti. Il tutto poggia infine su un basamento in marmi policromi, che sovrasta l'altare. Sia il globo che il piedistallo risalgono al XVIII secolo e fanno parte di un progetto di

Le cappelle, quattro per lato, ospitano interessanti opere d'arte, arredi marmorei e dipinti; di particolare rilievo l'altare seicentesco della Madonna Addolorata (prima cappella a destra), l'altare settecentesco di Santa Eulalia ornato da una tela di

aggettante ornato da fregio con cherubini alati. Il vano sottostante, caratterizzato dalla volta a cassettoni, ospita il varco d'accesso al sacello protetto da una fitta cancellata sormontata da una raffigurazione della martire sorretta da putti e angeli. Nell'ordine superiore un'edicola fiancheggiata da vasi con fiori stilizzati, racchiude la nicchia contenente la statua della Santa a tutto tondo. Chiude la complessa composizione un

; il reliquiario architettonico del XV secolo caratterizzato da guglie e pinnacoli che rinviano allo stile gotico-catalano dell'epoca oppure il calice seicentesco ornato da smalti policromi e gemme, opera dell'orafo palermitano don Camillo Barbavara. Sono stati pure posti all'interno della Sagrestia dei Canonici quattro piedistalli lignei dei primi anni del XX secolo, di stile neonormanno un tempo utilizzati per leggere i corali nel presbiterio, e disegnati dall'architetto

. Questi per i manifesti dei loro concerti utilizzavano l'arte psichedelica: colori saturi in evidente contrasto, testo riccamente ornato, forte composizione simmetrica, elementi di collage, distorsioni gomma-like, e iconografie bizzarre, tutti tratti distintivi dello stile dei poster dell'arte psichedelica. Anche se

Nel prospetto, scompartito da lesene corinzie, si aprono gli elegantissimi portali, tra cui, particolarmente ricco, quello centrale ornato dallo stemma della famiglia Santapau e la scultura di una donna (forse

, ornato con le iniziali B.P. riferibili forse al conte Pietro o Paolo Bajardi; ai lati si trovano da due alte nicchie, mentre al primo piano si apre il loggiato retto da sottili colonne coronate da capitelli

, che si trova in un piccolo locale porticato ricavato proprio sotto la balconata principale della chiesa. Sappiamo che questo piccolo oratorio era stato costruito insieme alla scalinata, ma era ornato da nicchie con statue di santi in marmo. Una parte fu forse portata via dopo l'arrivo dei francesi, nel

Le colonne si presentano particolarmente snelle ed eleganti e il tempio era ornato da una raffinata decorazione: le basi delle colonne, la fascia decorativa che sormonta e corre lungo le pareti del corpo centrale con un

. Presenta una facciata in stile rinascimentale con portale decorato da timpano e oculo centrale, ornato da cornice. All'interno neoclassico spicca l'altare maggiore ricco di intarsi. Due coppie di colonne, una tortile e l'altra scanalata, sormontate da capitelli corinzi, sorreggono un archivolto spezzato, dominato da timpano modanato. La cimasa racchiude la tela del Padre Eterno (XVIII secolo), mentre le pareti laterali presentano dipinti del XVII attribuiti a maestranze abruzzesi, raffiguranti il

presso il fiume Vomano. Ha una navata unica barocca, mentre l'esterno ricorda i monasteri trecenteschi. Ha la forma di una capanna con la facciata rettangolare decorata da rosone e porticato. L'interno circola attorno un chiostro ornato da un pozzo. Gli stucchi interni sono di Carlo Piazzoli.

Dalla piazzetta Dalmata si accede ai giardini. Sulla sinistra si incontra dapprima il cortiletto degli Schiavoni, ornato da vere da pozzo veneziane. Il cortile richiama nelle forme quello della casa natale di d'Annunzio a Pescara. Intorno al cortile corre il portico del Parente, intitolato a

un'immagine del bambino a grandezza naturale, riccamente lavorata in argento, insieme ad un messale ornato, un corredo di vesti, una serie di piatti d'altare con le armi ducali e molti altri oggetti preziosi.

Porta Viterbo. Costruita a nord del paese, era la porta di entrata al paese provenendo da Viterbo, superata vi era un grandioso viale ornato da quattro file di olmi simile alle Olmate. La Porta fu distrutta nel

, che costituisce il settore originale del palazzo dello Strozzino. Da via degli Anselmi si accede infine all'atrio rettangolare ornato da due fontane e con al centro il bancone della biglietteria con coronamento in legno intagliato da

interne si erano trasformate in una struttura ossea relativamente corta, formando un vistoso collare osseo, ornato da ossa epiparietali negli esemplari giovani. Si trattava di bassi processi triangolari, che rappresentano ossificazioni cutanee separate, o

, nella Sardegna meridionale, secondo lo studioso Paolo Bernardini appare di nuovo la statuaria monumentale, molto probabilmente in connessione con una necropoli. In quel sito una ricognizione di superficie ha recuperato tra le pietre ammucchiate dal dissodamento dei campi, una testa umana in pietra arenaria sormontata da un alto e ricurvo copricapo, ornato da

Di azzurro, al Sant'Ippolito con il viso, le braccia, le mani, le gambe, di carnagione, vestito da cavaliere romano, con tunica d'argento, mantello di azzurro foderato d'oro, con elmo di acciaio al naturale, ornato da tre piume di struzzo, di rosso, con calighe di nero, sostenente con la mano destra una chiesa munita di campanile e una casa, al naturale, il campanile coperto da cupolino, di rosso, chiesa e casa coperte dello stesso, esse chiesa e casa simboleggianti il paese di Sant'Ippolito, il Santo cavalcante il cavallo d'argento, imbrigliato d'oro e gualdrappato di rosso, il Santo tenente la briglia con la mano sinistra, il cavallo passante sulla strada lastricata, di grigio al naturale, fondata in punta e uscente dai fianchi. Ornamenti esteriori da Comune

, ornato di una torre campanaria eseguita da Antonino da Lodi, che mostra molte somiglianze con la torre della Cattedrale di Teramo e con quella del Duomo di Chieti. Inoltre per la cattedrale atriana venne chiamato il pittore

centrale. Le pareti sono costruite con conci isodomi di basalto disposti a filari tra i quali uno costituito da blocchi di calcare bianco, internamente ornato con una teoria di protomi di ariete (o di

. L'insieme delle ali che racchiudevano il grande arco della porta, disegnato dal Binet, era ornato da due fregi sovrapposti, eseguiti in ceramica policroma. Quello in alto rappresentava il trionfo dell'opera dello scultore Emile Muller su modello di Anatole Guillot; quello sottostante era composto da un seguito di animali in stile

Piccole modifiche per i calzoncini, bordati da una riga di colore rosso scuro. I calzettoni, rispetto alla stagione precedente, sono interamente celesti con il bordo rosso scuro ornato da tre strisce bianche

lungo la via Moncenisio. Per la strutturazione dei volumi e per l'ornato delle facciate costituisce un significativo esempio di architettura civile settecentesca con evidenti richiami di tipo classico nell'impostazione delle facciate. Sulla facciata principale gli ornati della falsa

, con le due laterali scandite in campate da coppie di archi poste trasversalmente. Dopo la settima campata, le navate laterali dimezzano la loro larghezza a favore della centrale; quest'ultima termina con il grande arco trionfale, ornato da un mosaico raffigurante le

D'azzurro alla barca all'antica, d'oro, munita di un solo albero centrale cimato dalla crocetta, dello stesso, l'albero unito a quattro sartie d'oro, due e due in sbarra ed in banda, e ornato, sotto la crocetta dalla fiamma desinente in tre code, sventolante in banda, d'argento, la barca con due bandiere all'antica a poppa, d'argento, astate d'oro, la barca sostenuta dal mare di azzurro ondato d'argento e accompagnata nel canton destro del capo dalla stella di otto raggi, d'oro; al capo di Milano (d'argento alla croce di rosso).

, che cavalca un cavallo a sua volta d'argento, con la sella e le briglie azzurre decorate in oro, ed armato con una spada (d'argento) dall'impugnatura d'oro che alza con il braccio destro sopra la testa. Il cavaliere imbraccia, alla sua sinistra, uno scudo azzurro, ornato con una doppia croce (

Drappo di bianco con la bordatura di azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del comune: COMUNE DI BINAGO.

Drappo partito di bianco e di azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune: COMUNE DI CARIMATE.

Partito, semitroncato: nel primo, di verde alla torre d'argento, detta Torre di Teodolinda, quadrata, murata di nero, merlata di tre, munita di porta alzata rispetto al filo basamentale, di nero, finestrata di tre in palo, dello stesso, fondata sulla pianura di rosso, accompagnata da due spighe di grano, d'oro, una e una, nodrite nella pianura; nel secondo, di rosso alla corona ferrea vista in prospettiva, d'oro, con la lamina di ferro di nero, incastonata nell'interno, il cerchio ornato con pietre d'azzurro e di rosso; nel terzo, d'azzurro alle tre stelle di otto raggi, d'oro, poste in banda.

Sul lato destro della chiesa di San Giorgio si trova l'Oratorio dei Confratelli del Santissimo Sacramento, ornato anch'esso da decorazioni settecentesche e da una pala d'altare raffigurantente la Madonna del Rosario, opera di

Monumento ai Caduti angresi, sia della Grande Guerra che della Seconda Guerra mondiale, posto nella principale Piazza Doria, sita nel centro urbano di Angri; alla base dello stesso si erge un angelo in bronzo che brandisce una spada ornato da vestigia belliche, tra cui un soldato che impugna, con mano sinistra, la bandiera del Regno d'Italia, mentre con l'altra, sorregge un civile esanime

Di azzurro, al Sant'Ippolito con il viso, le braccia, le mani, le gambe, di carnagione, vestito da cavaliere romano, con tunica d'argento, mantello di azzurro foderato d'oro, con elmo di acciaio al naturale, ornato da tre piume di struzzo, di rosso, con calighe di nero, sostenente con la mano destra una chiesa munita di campanile e una casa al naturale, il campanile coperto da cupolino di rosso, chiesa e casa coperte dello stesso, esse chiesa e casa simboleggianti il paese di Sant'Ippolito, il Santo cavalcante il cavallo d'argento, imbrigliato d'oro e gualdrappato di rosso, il Santo tenente la briglia con la mano sinistra, il cavallo passante sulla strada lastricata, di grigio al naturale, fondata in punta e uscente dai fianchi.

Troncato semipartito con la fascia in filetto d'oro sulla troncatura: il PRIMO, di azzurro, al busto di San Vincenzo Ferreri, sostenuto dalla fascia in filetto, il viso, il collo, le mani di carnagione, vestito di nero e di bianco al naturale, il capo ornato dalla lingua di fuoco di rosso, aureolato d'oro, capelluto di nero, benedicente con la mano destra, la mano sinistra tenente stretto al petto il libro aperto, d'oro, recante la scritta, in lettere di nero, TIMETE DEUM ET DATE ILLI HONOREM, il Santo accompagnato da due rose di rosso bottonate d'oro, una a destra, l'altra a sinistra; il SECONDO, di rosso, al libro aperto d'oro; il TERZO, di azzurro, alla ruota dentata di quattro raggi, di nero, attraversata da due spighe di grano, poste in decusse, d'oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, A LUCE PRIMORDIA DUCIT - NATURA POTENTIOR ARS.

d'azzurro a tre teste di cane, al naturale, rivoltate, tenenti ciascuna nella bocca un osso d'argento e sormontate da un ponte a tre archi e due mezzi, di rosso, sostenente un elmo ornato di svolazzi d'argento, e con tre gigli d'oro posti sotto ogni arco del ponte

drappo troncato di giallo e di azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dallo stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati

Drappo di colore bianco a due pali, di rosso nascenti dai fianchi, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in argento: COMUNE DI JERAGO CON ORAGO...

Drappo troncato di giallo e d'azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dallo stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati.

triangolare al centro di un fornice riccamente ornato da lastre marmoree policrome di spoglio, provenienti probabilmente da Ravenna, che richiamano, nella stessa accurata scelta cromatica delle pietre

, sotto l'impulso della Principessa Sofia di Trabia, il giardino si trasforma, seguendo la moda del momento, in un parco romantico ornato con panchine, vialetti, statue e fontane, pieno di esotismi tra cui araucarie, palme, conifere, fichi ornamentali e

; composto da un'aula a base quadrata e riccamente ornato da stucchi con motivi geometrici e fitomorfi e con episodi evangelici, rappresenta una sintesi tra la tradizione decorativa longobarda e reminiscenze classiche. Soggetti evangelici caratterizzano anche i bassorilievi dell'




Tutti i dati sono automaticamente, anche se accuratamente raccolti da fonti di pubblico accesso. Le frasi vengono selezionate automaticamente e non sono destinate ad esprimere le nostre opinioni. Il contenuto e le opinioni espresse sono esclusivamente a nome degli autori delle frasi.




CentroHD

info@centrohd.com

Ultimo aggiornamento pagina:

10 Gennaio 2022

19:15:16