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Frasi che contengono la parola olivo

. I monaci evangelizzarono il territorio favorendo l'espansione dei commerci, dell'agricoltura (specie la vite e l'olivo), del sistema di pesca, e della cultura, introducendo importanti innovazioni ed aprendo vie commerciali

Le fibre parallele nascono dalla biforcazione a T di numerosi assoni dei granuli che, una volta ascesi nello strato molecolare, divergono dando vita alle fibre stesse. Le fibre rampicanti, invece, risultano essere le terminazioni delle fibre olivo-cerebrali. Entrambe le fibre incontrano e traggono

. In ogni caso spetta ai Greci il merito della trasformazione dell'olivo selvatico in olivo coltivato. Infatti, proprio in Grecia si raggiunse grande esperienza nelle tecniche di coltivazione di questa importante coltura. In Grecia, inoltre, l'olivo era considerata una pianta sacra e pertanto si faceva largo uso dell'olio non solo come alimento, ma anche nei riti funerari o nelle premiazioni. Nell'ambito dell'economia salentina l'olivicoltura ha sempre rivestito un ruolo di primo piano. Nel corso della dominazione romana la superficie olivetata fu interessata da una notevole espansione ed il Salento, sotto

Trasibulo, per tale comportamento umano e tollerante, per aver impedito una brutale rappresaglia da parte dei democratici e per aver riconciliato gli Ateniesi, fu insignito dal popolo di una corona fatta con due rami d'olivo

del battaglione paracadutisti Tuscania Francesco Gentile e due incursori del battaglione Col Moschin, il Sottotenente Mario Di Lecce e il Sergente Olivo Dordi. Un altro incursore del Col Moschin, sergente Marcello Fagnani, rimase ferito gravemente

Le larve hanno comportamenti differenti secondo la generazione. La Tignola dell'olivo svolge tre generazioni l'anno, in ciascuna delle quali, le larve sviluppano a spese di organi differenti: la generazione svernante, autunno-primaverile, si nutre a spese delle foglie (

(Pieve di Cagna, Cerqueto bono, Girfalco, Miniera, Rancitella); La Torre (Torre, Viapiana, Palazzo del Piano, Santa Maria delle Selve); Trasanni (Trasanni, Castelboccione, Colonna); Schieti (Schieti, Pallino); Forcuini (Forcuini, Pantiere); Pozzuolo (Pozzuolo, Monte Avorio, Monte Olivo)

Anche l'olivo era coltivato fino in Gran Bretagna, mentre nel nord Italia rimangono le tracce di queste coltivazioni soprattutto nella zona attorno al Lago di Garda, che grazie all'azione mitigatrice dell'acqua ha permesso di mantenere intatta questa coltura.

, consistenti in estratti di foglie di olivo arricchiti della sostanza. I dati forniti dalla ricerca scientifica sono incoraggianti per quanto riguarda gli effetti anti-neurodegenerativi e anti-diabetici dell'oleuropeina

era visibile un sistema interregionale basato sul rapporto fra un territorio meridionale, caratterizzato da agricoltura irrigua, peso demografico, potere spersonalizzato e centralizzato nel polo templare-palatino, consumo di birra e olio di palma da un lato e un territorio periferico, ricco di metalli e pietre dure (assenti nella Bassa Mesopotamia) e caratterizzato da un potere personale, di marca gentilizia e maggiormente pluralista, e dove si consumano vino e olio d'olivo (come in Siria) dall'altro.

Cultivar minori:Aitana, Bottone di gallo, Brandofino, Calatina, Cavalieri, Crastu, Erbano, Giarraffa, Lumiaru, Marmorigna, Minuta, Nasitana, Nerba, Nocellara messinese, Olivo di Mandanici, Piricuddara, Santagatese, Vaddarica, Verdello, Verdese, Zaituna.

) e di San Giorgio. I monaci evangelizzarono il territorio favorendo l'espansione dei commerci, dell'agricoltura (specie la vite e l'olivo), del sistema di pesca, e della cultura, introducendo importanti innovazioni ed aprendo vie commerciali.

. I monaci evangelizzarono il territorio favorendo l'espansione dei commerci, dell'agricoltura (specie la vite e l'olivo), del sistema di pesca con le peschiere, e della cultura, introducendo importanti innovazioni ed aprendo vie commerciali

). In questo caso si tratta di una specie fitofaga e galligena associata obbligatoriamente all'olivo. Le larve si comportano come galligene, generalmente sulle foglie, occasionalmente anche i peduncoli delle mignole (le infiorescenze, per intenderci). Per questo motivo il nome comune specifica l'associazione con le foglie dell'olivo.

. I monaci evangelizzarono il territorio favorendo l'espansione dei commerci, dell'agricoltura (specie la vite e l'olivo), del sistema di pesca, e della cultura, introducendo importanti innovazioni ed aprendo vie commerciali.

; nei documenti infatti compare la prioria di Albisano. I monaci evangelizzarono il territorio favorendo l'espansione dei commerci, dell'agricoltura (specie la vite e l'olivo), del sistema di pesca, e della cultura, introducendo importanti innovazioni ed aprendo vie commerciali

); ad est il confine correva lungo il corso della Cornia fino al torrente Milla fino all'altezza di Poggio le Querce dove piegava verso est in direzione di Poggio Sacconeto discendeva il botro del Pignola, aggirava il castello di Montioni, risaliva verso Montioni Vecchio e Poggio della Sentinella scendendo verso sud lungo le pendici dei Poggi Campastrino e all'Olivo, alla Pievaccia piegava verso est in direzione del fiume Pecora, attraversava la pianura di Scarlino e risalendo il Fosso di S. Giovanni arrivava ai Poggi Paloncino, Sgrandinato e Collacchia; qui piegava di nuovo verso est in direzione di Poggio Vadamuli e discendendo lungo il Torrente Rigo fino a Grilli, ove seguendo il corso del Rigo arrivava fino alle pendici della pianura alluvionale dell'antico padule di Castiglioni ove piegava verso il mare comprendendo l'abbazia al Fango, ove risaliva i poggi aggirando il distretto di Castiglione della Pescaia che rimaneva in mano a Pisa e poi a Firenze per ridiscendere verso Pian dell'Alma presso Portiglioni. A sud e sud/est confinava con la

. I monaci evangelizzarono il territorio favorendo l'espansione dei commerci, dell'agricoltura (specie la vite e l'olivo), del sistema di pesca, e della cultura, introducendo importanti innovazioni e aprendo vie commerciali.

. Le produzioni intensive come vite e olivo vengono soppiantate dai cereali e dalla pastorizia che necessitano di minore manodopera: non a caso, tali colture caratterizzeranno per secoli il paesaggio

Per la raffigurazione dello stemma originario dei Conti Damiani raffigurante una colomba al naturale in volo sopra il mare tenente nel becco un ramoscello d'olivo su fondo azzurro oppure sul mare d'argento si veda Dolcetti Giovanni,

Partito, il primo d'azzurro all'aquila dal volo abbassato, al naturale, coronata d'oro e ferma sulla campagna verde; il secondo di argento alla crocetta patente di rosso, accostata in capo da un baldacchino dello stesso, con nappe terminanti e, in punta dello scudo, da due monti all'italiana, di tre cime cadauno, fondati sulla terrazza dello stesso, contornate dai rami fruttati di olivo e di quercia

Di azzurro, al monte di cinque cime di verde, poste in fascia, sostenenti: la prima cima un fascio intrecciato di tralci di viti pampinosi e di steli di grano, il tutto d'oro, l'ultima cima un albero di olivo; nel cantone sinistro del capo una stella d'argento. Ornamenti esteriori da Comune

. In ogni caso spetta ai Greci il merito della trasformazione dell'olivo selvatico in olivo coltivato. Infatti, proprio in Grecia si raggiunse grande esperienza nelle tecniche di coltivazione di questa importante coltura. In Grecia, inoltre, l'olivo era considerato una pianta sacra e pertanto si faceva largo uso dell'olio non solo come alimento, ma anche nei riti funerari o nelle premiazioni. Nell'ambito dell'economia salentina l'olivicoltura ha sempre rivestito un ruolo di primo piano. Nel corso della dominazione romana la superficie olivetata fu interessata da una notevole espansione ed il Salento, sotto

D'azzurro, al ramo di palmizio, posto in banda centrale, e all'olivo posto in sbarra, di verde, nodriti sulla vetta centrale del monte al naturale di tre vette, accompagnati in capo da due stelle di argento di otto raggi, poste in fascia. Ornamenti esteriori da Comune

nella seconda facciata, similmente in quattro righe. Nel secondo a due tralci di vite in doppia decusse, fogliati di verde e fruttati di sei pezzi al naturale. Nel terzo a due rami d'olivo in doppia decusse, fogliati e fruttati di verde. Nel quarto alla fede d'oro posta in banda. Sotto lo scudo, nella lista svolazzante d'oro, il motto in lettere maiuscole di nero:

); ad est il confine correva lungo il corso della Cornia fino al torrente Milla fino all'altezza di Poggio le Querce dove piegava verso est in direzione di Poggio Sacconeto discendeva il botro del Pignola, aggirava il castello di Montioni, risaliva verso Montioni Vecchio e Poggio della Sentinella scendendo verso sud lungo le pendici dei Poggi Campastrino e all'Olivo, alla Pievaccia piegava verso est in direzione del fiume Pecora, attraversava la pianura di Scarlino e risalendo il Fosso di S. Giovanni arrivava ai Poggi Paloncino, Sgrandinato e Collacchia; qui piegava di nuovo verso est in direzione di Poggio Vadamuli e discendendo lungo il Torrente Rigo fino a Grilli, ove seguendo il corso del Rigo arrivava fino alle pendici della pianura alluvionale dell'antico padule di Castiglioni ove piegava verso il mare comprendendo l'abbazia al Fango, ove risaliva i poggi aggirando il distretto di

) e patate; abbastanza diffusi sono la vite (soprattutto uva da vino), l'olivo, presente nelle aree collinari, e gli agrumi, nelle piane ioniche; un certo incremento hanno registrato alcune colture industriali, in particolare la barbabietola da zucchero e il tabacco, e quelle ortofrutticole. Sulle colline a ridosso del

Di azzurro, al monte di cinque cime di verde, poste in fascia, sostenenti: la prima cima un fascio intrecciato di tralci di viti pampinosi e di steli di grano, il tutto d'oro, l'ultima cima un albero di olivo; nel cantone sinistro del capo una stella d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.

d'azzurro, al ramo di palmizio, posto in banda centrale, e all'olivo posto in sbarra, di verde, nodriti sulla vetta centrale del monte al naturale di tre vette, accompagnati in capo da due stelle di argento di otto raggi, poste in fascia. Ornamenti esteriori da Comune

L'elemento caratterizzante della formazione dei DS fu la sostituzione del simbolo del Partito del Socialismo europeo a quello del vecchio Pci alla base della quercia introdotto al momento della costituzione del Pds. La Federazione Laburista espresse con il deputato Rosario Olivo il sottosegretario al Lavoro nel

e in Sicilia. In Grecia, la produzione era piuttosto dedicata alla coltura dell'olivo e del vino. In Oriente e in Africa, i latifondi ellenistici erano tipici dell'agricoltura specializzata all'esportazione a partire dalla costa siriana e dall'

Di verde, ai monti all'italiana di sei cime d'argento; al giglio d'oro, nel fianco destro; alla croce latina col piede inferiore in forma d'ancora d'oro, caricata da un cuore dello stesso, nel fianco sinistro; al capo d'azzurro, alle due colombe affrontate d'argento, imbeccate, membrate e illuminate di rosso, tenenti ciascuna nel becco un ramo di olivo di verde.

D'azzurro, al monte, segnato da un sentiero tortuoso, sul mare, calmo, caricato d'un ramo d'olivo, situato in barra, il tutto al naturale, nel cantone sinistro del capo una stella, di otto punte, d'oro.

Di argento, cappato di azzurro; caricato da un'ancora in cuore e due burelle (piccole fasce) ondate in punta, il tutto di azzurro. Sulla cappa: a destra una stella a otto punte, sulla sinistra una colomba di profilo con un ramoscello di olivo nel becco, il tutto di argento.

D'oro, alla colomba d'argento tenente nel becco un ramoscello di olivo al naturale, posata su un monte di sei cime d'argento, movente dalla fascia abbassata di rosso; il tutto sormontato dallo scudetto del Popolo fiorentino

di azzurro alla colomba di argento con un ramoscello d'olivo al naturale, nel becco, posata sopra un monte di tre cime d'oro uscente dalla punta dello scudo e sormontata a destra da un sole dello stesso

D'oro, alla colomba d'argento imbeccata e membrata di rosso, tenente nel becco un ramoscello d'olivo di verde, posata su un monte di sei cime di rosso e a due ramoscelli di verde nodriti sulle cime laterali del monte

d'azzurro al fiume di argento fluttuoso del campo scorrente sul terreno al naturale con uno scoglio dello stesso uscente dall'acqua e sostenente una colomba di argento rivoltata, con un ramoscello di olivo al naturale nel becco, accostata da tre stelle di sei raggi, una sopra e le altre ai fianchi, e sormontata da un rastrello di quattro pendenti framezzati da tre gigli, il tutto d'oro

troncato: sopra d'azzurro alla testa di moro al naturale, uscente dalla troncatura, tenente in bocca un ramoscello d'olivo dello stesso, attortigliata di rosso con due ramoscelli d'olivo pure al naturale, trattenuti uno in fronte, l'altro all'occipite dalla benda, con le anella d'oro alle orecchie; sotto fasciato di rosso e d'argento

Di rosso, al leone coronato d'oro, tenente con la branca anteriore destra una spada d'argento, guernita d'oro, in sbarra, con il capo d'azzurro, cucito, carico di una colomba volante e tenente nel becco un ramoscello d'olivo, il tutto al naturale, la colomba sormontata da un breve d'argento, svolazzante in fascia, scritto con il motto PAX CANDIDA FORTIS

D'argento, all'olivo nutrito sulla pianura erbosa, al naturale, con il castello di rosso, fondato sulla pianura e attraversante sull'olivo; con il capo d'oro, carico di un'aquila di nero, coronata del campo

si diffuse la coltivazione dei cereali, vite e olivo che era una coltivazione asciutta e non richiedeva irrigazione. Le nuove piante introdotte come l'arancio, il limone, la canna da zucchero, il papiro e gli ortaggi necessitavano di irrigazione.

d'azzurro alla fascia d'argento, accompagnata in capo da tre stelle d'oro, ordinate in fascia ed in punta da una colomba d'argento tenente nel becco un ramoscello di olivo di verde, ferma sopra un monte dello stesso, cucito

la quercia ,il pioppo, il salice, l'olmo, il platano, il frassino, l'olivo, la palma, la timelea tricocca, la ximenia egiziana, il pino, il cipresso, il salice, il tasso, la tamerice, il lauro, il mirto,l'edera, la ninfea, il giglio, il giacinto, la rosa, la mandragora, il melo, il pero, il noce, il melograno, il mandorlo

Le dolci colline intorno a Canino si spingono fino a lambire la Selva del Lamone e le sue campagne sono molto frequentemente coltivate a vite e olivo, oltre che famose per la ricchezza di cacciagione. Il celebre




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Ultimo aggiornamento pagina:

04 Gennaio 2022

04:14:33