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Frasi che contengono la parola neofascisti

Le indagini si sono susseguite nel corso degli anni, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e neofascisti; tuttavia alla fine tutti gli accusati sono stati sempre assolti in sede giudiziaria (peraltro alcuni sono stati condannati per altre stragi, e altri hanno usufruito della prescrizione, evitando la pena)

, per i quali delitti vennero sospettati ed indagati ripetutamente, assieme ad anarchici e comunisti di area extraparlamentare, vari esponenti dei movimenti neofascisti, negli anni successivi mai condannati definitivamente, con l'importante eccezione della

. Altri, senza rinnegare queste ricostruzioni, legano la strategia della tensione alle direttive atlantiche dei servizi segreti, che lasciavano agire, entro certi limiti, i gruppi neofascisti per evitare una crescita eccessiva di quelli comunisti (

), ma i neofascisti avrebbero pianificato e agito secondo le loro ideologie eversive, scegliendo obiettivi e modi autonomamente, pur godendo di protezioni e talvolta essendo reclutati. L'ideologia dei gruppi eversivi avrebbe dettato la metodologia stragista o comunque la loro lotta armata, ed essa non fu ordinata dai mandanti occulti in maniera esplicita e diretta.

dei piccoli narcotrafficanti per poter controllare meglio il mercato. Il gruppo paramilitare che dirigeva per conto di Garcia Meza, composto da neofascisti e neonazisti di vari paesi, era conosciuto come

Ai magistrati giunsero notizie e segnalazioni in base a cui i sospetti dovevano essere indirizzati oltre confine. L'ipotesi scaturita da quelle indicazioni era quella di un complotto internazionale che coinvolgeva terroristi stranieri e neofascisti italiani latitanti all'estero con collegamenti in Italia

Nessun provvedimento venne preso a carico dei numerosi poliziotti presenti sul luogo: dieci di essi erano a bordo del furgone blindato, tre in una volante vicina ed almeno due a piedi in borghese; su di essi gravarono comunque le accuse di collusione con gli aggressori. In particolare tutti i testimoni presenti al fatto assicurarono che nulla venne fatto per fermare i neofascisti prima, durante e dopo che essi esplodessero i colpi di pistola e che subito dopo le forze dell'ordine per diversi minuti ostacolarono i soccorsi a Walter Rossi sia colpendo chi cercava di avvicinare il giovane agonizzante sul terreno

della zona. I fratelli Fioravanti, assieme ad un paio di altri neofascisti, a volto scoperto, scendono dall'auto e fanno fuoco su un capannello radunato intorno ad una panchina, uccidendo Roberto Scialabba, freddato da distanza ravvicinata con due colpi alla testa da

Il movente proposto non convinse i giudici, che assolsero i sei giovani, i quali, una volta liberi, denunciarono Mingarelli per le false accuse, dando inizio a una nuova inchiesta contro ufficiali dei carabinieri e magistrati per aver deviato le indagini. L'istruttoria della strage, intanto, si era indirizzata verso gli ambienti neofascisti

Le indagini si sono susseguite nel corso degli anni, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e neofascisti; tuttavia alla fine tutti gli accusati sono stati sempre assolti in sede giudiziaria (peraltro alcuni sono stati condannati per altre stragi e altri hanno usufruito della prescrizione, evitando la pena)

, estremista di destra che, secondo molti neofascisti, aveva collaborato con la polizia e che era ritenuto responsabile dell'arresto di Ciavardini e di Nanni De Angelis (e quindi anche della morte di quest'ultimo). Viene freddato da Cavallini e Alibrandi che lo colpiscono tre volte, due alla testa e uno al torace, nei pressi di piazza Medaglie d'Oro, a Roma.

, dopo alcuni tentativi di suicidio, ricomincia il processo a Piccolo e ad altri sette missini: al termine del dibattimento la Corte d'assise di Bari condanna Piccolo a ventidue anni e mezzo di carcere, concede l'amnistia a due neofascisti all'epoca dei fatti minorenni e condanna a pene da un anno e mezzo a sei mesi i restanti

a Roma un gruppo di neofascisti, dopo avere allontanato a sassate un gruppo di giovani di sinistra che manifestava davanti alla sede MSI in cui si trovavano, iniziarono a sparare a grande distanza, con una pistola militare, contro il gruppo avversario che fuggiva, e uccisero alle spalle il diciannovenne

e Stefano Soderini partecipa all'agguato dove viene ucciso il capitano della Digos Francesco Straullu (e l'agente Ciriaco Di Roma) che, coordinando molte indagini sui gruppi dell'eversione nera, era mal visto negli ambienti neofascisti e accusato di torture fisiche e prepotenze sugli arrestati e abusi sessuali sulle donne.

Finito il conflitto, i neofascisti si dileguano abbandonando il compagno morto sull'asfalto: Belsito si libera dell'agente moribondo e si mette alla guida della Volante mentre Sordi, anche lui ferito al gluteo, si allontana con la loro auto. Gli agenti che arrivano sul luogo della sparatoria trovano indosso ad Alibrandi una delle bombe a mano trafugate tempo prima con

Nessun provvedimento venne preso a carico dei numerosi poliziotti presenti sul luogo: dieci di essi erano a bordo del furgone blindato, tre in una volante vicina e almeno due a piedi in borghese; su di essi gravarono comunque le accuse di collusione con gli aggressori. In particolare tutti i testimoni presenti al fatto assicurarono che nulla venne fatto per fermare i neofascisti prima, durante e dopo che essi esplodessero i colpi di pistola e che subito dopo le forze dell'ordine per diversi minuti ostacolarono i soccorsi a Walter Rossi sia colpendo chi cercava di avvicinare il giovane agonizzante sul terreno

Il tema venne sfruttato direttamente dai fascisti ai tempi in cui avvennero i massacri, e poi per decenni da tutti i gruppi postfascisti o neofascisti, al fine di mantenere vivo uno degli argomenti classici della propaganda antislava e anticomunista del tempo di guerra




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Ultimo aggiornamento pagina:

30 Novembre 2021

10:20:46