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Frasi che contengono la parola marchese

(marchesato di Bibbona, Riparbella, Guardistallo, Casale e Cecina) racconta che vi era solo il palazzo del marchese Ginori presso la foce del fiume, il palazzo del Fitto con il borgo intorno con i forni e la Magona. Il feudo fu riacquistato dalla Corona granducale nel

che vedesi nella nominata Chiesa dell'Annunziata, alla Cappella fabbricata con Sovrana magnificenza dal Marchese Fabbrizio Colloredo, Ministro della Serenissima Casa Medici; per non parlare dei graziosi

posta in S. Flooriano, in Castel Falsi Territorio di S. Miniato; per il Marchese Gabriello Riccardi, nella volta d'una delle Camere terrene della deliziosa Villa di Valfonda, in uno sfondo a olio una

, le ultime due invece sono poste a fianco del santuario stesso. Essa custodisce sopra l'altare un elegantissimo quadro raffigurante la Madonna Addolorata trafitta da sette spade donato dal marchese Paolo Serponti Mirasole.

La valle della Raab vista dal lieve rilievo, l'ultimo colle austriaco, dal quale il marchese Montecuccoli avrebbe comandato la battaglia. Oltre le colline all'orizzonte, in territorio magiaro, era il grande accampamento del

L'api in tributo, componimenti poetici de' signori accademici Filergiti per le nozze de gl'illustriss.mi sig.ri il signor marchese Giuseppe Albicini, nobile forliuese, e la signora marchesa Maria Teresa Millini nobile romana dedicati al sublime merito dell'ill.mo signor sposo

duemila cavalieri e mille fanti...il duca di Modena, il Marchese di Mantova, i Bolognesi, i Senesi due triremi per ciascuno; e i Lucchesi una. I Fiorentini, dopo molta esitazione, dissero che avrebbero fatto quel che lo Sforza avrebbe creduto bene e

che vide protagonisti gli abitanti dell'allora borgo e il locale marchese Alessandro Malaspina. Quest'ultimo, considerato uomo cattivo e crudele dai suoi sudditi, tra le varie angherie e soprusi esigeva pure il diritto della prima notte (

Quest'ultimo viene riportato al castello e racconta di aver trovato la spada compagna dell'elmo che prediceva un pericolo per sua figlia. Manfredi propone a Federico la mano di Matilda in cambio di quella di Isabella e il marchese, affascinato da Matilda, acconsente, per poi cambiare idea a causa dell'apparizione di uno scheletro. Nel salone viene vista di nuovo la mano di un

nordamericane. Alcune ricostruzioni storiografiche suggeriscono che il marchese La Fayette odiasse gli inglesi per aver ucciso il padre, e sentiva che una sconfitta inglese in Nord America avrebbe diminuito la statura internazionale della loro nazione.

Tra le prime opere a cui l'artista mise mano ci fu una serie di ritratti, produzione tipica dei pittori di corte, commissionati sia dal marchese sia da una serie di nobili e potenti in stretto rapporto con la corte. Spiccano il

appositamente eretta. Il dipinto venne fatto pagare a un ebreo mantovano, Daniele da Norsa, colpevole di aver rimosso dalla facciata della sua casa un'immagine della Vergine, per sostituirla con il suo stemma. Il marchese stesso venne rappresentato in ginocchio ai piedi del trono della Vergine, mentre sorride e ne ricevere la benedizione. La pala, oggi al

Eustachio fratello di Federico II marchese di Saluzzo prende possesso della Valle Grana, dopo la sua morte, suo figlio Costanzo prende possesso del feudo di Valgrana dando inizio alla dinastia dei Saluzzo di Valgrana. Nel

da un gruppo di privati (fra cui il cappellano dell'Ospedale per i pellegrini di San Biagio, Don Lodovico Zenaroli, e il marchese Girolamo Albergati, confratello di Santa Maria della Morte) che crearono un comitato per la raccolta dei fondi necessari alla costruzione. Alla sua edificazione parteciparono cittadini di ogni classe dal

(con il marchese Giorgio II mantenuto formalmente come feudatario), perdendo per sempre la sua totale indipendenza e legando strettamente le sorti di Ceva con quelle di Asti, anche se non mancarono nel corso dei secoli continui tentativi di cambiare casacca. Dopo

. Il Maramaldo e le truppe imperiali del Marchese del Vasto, a causa delle numerose defezioni degli italiani che andarono a ingrossare le file dei difensori, si videro infine costretti ad abbandonare l'assedio di Monopoli, ritirandosi prima a

. Otto giorni dopo scoppiarono dei tumulti sul ponte Tiberino tra i tedeschi e i romani, i quali finitono solo grazie al calare del sole: questi erano stati scatenati dai fratelli Ugo, Uezil e Ezzelino, figli del marchese

Scudo a losanga: di verde, al mare ondato d'argento in punta, caricato da due fasce ondate d'azzurro, sostenente una torre aperta, accostata da una mano, a destra, e da un martello, a sinistra, il tutto d'oro. Timbro: corona da marchese.

a Mantova col marchese Ludovico Gonzaga, lo condannarono a venire confinato in Venezia, a non poter vendere alcun bene senza licenza del Consiglio e ad essere considerato ribelle (con relativa confisca di tutti i possedimenti), qualora contravvenisse al decreto, ventilando anche la pena della mutilazione della lingua, poi respinta

. Egli ottenne la protezione del marchese Enzo, figlio della celebre cantante Isabella Bendidio, che da esperto uomo di corte, divenne una figura molto influenete nel campo della musica e del teatro del primo Seicento, e del fratello di questi, il potente cardinale

, sul versante occidentale della collina del Vomero (attuale via Belvedere), dal dovizioso mercante e banchiere fiammingo (insignito del titolo di marchese di Castelnuovo e sposato con la nobile Olimpia Piccolomini, nipote del cardinale Celio)

. In quegli stessi anni egli divenne un fervente attivista della causa risorgimentale, iniziando anche a frequentare i circoli patriottici comaschi, entrando in contatto con il marchese G. Raimondi, e la farmacia di Luigi Bonizzoni, situata in un portico nei pressi di

In corrispondenza del nodo idraulico di Gioia del Colle, il canale principale riceve le acque dello schema Sinni - Pertusillo, convogliate attraverso l'impianto di sollevamento di Parco del Marchese, in agro di Laterza (TA).

, I marchese di Soncino e celebre castellano di Milano), e di sua moglie, la nobildonna modenese Isabella Rangoni. Per parte di sua madre discendeva da una celebre famiglia di condottieri e vantava legami anche coi

, marchese di Vasto, che si accomiatava dalla moglie prima di andare a combattere i Turchi. Un'altra ipotesi, altrettanto poco probabile, riferiva l'opera a una rappresentazione del commiato dell'artista dopo la morte della moglie, nel

, ma ancor prima di rientrare in Patria fece battere un grosso quantitativo di monete di rame e di argento nella zecca aragonese di Napoli, sia col titolo di Capitano Generale dei Veneti, sia col titolo di IV marchese di Mantova.

. A convalida di questa tesi si riporta: in primo luogo, il fatto che Morano non abbia mai avuto annesso a se nessun titolo di principe, marchese, duca o conte; in secondo luogo, la presenza di famiglie di origine locale che godettero di

. Le lettere che Benedetto XIV scrisse al marchese bolognese Paolo Magnani costituiscono una testimonianza preziosa di questi primi anni di pontificato e della lettura che il papa diede della guerra di secessione e del coinvolgimento della penisola come teatro di guerra.

La valle della Raab vista dal lieve rilievo, l'ultimo colle austriaco, dal quale il Marchese avrebbe comandato la battaglia. Oltre le colline all'orizzonte, in territorio magiaro, era il grande accampamento del Gran Visir.

, una donazione all'abbazia stessa, in cui Guglielmo si definisce marchese (anno da cui si data la costituzione del marchesato di Provenza), viene controfirmata anche dalla moglie, la contessa Arsinda

Cosimo III, inizialmente, propose, dopo l'estinzione della casata, la restaurazione dell'antica Repubblica fiorentina, secondo un disegno promosso dal marchese Rinuccini nella conferenza di Getruidenberg

all'impero non venne perdonato ne il tradimento epocale ne le rivolte precedenti in cui venne trucidato il vescovo Oberto. Non gli fu permesso di firmare gli accordi di pace e ne venne accuratamente ridimensionata la partecipazione storica anche per accese questioni politiche di rivendicazione territoriali sia da parte di Piacenza che da parte dei marchese Obizzo

entrarono in funzione i centri agricoli di Tanca Marchese, Linnas, Torrevecchia, Pompongias S'Ungroni, Centro Uno, Centro Due, Centro Tre e Alabirdis, ribattezzato poi Villaggio Mussolini (siamo nel

Palazzo Amati-Ingolotti-Cornelio, nel centro storico castelnovese. Il palazzo fu riadattato negli spazi di un preesistente edificio nel corso del XIX secolo dal marchese Amati per la moglie, duchessa Caetani di

In secondo luogo, coadiuvato dal marchese Manuel de Lira, segretario di stato per le spese generali, Oropesa ridusse le rendite di corte arrivando a proibire numerosi acquisti di articoli non necessari

La politica gonzaghesca era una tenace difesa di un continuo equilibrio tra le potenze confinanti: Repubblica di Venezia, Milano, Ferrara e i possedimenti pontifici. Per ancora altri decenni notevoli entrate nei bilanci gonzagheschi erano riscosse con le condotte militari, proventi derivanti dal capitanato degli eserciti di stati alleati. Famoso condottiero fu il marchese

La valle della Raab vista dal lieve rilievo, l'ultimo colle austriaco, dal quale il Marchese avrebbe comandato la battaglia. Oltre le colline all'orizzonte, in territorio magiaro, era il grande accampamento del Gran Vizir. Foto: A. Saltini, Archivio Nuova terra antica

, decisero di provocare la guerra contro le monarchie ritenendolo l'evento capace di rinsaldare patriotticamente la rivoluzione, di scalzare l'Antico regime in Europa, e di esportare la rivoluzione tra i popoli oppressi dall'oscurantismo feudale delle monarchie continentali. A queste retoriche affermazioni dei girondini a favore di una sfida alle potenze, si affiancarono i seguaci di Lafayette convinti di ottenere vittorie che avrebbero innalzato il prestigio del marchese fino a renderlo l'arbitro della situazione. Il re e la regina accolsero prontamente l'involontario aiuto dei girondini e finsero di assecondare l'operato dell'Assemblea; convinti di una rapida disfatta militare della Francia, i sovrani cercarono di sabotare la guerra e continuarono ad intrattenere rapporti segreti con i sovrani europei rassicurandoli sulle loro vere intenzioni restauratrici

, continua a cercare informazioni utili per capire chi ha ammazzato il cognato Gregorio Marchese e fa sequestrare l'ex operaio Fiat Cesare Peppuccio Manzella, che viene legato e interrogato in un negozio in disuso in contrada Balate, a

. La sala aveva originariamente una duplice funzione: quella di sala delle udienze (dove il marchese trattava affari pubblici) e quella di camera da letto di rappresentanza, dove Ludovico si riuniva coi familiari.

Dopo la morte di Ludovico, la stanza e il suo ciclo subirono una serie di traversie, che spesso ne degradarono, oltre che la conservazione fisica, anche il ruolo nella storia dell'arte. Pochi anni dopo la morte del marchese la camera risulta adibita a deposito di oggetti preziosi: forse per questa ragione a

e dal suo seguito, composto dal principe Nicola Brancaccio di Ruffano, dal conte Francesco de la Tour, dal marchese Imperiali, dalla duchessa di San Cesareo, dal duca di San Vito Emanuele Caracciolo, dal maresciallo Riccardo de Sangro principe di San Severo, dal retro ammiraglio Leopoldo del Re, dal maresciallo Giuseppe Statella, dal maresciallo Francesco Ferrari

A terra, le forze del re di Napoli, dopo il successo iniziale, subirono diverse battute d'arresto, costringendo anche il re a fuggire. Il marchese di Nisa ebbe istruzioni di non far cadere Napoli nelle mani dei francesi, sia attraverso il blocco navale che con la distruzione nel porto. Dal momento che il tempo era poco, e data l'urgenza della situazione imposta dall'avanzata delle truppe francesi e dei profughi a bordo, tra cui alcuni

Ottavo nato e terzo dei maschi, nacque dal marchese Celestino Ferrero della Marmora, capitano nel Reggimento d'Ivrea, e dalla contessa Raffaella Argentero di Bersezio, che insieme ebbero sedici figli. Ebbe altri tre fratelli generali durante il

(che concesse alla cappella interna del palazzo il titolo di cappella gentilizia), la contessa Laura Picedi e il marchese Giacomo Gropallo, quest'ultimo promotore della bonifica privata della zona paludosa tra

(detto Carpeneto inferiore). Il paese viene citato espressamente soltanto a partire dal XIV secolo, sotto l'occupazione del marchese Tommaso Malaspina. Successivamente Montaldo torna sotto la giurisdizione di Alessandria; nel

Ceccano conferma i suoi stretti legami con la Chiesa grazie al cardinale Giuseppe Berardi, fratello del marchese, e al cardinale Tommaso Pasquale Gizzi, altro grande ceccanese, segretario di Stato di

, ossia alla figlia di primo letto (avuta con Letizia Izzo) del marchese. La giovane, all'epoca dei fatti delittuosi diciannovenne (e quindi secondo la legge di allora minorenne), venne affidata ad un tutore, nella persona di

, un ampio territorio, che dalla costa ligure (da Savona a Finale) si estendeva lungo le valli delle Bormide sin quasi ad Acqui. Anche Cortemilia e Novello si aggiunsero ai domini di Enrico alcuni decenni dopo, con la morte senza eredi di Bonifacio, fratello di Enrico, vescovo di Alba e marchese di Cortemilia. Analogamente la morte di Ugo di Clavesana, altro figlio di

). Gli altri due terzieri sono quello di Millesimo, i cui signori si sottoposero al dominio dei marchesi di Monferrato, e quello di Novello. Nel Trecento inoltre i Del Carretto, anche grazie al matrimonio di Enrico, terzo figlio del marchese Giorgio, con Caterina di

, (marchese di Chatel di fresca data), che fu grande tesoriere dell'Ordine. Questi incarichi potevano tuttavia essere esercitati pure da cavalieri o commendatori ecclesiastici. I quattro commendatori ufficiali erano: il cancelliere e guardasigilli, il prevosto e cerimoniere, il gran tesoriere, il cancelliere.

in forme neoclassiche, dotandolo di una piccola cupola identica a quella del tempio di Diana del suo parco romantico, adiacente alla chiesa; lo stesso marchese fece realizzare le nuove campane e sostituire il vecchio

l'unica che vide contemporaneamente implicate tutte le forze di ambo le parti presenti nello stesso teatro di guerra. Uscito vittorioso da essa, il marchese di Alegrete intraprese per qualche giorno la marcia verso il

il carbonaio si chiamava Baciccia ed aveva bottega in via Tomacelli. Trovatolo in strada, annientato da una grande sbornia, e fattolo ripulire per bene, il marchese lo fa sistemare nel suo letto e si finge per una giornata il suo

l'omicida lascia un biglietto con la sua firma: Diabolicus. Le indagini della polizia si concentrano sui quattro fratelli della vittima, sospettati di avere ucciso il marchese per venire in possesso della ricca

i rapporti fra Ferrara e Mantova si consolidarono ulteriormente: Sermide era punto di passaggio obbligato sul fiume Po, unica via di comunicazione fra i due stati. Il marchese fu artefice dell'impianto, nella corte sermidese di

Quest'ultimo viene riportato al castello e racconta di aver trovato la spada compagna dell'elmo che prediceva un pericolo per sua figlia. Manfredi propone a Federico la mano di Matilda in cambio di quella di Isabella e il marchese, affascinato da Matilda, acconsente, per poi venire dissuaso dall'apparizione di uno scheletro che si presenta come un eremita che Federico aveva incontrano anni prima. Nel salone viene vista di nuovo la mano di un

L'autopromozione e l'esaltazione non erano limitate ai cittadini comuni: spesso, i membri della szlachta inferiore cercarono ulteriori nobilitazioni da fonti straniere, quindi meno verificabili; in alternativa, si spacciava semplicemente un titolo inventato al momento e per loro esclusivo. Questo avveniva mediante l'acquisto di una serie di titoli stranieri che andava da quello di barone a quello di marchese, passando da quello di

, feudi dei suoi protettori Colonna, subito dopo essere scappato da Roma per l'assassinio di Ranuccio Tommasoni. Come racconta il suo biografo, Bellori, fu commissionata dal marchese Patrizi; si trattava quindi di un'opera destinata alla devozione privata.

e Li Hongzhang, ma furono bloccati dalla corte Qing erroneamente consigliata dall'ambasciatore cinese a Parigi, il marchese Zeng Jize, secondo il quale i francesi non avrebbero iniziato una guerra su vasta scala contro la Cina

, che chiese quattordici tele, tutte della stessa dimensione, su temi storico-mitologici, scene di battaglie, e le quattro raffigurazioni dei continenti (questi ultimi oggi in collezione a Zarzuela, vicino a Madrid, ma noti tramite un'altra redazione coeva, di maggiori dimensioni, eseguita per il marchese del Carpio e oggi conservata nella

, si testimonia come il marchese si dilettasse di musica, e come presso il palazzo baronale di Tossicia fossero invitati musicisti, che si esibivano nella cappella palatina, dotata di organo apposito. In seguito al de Faya, si testimonia Francesco Orso da

e complesse vicissitudini finanziarie coinvolsero la seconda moglie ed erede universale, Clara Teresa Gay (in prime nozze Aymo aveva sposato Giovanna Maria Battista Cisaletti, ma da entrambi i matrimoni non aveva avuto discendenti) che fu costretta a vendere la villa, acquistata dal marchese

dal marchese Federico Fossi. Caratterizzato da una tipica panca di via e da un'ampia gronda alla fiorentina, l'edificio s'impone per l'estesa decorazione pittorica della facciata, eseguita intorno al

Il marchese, dopo vari tentativi falliti di decifrare il contenuto del manoscritto, decise di renderlo pubblico facendolo incidere sulle cinque porte della villa e sui muri della magione con tutti i suoi

, al comando del Barone Leutrum si diresse ad assediare Asti, difesa da una corposa guarnigione francese comandata dal marchese di Montal, secondo i piano la cattura di Asti sarebbe stato poi seguita da quella di

Un'altra grande incongruenza storica emerge quando il Marchese del Grillo e il suo domestico Ricciotto lasciano Roma per raggiungere la Francia e, sulla strada per la Toscana, incontrano alcuni soldati italiani dell'armata napoleonica che li avvertono della disfatta di

, valente condottiero al suo servizio, il quale venne inoltre nominato marchese. Il fortilizio, che ancora apparteneva alla famiglia Brivio come da precedenti disposizioni ducali, venne regolarmente ceduto ai nuovi proprietari con l'approvazione dell'imperatore

, marchese di Mantova, fosse presente al matrimonio sotto travestimento e all'insaputa di Isabella. Ludovico volle che il matrimonio si celebrasse a Pavia e non a Milano per non dare l'impressione di voler prevaricare

(Isabella de Valois), Carolina Zamperini (principessa Eboli), Marietta De Rosa Zambelli (marchesa Mondecar), Enrico Calzolari (Don Carlo), Antonio Palma, Angelo Zuliani (Fernando), Felice Varesi (marchese di Posa), Fulvio Rigo (Filippo II).

, che erano esentate sin dal periodo spagnolo dal pagare i dazi feudali), ed altissime erano le rendite dovute agli arcivescovi di Cagliari e di Oristano, come pure quelle dovute ai maggiori feudatari come il marchese Alagon di

, figlio primogenito di Gian Tommaso I Gioeni. Divenne conte di Novara e marchese di Castiglione dopo la morte del padre. Essendo morto senza figli, gli succedette il fratello Lorenzo Gioeni e Gioeni.

, offerta dall'abate Atanasio Calceopulo, e trasferita, con altri importanti cimeli del cenobio, nella chiesa coriglianese dal padre basiliano Valentino Marchese, dopo la soppressione dell'abbazia nel

, era un organo amministrativo risalente al periodo della Signoria, scaturente dalla ripartizione delle entrate tra ordinarie e straordinarie, ricalcata nel periodo spagnolo, nonostante un iniziale tentativo di accorpamento dei due uffici da parte del marchese del Vasto nel

, aveva infatti stretto un'alleanza con il Marchese di Mantova e mirava ad espandere i propri possedimenti, in linea con la precedente politica viscontea. Il castello fu dunque assediato ed aggredito in un punto debole, una bastia (che la repubblica veneta aveva fatto colmare sapendolo essere una possibile breccia, ma evidentemente senza efficacia), ed in seguito furono allineate le

, quarto principe di Montesalso, terzo principe di Alcontres e Palizzi, marchese della Floresta, Soreto e Roccalumera, barone di Placa Bajanna, conte di Quintana e signore di Grassura. Dal suo matrimonio con donna Ildefonsa Asmundo dei principi di Gisira nacque nel

(Ambasciatore Gonzaghesco presso la corte di Francia), organizzarono le difese militari di protezione degli attacchi sabaudi inerente alla conquista di quest'ultimo circa la fortezza di Casale. il comando supremo delle truppe ducali Gonzaghesche monferrine venne affidato al Marchese

a Firenze. Venne successivamente incaricato di istruire i figli del marchese Vincenzo Riccardi. Dopo le sue prime pubblicazioni in ambito scientifico gli venne affidata la cattedra di Geografia e affidato l'incarico di redigere la cartografia della Toscana per comando di

. Nel corso del XVII secolo il feudo fu funestato dalle vicende criminose di Nestore, fratello minore del marchese Carlo, i cui arbitrii terminarono solo con la sua uccisione durante una violenta rivolta popolare, nonostante l'intervento arbitrale del granduca di Toscana. Nel

Alvise Emo Capodilista fu padre di: Umberto marito di Maria de Raho, Henrique marito di Maria do Carmo Vilar de Figueiredo Cabral da Camara, Giovannella noglie di Giulio Sacchetti, Marchese di Castelromano

il casato si estinse di nuovo e definitivamente, passando tutti i beni a Maria Ottavia Vettori Guerrini, nipote dell'ultimo marchese Luigi Tempi, donna colta e raffinata e madre (fuori matrimonio) del pittore macchiaiolo

, i Pallavicino e altre famiglie; al termine dei contrasti, il duca Filippo Maria decise di restituire a vari ex-feudatari le terre perse negli anni precedenti e Antonio Pallavicino, marchese di Ravarano, riottenne il feudo di Zibello;

Durante l'assenza del marchese da Mantova, un banchiere ebreo, Daniele da Norsa, aveva acquistato una casa in borgo San Simone ed aveva sostituito una rappresentazione sacra della Vergine che ne decorava la facciata con il suo stemma personale. L'azione venne considerata sacrilega e

La donna immaginaria, canzoniere del conte Lorenzo Magalotti con altre di lui leggiadrissime composizioni inedite, raccolte e pubblicate da Gaetano Cambiagi al nobilissimo signore Vincenzo Maria Alamanni patrizio fiorentino marchese di Trentola, e Barone di Lodano ecc.

, il primo marchese, era il primogenito di Bonifacio del Vasto e ottenne gli strategici territori di Saluzzo e poche altre terre. I suoi successori non godettero mai di grande potere. La guerra civile che contrappose

il contrasto fra due concezioni politiche diverse, sintetizzato dal confronto fra il Marchese di Posa, propenso a una politica liberale fondata sulle autonomie, e Filippo II incarnazione della monarchia assoluta;

Poco lontano dalla chiesa si trova la villa dei marchesi Paulucci di Calboli la quale era, fino alla seconda guerra mondiale, immersa in un ampio bosco. La villa era stata acquistata dal marchese Cosimo nel

su Napoli, riferisce che nell'appartamento del marchese di San Giovanni, che aveva ereditato il palazzo in quel periodo, era presente un'autentica pinacoteca, fornita di importanti quadri, tra cui una

Nessun duca, marchese, vescovo, conte e nessuna altra persona di alta o bassa condizione del nostro regno osi fare agli abitanti del detto monte di Scalve nessuna violenza e nessuna molestia o osi imporre sovrattasse, o tasse sul commercio o

si era suddivisa nel corso della sua storia e che solo nel Settecento aveva aggiunto il cognome Biumi grazie al matrimonio di Francesco, nonno di Pompeo, sposato con Angela Biumi, figlia del marchese di

, trasformata la contea in marchesato, feudo dei Centelles, il paese ne fece parte e fu compreso nella baronia di Monreale. Il paese fu riscattato all'ultimo feudatario, il marchese di Quirra Filippo Osorio de la Cueva, nel

lo sottrasse dalla giurisdizione del marchese anconetano per porlo sotto suo diretto dominio, dandogli nel contempo in concessione un territorio comprendente i castelli di Morro, Alberello, Orgiolo e Morruco, sei ville (tra le quali quelle di San Marcello e di Antico) e il territorio che si estendeva fino al mare, includendo la Selva di Castagnola, ad eccezione dell'

titoli di: Principe del S.R.I. (maschio), Marchese (maschio), Conte di Villanova (maschio primogenito), Conte di Cassolnovo (maschio primogenito), Marchese del Vodice (solo i maschi del ramo discendente da Francesco Carlo, a partire da

, portata alla luce presso Sesto Calende durante alcuni lavori edili) e da donazioni private (come quella della prestigiosa collezione del marchese Ponti), si presenta assai variegato e poliedrico. I reperti coprono un arco cronologico estremamente ampio che comprende la Preistoria (particolarmente rappresentati sono il Mesolitico e Neolitico), la Protostoria (

Un altro ramo si estinse nella famiglia di origine spagnola dei Sanchez, con donna Catalina (Caterina) de Luna d'Aragona, sposa di don Alonso III Sanchez de Luna, patrizio napoletano, creato marchese di

, che fece prima allontanare e poi condannare ingiustamente il marchese Pietro Bonarelli Della Rovere e il cognato Antonio Stati, conte di Montebello, alla pena di morte, con l'accusa di aver attentato alla sua persona quando era principe.

Piano per impiegare utilmente i forzati, e col loro travaglio assicurare ed accrescere le raccolte del grano nella Puglia, e nelle altre provincie del Regno scritto dal marchese d. Domenico Grimaldi di Messimeri patrizio genovese..

Memoria del marchese Domenico Grimaldi di Messimeri patrizio genovese, diretta al supremo consiglio di finanze per lo ristabilimento dell'industria olearia, e dell'agricoltura nelle Calabrie, ed altre provincie del Regno di Napoli

Piano per impiegare utilmente i forzati, e col loro travaglio assicurare ed accrescere le raccolte del grano nella Puglia, e nelle altre provincie del Regno scritto dal marchese don Domenico Grimaldi di Messimeri patrizio genovese

Sui consulti e sulle lettere di Antonio Cocchi ed altre scritture postume con sei consulti altri latini, altri francesi inediti dello stesso: lettera del professor Chiappa al Marchese Gian Giacomo Trivulzio

I titoli di barone e di conte risalgono al periodo feudale, e forse anche a quello dell'Inghilterra anglo-sassone. I titoli di duca e marchese furono introdotti nel XIV secolo e quello di visconte nel

, marchese di Mantova, che pare fosse presente al matrimonio sotto travestimento e all'insaputa di Isabella. Ludovico volle che il matrimonio si celebrasse a Pavia e non a Milano per non dare l'impressione di voler prevaricare




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Ultimo aggiornamento pagina:

01 Settembre 2021

07:15:55