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Frasi che contengono la parola martirio

, il primo mentre consegna le chiavi a papa Eugenio IV, il secondo rappresentato con la spada e un vaso di fiori. I riquadri inferiori rappresentano il martirio dei due santi. A sinistra la decapitazione di san Paolo, a destra la

, considerata uno dei capolavori d'arte sacra del pittore. Mostra il santo quasi in estasi nonostante il martirio, che rivolge il capo alla Madonna e ai Santi su una nuvola che lo sovrasta. Evidenti sono gli influssi coloristici di

Nel primo ordine del partito centrale si apre un grande portale con cornice mistilinea, ricca di fregi e rilievi a motivi vegetali, mentre le porte lignee hanno una preziosa decorazione scultorea, in sei riquadri, con la raffigurazione di episodi del martirio di San Giorgio, opera dell'intagliatore palermitano

. Critici moderni ritengono possibile che il suo martirio fosse stato suggerito da una confusione con il suo omonimo, il console martirizzato. Comunque, non essendoci tradizioni di una sua sepoltura a Roma, si suppone che sia morto in

in particolare. Ancora oggi la sua vita, la sua predicazione e il suo martirio sono fonte di studio, approfondimento e dibattito avendo rappresentato un momento cruciale nella storia della cultura islamica e uno spartiacque nella storia del

Le opere facenti parte del museo sono invece collocate negli ambienti dietro il presbiterio, dove sono i passetti che si succedono nella zona retroaltare e che mettono in comunicazione sacrestia e comunichino. Ancora, al primo piano della chiesa Nuova il museo continua negli ambienti che si succedono nei due corridoi a destra e a sinistra, in linea d'aria sopra le cappelle laterali della navata. Queste sale sono suddivise in base al tema narrativo derivante dall'oggetto delle opere che custodiscono: i temi vanno dalla Passione di Cristo, ai sacramenti, al martirio, alla vita consacrata (monachesimo, ordini mendicanti, chierici regolari) fino alle opere di misericordia. Altre sale ospitano invece oggetti preziosi, su cui si segnalano due sculture bronzee di

. All'inizio il martirio nel cristianesimo indicava la sopportazione di sacrifici, stenti e privazioni fisiche per onorare Dio, ma in seguito il termine venne applicato per indicare quasi esclusivamente i cristiani che venivano uccisi per la loro fede. I primi martiri cristiani in assoluto furono gli

alla destra del portale, dove sono rappresentante nella prima la predica di san Pietro Martire e nella seconda il suo martirio. Dei quattro pilastri solo i primi tre, da sinistra, presentano ciascuno due iscrizioni.

. Molte sue tele sono presenti in molte chiese pugliesi. L'intera abside della Cattedrale di Giovinazzo, la tela del San Michele Arcangelo della Chiesa di SS Maria di Costantinopoli, la tela del martirio di San Lorenzo nella omonima chiesa, il San Francesco Saverio e il San Gaetano da Thiene della Chiesa di SS Maria del Carmine, sempre a Giovinazzo. Inoltre numerose tele di Carlo Rosa sono presenti nella Chiesa del Purgatorio a Modugno, nella Chiesa del Carmine e di San Gaetano a Bitonto. Ad

Facciata della chiesa dei Santi Faustino e Giovita a Brescia - Martirio dei santi Faustino e Giovita di Santo Calegari il Vecchio, altorilievo in marmo con inserti di ferro, ricordato come uno dei grandi capolavori della scultura barocca bresciana.

, apparendole di notte, cura le sue ferite. I carnefici tentano quindi di ustionarla, ma le fiamme accese ai suoi fianchi si spengono quasi subito; le vengono poi tagliati i seni, colpita la testa con un martello, e viene fatta sfilare nuda per le strade. Alla fine, suo padre la conduce in cima a una montagna e la decapita lui stesso, e insieme a lei subisce il martirio un'altra giovane cristiana,

, in particolare in quelle che richiamavano la parte del suo martirio in cui le viene tagliato il seno; dopo il concilio il culto e le rappresentazioni occidentali di santa Barbara calarono notevolmente, concentrandosi maggiormente sull'episodio finale del martirio, la decapitazione

essendo avvenimenti che riguardavano direttamente gli Ebrei, la loro religione e i loro sacerdoti; nelle opere di Giuseppe Flavio tuttavia non viene citato il Sinedrio nel I secolo, sino al martirio di

I benedettini inglesi, al momento della professione religiosa, emettevano uno speciale voto missionario che li impegnava, una volta conclusa la loro formazione in monastero, a recarsi in patria per assistere clandestinamente i cattolici perseguitati: almeno nove di loro subirono il martirio e tre furono beatificati nel

Per lo psicoanalista Paul Lawrence Assoun infine il masochista mette in scena il proprio desiderio di castrazione, diventa testimonianza eroica di questa passione, trionfa come vittima e si auto-assegna la palma del martirio

. Notevoli pezzi di bravura sono il disegno del libro e l'ampio e soffice panneggio, ricco di pieghe, della veste che s'impiglia nella graticola - lo strumento del martirio del santo - che sembra voler richiamare i panneggi dei

D'oro, all'effigie di sant'Agata, il viso, il volo, le mani di carnagione, cappelluta di nero, aureolata di nero, tenente con la mano destra il piatto di nero con i due seni di carnagione, con la mano sinistra la palma del martirio, di verde, posta in sbarra, la Santa vestita d'azzurro, ammantata di rosso, sostenuta dalla pianura diminuita, di verde

stesso scriveva come la Vergine contemplasse senza piangere il martirio del proprio figlio unigenito. La rappresentazione del dolore quindi, almeno fino a tutto il XII secolo, fu affidata solo ad alcuni gesti rituali, come quello di portarsi le mani al petto e tenere il polso di una con l'altra

Nel borgo fuori del castello, in piazza Umberto I, si affaccia la piccola chiesa di San Sebastiano con affreschi del XVI secolo. Quello sull'abside raffigura il martirio di San Sebastiano tra San Rocco e San Gregorio papa e quello sulla parete sinistra raffigura la Madonna con il Bambino e Sant'Anna.

, avente non solo la funzione di ricordare, come in questo caso, il fallimento della spedizione in Calabria, ma anche quella di soccorrere con un'altissima idealizzazione del martirio, i patrioti impegnati nella

. Proseguendo lungo la parete di destra si incontra la cappella della famiglia Bertazzolo con l'opera di Lorenzo Costa Il martirio di S. Lorenzo e la cappella Aliprandi che conserva l'icona lignea composta da una statua di Madonna con Bambino e da pannelli rappresentanti Dio Padre e le sante Elisabetta, Caterina, Anna e Apollonia, opere dell'intagliatore

Effettivamente, cosa documentata dalla tradizione orale catanese, dai documenti scritti narranti il suo martirio e dalle raffigurazioni iconografiche ravennate, con particolare riferimento alla tunica bianca e al

a fondo d'oro, sul quale sono raffigurati i due santi ai lati di una grande croce gemmata, sormontata da un medaglione con il busto del Cristo; da un anello superiore si intravede il cielo stellato, con la mano di Dio che offre la corona del martirio. Il mosaico, uno dei pochi esempi di quest'epoca ad essersi conservato a Roma, fu probabilmente eseguito da un artista di origine

come cappella di un convento femminile sorto a memoria del passaggio del santo. All'epoca del santo vescovo milanese questa zona era fuori dalle mura, in aperta campagna, vicina a una memoria sacra, la Croce al Gorgo, che ricordava il luogo del martirio di

ma una sofisticata analisi dei cinegiornali dell'epoca e una dettagliata ricerca della storica Maureen Howes su materiale d'archivio anche inedito, escluderebbero l'ipotesi della ricerca del martirio da parte di Emily Davison.

Il suo martirio convinse i nazionalisti filippini che non c'era alternativa all'indipendenza completa dalla Spagna (che perse le Filippine meno di due anni dopo). Durante la vigilia della sua fucilazione, detenuto nel Forte Santiago, Rizal scrisse

: l'Assunta in cielo (volta della navata), Crocefissione (abside), Morte di San Giuseppe (parete sinistra), Martirio di Santa Margherita (parete destra); invece la pala dell'altare maggiore in fondo all'abside fu dipinta da Johann Renzler nel

avevano preso possesso del monastero e della basilica della quale ampliarono il coro, per cui si rese necessario lo spostamento dell'altare maggiore che si trovava addossato alla parete della nicchia del coro. Durante lo spostamento i frati rinvennero le casse contenenti le reliquie di Simpliciano, dei santi Sisinio, Martirio, Alessandro e

Il soggetto del santo ignudo e disteso dal viso languido risanato dopo il martirio da un gruppo di pie donne riscuote particolare fortuna nella pittura del XVII secolo, con schizzi di luce irradiati da una candela che rischiarano il corpo incorrotto del soldato, in lotta tra la vita e la morte, in una scena notturna e intima. Testimoniano gli effetti luminosi che si dipanano sul corpo nudo del santo gli esempi di

a quattro nuovi presbiteri della diocesi, ai quali l'arcivescovo ha rivolto l'invito a guardare a padre Puglisi come modello di vita sacerdotale, sottolineando che ricevevano il sacramento dell'ordine sacro proprio nell'anniversario del suo martirio

San Gerolamo penitente nel deserto, Martirio di una santa, Martirio di una santa, San Francesco riceve le stimmate, Ingresso in Gerusalemme, Ultima cena, Lavanda dei piedi, Orazione nell'orto, Cattura di Cristo, Cristo condotto dinanzi ad Erode, Cristo condotto dinanzi a Caifas, Flagellazione, Cristo dinanzi a Pilato, Crocifissione, Deposizione dalla croce, Discesa al Limbo

che tiene in mano indica il martirio. Il libro ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dedite all'insegnamento (insegnanti e Ordini religiosi come i

. Assistono alla scena a sinistra San Giorgio con il drago e Santa Caterina d'Alessandria con la ruota dentata del martirio, a destra san Paolo con la spada e San Lorenzo con la graticola. Si tratta di una tavola a cinque scomparti con

La moglie Valeria, recatasi inutilmente a Ravenna per recuperare il corpo del marito, sulla via del ritorno avrebbe subito anche lei il martirio per opera di un gruppo di villici idolatri, che l'avevano invitata a banchettare con loro in onore del dio

In gran parte delle rappresentazioni antiche l'iconografia lo rappresenta in uno stadio avanzato della vita, tanto da avere i capelli sul grigio/bianco e con attributi non particolarmente rilevanti: la corona e/o la palma del martirio (come nei mosaici della Basilica a lui dedicata o in quella di

Otto colonne tortili sorreggono il tabernacolo che presenta al centro la porta con la rappresentazione della croce. Lateralmente due angeli, uno sorregge un catino simbolo del lavaggio delle mani da parte di Ponzio Pilato, e il secondo il sudario della Veronica con impressa l'effige del Cristo. Posteriore da un lato la Madonna e dall'altro san Giovanni apostolo, che le era al fianco al momento del martirio. Il tabernacolo termina con una cuspide a forma di tempietto sempre ottagonale che riprende la parte inferiore anche con le colonnine elicoidali. Cinque statuette completano la parte: la

dove, secondo la tradizione, avrebbero sostato durante l'ultima deportazione verso Brescia. All'interno della chiesa parrocchiale, ad essi dedicata, si trova una pala d'altare del XVIII secolo raffigurante il loro martirio, opera del pittore parmense

delle vesti e del piumaggio delle ali, sullo sfondo di un cielo color oro e un prato con fiori delicati, che simboleggia il giardino del Paradiso. Le rose color pesca dovevano essere originariamente bianche, simboleggiando la purezza di Maria; quelle rosse (oggi rosa per il cambiamento del pigmento), simboleggiano il sangue versato da Cristo nel martirio

. Molte di esse trasportano archi e frecce, gli strumenti del loro prossimo martirio. La piccolezza delle figure sembra relegarle a un ruolo di semplice contorno che chiarisce le dimensioni degli edifici e dello scorcio, oltre a offrire il pretesto per la rappresentazione. L'edificio a pianta centrale, con peristilio circolare, si ispira al

. Sul martirio di questi tre frati francescani, che nel territorio armeno si curarono di predicare il cristianesimo tra i fedeli musulmani, esiste una relazione di Carlino de' Grimaldi, il guardiano di

, pur di liberarlo dalle prigioni in cui era stato rinchiuso dopo la sconfitta subita nel primo scontro con Souther. Catturato anche lui, viene costretto ad un atroce martirio per salvare i suoi uomini ed i loro figli: viene caricato di una pesantissima pietra ed obbligato a scalare un'altissima piramide, simbolo del potere di Souther.

Dopo il martirio le spoglie di Antonio Neirotti furono riscattate da mercanti genovesi. Dopo la preparazione e il lavaggio della salma, si sarebbero accorti che emanava un gradevole profumo e la riportarono a Genova. Per interessamento di

annuncia l'arrivo di Becket. L'arcivescovo svolge a sua volta una riflessione sul martirio al quale sa di andare incontro, che accetta con fatale rassegnazione. Sulla scena fanno quindi la loro comparsa i

si dispiega una sfavillante decorazione a mosaico nella quale i colori dai toni freddi e le abbondanti lumeggiature d'oro risaltano sul fondo blu intenso. Quattro palme, simbolo del martirio, seguono le linee della volta.

, come nel chiostro, dove si possono ammirare gli affreschi di due lunette, raffiguranti l'Immacolata ed il martirio dei PP. Felice de Felice, Giuseppe d'Atina ed Antonio de Martino avvenuto a Suakin, in

contro gli ebrei alcuni decenni prima della rivolta maccabaica. Il nome in comune deriva forse dal fatto che alcuni elementi dei due Libri dei Macabbei sono citati in questo testo, come il martirio di

Nel secondo, d'azzurro, al busto di san Floriano martire, il viso e il braccio sinistro di carnagione, crinito di nero, aureolato d'oro, vestito d'azzurro, con il mantello di rosso, tenente con la mano sinistra la palma del martirio di verde, posta in banda

D'argento, all'effigie di santa Ninfa, alquanto volta verso il fianco sinistro, capelluta d'oro, con il viso, le mani, i piedi di carnagione, vestita con la lunga tunica di azzurro, tenente con la mano destra la palma del martirio, di verde, posta in banda, con la mano sinistra la

non indossa i consueti paramenti liturgici ma una veste ed un ampio mantello, abbigliamento maggiormente convenuto ad un funzionario laico o ad un uomo di cultura dell'epoca. In mano regge un vangelo aperto e la palma del martirio. A destra

, protettori dei Medici in generale e di Cosimo in particolare, riconoscibili per l'abbigliamento col berretto, per la palma del martirio in mano e per il contenitore dorato, forse contenente gli strumenti del mestiere;

. Critici moderni pensano possibile che il suo martirio fu suggerito da una confusione col suo omonimo, il console martirizzato. Comunque, non essendoci tradizioni di una sua sepoltura a Roma, si suppone che sia morto in

) prima del martirio. La sua denominazione potrebbe derivare dalla colorazione della torre stessa o dalla famiglia De Rubeis, che sembra possedesse le proprie abitazioni nelle sue immediate adiacenze.




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Ultimo aggiornamento pagina:

12 Gennaio 2022

04:13:30