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Frasi che contengono la parola legioni

saranno infatti le legioni a proclamare imperatori che spesso regneranno solo per brevi periodi e saranno perennemente impegnati in campagne militari di difesa dei confini dalle penetrazioni barbariche e di mantenimento del proprio potere dai rivali interni. La

. Tuttavia i barbari, seppure circondati dalle legioni, riuscirono a procurare non poche perdite alla fanteria romana, che fu salvata solo grazie all'intervento della cavalleria affidata ad Aureliano,

Dopo aver trascorso un breve periodo a Roma, nel corso del quale si rese artefice di generosi doni al popolo, decise di scegliere i nuovi pretoriani tra i soldati meglio qualificati delle sue legioni illiriche.

Erodiano narra che Severo dava esempi di coraggio e di costanza alle sue legioni, esponendosi alla pioggia e alla neve durante l'attraversamento di montagne molto alte e molto gelide (evidentemente le Alpi).

a testa vinse Didio Giuliano che venne immediatamente eletto dal Senato, tuttavia non godeva dell'appoggio di diverse legioni dell'esercito, i quali non accettavano un nuovo imperatore che aveva comprato il favore dei pretoriani.

. Molti barbari catturati furono arruolati nelle legioni o forzati a stabilirsi in Dacia. Oltre che dalle battaglie, i Goti furono sterminati da una pestilenza, che fece tra le vittime anche l'imperatore Claudio. Nel

Lo scontro fu estremamente aspro e i germani dimostrarono grande tenacia ma alla fine furono i romani ad avere la meglio grazie soprattutto alla loro disciplina, al loro armamento e alla coesione tattica dello schieramento compatto delle legioni. I legionari, allineati in formazione serrata protetti dai grandi scudi, inflissero perdite elevatissime ai germani con i loro gladi che provocarono terribili ferite al torace e al volto dei giganteschi guerrieri nemici. I germani non poterono per mancanza di spazio, impiegare efficacemente le loro lunghe aste e furono costretti a subire praticamente da fermi la micidiale azione della fanteria pesante legionaria

invadendo la Penisola; nonostante una modesta vittoria conseguita nei pressi di Pisa, le legioni romane non riuscirono a impedire ad Ataulfo di raggiungere Alarico nei pressi di Roma rinforzando ulteriormente il suo esercito; in seguito a questo fallimento Olimpio fu destituito e costretto a fuggire in Dalmazia.

e all'arruolamento di nuove legioni per fronteggiare la situazione; la minaccia punica appariva davvero preoccupante e venne decisa la costituzione di undici legioni in totale: una venne inviata in Sardegna, due in Sicilia, due vennero poste a difesa di Roma, due vennero mandate in Spagna. Rinforzi arrivarono alle quattro legioni nella Gallia Cisalpina indebolite dalle perdite subite contro Annibale e alle guarnigioni della penisola.

. Nel campo romano c'era grande ottimismo; le legioni romane erano seguite da mercanti italici in attesa di potere accaparrare il ricco bottino di prigionieri atteso dalle spoglie dell'esercito nemico di cui si riteneva sicura la rovina

la vittoria sembrava sicura. Le legioni vennero disposte in uno schieramento chiuso, insolitamente profondo, in modo, secondo le intenzioni di Varrone, da schiacciare le linee cartaginesi con il loro stesso peso.

la storiografia moderna peraltro ha sminuito questa interpretazione classica e ritiene che Emilio Paolo condividesse pienamente le decisioni strategiche e tattiche di Varrone; alcuni ritengono che proprio lui fosse effettivamente al comando supremo delle legioni romane a Canne

. Molte truppe spagnole aggregate alle legioni romane defezionarono costringendo Gneo Scipione alle ritirata; nel frattempo Publio Scipione venne attaccato dagli eserciti di Magone e Asdrubale Giscone, rafforzati dalla cavalleria di Massinissa; dopo una coraggiosa resistenza i Romani vennero sconfitti e Publio Scipione cadde sul campo. Poco dopo anche Gneo Scipione venne intercettato durante la ritirata dai tre eserciti cartaginesi riuniti e accerchiato su un'altura arida e scoperta dove le legioni romane vennero distrutte; anche Gneo rimase ucciso. Solo piccoli reparti romani riuscirono a scampare a nord dell'Ebro al comando del coraggioso legato Lucio Marcio.

In Occidente le legioni, costituite per la maggior parte da truppe barbare (in Oriente la proporzione era leggermente inferiore), erano sotto il comando di un generale di alto profilo, Stilicone. Questi, in parte di origine germanica (era figlio di un vandalo e una romana), era legato da vincoli di parentela alla famiglia imperiale (l'imperatore Onorio ne aveva sposato la figlia) e si sentiva fiero della fiducia riposta in lui dal grande Teodosio meritata a pieno titolo sui campi di battaglia. Fu proprio Stilicone a fronteggiare Alarico e i suoi Visigoti dopo che costoro, varcate le Alpi,

. Nel frattempo l'esercito di Vatinio si stava disgregando: due legioni defezionarono e passarono con Marco Bruto, mentre una sola legione rimase fedele al governatore; in questa situazione, Gaio Antonio fu costretto a ripiegare verso l'

Il proconsole designato Cornelio Dolabella, isolato nella provincia di Siria con deboli forze, venne facilmente sopraffatto dalle legioni dei cesaricidi. Egli aveva in un primo tempo attaccato e fatto prigioniero Gaio Trebonio che aveva sommariamente messo a morte

. Dalle porte e dalle finestre fuoriescono potenti raggi che illuminano delle creature in controluce, nella parte inferiore si scorge una strada piena di uomini che abbandonano l'insediamento, mentre altre legioni di mostri si preparano a bruciare un villaggio vicino

Sia Macrino e successivamente Eliogabalo si assicurarono il supporto dei militari ignorando in genere l'opinione del Senato. Macrino era in circostanze disperate dopo la rivolta di Eliogabalo e non aveva altra scelta che rivolgersi al Senato per assistenza. Mentre soggiornava ad Antiochia, Macrino fece un tentativo finale di assicurarsi del supporto, questa volta da Roma. Una combinazione di sfiducia dal Senato, fondi insufficienti, e l'avvicinarsi imminente di Eliogabalo, tuttavia, costrinse Macrino ad affrontare le legioni di Eliogabalo con solo la sua

molti pregarono Diocleziano di riprendere il potere, per risolvere i conflitti che erano sorti con l'ascesa al potere di Costantino, nominato cesare d'occidente dalle legioni di suo padre, e l'usurpazione di Massenzio ai danni di Severo e Licinio,

, che all'epoca comprendeva sia le legioni d'Occidente che quelle d'Oriente, non avendo ancora fatto ritorno a Costantinopoli le truppe orientali che avevano seguito Teodosio in Italia nella sua spedizione contro l'usurpatore

. Plutarco racconta che, contro le legioni e la potente flotta di Roma, Siracusa disponeva di poche migliaia di uomini e del genio di un vecchio; le macchine di Archimede avrebbero scagliato massi ciclopici e una tempesta di ferro contro le sessanta imponenti

. Le restanti forze erano stanziate nelle province, con l'obiettivo di salvaguardare i confini e reprimere eventuali rivolte interne: otto legioni erano schierate nella zona del Reno a protezione dalle invasioni germaniche e dalle rivolte galliche, tre legioni si trovavano in Spagna, e due tra le province dell'

Ripreso il controllo della situazione, Germanico decise di organizzare una spedizione contro le popolazioni germaniche che, venute a conoscenza delle notizie della morte di Augusto e della ribellione delle legioni, avrebbero potuto decidere di lanciare un nuovo attacco contro l'impero. Assegnata, dunque, parte delle legioni al luogotenente

al fine di congiungere la sua discendenza a quella imperiale romana. Lasciata Roma, alla testa delle sue legioni, Macsen viene inizialmente ritenuto erroneamente un invasore e giunge ad un passo dallo scontro militare con

, in modo da eliminare ogni possibile ragione di guerra. Essi credevano che Cesare temesse che le due legioni che gli erano appena state sottratte per la guerra partica, sarebbero state invece riservate proprio a Pompeo, forse per il fatto di essere state accampate vicino a

Sciolta quindi l'adunanza del Senato, furono convocati da Pompeo tutti i senatori. Alcuni di loro furono lodati, altri incoraggiati a mantenere la posizione ostile nei confronti del proconsole delle Gallie, altri ancora ripresi e spronati qualora fossero titubanti sul da farsi. Furono quindi richiamati da ogni parte molti soldati dei vecchi eserciti di Pompeo con la promessa di premi e promozioni, contemporaneamente furono convocate le due legioni consegnate da Cesare al Senato (la

chiedevano, era che Cesare tornasse in Gallia, lasciasse Rimini e congedasse l'esercito. Solo in questo caso Pompeo avrebbe raggiunto la Spagna, ma fino a quando Cesare non avesse mantenuto le promesse, i consoli e Pompeo avrebbero continuato con la leva di nuove legioni.

La riduzione delle legioni non deve trarre in inganno: alla diminuzione di forze legionarie corrispose un aumento di forze ausiliarie. Se infatti reali pericoli esterni non ve ne furono, la situazione interna vide al contrario il progressivo aumento di tensioni sociali, dal brigantaggio nella chora, sino ad aperte ribellioni, come nel caso della rivolta giudaica del

Con la fase della regionalizzazione, ovvero con la formazione del legame tra le legioni ed aree specifiche dell'impero (le aree di confine, come quella danubiana, divennero quelle preferite del reclutamento), a seguito della rimozione del divieto di matrimonio in servizio sotto

A rendere poi meno monotone le giornate del legionario in tempo di pace, visto che nel corso di lunghe e difficili guerre gli stessi disponevano di ben poco tempo libero, c'era anche una grande massa di civili che di solito seguiva le legioni (vedi

e su ciascuna di queste venivano piantate delle lance. In questo modo, quando le legioni in marcia si avvicinavano al luogo destinato all'accampamento, tutto risultava visibile ed evidente, in modo tale che ciascuno fosse in grado di individuarne il proprio settore di appartenenza e iniziare a costruirvi i propri alloggi senza commettere errori di identificazione del luogo a lui preposto.

Quando tutte e quattro le legioni e i due consoli erano riuniti in un unico accampamento, il metodo utilizzato era quello di disporre i due eserciti consolari in modo speculare, uno di fronte all'altro, rivolti in direzioni opposte tra loro e uniti lungo i rispettivi alloggiamenti degli

) e tre legioni (affidate a Tito Labieno). I Romani, una volta raggiunta la retroguardia dell'enorme massa di armati che si snodava disordinatamente lungo il fiume Aisne in direzione ovest, ne approfittarono per farne grande strage fino al tramonto.

, che Cesare aveva posto sul trono apprezzandone il valore, la discendenza e la devozione. Quando lo seppe, il proconsole, temendo una sollevazione generale del popolo dei Carnuti, decise di inviare Lucio Munazio Planco con la sua legione a svernare in quella regione. Nel frattempo venne a sapere che tutte le altre legioni erano giunte nei quartieri invernali e che le fortificazioni erano state completate.

Al termine di quei due giorni il proconsole decise di togliere l'assedio e di ricongiungersi con le quattro legioni che aveva lasciato presso i Parisi sotto il comando di Labieno: riteneva necessario compattare le forze ed affrontare il nemico prima che il malcontento si diffondesse all'intera Gallia. Gli stessi Edui si erano ribellati nuovamente, quando dall'assedio di Gergovia ritornarono

Cesare, unitosi a Labieno e alle sue legioni ad Agedinco, decise di riparare presso i vicini ed alleati Lingoni, rafforzando le sue truppe con reparti di cavalleria germanica mercenaria (era il secondo squadrone che il generale romano arruolava nel corso della guerra). Riprese, infine, la strada verso sud in direzione della Gallia Narbonense, ma a nord-est di

, ovvero gli accampamenti invernali, fossero posizionati: tre-quattro legioni nel paese di Lessovi, Aulerci e Veneti; le tre legioni di Quinto Titurio Sabino tra le nazioni appena sottomesse; parte della cavalleria con Tito Labieno, forse ancora tra i Treviri ed i Remi; mentre Publio Licinio Crasso in Aquitania con dodici coorti.

, al termine della quale ogni resistenza poteva dirsi annientata. I Sanniti dovettero abbandonare le loro mire territoriali e fornire contingenti di truppe ausiliarie alle legioni romane. Il tempo di liquidare gli ultimi avversari nella regione (lotte con i Galli Senoni,

Molti di loro potrebbero, infatti, aver preferito unirsi ai reggimenti dei loro padri, che rappresentavano per loro una specie di seconda famiglia, piuttosto che arruolarsi nelle legioni, ambiente per loro poco familiare.

Il giorno seguente i Britanni, che sembravano essersi ritirati lontano dal campo romano, decisero di attaccare a sorpresa le tre legioni e la cavalleria che erano state inviate, sotto il comando del legato

Le prime popolazioni, di origine celtica, costruirono villaggi e si diedero ordinamenti simili ai Celti che occupavano il resto dell'isola britannica. Durante l'espansione romana, riuscirono a resistere alle legioni che avevano occupato il resto dell'isola e addirittura compirono incursioni nei territori occupati dall'esercito romano, tanto da costringere l'imperatore

, confine fra l'Italia e la Gallia Cisalpina che non poteva essere attraversato da un esercito in armi. Cesare viene quindi dichiarato nemico di Roma e Pompeo, autorizzato dal Senato effettua la coscrizione di un esercito. Cesare con due sole legioni avanza fino ad

Reatino. I tre legati potevano contare complessivamente su sette legioni, grandi risorse economiche e sul carisma di Pompeo che in quelle province aveva ben operato e le aveva pacificate dopo la rivolta di

rimane l'emblema delle debolezze di un esercito privo di forze mobili, esposto ai colpi di una cavalleria sfuggente e dedita alla tattica d'incalzo. La stessa cavalleria legionaria in servizio presso le legioni non aveva una funzione tattica sul campo, ma era utilizzata per compiti di

e avanscoperta. Si capisce quindi come le forze ausiliarie (fanteria e cavalleria leggere, tiratori) fossero componenti complementari e non alternative alle legioni; una campagna di conquista senza queste forze e senza l'apporto della loro cavalleria (organizzata in

La riduzione delle legioni non deve trarre in inganno: alla diminuzione di forze legionarie corrispose un aumento di forze ausiliarie. Se infatti reali pericoli esterni non ve ne furono, la situazione interna vide al contrario il progressivo aumento di tensioni sociali, dal brigantaggio nella chora, sino ad aperte ribellioni, come nel caso della

. Siracusa era continuamente in guerra con Cartagine e - dopo la morte di Agatocle - era squassata da guerre civili. Gli italici erano assaliti dalle legioni di Roma. Taranto stava attraversando un periodo di splendore e di espansione, riuscendo perfino a limitare i traffici marittimi di Roma con il trattato del

Reatino. Costoro potevano contare complessivamente su sette legioni, grandi risorse economiche e sul carisma di Pompeo che in quelle province aveva ben operato e le aveva pacificate dopo la rivolta di

Infatti, di fronte a questa mossa, Cesare non esita un attimo a precipitarsi sulla cittadella e dispiegare le sue legioni in accampamenti piazzati tutto intorno; si pone in posizione di assedio facendo costruire, attorno alla piazzaforte, un'enorme doppia fortificazione, per impedire agli assediati di uscire e approvvigionarsi, e, allo stesso momento, per proteggersi le spalle dall'attacco delle truppe galliche esterne.

. Abbandonato dai soldati, dovette arrendersi e chiedere perdono a Ottaviano (ormai padrone dell'Occidente). Per punizione fu costretto a rinunciare alle otto legioni giunte in Sicilia al seguito di Sesto Pompeo che aveva preso al comando, le magistrature affidategli (mantenendo solo quella di

Dopo lo scontro vinto in maniera fortunosa da Vocula grazie all'intervento dei Vasconi, i romani avevano ripreso l'iniziativa per tentare di interrompere l'assedio della cittadella romana. I batavi, incapaci di prevalere militarmente, avevano proseguito nei tentativi di provocare il cedimento psicologico dei romani, inducendoli a credere che per il resto delle legioni fosse ormai tutto perduto (si portavano in processione le insegne e i

. Durante l'espansione romana, riuscirono a resistere alle legioni che avevano occupato il resto dell'isola e addirittura compirono incursioni nei territori occupati dall'esercito romano, tanto da costringere l'imperatore

) scatenando la collera di altri popoli gallici tra i quali gli Edui. Giulio Cesare, nominato poco tempo prima proconsole delle Gallie, fece quindi irruzione a Nord del Rodano al comando delle proprie legioni. Per legittimare la propria azione, fece ricorso a un

Quando alcuni dei senatori gli chiesero di giustificarsi egli ironicamente rispose che nella concitazione della battaglia gli era stato difficile capire se la voce di Roma era quella degli alleati oppure quella della legge. Da questo momento in poi tutte le legioni italiche sarebbero state automaticamente considerate

Al suo arrivo, dunque, Tiberio non dovette far altro che incoronare Tigrane, che prese il nome di Tigrane III, come re cliente, in una cerimonia pacifica e solenne, tenutasi davanti agli occhi delle legioni romane, mentre Augusto fu proclamato

Wilkies sostiene che queste operazioni siano state di breve durata e condotte per tenere attive le legioni, al posto di lasciarle passive nei loro quartieri invernali, oltre a voler punire l'alleanza che i Partini avevano in passato concluso con il cesaricida Bruto.

Gallieno fu un imperatore colto e sotto il suo regno le arti e la cultura vissero un breve periodo di fioritura. A Gallieno si devono due provvedimenti che modificarono l'organizzazione dell'esercito e che contribuirono a superare la crisi militare. Tolse il comando delle legioni ai

nemica impedendo un ritorno offensivo delle truppe nemiche dislocate in altre parti del territorio; avevano quindi un notevole sviluppo, ma sparivano una volta assolto il loro scopo. Parimenti, proteggevano i campi di marcia delle legioni: erette in poche ore, venivano smantellate una volta che il campo era tolto. Tipicamente venivano usate palizzate erette sopra un argine in terra (

. A causa dell'aggravarsi della minaccia romana (le legioni di Roma si erano spinte sino alla pianura pannonica da un lato e al basso Danubio dall'altro), Decebalo deve fronteggiare due campagne militari da parte dei Romani condotti dall'imperatore

e vi pose a sua difesa due legioni. Fece infine scavare una doppia fossa, larga dodici piedi, che congiungeva il campo maggiore con il minore, in modo da costituire un camminamento protetto per i soldati che volessero spostarsi da un campo all'altro al sicuro, contro eventuali assalti del nemico.

I ribelli, tuttavia, non costituivano un esercito professionale, e avevano raggiunto il loro limite. Non disposti a continuare la loro fuga, gruppi di uomini si staccavano dal grosso dell'esercito e attaccavano in maniera indipendente e non coordinata le legioni di Crasso che avanzavano.

), come nell'era repubblicana, il proconsole era un governatore a tutti gli effetti, ovvero un magistrato civile in carica straordinaria, con il comando delle legioni stanziate nella sua provincia. Il suo consiglio militare era composto dai Legati Propretori

. Al fine di assicurarsi il controllo sull'esercito, Augusto pretese il mantenimento dell'imperium sulle provincie non pacate, ovvero sulle province di frontiera, e di nuova acquisizione, nelle quali erano stanziate le legioni. Potevano essere di rango consolare (ex-

Per sua fortuna gli uomini di Annibale si attardarono a perlustrare il campo abbandonato e le legioni di Scipione poterono attraversare il fiume e distruggere il ponte di barche rallentando ulteriormente l'inseguimento dei cartaginesi.

che, dopo aver ricevuto l'autorizzazione di Napoleone, formarono una serie di legioni polacche con i soldati reclutati nelle regioni occupate che avevano disertato dall'esercito prussiano. In dicembre anche il principe

, decise di concentrare le sue legioni e attaccare per prime le forze di Lucio Damasippo; dopo un duro scontro in cui Pompeo diresse coraggiosamente dalla prima linea l'attacco della sua cavalleria e fu impegnato in un duello vittorioso con un cavaliere celtico, il giovane generale ottenne la sua prima vittoria

Egli, nonostante le precise disposizioni di Lutazio Catulo che gli imponevano di cedere il comando e sciogliere il suo esercito, rimase minacciosamente alle porte di Roma con le legioni in armi in attesa che gli amici della sua fazione agissero dentro il Senato per favorirlo e concedergli il comando supremo in Spagna

Entrambe le soluzioni erano tecniche ben note dai tempi antichi. I romani usavano anche truppe addette alle armi da lancio, ma il nerbo consisteva nelle legioni, che tentavano di respingere le cariche a cavallo formando dei quadrati vuoti, il cui

il primo compito del nuovo imperatore fu di ripristinare l'antica disciplina militare, ma soprattutto quello di evitare che l'eccessivo lealismo/devozione delle legioni ai propri comandanti potesse generare una nuova

Rifluendo indietro con gravi perdite questi reparti laterali andarono ad urtare le altre linee delle legioni, costringendole ad arrestarsi, accrescendo la confusione ed impedendo alla massa dei legionari di entrare in combattimento a causa della mancanza di spazio.

di fronte, nel corso di lunghe ore di sanguinosi combattimenti corpo a corpo. I legionari, schiacciati l'uno contro l'altro, costretti a ripiegare lentamente, confusi, disorientati dall'inattesa svolta, stanchi, furono lentamente distrutti; con la morte dei centurioni e la perdita delle insegne, le legioni si disgregarono e si dissolsero; gran parte si ammassarono e caddero verso il centro, piccoli gruppi vennero annientati mentre fuggivano in varie direzioni.

. L'Egitto rimase formalmente indipendente, anche se tre legioni romane furono fatte stanziare allo scopo di mantenere l'ordine pubblico. La relazione tra Cesare e Cleopatra, dalla quale nacque un figlio,

un presidio per un eventuale attacco della flotta ravennate, della cui defezione non avevano ancora notizie, e scacciarono con un attacco a sorpresa tre coorti ed una divisione della cavalleria nemica che erano nelle vicinanze. Saputa questa vittoria, le legioni flaviane settima Galbiana e tredicesima Gemina giunsero velocemente a

, sarebbero state create per includere cittadini stranieri non tedeschi. L'obiettivo era acquisire forza lavoro aggiuntiva dalle nazioni occupate. Alcune di queste legioni straniere comprendevano volontari provenienti da

il comandante romano sconfisse nettamente la temuta cavalleria dei Parti che, senza ricongiungersi con le residue forze di Labieno, si era incautamente lanciata in una carica in salita contro le legioni opportunamente schierate da Ventidio sulle pendici dominanti dell'altura. Le residue truppe di Quinto Labieno si disgregarono o defezionarono e lo stesso Labieno, che aveva tentato di trovare rifugio in Cilicia con alcuni compagni, venne catturato e ucciso

. Un'avanzata diretta attraverso il deserto a est dell'Eufrate appariva rischiosa di fronte alla mobilissima e abile cavalleria dei Parti; avrebbe potuto ripetersi la disfatta di Crasso; anche se le legioni fossero arrivate fino a Ctesifonte, si sarebbero trovate isolate in pieno deserto senza solide comunicazioni. Marco Antonio quindi decise di effettuare preliminarmente una lunga marcia con le sue legioni attraverso l'Armenia del re

Secondo il racconto di Plutarco, i cavalieri Parti di Fraate IV sorpresero e accerchiarono completamente la colonna con le macchine d'assedio; gli uomini di Staziano furono in gran parte uccisi e l'intera formazione venne distrutta, comprese le due legioni romane; Oppio Staziano cadde sul campo e i Parti poterono catturare e distruggere tutte le preziose macchine da assedio, tra i prigionieri venne catturato anche il re del Ponto Polemone I che marciava con i suoi contingenti in questa colonna

Marco Antonio era deciso a perseverare e sperava di riuscire a costringere i Parti ad una grande battaglia decisiva dove le sue esperte legioni avrebbero potuto schiacciare in modo definito l'esercito nemico

resistettero all'attacco della cavalleria. L'intervento delle legioni fu decisivo; i legionari serrarono a distanza ravvicinata, i cavalli dei Parti si spaventarono e tutto l'esercito di Fraate si diede alla fuga

Di conseguenza i Parti, che non si attendevano una grande resistenza, furono sorpresi dall'attacco delle legioni romane e furono costretti a ripiegare sotto i proiettili dei frombolieri; tuttavia quando i legionari discesero lentamente da un pendio, gli arceri parti entrarono in azione bersagliando con un gran numero di frecce il nemico. I Romani ebbero la meglio grazie alla tempestiva adozione della formazione a

. Marco Antonio e le sue legioni veterane avevano sconfitto i Parti in almeno diciotto combattimenti ma non erano riusciti a raggiungere, soprattutto a causa delle carenze della cavalleria, una vittoria conclusiva; i Romani tuttavia completarono con successo una difficile ritirata durata ventisette giorni dalla fortezza di Phraaspa al confine dell'Armenia

. Egli era deciso a proseguire subito la ritirata e abbandonare l'Armenia per rientrare rapidamente in Siria e contava sull'aiuto finanziario del re armeno e sulla fornitura di vettovagliamento per le sue esauste legioni

. Alcune legioni di Antonio, guidate da Gaio Furnio e Marco Tizio, e i contingenti del principe galata Aminta, furono quindi inviati nella provincia d'Asia contro Sesto Pompeo che venne progressivamente accerchiato e, abbandonato dai suoi ultimi seguaci, venne infine catturato da Marco Tizio che, nonostante precedenti benefici ricevuti da Sesto Pompeo, non ebbe esitazioni a farlo uccidere

, Gabino Secondo, respingeva una loro invasione dal Mare del Nord. Quello stesso anno venne ritrovata presso di loro da Publius Gabinius la terza e ultima insegna imperiale delle legioni distrutte da

che, venute a conoscenza delle notizie della morte di Augusto e della ribellione delle legioni, avrebbero potuto decidere di lanciare un nuovo attacco contro l'impero. Assegnata, dunque, parte delle legioni al luogotenente

, i quali erano posti in coda alla colonna. Le due legioni e le due ali marciano, inoltre, alternativamente un giorno in testa e un giorno in coda alla colonna, in modo che tutti potessero, a turno, usufruire di acqua pura e campi di foraggio ancora integri.

, i quali furono posti all'avanguardia, primi a sopportare gli assalti di un eventuale nemico. Questi uomini estremamente selvaggi e audaci, risultavano molto abili nelle fasi iniziali della battaglia e, comunque, sacrificabili. Certamente meglio loro che le legioni di cittadini romani.

, le forze legionarie erano stanziate nelle province, a salvaguardia dei confini imperiali e per reprimere eventuali rivolte interne: otto legioni erano schierate nella zona del Reno a protezione dalle invasioni germaniche e dalle rivolte galliche, tre legioni si trovavano in Spagna, e due tra le province dell'

Questa riduzione delle legioni non deve trarre in inganno: alla diminuzione di forze legionarie corrispose un aumento di forze ausiliarie. Se infatti reali pericoli esterni non ve ne furono, la situazione interna vide al contrario il progressivo aumento di tensioni sociali, dal brigantaggio nella chora, sino ad aperte ribellioni, come nel caso della

Antonio decise di attaccare battaglia prima che si riunissero a Cremona sotto capi autoritari tutte le legioni e le vessillazioni inviate da Vitellio al comando di Cecina e che giungessero in loro soccorso Valente, che si era ripreso dalla malattia ed avrebbe accelerato la marcia alla notizia della defezione di Cecina, e le truppe ausiliarie della Germania (sulla cui natura si discute, potrebbero essere ausiliari oppure il grosso delle legioni delle quali Vitellio si era portato dietro solo delle vessillazioni). Inoltre Vitellio aveva mandato a chiamare

La disfatta di Teutoburgo aveva provocato grande angoscia in Roma. Tre delle sue migliori legioni erano state completamente distrutte. Era ora necessaria una reazione militare immediata e decisa da parte dell'impero romano. Non si doveva permettere al nemico germanico di prendere coraggio e di invadere i territori della

, i Batavi riuscirono in un primo momento a battere due legioni accorrenti ed a infliggere sconfitte umilianti all'esercito romano. Dopo i successi iniziali, le armate romane di entrambi i distretti militari (di

legioni in totale: una venne inviata in Sardegna, due in Sicilia, due vennero poste a difesa di Roma, due vennero mandate in Spagna. Rinforzi arrivarono anche alle quattro legioni accampate nella Gallia Cisalpina e indebolite dalle perdite subite contro Annibale nella

I soldati malati provenienti dalle legioni del dittatore furono mandati in Sicilia, non stabilendo per questi ultimi un numero obbligatorio di anni di servizio militare superiore agli anni del servizio regolare.

che avrebbe sostituito lo scomparso Postumio Albino; furono richiamate dalla Sicilia due legioni, permettendo al console ancora da eleggere, di prelevare da queste ultime, quanti soldati gli risultassero necessari per completarne i ranghi.

La guerra contro Annibale fu affidata ai due consoli. Un esercito fu comandato dallo stesso Sempronio, l'altro dal console Fabio. Ciascun esercito consolare era poi costituito da due legioni ciascuno.

a Tito Otacilio e Marco Valerio vennero destinate nuovamente le difese dei litorali, rispettivamente di Sicilia e di Grecia, con quelle legioni e quelle flotte, che in passato avevano comandato: vale a dire cento navi per la difesa delle coste siciliane, e cinquanta navi e una legione per il litorale adriatico e della Grecia.

A Lucio Cornelio Lentulo fu affidata la Sardegna con le sue due legioni, che in precedenza erano state comandate da Muzio Scevola. Venne inoltre ordinato ai consoli di reclutare tutti i rinforzi che reputassero necessari.

I senatori disposero, quindi, che uno dei due consoli avesse il comando militare dell'Italia e della guerra contro Annibale; l'altro che avesse come provincia la Sicilia insieme al pretore L. Cincio e la flotta, a capo della quale si trovava T. Otacilio. Furono quindi assegnati i due eserciti che in precedenza si trovavano in Etruria ed in Gallia, costituiti da quattro legioni, mentre le due legioni reclutate l'anno precedente furono inviate in Etruria. Le due legioni invece che si erano trovate sotto il comando del console

Il giorno seguente si presentarono tutti. Senza controllare chi avesse diritto all'esenzione, in poche ore le legioni furono formate. Alla testa di ogni coorte furono posti due senatori. Furono aggiunte alcune coorti di veterani volontari, le insegne giunsero dall'Erario al Campo Marzio e l'esercito romano si mosse

Le manovre per promuovere la fraternizzazione tra le legioni di veterani ebbero successo: Emilio Lepido e Marco Antonio conclusero l'accordo personale a cui si unirono ben presto anche gli altri capi cesariani

con le sue legioni dove venne raggiunto da Marco Antonio che conduceva altre dieci legioni per incominciare con le forze riunite, dalla base di operazioni armena conquistata dal suo luogotenente, la grande campagna partica




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14 Maggio 2021

13:37:08