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Frasi che contengono la parola lignee

e derivano grossomodo sia dalle pratiche della chiesa di assegnare a un importante edificio di culto un elemento riconoscibile ai pellegrini, sia dalle feste pubbliche, quando si usava costruire torri lignee portate a spalla e fortemente decorate con cartapesta (cosa che avviene tuttora con la

; frammenti di vasellame con testi in inchiostro; sigilli con i nomi di Ka'a, Merkha, Nefermerib, Kherepkha, Setkha; cappella lato nord: resti (solo i piedi) di due statue lignee di uomo; tomba sussidiaria a est della principale: stele di Merkha, prete

Righi musicali si trovano dipinti su pannelli degli sportelli di antichi organi e su antiche custodie lignee di strumenti musicali. Gli spartiti sono utilizzati anche come pura decorazione, a stucco o a pittura, sulle pareti di stanze per la musica; sono intarsiati o dipinti su mobili (in particolare in Inghilterra nel primo Ottocento), ideati per custodire spartiti e arredare sale adibite a concerti di musica da camera. Fogli con musica sono presenti nelle

Nel primo ordine del partito centrale si apre un grande portale con cornice mistilinea, ricca di fregi e rilievi a motivi vegetali, mentre le porte lignee hanno una preziosa decorazione scultorea, in sei riquadri, con la raffigurazione di episodi del martirio di San Giorgio, opera dell'intagliatore palermitano

di nome Donato, detto San Donato fanciullo martire, il polittico della Madonna col Bambino di Girolamo Galizzi, la tela grande d'altare dell'Assunta, opera di Giuseppangelo Ronzi, e un gruppo di statue lignee della

visiva; molto spesso infatti, le piccole neoplasie vengono riconosciute palpatoriamente come masse duro lignee all'interno della ghiandola. Alla superficie di taglio, la neoplasia si presenta di colore bianco o giallo-aranciato, compatta, con margini spiculati o policiclici e penetranti il parenchima circostante. La naturale evoluzione della neoplasia prevede l'espansione locale nel contesto della ghiandola e la successiva infiltrazione delle

(lo spazio entro il quale si muoveva il coro), chiuso dall'edificio scenico. Questo era costituito da un prospetto architettonico fisso, che doveva essere ornato da scenografie mobili sorrette da travi lignee, i cui alloggiamenti sono visibili su un grosso masso squadrato triangolare. Il teatro era dedicato a

Nella frazione Pogerola, attigua al santuario della Madonna della Grazia, seicentesca ed in passato sede di una congrega. Conserva un trittico settecentesco raffigurante la Madonna tra i Santi Domenico e Filippo e due statue lignee della Madonna e di San Rocco.

. Scavi nelle tombe di Chu hanno portato alla luce sculture lignee dipinte, sia dischi di giada, perle di vetro, strumenti musicali che una ricca raccolta di lacche cinesi. Spesso i temi delle lacche sono finemente dipinti, o rosso su nero o viceversa. A

, comportarono la ricostruzione dell'attuale facciata in forme quattrocentesche e pseudo-rinascimentali. L'interno era a tre navate con volte a crociera costolonate e conservava pregevoli dipinti, affreschi e monumenti funebri, fra cui due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d'altare di

) che sormonta un altare in marmo contenente lo stemma della famiglia Muscettola, i feudatari locali che promossero la costruzione dell'annesso convento dei frati minori francescani. Da segnalare tre statue lignee: un Crocifisso firmato dallo scultore gallipolino Vespasiano Genuino, databile nel primo decennio del XVII secolo; un

, che rappresenta San Giovanni Nepomuceno con un complesso programma iconografico, alcune tele e statue lignee settecentesche medaglie devozionali e commemorative tra cui la medaglia commemorativa dei cento anni dalla canonizzazione coniata a

della navata centrale e le travature delle navi minori sono decorate con intagli e dipinti di stile arabo. In ogni spicchio sono presenti stelle lignee con rappresentazioni di animali, danzatori e scene di vita della corte

, situati nel complesso dell'Ex Alfa ma purtroppo non visitabili ed in stato di abbandono. Nello stesso complesso altri edifici sono opera dello studio del Nervi, ma da segnalare sono quelli dallo stesso recuperati dai corpi sopravvissuti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale che hanno una struttura in mattoni con pregevoli capriate lignee a sostegno dei tetti e che rappresentano un raro esempio di architettura industriale di inizio novecento.

, nella frazione Pogerola, attigua al santuario della Madonna della Grazia, seicentesca ed in passato sede di una congrega. Conserva un trittico settecentesco raffigurante la Madonna tra i Santi Domenico e Filippo e due statue lignee della Madonna e di San Rocco.

le strutture lignee della sala, particolarmente rischiose se si considera come l'illuminazione fosse esclusivamente affidata al fuoco delle candele, furono sostituite da strutture in muratura; in tale occasione

; furono costruite le attuali volte e la cupola, in sostituzione dell'originaria copertura a capriate lignee. Furono tamponati i grandi finestroni di epoca romana per rafforzare la struttura. Fu riedificato l'abside, con dimensioni ridotte. L'interno dell'attuale chiesa pertanto appare oggi definito in grandi linee dalla

nella parte apicale. Gli stigmi spesso sono provvisti di peli acuti che terminano sopra la biforcazione, oppure da peli ottusi che terminano ben al di sotto della biforcazione. Le superfici stigmatiche confluiscono all'apice, mentre alla base sono separate in due distinte linee (lignee stigmatiche marginali

, grazie ad un ottimo restauro, fu riportata al vecchio aspetto e fu realizzato l'attuale Museo di Arte Sacra che conserva le opere del patrimonio parrocchiale e artistico locale. Nel museo non sono solo conservati alcuni dipinti (XVII-XVIII sec.), ma anche due statue lignee attribuite a Lorenzo di Pietro detto

. Aveva una chiglia di fondo con tre paratie collegate ai tre longheroni alari, del tipo in legno a scatola, collegati da centine lignee, costituenti comparti stagni con rivestimento in compensato telato. Le

a Pedemonte; costruita su un precedente edificio di culto del IX secolo di cui nulla ora rimane oltre alle fondamenta, si presenta come un pregevole esempio di architettura tardo romanica. Ad unica navata con tetto a capriate lignee, vanta pareti

ribassata, ornata con dipinti e stucchi. Le pareti sono rivestite di decorazioni lignee con colonne e lesene, festoni, fiori, frutti e conchiglie. Un tempo erano arricchite con tele raffiguranti episodi della

, soggetto usuale nei refettori dei conventi, due sculture lignee cinquecentesche di scuola tedesca o fiamminga, raffiguranti la Madonna e S. Giovanni, che facevano parte di un gruppo processionale andato disperso, una statua marmorea dell'

. Si tratta di coperte lignee dipinte di libri contabili delle amministrazioni finanziarie delle magistrature della Biccherna e della Gabella, spesso opera dei maggiori artisti senesi dell'epoca, che coprono il periodo dal

la tipologia dei portali romanici a formelle rettangolari. I quadrilobi sono a loro volta racchiusi in altre cornici quadrate, con il risultato di una continua tensione tra linee rette, arcuate e spezzate. Le formelle sono separate da bordi dentellati e una cornice con rosette alternate a piccole piramidi (che simulano le capocchie dei chiodi nelle porte lignee) e teste leonine agli angoli, secondo un motivo che aggiornava gli spartiti di

, delle case De Giorgi e Coisson); scale concepite come elementi plastici, filtranti (come quelle lignee a chiocciola delle case Tinu Sebregondi e Coisson o l'altra,'aerea',in ferro e lastre di pietra, all'esterno di casa Bellandi). Una rampa, di lecorbusiana memoria, sale lungo la facciata di casa Masi (poi Santori). La dovizia di percorsi, talvolta scomodi, faticosi e spesso pericolosi (l'architetto detesta le

, che sorgeva su un terrazzo alluvionale fiancheggiato dalla strada romana Brixia-Cremona, nelle immediate vicinanze del fiume Mella, sono stati individuati un pozzo in laterizi, ricostruito nell'ingresso del Museo, e le tracce di un gruppo di edifici con struttura portante di robusti pali in legno, pavimentazioni in terra battuta e pareti presumibilmente in assi lignee o vimini intrecciati rivestiti d'argilla. Le coperture dovettero essere in paglia o laterizi. Queste tecniche costruttive si rifanno ad una tradizione edilizia che deriva dagli abitanti

Altri due locali dell'ultimo livello, chiusi anch'essi da soffitti a capriate lignee, sono utilizzati come sale convegni; mentre la Sala delle gelosie si affaccia sul cortile interno, la Sala dei merli si apre verso la piazza antistante la rocca attraverso i numerosi merli ghibellini coperti.

, l'Amministrazione Comunale procedette a eseguire opere di consolidamento del fabbricato e di messa in sicurezza dai rischi di incendio: le vecchie capriate lignee della copertura vennero sostituite da travi reticolari in ferro come pure i solai ora realizzati in ferro, laterizio e cemento armato. Interrotti a causa della guerra questi onerosi lavori ripresero nel

, polittico, ovvero una macchina con sculture marmoree, lignee e dipinti, di cui si conserva la predella con gli Apostoli custodita in sagrestia e due scomparti superstiti raffiguranti San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista documentate nel

: Dell'originaria costruzione mantiene solo poche tracce riscontrabili nella facciata e nel fianco meridionale. Lungo la fiancata settentrionale, in origine si doveva sviluppare un chiostro al quale si accedeva da un portale, allargato in epoca recente. L'interno ad unica navata presenta una copertura a capriate lignee e le pareti laterali sono stonacate. Le opere d'arte qui conservate sono una tela seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino, e una tavola, pure seicentesca, con il Miracolo di San Pietro.

merita una visita per la chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, che conserva stucchi barocchi e varie tele, statue lignee e una croce medievale in argento, ma anche la presunta casa natale del questore romano

) e su molte centine, pure lignee, perpendicolari ad esse; il tutto era rivestito in tela. A causa delle loro notevoli dimensioni, le ali erano divise in diversi tronchi, e per facilitare la riposizione dell'aereo esse potevano essere ripiegate all'indietro, grazie a delle cerniere in corrispondenza del longherone posteriore. Gli

A Sant'Elia sono a lui attribuite le statue lignee di San Rocco e San Michele Arcangelo conservate nella chiesa di San Sebastiano, oltre a quelle esposte ai fedeli nella chiesa di Santa Maria la Nova rappresentanti l'Assunta e quella del profeta Sant'Elia.

Presenta il portale gemino medievale a sesto circolare con imposte lignee ad intagli tardo manieristici (XVI-XVII) con raffigurazioni a rilievo dei SS. Francesco, Chiara e Bernardino. Lateralmente presenta dei contrafforti aggettanti, in pietra arenaria, come nella chiese di

ha con il capo rivolto leggermente verso sinistra, i piedi sono fissati alla croce da un unico chiodo e sul costato e al petto si aprono due grosse ferite. Nelle pareti laterali della cappella si aprono due nicchie in cui sono poste due statue lignee, entrambe del

, ed era sormontato da un bel rosone a raggiera in pietra bianca. Il campanile era una torre, ricavata da un presidio di guardia medievale. L'interno era barocco, a navata unica, con tetto a capriate lignee, senza ilo transetto, e con abside conclusa da coro ligneo con volta a crociera, ornata da affreschi. prima della demolizione, all'interno era ancora leggibile l'affresco rinascimentale di

; furono costruite le attuali volte e la cupola, in sostituzione dell'originaria copertura a capriate lignee. Furono tamponati i grandi finestroni di epoca romana per rafforzare la struttura. Fu riedificata l'abside, con dimensioni ridotte. L'interno dell'attuale chiesa pertanto appare oggi definito in grandi linee dalla

Questa comprendente reperti archeologici egizi, etruschi e di epoca greco-romana (ceramica, sarcofagi, statuaria, glittica, vetri), pitture e sculture databili tra il Rinascimento e l'epoca barocca (tra cui statue lignee del XV e XVI secolo, un bozzetto di

Dongba come tipologia artistica sacra antica, espressa nella realizzazione di affreschi murali come l'importantissimo ciclo di affreschi del tempio di Baisha, nella produzione di Tanka, nella produzione di tavolette lignee votive dipinte, nella produzione di manoscritti illuminati.

a capanna in mattoni rossi. Tutte le superfici interne sono decorate: dalle capriate lignee dipinte a disegno geometrico alle mura perimetrali che in tre fasce distinte propongono motivi vegetali alternati con archetti tricuspidati. Tra le finestre e le porte si inseriscono le tombe della famiglia. L'




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Ultimo aggiornamento pagina:

05 Gennaio 2022

20:54:23