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Frasi che contengono la parola lesene

e risalente al sec. XII con rimaneggiamenti del sec. XIV, la torre campanaria ha un impianto a base quadrata decorato da pilastri e impreziosito da lesene. La cella campanaria, nel suo stile tardo gotico, fa uso di archi ogivali che racchiudono

. Seguono un ordine di finestre a serliana, separate da coppie di lesene dal capitello composito, ed un secondo piano con finestre a bifora e lesene simili alle precedenti. L'attico presenta coppie di finestre quadrate e

La basilica di San Giovanni ha cinque navate. Mentre quella centrale ha il soffitto a cassettoni e le due limitrofe a piccole cupolette, le navatelle estreme hanno il soffitto piatto e sono divise in campate quadrate e rettangolari da lesene. Nella navata centrale, in alcune nicchie ricavate nei pilastri, si trovano le statue dei dodici Apostoli, inserite nella basilica con gli interventi del Borromini, opere di vari artisti tra cui

in una nicchia sopra l'altare minore con una solenne cerimonia. Di pregevole fattura e conservazione appaiono anche i due affreschi che adornano le due lesene che separano la navata dal presbiterio: essi rappresentano

, con una grande finestra centrale. Al piano inferiore sono presenti quattro lesene, intervallate con altrettante nicchie, mentre al piano superiore proseguono le due lesene centrali, ai lati del finestrone finemente decorato. L'interno si estende su tre navate, con le pareti laterali impreziosite da vistosi altari barocchi, prima dell'altare maggiore realizzato in marmo policromo. Presentano lo stesso stile il pulpito ligneo sulla navata principale e la cantoria al di sopra dell'altare, con organo con rifiniture dorate.

, insediamento costruito dopo la conquista romana del territorio falisco. Numerose sono le sepolture a dado, a portico, a colombario a camera, arcosoli e una piazzola sacra, dove si concentrano gli imponenti resti di alcuni mausolei. Tipologie che mostrano ancora il permanere delle soluzioni architettoniche tipiche delle popolazioni preromane, innestate poi in quelle che sono le soluzioni tipicamente romane, come i mausolei appunto. Ricche soluzioni scenografiche saranno allora adottate con la conquista romana, come ad esempio le false murature, le lesene e i capitelli, scolpiti direttamente nel tenero tufo locale. Rimarchevoli sono i resti in alcune sepolture di parte dell'intonaco originario, con ancora evidenti i pigmenti della decorazione parietale.

, a Mira Porte riva sinistra, inizio XVIII secolo. Le aperture centrali del piano nobile della villa si inseriscono in forma quasi di serliana entro quattro lesene tuscaniche a bugnato sormontate da un timpano dentellato ed una balaustrata le chiude per tutta la larghezza. Il motivo si ripete semplificato nel retro, affacciato sul parco verso la barchessa, con lesene lisce

Lungo le pareti delle navate laterali sono posti, leggermente rientranti, cinque altari tutti incorniciati da lesene a specchio decorate nel fusto e che sorreggono un capitello. Le due navate minori ricevono luce esclusivamente da due grandi finestroni ad arco a tutto sesto inseriti nella facciata. Il

Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quello di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edifico, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.

Per collocare la grande Ruota della Fortuna fu necessario praticare un vasto squarcio nel muro, il quale venne successivamente ricostruito con il paramento esterno a regolari conci di tufo nella zona compresa fra le due grandi lesene e le due cornici orizzontali. All'interno, invece, il nuovo paramento di tufo si limita solo al muro rinnovato, lasciando ai fianchi i vecchi corsi alternati di tufo e di cotto.

che sorreggono un frontone decorato. L'acqua sgorga in due piccole vasche alla base delle lesene e, da una testa di leone, in una piscina centrale a livello stradale. Nella nicchia originariamente era posto un gruppo marmoreo, definitivamente perduto, raffigurante un prigioniero, insieme con

su progetto dell'ingegnere Gualano. L'edificio, adibito a istituto scolastico, evidenzia nel prospetto principale le bugne e lesene a fascia orizzontale, nei piani superiori ricorre alle finestre con aggetti a timpani triangolari e cornici orizzontali, mentre nelle sezioni murarie esterne spicca l'apparato decorativo fiorentino.

, il quale prende atto sia delle lesene di abbellimento sia della nuova cappella e ordina di sfondare il muro nord della chiesa, fino a quel tempo rimasto intatto, per la creazione di tre nuove cappelle speculari

Segue il secondo livello della facciata, che si imposta sul primo mediante un piedistallo unitario. In linea con la parte sottostante in aggetto si eleva il corpo principale del secondo livello, decorato da quattro lesene di

: sono posizionate sulle pareti laterali del presbiterio, sotto i due affreschi di Giandomenico Tiepolo. I due manufatti sono in legno dorato e riccamente intagliato, con parapetto decorato da lesene a

Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quella di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edifico, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.

Il muro di fondo opposto all'ingresso e il muro di fondo dell'abside erano rivestiti in marmo e decorati da ordini di lesene e semicolonne e la pavimentazione era in marmi colorati, con giallo antico, pavonazzetto e

L'involucro architettonico scandito da lesene corinzie, presenta il tema dell'arco di trionfo (due interassi minori ai lati di un interasse maggiore) serializzato come nel cortile superiore del Belvedere

, di color grigio-rosa; per i parapetti, lo zoccolo del primo piano, le lesene, le colonne, la trabeazione che corre su queste, i timpani di tutte le finestre e la cornice del grande timpano triangolare, la

La chiesa si presenta circoscritta da pesanti lesene angolari e suddivisa verticalmente da due cordonature che individuano la navata centrale; orizzontalmente, si rinconosce una zoccolatura, un primo marcapiano che si arcua in corrispondenza del portale principale, una cornice marcapiano a mensola ben delineata ed, infine, un coronamento orizzontale piano.

, una finestra dalla forma a lunetta e una statua raffigurante San Giorgio realizzata da parte dello scultore Paolo Perotti e situata all'interno di una nicchia. L'edificio si caratterizza per una pianta basilicale composta da una navata singola scandita da lesene di

Ai fianchi delle lesene del registro centrale si alzano due colonne marmoree, di cui quella di destra spezzata. Questa presenza ha fatto pensare che in un lontano passato la facciata potesse essere anticipata da un

. Le parti laterali sono divisi in due registri dalle paraste d'angolo e dalle lesene: queste si concludono con due archetti modanati. Sia nel registro immediatamente a sinistra dell'abside che in quello immediatamente a destra si aprono due monofore, dalla

Nel prospetto, scompartito da lesene corinzie, si aprono gli elegantissimi portali, tra cui, particolarmente ricco, quello centrale ornato dallo stemma della famiglia Santapau e la scultura di una donna (forse

gli interni delle celle templari erano decorati da ordini sovrapposti di lesene, semicolonne o colonne staccate dalla parete, spesso sovrapposte a podi e frequentemente con fusti in marmi colorati. I colonnati inquadravano nicchie e piccole

delimitata da piatte lesene incassate nei muri, quali racchiudono nello spazio libero alcune tele di carattere sacro. Numerose statue, tra cui quella della Madonna della Consolazione, da cui prende il nome l'edificio, sono custodite entro stipi

. La facciata si presenta scandita verticalmente da coppie di lesene con semplici capitelli e segnata orizzontalmente da due cornici marcapiano. Chiude la facciata un fastigio arcuato con pinnacoli laterali. All'interno, ad una

che inquadravano le arcate del primo ordine, con capitelli, basi e trabeazione realizzate con mattoni appositamente sagomati. La facciata presentava in origine due ordini di arcate, sormontati da un attico con finestre; al secondo ordine le lesene laterizie erano di

-pugliese i cui elementi caratterizzanti si ritrovano nella facciata tripartita da lesene, nel esaforato del fianco sinistro, nelle testate del transetto. L'interno, con pianta a croce latina a tre navate, presenta un pulpito e un ciborio ricomposti con frammenti originari del XI e

, edificata tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, sorge su un promontorio, isolata dal resto del paese. Presenta una facciata a capanna tripartita con due ordini di lesene agli angoli. Sulla sinistra della chiesa sorge il campanile a pianta quadrata in mattoni a vista

ribassata, ornata con dipinti e stucchi. Le pareti sono rivestite di decorazioni lignee con colonne e lesene, festoni, fiori, frutti e conchiglie. Un tempo erano arricchite con tele raffiguranti episodi della

dell'ordine superiore: tra le partiture individuate tra le lesene vi sono archi a tutto sesto poggianti su mensole rette da semicolonne semplici tra cui sono contenute delle finestre sovrastate da decorazione a fresco con

voltato si divide in diversi comparti in cui figurano amorini in forme romboidali e cammei con figure allegoriche tutti intorno. Le lesene, che dividono in diverse scene l'apparato compositivo della decorazione, poggiano su un basamento ricco di elementi in stucco raffiguranti

. L'ambiente decorato in stucco presenta un altare con sopraelevazione marmorea costituita da lesene sormontate da timpano a doppio arco sovrapposto e spezzato con stele intermedia. La grande nicchia centrale custodisce la statua lignea raffigurante

Il vecchio portale, amorosamente conservato, venne utilizzato nella nuova facciata ed arricchito di nuove decorazioni, specialmente dell'archetto esterno, con fregio e meandri e fogliami di laboriosa fattura. Per la facciata venne adottato il partito a quadrati uguali, ripartiti entro lesene.

. Architettura delimitata da lesene e colonne sovrapposte sormontate rispettivamente da riccioli a spira e timpano triangolare spezzato. Costituisce stele intermedia una piccola edicola con raffigurazione della

I muri e le due lesene sono decorate con rilievi in stucco di oggetti della vita quotidiana. Tra i soggetti dei rilievi sono inclusi anche oggetti domestici, animali domestici e altri animali. Alcuni oggetti simboleggiano il potere della famiglia Matuna come magistrati, come una sedia pieghevole e delle corna in avorio e un

Si presenta di forma quadrangolare, racchiusa verticalmente da pesanti lesene in pietra e suddivisa orizzontalmente in due campi da una cornice marcapiano, anch'essa in pietra. Due aperture archeggiate, alternate da tre finestre ogivali, dividono lo spazio della facciata e immettono nel palazzo; al piano superiore, in asse con i portali sottostanti, sono presenti invece due finestre rettangolari alternate da tre nicchie arcuate.

in un unico blocco sormontato da una torretta adiacente su via Asmara. Il corpo centrale ha due balconi con colonne e due finestre decorate con lievi timpani. La torretta ha tre piani con relativi balconi e colonne trifore delimitati da lesene laterali, sormontate da decorazioni a festoni floreali. La parte laterale ha due finestre per piano timpanate e leve aggetto anche sul davanzale.

sul margine orientale della centralissima piazza Monumento di Varsi, il piccolo oratorio presenta una facciata decorata con lesene e cornici che delimitano un portale architravato da mensoloni sagomati; all'interno l'edificio conserva gran parte dell'arredo originale databile presumibilmente al

Internamente si presenta divisa in tre navate e quattro campate con una navata centrale a botte sorretta da pilastri e due navate laterali coperte da volte a crociera. Su ogni pilastro sono presenti quattro lesene complete di capitelli corinzi. Sulla volta della navata centrale sono narrate tre vicende della vita di san Girolamo Emiliani, partendo dall'ingresso sono:

Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quella di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edificio, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.

vennero costruite le navate laterali e fu decorata la facciata, inquadrata da lesene e sormontata dal monogramma mariano. All'interno ci sono affreschi e stucchi a generi fitomorfi, che inquadrano le lunette con i

terminanti con capitelli finemente scolpiti, che racchiudono quattro nicchie conchigliate nei catini. Nell'ordine superiore altre quattro lesene prive di capitelli racchiudono due nicchie vuote e il finestrone centrale decorato con una ricca cornice.

presenta le medesime caratteristiche di quella dell'organo Serassi, con alto cornicione sorretto da lesene corinzie, sulla parete anteriore mostra in tre campi e su quelle laterali grigliati geometrici; quest'ultimi ornano anche le fiancate della cassa dell'

. Si presenta con un prospetto principale in muratura di pietra a conci squadrati a vista, incorniciata da lesene intonacate e coronata da una zoccolatura strollata, sormontata da un frontone triangolare, anch'esso intonacato e dipinto

-Peteani: villa settecentesca decorata al centro dell'edificio da quattro lesene che partono dal primo piano e inquadrano un balcone e quattro finestre con bellissimi ferri battuti. Nella parte alta sono dipinti gli stemmi della famiglia Attems-Petteani.

All'esterno si nota una medesima impostazione, con le lesene che percorrono le mura perimetrali e il portico tripartito da archi catalani, come le navate, in cima a una scalinata (inizialmente a due rampe, ampliata nel

Attualmente restano solo poche vestigia, oggetto di un recente restauro: qualche elemento decorativo e i muri perimetrali della chiesa, a pianta basilicale e a tre navate, con tre absidi sul lato di fondo orientale, di cui solo quella centrale sporgeva all'esterno, con una decorazione a lesene simile a quella del duomo di

, la chiesa si presenta con facciata a due ordini e interno a due campate ritmato da lesene, risolte, come il presbiterio, con copertura a vela, e l'abside schiacciata, molto simile al progetto della chiesa di Paderno in Franciacorta, attribuito al padre

all'interno. Al loro posto vennero inserite tre comuni porte a vetri dotate di saracinesche come quelle degli esercizi commerciali intervallate da quattro bacheche per le locandine. Gli stucchi e le lesene della parte inferiore vennero totalmente cancellati e al loro posto dei lastroni di

, caratterizzato da colonne della peristasi addossate come semicolonne o lesene ai muri esterni della cella che poteva in tal modo essere realizzata con una maggiore ampiezza; quest'ultima tipologia viene citata da Vitruvio (




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Ultimo aggiornamento pagina:

11 Gennaio 2022

07:39:32