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Frasi che contengono la parola jacopo

Secondo Jacopo (o Giacomo) Malvezzi, la fondazione del monastero sarebbe derivata non dal ritrovamento di statue leonine, ma da un sogno, occorso a Desiderio presso Leno durante una battuta di caccia, in cui si presagiva la sua futura incoronazione a re dei Longobardi.

. Secondo una lunga e diffusa tradizione critica, la pubblicazione dell'opera fu possibile grazie all'intervento del bolognese Angelo Sassoli, il quale avrebbe agito per conto dell'editore Jacopo Marsigli e all'insaputa dell'autore, completando di suo pugno il romanzo, edito con il titolo

(morti comunque prima di lui, nonostante appartenessero alla generazione successiva); la figura di Foscolo fu spesso identificata con quella del suo personaggio, Jacopo Ortis, dai tratti certo autobiografici nel carattere.

Gaetano Gobbo, Ettore Troya, Vincenzo Giachetti, Felice Amerio, Oreste Zavattari, Gino Marini, Mario Raffa, Ernesto Alliana, Angelo Como d'Agna Sabina, Jacopo Cornaro, Emilio Alliney, Luigi Chicco, Isidoro Rovero, Luigi Chicco, Serafino Pratis, Luigi Chicco, Giovanni Faracovi, Vittorio Emanuele Rossi, Mario Cerruti, Giuseppe Cremascoli, Giuseppe Bellocchio, Umberto Fabbri,

. La volta porta i dipinti di Jacopo Antonio Manini, autore anche delle parti architettoniche e dell'ornato con prospettive di mensole e festoni a chiaroscuro. I sei medaglioni che raffigurano temi allegorici e gli scudetti a chiaroscuro furono realizzati da

per spiegare le ragioni di tale scelta tardiva. Vaggia gli diede sei figli: cinque maschi (Pietro Paolo, Giovanni Battista, Jacopo, Giovanni Francesco e Filippo) e una femmina (Lucrezia). Tutti i maschi intrapresero la carriera ecclesiastica, ad eccezione di Jacopo, che, dopo esser divenuto un insigne studioso, fu impiccato a Firenze nel

, Gualtieri dovette respingere prima un assalto delle truppe di Diopoldo ed in seguito, dopo aver occupato Barletta ed il suo castello, l'assedio delle truppe di Guglielmo di Palearia. Durante l'anno seguente, dopo essersi sparsa la notizia priva di fondamento della morte di Innocenzo III, i barlettani cercarono di approfittare dell'evento assediando e scacciando il castellano filo-papale che aveva occupato la fortezza per conto di Jacopo dei

L'iniziativa quindi non fu del Papa ne tanto meno del Granduca, ma dello stesso Salviati, il quale, tramite il suo protettore Jacopo Buoncompagni, spinse la Curia romana a chiedere una nuova censura del

(si ricordano Antonio e i figli Federico e Lucio), Bartolomeo e Francesco Piatti (la cui bottega si trovava nell'omonima via), i fratelli Francesco e Gabriele da Merate, Giovanni Pietro e Vincenzo Figini, Giovanni Pietro e Geronimo Bizzozzero, Bernardino e Jacopo Cantoni, Francesco e Giovanni Jacopo da Vimercate, Giovanni Gariboldi, Galeazzo da Verderio, Ambrogio dell'Acqua, Marco de' Lemidi, Jacopo da Cannobio (detto Bichignola), Pietro Caimi, Balzarino da Trezzo, Carlo Porro e Giovanni Antonio Biancardi e molti altri, quasi tutti concentrati tra le parrocchie di

Chiose alla cantica dell'Inferno di Dante Alighieri scritte da Jacopo Alighieri pubblicate per la prima volta in corretta lezione con riscontri e fac-simili di codici, e procedute da una indagine critica per cura di Jarro

e seguaci del Veronese e per quanto concerne il soffitto, riccamente intagliato e decorato con dorature, da un sistema di decorazione che trova il suo culmine in un'opera di Jacopo Tintoretto, celebrante la gloria del

la parrocchia di Santa Maria a Latera fu soppressa e trasferita nell'Oratorio di San Jacopo alla Cavallina, edificato un secolo prima dalla famiglia Giugni, assumendo il titolo di parrocchia dei Santi Jacopo e Maria.

Santa Maria de Livorna: Livorna, Prato, Borgo San Giovanni, Borgo alle Murelle, Campo Galeano, Santa Giulia al Trivio, Guaralda, Valaneto, Ripondo, Campaccio, Cillieri di Stagno, Sala, Gaitana, Chiesucula, Sant'Jacopo in Acquaviva, Septari, Pede Lupi, Cruce de Via, Fondo Magno, La Macchia, Casal Pigna;

. Alberto e Domicella ebbero sei maschi (Alberto II, Guglielmo, Raimondo, Jacopo, Manfredo e Pagano) e tre femmine (Domicella II, Berta e Margherita). Domicella e la sua figlia omonima sono citate nel

i capi Trussardo Rota, Andrea Rota, Cripio de' Crippi di Strozza, Pinamonte e Peppino Pellegrini di Capizzone, Matano di Mazzoleni, Foppo da Locatello, Andriolo Greppi da Strozza, Butazolo Rota e altri. I ghibellini contavano invece nelle loro file Eugenio, Simone, Zavino e Mogna de' Carminati di Brembilla, Jacopo Gritti de' Locatelli di Berbenno, Andreanino Rota di Rota Fuori, i Dalmasani di Clanezzo. In principio furono i guelfi a prevalere, ma i ghibellini, non rassegnandosi alla sconfitta, chiesero l'appoggio di Matteo Visconti (

Testi di: Fabrizio Benente, Federico Andreazzoli, Monica Baldassarri, Roberto Codovilla, Marzia Dentone, Gian Battista Garbarino, Sara Lassa, Alexander Parise, Fabrizio Pastorino, Nadia Piombo, Eliana M. Vecchi, Daniele Calcagno, Loris Jacopo Bononi, Alessandro Soddu, Alessio Zoppi, Roberto Ricci.

dal maestro lombardo Jacopo, costituiva il vecchio magazzino delle armi del Comune di Massa. L'edificio si presenta con un doppio ordine di finestre a tutto sesto ed un loggiato con archi in filaretto di pietra.

Alla morte di Renier Zen, nel tentativo di evitare che l'elezione ducale potesse essere in qualche modo pilotata, si procedette alla definitiva riforma della formula elettorale, affidata a un complesso sistema di votazioni e sorteggi: venne chiamato dunque quale nuovo doge il figlio di Jacopo Tiepolo,

Storia del Cristianesimo dell'abate di Berault-Bercastel recata in italiano con dissertazioni e note dall'ab. Giambattista Zugno dedicata all'illustr. e reverend. monsignore Jacopo Monico patriarca di Venezia, primate della Dalmazia, gran dignitario, cappellano della corona del reg. lomb.-ven., ec., ec.

, che prospetta ampiamente sulla piazza con la facciata tardo settecentesca, in stile quasi neoclassico, e con la doppia balaustra di scale al centro della facciata. Successivi palazzi vennero eretti nel Quattrocento scendendo lungo via Paganica, come il Palazzo Baroncelli-Cappa di Tussio, poi la casa di Jacopo di Notar Nanni in via Bominaco, rifatta nel XVI secolo, mercante legato profondamente a

e i portici del Palazzo INAIL. A nord del locale Paganica, oltre alla casa di Buccio di Ranallo e di Jacopo di Notar Nanni poste in questa zona, si trovano i grandi complessi monastici di San Basilio Magno, di Sant'Amico delle monache Agostiniane, di Sant'Agnese (oggi ex ospedale di San Salvatore), mentre nel locale San Silvestro si trovano le chiese di San Silvestro e della Misericordia.

la costruzione non era ancora perfezionata, solo grazie all'intervento del mecenate Matteo l'Offreda Mercadante Cavajolo e in seguito del nipote Jacopo l'Offreda il tempio fu definitivamente completato.

(XVIII secolo). Cappella gentilizia di Ca' Rosetta edificata successivamente alla villa e commissionata dai Rosetta per poter presenziare alle funzioni religiose. Presente al suo interno una Madonna col Bambino, dipinto firmato Jacopo Contiero, mentre un furto l'ha privata di un

nel sito dove sorgeva la chiesa di San Leonardo, di origini pisane. La progettazione e la direzione dei lavori di edificazione del nuovo tempio, secondo i canoni dello stile classico preferito da Filippo II, vennero affidati ai fratelli architetti Jacopo e Giorgio Palearo Fratino, di origini ticinesi, che negli stessi anni erano impegnati a Cagliari nei lavori alle mura. La chiesa, insieme al nuovo convento degli Eremitani, venne eretta tra il

Risalente al Trecento, fu una pieve minore probabilmente a causa della posizione montana; da essa dipendevano le chiese di San Jacopo e di Santa Maria di Rogiana (poi di San Biagio) presso il Poggio di San Terenzio

, vede come protagonista l'attore nei panni di un cineasta che deve dirigere un corpo di ballo distratto da cellulari e videogiochi, tecnologie al centro delle varie gag. Nel video sono coprotagonisti gli youtuber Jacopo Malnati e Daniel Marangiolo, conosciuti come

A cura di Eliana M. Vecchi Testi di Giuseppe Benelli, Antonino Faro, Eliana M. Vecchi, Marco Sassetti, Egidio Banti, Jean-Charles Vegliante, H. Wayne Storey, Federico Sanguineti, Kuniko Tanaka, Giuseppe Indizio, Daniele Calcagno, Marina Cavana, Loris Jacopo Bononi, Alessandro Soddu,

Interpreti: John Graham-Hall (Gustav von Aschenbach), Iestyn Davies (The Traveller/The Elderly Fop/The Voice of Dionysius), Peter Coleman-WrightThe Voice of Apollo), Anja Grubic (The Polish Mother), Alberto Terribile (Tadzio, her son), Camilla Esposito e Arianna Spagnuolo (Her two daughters), Marinella Crespi (Their governess), Jacopo Giarda (Jaschiu, Tadzio's friend), Peter Van Hulle (Hotel porter), Anna Dennis (Strawberry-seller), Charles Johnston (Guide), Anna Dennis e Donal Byrne (Strolling players), Jonathan Gunthorpe (English clerk), Richard Edgar-Wilson (The Glass maker), Constance Novis (Lace seller), Madeleine Shaw (Beggar woman), Benoit De Leersnyder (Restaurant waiter).

Poesie di Ossian figlio di Fingal, antico poeta celtico, Ultimamente scoperte, e tradotte in prosa Inglese da Jacopo Macpherson, e da quella trasportate in verso Italiano dall'ab. Melchior Cesarotti Con varie Annotazioni de' due Traduttori

Poesie di Ossian figlio di Fingal antico poeta celtico ultimamente scoperte, e tradotte in prosa inglese da Jacopo Macpherson, e da quella trasportate in verso italiano dall'abbate Melchior Cesarotti con varie annotazioni de' due traduttori

Poesie di Ossian figlio di Fingal antico poeta celtico Ultimamente scoperte, e tradotte in prosa Inglese da Jacopo Macpherson E da quella trasportate in verso Italiano dall'abate Melchior Cesarotti Con varie Annotazioni de' due Traduttori

La zia Enrichetta Treves de' Bonfili, sorella di Iseppo padre di Isacco e Jacopo, nel salotto della sua dimora, riuniva un vero e proprio cenacolo culturale dove si dibatteva di botanica, di scienze, di politica e letteratura e dove si leggevano opere ancora inedite.

In epoca medievale, la frazione era dotata di tre chiese parrocchiali: la pieve di Arena e le chiese di San Cassiano a Metato e di San Jacopo a Cafaggiareggi. La pieve di Arena comprendeva sette chiese, tra cui quella di Cafaggiareggi, oltre che San Martino in Albano, Santa Maria al Pero, Santo Stefano di Rilione, San Michele d'Arbavola e San Ponziano.

. Si presume che nell'ultimo periodo della sua vita si sia dedicato meno alla professione, impegnandosi piuttosto nella gestione della bottega: le ultime notizie sul suo conto sono i contratti redatti per i lavori del figlio Jacopo tra il

che colpi il castello distruggendo mura e torri, con tale conquista inizio il dominio Veronese. Intanto Jacopo da Carrara venne eletto generale e diede vita alla signoria dei Carraresi che porto allo scontro con i

. Nella prima parte della stagione, vista la crisi di forma del macedone, Jacopo ha condotto la squadra con ottime prestazioni nelle zone alte della classifica. Nel finale di stagione, inoltre, l'allenatore

, Ettore Troya, Vincenzo Giachetti, Felice Amerio, Oreste Zavattari, Gino Marini, Mario Raffa, Ernesto Alliana, Angelo Como d'Agna Sabina, Jacopo Cornaro, Emilio Alliney, Luigi Chicco, Isidoro Rovero, Luigi Chicco, Serafino Pratis, Luigi Chicco, Giovanni Faracovi, Vittorio Emanuele Rossi, Mario Cerruti, Giuseppe Cremascoli, Giuseppe Bellocchio, Umberto Fabbri,

tra l'odio del governo popolare repubblicano da un lato e il timore per la concentrazione del potere nelle mani di una sola famiglia dall'altro. I Salviati, e in particolare Jacopo divennero inizialmente il perno di una corrente aristocratica contraria all'affermazione del principato di

, ha portato al riscatto una zona urbana multi-sfaccettata dotata del potenziale per diventare un punto di connessione, sharing e cultura tramite le iniziative legate al design. Il quartiere, infatti, raccoglie al suo interno interventi e progetti di grandi progettisti contemporanei italiani e internazionali. Nella sola Piazza Gino Valle si annoverano nomi come Gino e Pietro Valle, Jacopo Gardella,

, un certo Jacopo figlio di Mussone Morone risulta fosse, con Bartolomeo e Caradone, tra i responsabili della Repubblica Milanese. Con le generazioni successive, i Moroni passarono al servizio dei Visconti e degli

. I tredici busti di uomini illustri del rinascimento mantovano sono: Ippolito Capilupi, Baldassarre Castiglioni, Filippo Cavriani, Marcello Donati, Teofilo Folengo, cardinale Ercole Gonzaga, marchese Francesco II Gonzaga, duca Vespasiano Gonzaga, Pietro Pomponazzo, Antonio Possevino, Battista Spagnoli, Jacopo Strada e Sordello Visconti.

Sebastiano Panizza, Laura Jantunen, Davide Marchesino, Riccardo Guadagnini, Michelangelo Filippi, Gianni Torta, Silvia Dal Dosso, Jacopo e Carlotta Cunial, Linnea Merzagora, Biagio Cattano, Caterina Lani.

di Jacopo da Varagine. Sul collo si vedono i tre tagli da cui esce qualche goccia di sangue. Secondo una tradizione - storicamente infondata - la statua riprodurrebbe la posizione esatta in cui sarebbe stato trovato il corpo della santa durante gli scavi di restauro intrapresi nella

Jacopo, figlio di Francesco Novello, cade prigioniero dei veneziani. Scoppia una epidemia di peste a Padova che si arrende; Francesco Novello, con l'altro figlio Francesco III, si consegnano ai veneziani. Successivamente Francesco Novello e i due figli vengono strangolati in carcere.




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Ultimo aggiornamento pagina:

10 Gennaio 2022

19:03:22