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Frasi che contengono la parola indoeuropeo
Queste ultime lingue non sarebbero imparentate direttamente con il greco: i loro resti testimonierebbero l'affioramento di lingue indoeuropee totalmente sconosciute e caratterizzate da aspetti propri, diversi in parte da quelli che identificano i gruppi linguistici dell'indoeuropeo a noi estensivamente o parzialmente noti.
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L'inglese occupa una posizione del tutto particolare, non solo rispetto alle lingue germaniche, ma anche all'interno del gruppo linguistico indoeuropeo: ha talmente semplificato e alterato la propria struttura da avvicinarsi ormai a una
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intervenuti nella formazione delle nuove lingue successivamente alla caduta dell'Impero romano, dovute all'influsso delle lingue (soprattutto germaniche, anch'esse di ceppo indoeuropeo) parlate da popoli comunemente individuati come
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. Si ribadisce che queste ultime lingue non sono dialetti greci: i loro resti testimoniano l'affioramento di lingue indoeuropee totalmente sconosciute per altro verso e caratterizzate da fenomeni propri, diversi in parte da quelli che identificano le altre sottofamiglie dell'indoeuropeo.
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, ipotizzano che la distinzione fra vocali lunghe e brevi fosse propria solo di alcuni dialetti indoeuropei, e in particolare dell'indoeuropeo tardo, e pongono in secondo piano il problema della natura dell'accento
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meridionale, ipotesi supportata anche dallo scarso sistema vocalico e dalle consonanti glottali che condividevano il proto-indoeuropeo ed il proto-caucasico nordoccidentale, evidenziando una possibile
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Oggi si ritiene che l'anatolico abbia sviluppato varie innovazioni e perso alcune caratteristiche, mentre abbia mantenuto alcune caratteristiche molto arcaiche del proto-indoeuropeo. Infatti l'ittita non ha il classico sistema dei generi tipico delle lingue indoeuropee basato sull'opposizione
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indoeuropea mirante, da un lato, a descrivere le relazioni dialettali tra le varie famiglie linguistiche indoeuropee e, dall'altro, a individuare le eventuali parentele genetiche tra l'indoeuropeo stesso e altre
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, salvo poi lasciar cadere lui stesso tali idee, prive di adeguato supporto metodologico. Nel corso del XIX secolo e dei primi decenni del XX furono proposte via via altre possibili parentele per l'indoeuropeo (il
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, volto a identicare quanto di originariamente indoeuropeo si sia trasmesso non nelle singole parole, quanto piuttosto nelle testimonianze poetiche, mitologiche, religiose e letterarie storicamente attestate. Questo metodo ha registrato particolari sviluppi nella ricerca sulla poetica indoeuropea con gli
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: mira a ricostruire i caratteri culturali, materiali e immateriali, del popolo indoeuropeo attraverso l'analisi del lessico ricostruito per l'indoeuropeo comune. Tale metodo ha suscitato il massimo interesse alla fine del XIX secolo, per poi essere in seguito fortemente ridimensionato.
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: anch'esso volto a identicare quanto di originariamente indoeuropeo si sia trasmesso, non lo fa analizzando singole parole (come, appunto, il metodo lessicalistico), quanto piuttosto nelle testimonianze poetiche, mitologiche, religiose e letterarie storicamente attestate.
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, che compie raffronti sistematici tra i sistemi fonetici/fonologici di varie lingue, per scoprirne i rapporti di somiglianza e/o di differenziazione, o le leggi di trasformazione fonetica (ad es. se indaga sulle differenze e somiglianze tra indoeuropeo e semitico, oppure sulle lingue indoeuropee storiche per ricostruire il sistema fonetico/fonologico del proto-indoeuropeo o del proto-germanico).
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La teoria delle laringali ha portato conseguenze drammatiche anche sulla concezione del vocalismo indoeuropeo, accentuando fra gli studiosi che la abbracciano in toto le tendenze riduzioniste e semplificazioniste, che diminuiscono il numero dei fonemi vocalici indoeuropei comuni originari.
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, l'accento libero indoeuropeo fu fissato sulla prima sillaba delle parole semplici (per esempio, in tedesco moderno, quasi tutte le parole che non hanno l'accento sulla prima sillaba sono derivati o prestiti stranieri). Gli accenti non si spostano quando le parole vengono
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Il tocario distingue tre generi (maschile, femminile e alternante), tre numeri (singolare, plurale e duale) e tre casi (nominativo, genitivo e caso obliquo). Il genere alternante deriva dal neutro indoeuropeo, ma si flette al singolare come un maschile e al plurale come un femminile (come l'
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L'esistenza della lingua tocaria ha rimesso in discussione alcune teorie sulle relazioni tra le lingue indoeuropee, e sta rivitalizzando gli studi linguistici. Le lingue tocarie sono un'importante eccezione geografica all'usuale schema delle ramificazioni dell'indo-europeo, essendo le uniche diffusesi verso est direttamente dal teorico punto di partenza indoeuropeo nella
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, che indica un'azione durativa o consuetudinaria nel passato, l'aoristo indica un'azione passata colta nel momento finale del suo compiersi (azione momentanea nel passato). L'indoeuropeo conosce tre forme di aoristo: l'aoristo atematico, l'aoristo tematico con apofonia (con la variante dell'aoristo tematico reduplicato), l'aoristo sigmatico. Il
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veniva interpretato come un fenomeno unitario, a dispetto del fatto che queste penetrazioni si svilupparono lungo un ampio arco di tempo e nonostante il carattere nettamente non indoeuropeo di Hurriti e Cassiti. In effetti, gli Ittiti risultano presenti sull'altopiano anatolico fin dalla fine del
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Nell'antico indoeuropeo, non esisteva una vera forma per il futuro, ma si usava il congiuntivo. Nel latino arcaico le due forme, del congiuntivo presente e del futuro semplice si stavano separando, con forme in
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dell'antico illirico, sia unico membro di un gruppo indoeuropeo isolato. A favore della prima ipotesi gioca principalmente il dato storico dell'assenza di qualsiasi testimonianza di un'immigrazione in epoca storica degli
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Alcuni linguisti ritengono che l'antico macedone non fosse solo una lingua separata, ma che appartenesse a un diverso ramo indoeuropeo piuttosto che a quello ellenico (o greco-macedone) e secondo loro non era particolarmente vicino al greco. Essi respingono le forti corrispondenze col greco trovate nel macedone e preferiscono trattarlo come una lingua indoeuropea dei
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, popolo di incerta origine ma sicuramente non indoeuropeo e da tempo stabilitosi nel levante peninsulare (se non addirittura di origine autoctona). I primi territori della regione ad essere colonizzati furono quelli meridionali (
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nell'indoeuropeo confermava la sua parentela con il semitico, caratterizzato proprio dalla frequenza di tali suoni; tale postulato non fu accolto - almeno non nella formulazione originaria - dall'indoeuropeistica, sebbene l'esistenza di laringali indoeuropee abbia invece trovato ampi consensi
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Ultimo aggiornamento pagina:
25 Dicembre 2021
00:20:49