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Frasi che contengono la parola iconografia
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Dal punto di vista storico, la reliquia ha influenzato notevolmente l'iconografia della croce in ambito bresciano, facendo molto spesso preferire il simbolo della croce patriarcale, al posto della croce latina, in numerosissimi contesti iconografici, dalla pittura, alla scultura, alla
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Sull'amputazione della mano nasce una leggenda devozionale molto diffusa: Giovanni avrebbe offerto la mano tagliata ad un'immagine della Madonna, senza chieder nulla. Dall'icona sarebbe uscita una mano della Vergine, che avrebbe riattaccato l'arto offeso. Allora Giovanni fece applicare all'icona una mano votiva d'argento. Col successo delle tesi del Santo, crebbe anche la fama di questa Madonna con tre mani, detta Tricherusa, frequente nell'iconografia ortodossa, di cui si conserva una copia presso il
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L'iconografia classica rappresenta san Giorgio a cavallo, armato di asta e scudo crociato, nell'atto di trafiggere il drago. La croce rossa in campo bianco, adottata anch'essa come insegna al tempo delle crociate, ha lo scopo di ricordare la
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, manufatti etno-antropologici dell'Europa Settentrionale, dell'America Centrale e il Museo Sacro, composto da opere legate all'iconografia e alla liturgia sacra. Alla morte del cardinale le opere vennero ereditate da suo nipote Camillo Borgia e in seguito acquistate dal sovrano borbonico
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, in seguito al rimaneggiamento del coro, ma se ne conservano testimonianze scritte, come la stroncatura del Vasari, sia numerosi studi preparatori. L'insolita iconografia cristologica fa riferimento al trattatello cripto-
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; sebbene continuamente restaurato, conserva alcune parti originali del XII secolo. Il pavimento riflette motivi dell'iconografia classica, comuni nell'area alto-adriatica (ruote, quadrati, esagoni, ottagoni, cornici decorate a rombi, immagini di animali simbolici del cristianesimo medievale) con altri che risentono di influssi bizantini (le otto grandi lastre in
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Nella sua redazione originaria, Santa Reparata si presentava come una basilica a tre navate divise da quattordici coppie di colonne, con abside semicircolare, secondo la consueta iconografia paleocristiana affermata fino dal IV secolo nelle basiliche costantiniane, ed a
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, l'iconografia si occupa di quelle immagini che possono essere una fonte documentale utile alla ricostruzione di eventi storici specifici, usanze di determinate popolazioni, mezzi di locomozione terrestri e navali, mentre gli studi
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, che impugna tenendo le braccia incrociate sul petto. Osiride era un dio defunto, motivo per cui l'iconografia lo mostra sempre come un corpo mummificato in differenti posture: coricato sul letto funebre, assiso sul suo trono di re dei morti o in piedi dopo aver vinto la morte
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Diversamente da quanto accade per i soggetti mitologici, quest'iconografia non deriva da modelli greci: in Grecia, infatti, quando compare sui sarcofagi la caccia non ha carattere aulico, ma viene rappresentata come un passatempo fra giovani che fronteggiano la belva senza seguito e senz'apparato. L'
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Esiste una copiosa iconografia delle nozze sacre, con il tema ricorrente dello sposo che giungeva dal mare e che consumava le nozze nel santuario della dea: in particolare questo scenario viene rappresentato nell'Affresco della Barca della Casa Occidentale di Akrotiri, a
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Per lungo tempo fu presente nella iconografia occidentale antica il tema della raffigurazione della morte raffigurata soprattutto sui vasi come un mostruoso genio malvagio, come un demone femminile alato, come
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hanno notato come sia possibile riscontrare nell'Est asiatico una tradizione millenaria di una iconografia dove i defunti ammoniscono i vivi a meditare sulla morte. Nella tradizione letteraria araba il poeta
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che facevano oggetto realistico di meditazione i temi della vita e della morte. Inoltre vari eventi concorrono alla diffusione in Europa dell'iconografia della morte: gli ordini mendicanti che predicano al popolo la sorella morte, l'Inquisizione che fa della morte sul rogo strumento di espiazione per l'eretico, la diffusione delle epidemie viste come castigo divino e occasione di espiazione. Nell'
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, uno dei tre giudici dell'oltretomba. Jean-Claude Grenier ha respinto questo collegamento e ha privilegiato l'ipotesi di un adattamento dell'iconografia religiosa alla diffusione delle chiavi nella vita quotidiana degli individui
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La complessa iconografia riprende anche stavolta fedelmente l'episodio originale e la scena viene inserita all'interno di una grandiosa aula, riccamente decorata di marmi e rilievi e affollata di personaggi; il quadro va letto da destra verso sinistra: il
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, che, prima della sua conversione al cristianesimo, si faceva raffigurare nelle statue onorarie come il Sole. Gli stessi cristiani d'occidente utilizzarono l'iconografia di Apollo-Sole per le prime raffigurazioni di
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continuassero ad essere parlate all'interno. I sovrani pontici affermavano di discendere dalla famiglia reale persiana, ma si comportavano come re ellenistici e in tal modo si facevano raffigurare sulle monete, riconducendosi all'iconografia dello
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molto frequente nell'iconografia medioevale. La stessa freschezza caratterizza le rappresentazione degli episodi della Vita di Maria negli intradossi nell'arco, alternati agli elaborati coronamenti. Da sinistra: l'
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. Fortunatamente per noi contemporanei, la pratica della copia pedissequa di molti capolavori greci per i Romani fu la responsabile della conservazione di una vasta iconografia classica ed ellenistica i cui originali finirono persi nel Medioevo.
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Viene introdotta una nuova iconografia: ai soggetti sacri si affiancano il paesaggio, la veduta con rovine, animali, vasi di fiori e scene di genere, con la ripresa di temi classici, come le Colombe di
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Gran parte della moderna iconografia del Klan, incluso il costume bianco standardizzato e la croce incendiata, sono direttamente tratti dal film. Le sue immagini si fondarono sui concetti romanticizzati di Dixon di
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circa), con il sovrano ritratto in toga, con l'alloro in testa e l'aquila romana nel rovescio della moneta, iconografia del tutto simile a quella dell'imperatore romano. La scritta dice CAESAR AVG. IMP. ROM. FRIDERICUS (
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dal capitolo dell'Ospedale per essere collocata sull'altare maggiore dove ancora si trova. L'opera mostra una struttura compositiva articolata e mossa, e accenti di acceso realismo che si possono notare nella resa pittorica delle vesti dell'angelo, e nell'inconsueta iconografia di Dio padre calvo che sporge dalle nubi.
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Tutta l'opera denota una raffinata esecuzione tecnica capace di dar corpo alle suggestioni fantastiche della iconografia medievale. L'analisi degli elementi stilistici porta a considerare come autore dell'opera un artista di area lombarda al corrente del linguaggio della scultura
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, riportano che viveva in una casa piena di antichi manufatti egizi, candele nere sempre accese, circondato da varia iconografia nazista, intento a studiare trattati di magia nera e a conservare in frigorifero la propria urina imbottigliata,
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Anche nei secoli successivi, quando Cristo o la Vergine vennero rappresentati esplicitamente, l'iconografia pagana fu matrice di quella cristiana: le scene di apoteosi suggerirono rappresentazioni dell'Ascensione; all'imperatore o all'imperatrice in trono corrispondono Cristo o la Vergine fra
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descrive, esaminandoli uno ad uno, come determinati animali, veri e fantastici, mitici e reali, sono stati utilizzati nell'iconografia medievale e storica in genere, per rappresentare metaforicamente la figura di
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con le religioni africane, e in parte ne ha assimilato l'iconografia durante il periodo in cui i vuduisti dovettero camuffarsi per non essere perseguitati sia dai cattolici sia dagli altri cristiani.
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. Prevale certamente un significato legato al Cristo-docente, o al Cristo-filosofo, se non al Cristo-re, arguibile da un confronto con l'iconografia del tempo. Probabile che, stante anche l'ordine dei quattro simboli del
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Le figure alate, molto spesso in coppia, che rappresentano la vittoria e si riferivano a vittorie alate, erano comuni nell'iconografia ufficiale romana, tipicamente sospesa in alto in una composizione, e spesso riempivano
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Bassorilievo del II-III secolo raffigurante una tauroctonia, Mitra che sacrifica il toro sacro. Sono presenti nella raffigurazione il serpente, lo scorpione, il cane e la cornacchia, caratteristici dell'iconografia mitraica
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, raffigurato in posizione eretta vicino a un pilastro sormontato da un'aquila e nell'atto di scagliare una folgore, secondo l'iconografia locale dello Zeus Kataibates. Il secondo colosso eseguito per i Tarantini era un
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L'iconografia utilizzata da Cesare Ripa fu poi diffusamente utilizzata in ambito artistico, con una profusione di rappresentazioni della personificazione dell'Italia con la Stella d'Italia, il chitone, il ricco mantello, la corona turrita, lo scettro, la cornucopia e il globo
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decise di non promuovere, nell'iconografia dell'epoca, l'Italia turrita come figura preminente del simbolismo nazionale: i re sabaudi decisero di focalizzare l'attenzione degli italiani sull'istituto monarchico, evitando di avere altri simboli nazionali importanti verso cui l'attenzione degli italiani si sarebbe potuta concentrare
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. Altrettanta diffusa, nelle statue legate ai monumenti ai caduti che iniziarono a essere costruiti lungo tutta la penisola italiana, fu l'iconografia del soldato, spesso accompagnato dalla personificazione della Vittoria
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ma in piedi con le gambe incrociate e i bastoni, rivolti verso lo spettatore, mentre alcune pecorelle pascolano ai loro piedi. La simbologia legata alla Salvezza resta comunque intatta anche se l'iconografia non rispetta l'antico modello del
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per la cappella magna e la tavola di Giotto per la cappella privata furono trasferite fuori-mura nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli, probabilmente per la loro iconografia che ben si addiceva al titolo della chiesetta
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tra un elaborato sistema di simboli di scienza e ricchezza per evocare l'iconografia personale del raffigurato. A ogni modo, alcuni altri ritratto di Holbein dei mercanti di Steelyard, ad esempio in quello di Derich Born, si concentrano sulla naturalezza del viso, prefigurando lo stile tardo adottato da Holbein.
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Lo sposalizio di Maria e Giuseppe avviene in primo piano, con al centro un sacerdote che, tenendo le mani di entrambi, officia la funzione. Come da iconografia tradizionale, dal lato di Maria, in questo caso la sinistra, si trova un gruppo di donne, da quello di Giuseppe di uomini, tra cui uno, presente in tutte le versioni del soggetto, che spezza con la gamba il bastone che, non avendo fiorito, ha determinato la selezione dei pretendenti. Maria infatti, secondo i
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continuarono il lavoro di Panofsky e furono fondamentali nell'identificare le fonti dell'iconografia, nell'attribuzione delle opere e nella differenziazione di diversi artisti o gruppi di artisti chiamandoli con nomi di convenienza,
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La metropoli moderna costituisce lo spazio naturale e l'iconografia ideale per le vicende del noir. Il climax di un numero considerevole di film noir neo-noir si svolge in ambienti visivamente complessi, spesso (post-)industriali, come raffinerie, fabbriche, cantieri ferroviari e centrali elettriche. Secondo Paul Schrader, la fotografia
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) e due piume: il falco come simbolo del cielo, il toro come simbolo della forza e della guerra; poteva inoltre impugnare varie armi come una spada ricurva, una lancia, arco e frecce oppure coltelli (questa iconografia di Montu in armi ebbe vasta diffusione nel Nuovo Regno
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. Il mosaico, frammentario, rappresenta una quadriga trainata da cavalli bianchi che corre nel cielo, scorta da pastori, che testimonia l'uso da parte dell'iconografia paleocristiana di temi caratteristici dei culti precedenti
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In gran parte delle rappresentazioni antiche l'iconografia lo rappresenta in uno stadio avanzato della vita, tanto da avere i capelli sul grigio/bianco e con attributi non particolarmente rilevanti: la corona e/o la palma del martirio (come nei mosaici della Basilica a lui dedicata o in quella di
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. A partire dal XVI secolo tuttavia l'iconografia delle stagioni si slega progressivamente dall'originale significato simbolico per trasformarsi in allegoria fine a se stessa, diventando motivo diffuso di numerose ville e palazzi, come nei soggetti di
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tra occidente e oriente (criterio ii), la presenza di mosaici caratterizzati da una miscela di stili propri della tradizione greco-romana e dell'iconografia cristiana (criterio iii) e in quanto costituiscono un compendio di arte e architettura religiosa e funeraria emblematica del
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, ambientata nella casa di Maria, con l'Angelo che si inchina davanti alla Vergine, attraverso un arco, e Maria che, sullo sfondo del tipico letto vuoto, elemento essenziale dell'iconografia che certificava la sua
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e raccontavano di un Bowie che viveva in un appartamento pieno di antichi manufatti egizi, candele nere sempre accese, circondato da varia iconografia nazista ed intento a studiare trattati di magia nera e a conservare in frigo la propria urina imbottigliata,
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utilizzata per attingere l'acqua e fissata, a seconda dell'immagine, sul tabarrino, sul cappello oppure appesa come una collana. Nell'iconografia cristiana la conchiglia rappresenta il pellegrinaggio a
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, dove l'iconografia derivava dalla scultura borgognona, con il simulacro della morta, riccamente abbigliata, che giace disteso su un catafalco; le fiancate del catafalco sono decorate con putti reggifestone, motivo ripreso invece da
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I connotati de il Passatore differiscono notevolmente dall'iconografia che lo ha reso famoso, diffusasi nel dopoguerra a seguito del lancio del marchio dell'Ente Tutela Vini Romagnoli, che lo raffigurava somigliante a un brigante-pastore
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prive di decorazioni, le figure in bassorilievo dei santi titolari, S. Maria, raffigurata tra due angeli inginocchiati e San Martino, nell'iconografia classica, nell'atto di donare il mantello ad un povero.
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Nel primo pomeriggio ha inizio l'assembramento di centinaia di devoti tiratori a piedi nudi. Fino a qualche anno si distinguevano per via delle magliette di diverso colore, blu e marrone, per identificare i tiratori provenienti dai rioni Giostra e Muricello. Oggi indossano semplicemente capi di colore bianco, cintola o fascia celeste, colori tipici dell'iconografia mariana. Completano l'abbigliamento fazzoletti e foulard (spesso con le insegne del sodalizio d'appartenenza o immagini di Maria o del
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il Caravaggio non aveva fatto che seguire un importante esempio assimilato durante la sua formazione lombarda ed era incappato in un rifiuto simile, se, come sembra, anche l'opera di Figino, inizialmente destinata alla chiesa di S. Fedele a Milano, venne rifiutata dai Gesuiti a causa dell'ambigua iconografia
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, che il travestimento femminile intendeva mettere alla berlina pubblicamente. Fra gli argomenti a favore della sua tesi, Boswell cita il fatto che nell'iconografia medievale dei due santi emergerebbe a suo dire talvolta l'allusione al loro stretto legame, ad esempio nel raffigurare le due aureole che li coronano come intrecciate, e non divise.
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, al cui nome esso resta associato anche oggi. Bernardino ne promosse l'ostensione ai fedeli accorsi alle sue omelie, raffigurandolo su tavolette di legno, poste sull'altare durante la celebrazione eucaristica. Il trigramma bernardiniano era circondato da un sole a dodici raggi, riprendendo in tal modo un'iconografia precedentemente ideata da
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e si riflette chiaramente nel corredo iconografico: le miniature di scacchi e tavole propongono al gioco figure di nobile condizione sociale e anche la stessa figura di re Alfonso. Al contrario, la condanna dei giochi di puro azzardo si riflette anche sull'iconografia, con miniature che vedono intente al gioco unicamente persone di condizione sociale umile o degradata, come cavalieri interamente spogliati quale conseguenza delle perdite subite al gioco dei dadi: mai si vedono persone di alta condizione intente al gioco d'azzardo e men che meno la figura di Alfonso
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il testo liturgico. L'idea che la polifonia liturgica dovesse essere eseguita solo dalle voci appare in contrasto con il fatto che nell'iconografia sacra del XIV e XV secolo sono frequentissimi gruppi di angeli che suonano strumenti.
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. Contiene grandi murali policromi di ottima fattura (ora quasi completamente erosi dalle intemperie) raffiguranti scene religiose tipiche dell'iconografia cristiana mediterranea del V secolo o successiva,
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, che inglobava quindi una grande sistemazione disciplinare dell'iconografia e dell'architettura religiosa, la catechesi artistica e la precettistica figurativa controriformistica. Tali disposizioni, che avrebbero costituito per secoli il codice della Chiesa per l'arte sacra, furono probabilmente introdotte a Verona mentre il Borromeo era ancora in vita, in quanto egli ebbe come vicario generale e collaboratore l'influente relisioso veronese
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Come da immagine: trifoglio su fondo bianco, con cornice sottile ancora verde. Ispirato alla squadra cipriota dell'Omonia Nicosia e ai suoi stemmi. Essendo un motivo ricorrennte nell'iconografia semplice del trifoglio, rischia poco o niente il copyviol dell'attuale stemma dell'Omonia.
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La decorazione a finto graffito che ornava il piano superiore del loggiato, documentata dall'iconografia della piazza dal Seicento alla fine dell'Ottocento (anche da varie fotografie Alinari), fu probabilmente rimossa in un intervento purista degli inizi del Novecento teso a riportare la fabbrica alla sua supposta dimensione originaria
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, sfortunatamente perdute, suggerisce che il tema centrale dell'avorio Barberini, piuttosto che crearne un modello nuovo, ne riprenda uno reso popolare da quelle stesse statue; esiste infatti almeno un altro esempio di questa iconografia, su di un supporto totalmente differente: un peso in bronzo, conservato al
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come categoria narrativa fondamentale della cultura, la vita quotidiana, l'iconografia e l'iconologia in prospettiva antropologica, la storia della Fortuna della cultura classica e la ripresa in chiave moderna di testi classici. Il Centro mantiene relazioni e collaborazioni internazionali con il
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, circondata da angeli e in posizione sopraelevata rispetto alle due figure di Sant'Agostino e Santa Monica. In questo dipinto i volti dei due santi appaiono sicuri e fiduciosi, mentre la Vergine sembra rivelare afflizione dal dover lasciare la terra, in contrasto con l'iconografia classica
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, primo apostolo. Giovanni si leva in obliquo passando da un'apertura nel soffitto e scivolando fuori dalla fossa che si era fatto scavare quando, ormai prossimo a morire, aveva ricevuto l'annuncio della sua dipartita da Dio. Il santo ha il corpo inclinato e le braccia levate, nella tipica iconografia dell'
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.Tale carattere trova riferimenti nell'iconografia del Cristo crocifisso con riferimenti nella scultura Medioevale, ma soprattutto in quella seicentesca dell'Italia meridionale esemplificata nelle opere di fra
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, anche per via di un'iscrizione sul basamento. Questa particolare ricchezza di significati, anche lontani dall'iconografia tradizionale, derivavano dalla particolare interpretazione che Guarino aveva dato delle Muse:
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Ultimo aggiornamento pagina:
02 Gennaio 2022
06:59:36