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Frasi che contengono la parola inglobata

(fiume nero) , sorgente affiorante dal tufo vulcanico di colore nero che attraversa il paese dividendolo in due parti (fonte ora inglobata nella Fontana della Baronessa (o Fontana Grande); altri sostengono derivi da

, la colonna appariva inglobata in uno dei piccoli edifici usati come botteghe-laboratori e abitazioni, che ne nascondeva il basamento lasciando invece spuntare oltre il tetto la colonna con la statua. Durante gli

Infine, terminando la visita del lato sinistro del terzo piano, un trombinoscopio di tutti i successivi presidenti della Repubblica annuncia la sala dei presidenti, inglobata in una torre del castello e sontuosamente decorata, la quale permette una fruizione parziale, essendo l'accesso vietato e la visione limita a partire dalla soglia della porta. Vi si nota sul lato sinistro il busto del presidente

, ossia la forma primordiale dell'attuale provincia di Chieti, con la sede amministrativa del giustiziere, ossia gastaldo, presso Chieti. La gastaldia rimase viva sino al XII secolo, quando fu inglobata dai Normanni nella

. Da segnalare anche la residenza fortificata dei Frangipane (di cui rimane una parete in tufelli del XIV secolo al termine di Via Capocroce) ed una casa medievale con torre inglobata nel successivo Palazzo Colonna.

Alla fine del secolo scorso verso la fine dell'Ottocento per l'apertura dell'attuale Corso Umberto I e dell'adiacente piazza Mancini (alle spalle della statua di Giuseppe Garibaldi) vennero abbattuti due antichi chiostri e parte di colonne e capitelli vennero collocati all'ingresso della chiesa di S. Aspreno inglobata nell'edificio del palazzo della Borsa in piazza Bovio. Le colonne sono tutt'ora visibili al pubblico.

longobarda risalente al VII secolo, poi inglobata nei rifacimenti successivi. Le tracce superstiti consentono di individuare un portale a tutto sesto, aperto in laterizio nella facciata in pietra, sormontato da tre finestre (una successivamente murata), anch'esse a tutto sesto e in laterizio, affiancate e di uguali dimensioni

. Per la costruzione del convento, primo insediamento dell'ordine in Sardegna, venne loro concesso un terreno a Villanova, nel luogo dove si trovava la chiesetta benedettina di Sant'Anna, successivamente inglobata nel chiostro. La chiesa conventuale venne eretta in stile

in aderenza al confine linguistico franco-tedesco (i dialetti alsaziani e mosellani appartengono difatti alla regione linguistica tedesca), con alcune eccezioni. Venne infatti inglobata nell'impero tedesco l'area francofona di Metz, con circa

la prefettura dell'Illyricum fu divisa in orientale ed occidentale; quest'ultima, comprendente Sirmio, fu inglobata nella prefettura dell'Italia, mentre la parte orientale mantenne la sua autonomia con capitale

L'antica chiesa romanica fu poi inglobata nella basilica di San Domenico Maggiore, costituendone appunto la seconda cappella sulla parete frontale del transetto destro, il cui accesso fu consentito dalla scalinata voluta da Ferrante d'Aragona che parte direttamente da

circa questo storico consulto medico in cui evidenziava come si oppose all'amputazione della gamba ferita a cui lo stesso Garibaldi era fortemente contrario. Il suo consiglio fu quello di lasciare suppurare la ferita per facilitare l'estrazione della pallottola mentre in caso contrario sarebbe stata inglobata nell'osso senza gravi danni per il paziente (

ebbero in feudo una larga parte della vallata, sotto il dominio dei Conti di Manoppello, proseguirono l'operato dei longobardi fortificando ulteriormente i castelli, come l'esempio della Torre Normanna, oggi inglobata nel

La prima costruzione comprendeva un'unica torre a base quadrata costituita da blocchi d'arenaria e tufo, la quale successivamente venne inglobata da un'ulteriore torre medievale, costituita da pietra calcarea spugnosa, lavorata in grossi blocchi rettangolari

. All'interno sono presenti numerose pitture murali medievali, raffiguranti santi, seppur in pessimo stato; in una di tali pitture si riconoscono san Benedetto e san Barsanofio. L'originaria costruzione romanica fu inglobata in un grande complesso barocco qual era il monastero dei padri celestini, edificato nel

, che distrusse anche la Curia e diversi edifici nel Foro Romano. La facciata del tempio venne inglobata in una parete laterizia di rinforzo, collegata alle strutture che sorgevano a lato di esso per mezzo di arconi, e i portici laterali della piazza vennero ricostruiti, con fusti di colonna in granito di

e da un timpano curvilineo. Tale composizione risulta inglobata in un arco a tutto sesto in pietra, a sua volta incorniciato da due paraste e dalla trabeazione sovrastante, interamente intonacati. Alle paraste in facciata sono attualmente ancorate delle

e anch'esso demolito alla fine degli anni settanta. Questo era situato tra il vado del Carmine (ancora nella sua posizione originaria) e la torre Brava (in esso inglobata) e mostrava uno stile tipicamente fascista.

La torre di Luccoli, inglobata nelle ultime mura medioevali, venne infine demolita per dare spazio al bastione di Luccoli delle mura del Cinquecento, quest'ultimo poi modificato dalla realizzazione della

. Da quel momento la cittadina, che fino ad allora era rimasta sempre comune autonomo sia sotto il governo austroungarico sia sotto il Regno jugoslavo e l'amministrazione italiana, con decreto venne inglobata nel febbraio

, dopo che l'intera zona era stata inglobata nelle mura del Barbarossa, restando sempre, a differenza di via San Luca, un insediamento di carattere artigiano e popolare, anche se non manca qualche esempio di dimore nobiliari, come il palazzo che appartenne al primo

, oggi noto come Villa Curtopassi. Del Casale non resta che la torre inglobata nell'edificio ottocentesco. Si menziona il Casale con la corrispettiva Chiesa di S. Andrea, in alcune carte risalenti intorno al

solamente in quell'anno. Secondo tale ipotesi, la Janua Major, solo successivamente alla sua realizzazione, sarebbe stata inglobata nei grandi lavoro di restauro della facciata, attuato sotto la guida del

, custodita in una piccolissima cappella a lei dedicata. Quando fu costruito il ponte della residenziale quella cappella fu chiusa e inglobata nelle mura del ponte, mentre la statua fu trasferita nella

. Conserva numerosi altari e la cappella di Santa Maria del Carro, preesistente alla chiesa e inglobata in essa. Fra gli altari si ricordano quelli barocchi dedicati a San Cesario, con relativa tela e busto argenteo del Santo, e al

, ma ampliata e rimaneggiata in seguito, conserva l'antica facciata inglobata nel muro perimetrale destro, con una serie di archi in pietra grigia e parte del basamento originale del campanile. Al suo interno le tre navate affrescate sono adornate da quadri sulla vita di

. Questo ambiente risulta occupato, almeno a partire dal V secolo, da un nuovo edificio in legno, che riutilizza alcuni muri come sostegni. I nuovi pavimenti, sui quali si accendono direttamente i focolari, vengono realizzati in terra battuta e ghiaia. Nel VI secolo, una parte dell'isolato viene inglobata in un nuovo, grande edificio a due piani, in angolo a due strade. Nello stesso periodo vengono effettuate alcune demolizioni e rettifiche per mantenere il piano di calpestio interno a livello con la pavimentazione augustea della strada esterna, ancora utilizzata. L'edificio, realizzato in

. A questi nuovi terreni si aggiunse l'area occupata dalla via Forlanini, ovvero di una strada comunale che rappresentava il prolungamento di via Gorizia oltre corso Sempione, che venne soppressa e inglobata nel complesso ospedaliero. In particolare, il progetto prevedeva la realizzazione di un edificio a monoblocco a sette piani che avrebbe avuto una forma a

La chiesa sorge su una collinetta inglobata nel tessuto urbano. Sul sito dove ora ammiriamo la chiesa barocca, sorgeva nel medioevo una cappella funeraria dedicata al Santo di Bari e alle anime purganti. In questa chiesa erano particolarmente venerate le gerarchie angeliche. Per l'esattezza era l'antica cappella del cimitero del paese e qualcuno ipotizza addirittura che ivi sorgesse una

, la chiesa venne interamente ricostruita cambiandone l'orientamento, che risulta essere trasversale al primitivo tempio del quale rimane l'antica abside, oggi inglobata nell'edificio della canonica. La chiesa non ancora completata venne nuovamente danneggiata dal

ed eventuali punti di vista minoritari. Quando la Sardegna fu inglobata dal Piemonte la capitale di tutto il regno fu Torino, questo dicono tutti i libri di storia (non sto parlando della Sardegna pre-sabauda). Se uno studioso (noto anche per aver affermato che




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Ultimo aggiornamento pagina:

04 Gennaio 2022

06:22:06