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Frasi che contengono la parola isidoro
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, talvolta corrette, talvolta fantasiose, in un tentativo costante d'arrivare alla conoscenza attraverso la spiegazione dell'origine e del significato delle parole. La raccolta d'Isidoro presente in ogni
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Gaetano Gobbo, Ettore Troya, Vincenzo Giachetti, Felice Amerio, Oreste Zavattari, Gino Marini, Mario Raffa, Ernesto Alliana, Angelo Como d'Agna Sabina, Jacopo Cornaro, Emilio Alliney, Luigi Chicco, Isidoro Rovero, Luigi Chicco, Serafino Pratis, Luigi Chicco, Giovanni Faracovi, Vittorio Emanuele Rossi, Mario Cerruti, Giuseppe Cremascoli, Giuseppe Bellocchio, Umberto Fabbri,
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(SI) viene festeggiato la prima e la seconda domenica del mese di maggio. Nella prima viene organizzato, ad Arbia, la fiera di sant'Isidoro per via Aretina, la strada che porta a Taverne; nella seconda domenica invece a Taverne d'Arbia si celebra la festa religiosa, dove la mattina viene effettuata la messa a suffragio del santo e dopo questa la reliquia del santo, insieme ad una sua raffigurazione, vengono portati in processione per entrambi i paesi dal parroco e da un gruppo della
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trova, nel periodo medievale, anche il suo impiego nella redazione di trattati liturgici che si pongono nella linea evolutiva dei Commentari (esempi di questi sarebbero le opere liturgiche di Isidoro di Siviglia e di Amalario di Metz)liturgici tardo antichi e alto medievali che, a loro volta, compaiono come sviluppo degli scritti
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stabiliva che, se il re non avesse avuto un erede maschio, la figlia maggiore avrebbe ereditato il trono. Questo escludeva, in pratica, l'infante don Carlo Maria Isidoro dalla successione: per quanto fosse bambino o bambina colui che fosse nato, sarebbe stato di diritto l'erede del re. In questo modo, sua figlia Isabella (la futura
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Testimonianze scultoree degne di nota sono i capitelli e le chiavi di volta provenienti dal palatium svevo (un modellino ligneo mostra al visitatore come si presentava in sezione); due leoni stilofori (uno firmato da Isidoro da Bologna); uno stipite di portale con rilievo leonino proveniente da
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), un trittico con i santi Cristoforo, Rocco e Sebastiano dipinti su legno (fine XV secolo) e sei nicchie che, oltre alle statue degli ultimi due santi citati, contengono altri manufatti raffiguranti san Pietro, sant'Isidoro, san Bernardino e san Carlo.
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Collezione privata. Profili e ritratti. Adelaide Ristori, Amelia Rosselli, Jules Renard, Francesco Redi, Vincenzo Chiarugi, L. v. Beethoven, Torquato Tasso, il Caravaggio, Alexandre Borodine, Mungo Park, Georges Clemenceau, Isidoro Falchi, Agostino Bertani, Piero Calamandrei
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per esempio). L'arrivo del poeta attira l'attenzione e l'ira di Corradino, che minaccia di ucciderlo, ma Isidoro viene salvato dal provvidenziale intervento di Aliprando, dottore del castello e l'unico che riesca a frenare l'ira del tiranno.
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. L'idea fu concepita da Clemente Ciavattini, un anziano contadino di Campocavallo, che decise di dar vita al progetto con l'aiuto dei suoi figli Basilio, Cesare, Isidoro, Vincenzo e Marino e di altri agricoltori della zona, tra cui Enrico Gatto e Giulio Alessandrini. Alla realizzazione dell'evento parteciparono anche le donne delle loro famiglie, che non ebbero affatto un ruolo marginale.
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intitolati alla Beata Vergine, a San Francesco da Paola (successivamente affiancato da Santa Margherita, Sant'Isidoro e San Bovo), alla Madonna dei Sette Dolori (con tre statue in stucco del Crocifisso, della Beata Vergine e di San Giovanni), a San Giuseppe, al Suffragio e alle Sante Reliquie (con le statue di San Pietro, San Paolo, di San Mattia, di San Simone, di Santa Maddalena e di San Bovo). Chiude l'elenco degli altari quello Maggiore
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, Ettore Troya, Vincenzo Giachetti, Felice Amerio, Oreste Zavattari, Gino Marini, Mario Raffa, Ernesto Alliana, Angelo Como d'Agna Sabina, Jacopo Cornaro, Emilio Alliney, Luigi Chicco, Isidoro Rovero, Luigi Chicco, Serafino Pratis, Luigi Chicco, Giovanni Faracovi, Vittorio Emanuele Rossi, Mario Cerruti, Giuseppe Cremascoli, Giuseppe Bellocchio, Umberto Fabbri,
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Testimonianze scultoree degne di nota sono i capitelli e le chiavi di volta provenienti dal palatium svevo (un modellino ligneo mostra al visitatore come si presentava in sezione); due leoni stilofori (uno firmato da Isidoro da Bologna); uno stipite di portale con rilievo leonino proveniente dalla cattedrale di
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La patria del beato Agostino Novello agostiniano secondo gli antichi documenti esaminati dal p. Agostino Corrao del medesimo Ordine, con la vita inedita del beato scritta dal p. Isidoro Ugurgieri domenicano
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e sovrastante le prime frazioni del borgo (all'epoca forse quella di S.Isidoro il riferimento nucleare principale) e inizia l'ampliamento del paese spostandone verso nord, vicino al castello, il nucleo e facendo costruire una nuova rete stradale, facilmente controllabile dall'alto. Il territorio di Sciara era all'epoca solo una delle contrade del latifondo di Brucato, in passato distrutta e spopolata nella guerra dei
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Ultimo aggiornamento pagina:
31 Dicembre 2021
12:38:03