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Frasi che contengono la parola ghibellini

Il Papa con questa mossa intendeva rafforzare il suo potere sui guelfi, i quali vedevano nei ghibellini di Modena, alleati con l'imperatore, il nemico principale con il quale occorreva risolvere l'antica questione dei confini. D'altra parte Bologna aveva allargato le sue mire territoriali, dovendo fronteggiare il tumultuoso incremento demografico conseguente alla fama della sua

appaiono citati i consoli di Voghera: aiutati da Pavia i Vogheresi si erano dunque sottratti al governo vescovile e si reggevano a comune. Seguirono sempre Pavia nelle guerre successive tra i Guelfi e i Ghibellini, tenendo quest'ultima parte, ovvero quella imperiale. Lo stesso imperatore

Nei primi decenni del Duecento i Ghibellini erano protetti dall'imperatore Federico II, mentre per i Guelfi la tutela politica era meno definita. I Ghibellini fiorentini misero a segno una prima vittoria con la cacciata nel giugno del

La lotta tra Guelfi e Ghibellini fu raffigurata simbolicamente con un'aquila, insegna dell'Impero, che artigliava un leone e con un leone, animale araldico avversario dell'aquila, che sbranava un'aquila.

), all'epoca uno dei castelli ghibellini facenti parte del contado del comune di Cascia. Le date di nascita e morte sono incerte; dipendono tra l'altro dall'anno in cui se ne indica la morte, ovvero il

e per Bergamo anche l'intensificarsi delle lotte tra le famiglie guelfe dei Rivola, Crotta, Colleoni, Del Zoppo e dei ghibellini Suardi, i primi a favore della chiesa e i secondo dell'imperatore. Quando i

i capi Trussardo Rota, Andrea Rota, Cripio de' Crippi di Strozza, Pinamonte e Peppino Pellegrini di Capizzone, Matano di Mazzoleni, Foppo da Locatello, Andriolo Greppi da Strozza, Butazolo Rota e altri. I ghibellini contavano invece nelle loro file Eugenio, Simone, Zavino e Mogna de' Carminati di Brembilla, Jacopo Gritti de' Locatelli di Berbenno, Andreanino Rota di Rota Fuori, i Dalmasani di Clanezzo. In principio furono i guelfi a prevalere, ma i ghibellini, non rassegnandosi alla sconfitta, chiesero l'appoggio di Matteo Visconti (

, rappresentato dal nipote del Papa il Cardinale Vicedomino Vicedomini, e Ubaldino (Ubertino) Landi, portavoce dei ghibellini. In seguito all'incontro, questi decide di non sottoscrivere alcuna risoluzione pacifica venendo, pertanto,

, da dove poteva controllare i movimenti dei ghibellini. Una leggenda narra che i senesi fecero sfilare il proprio esercito per tre volte davanti all'esercito guelfo, cambiando ogni volta i vestiti con i colori dei

Bocca degli Abati, guelfo prima della battaglia, fu poi dopo la battaglia tra i ghibellini che vittoriosi rientrarono a Firenze;ma dopo la rivincita della parte guelfa egli venne semplicemente esiliato (

, che venne incendiata, mentre i padovani continuarono con la tattica delle razzie dei territori nemici. Intanto a Padova, dove continuava la caccia dei ghibellini, vennero arrestati alcuni membri della famiglia

. Sull'altopiano di Clusone queste guerre videro contrapposti i Guelfi dei castelli di Fino e di molti altri comune della Alta Valle Seriana, in particolare di Onore, di Gromo, di Castione, di Gandellino, contro i Ghibellini del potente castello di San Lorenzo appartenente alla

, riuscirono a garantirsi la trasmissione ereditaria del titolo. Succedeva altre volte, invece, che scoppiassero addirittura guerre per l'ottenimento del titolo, come quella tra Guelfi e Ghibellini, scoppiata alla fine del XII secolo ed estesasi anche a

Altri due locali dell'ultimo livello, chiusi anch'essi da soffitti a capriate lignee, sono utilizzati come sale convegni; mentre la Sala delle gelosie si affaccia sul cortile interno, la Sala dei merli si apre verso la piazza antistante la rocca attraverso i numerosi merli ghibellini coperti.

e Guglielmo de Durfort guidarono una controcarica di cavalleria al centro dello schieramento. Guglielmo di Durfort cadde nel tentativo, colpito da un quadrello. Anche Aimeric de Narbonne fu ferito al volto. I cavalieri ghibellini si avventarono verso il Tornaquinci, che reggeva le insegne. Le sorti della battaglia in quel momento erano veramente incerte.

, dei Conti Guidi di Casentino e Modigliana. Egli, a Siena, era stato con Farinata degli Uberti a capo dei ghibellini fuorusciti da Firenze ed aveva con lui organizzato il tradimento di alcuni fiorentini (in particolare di

e le tradizionali rivali Cremona e Verona, aderenti al partito concorrente. I fuoriusciti ghibellini mantovani, che avevano seguito l'imperatore in varie imprese certamente erano rientrati nel distretto a Marcaria e a




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Ultimo aggiornamento pagina:

17 Dicembre 2021

21:32:15