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Frasi che contengono la parola giuseppe
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Nelle Sefiroth, Chessed-Abramo, Gevurah-Isacco e Tiferet-Giacobbe sono potenze spirituali superiori rispetto a Yessod-Giuseppe, che trasmette le potenze superiori alla loro realizzazione nell'azione di Malkuth. Tuttavia, tradizionalmente nell'
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, il Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia Alberoni, numerosi sindaci, e manager dell'industria aeronautica come Carmelo Cosentino (CEO di Alenia Aermacchi) e Giuseppe orsi (CEO di Agusta Westland), il presidente dell'
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Tomaso Zattoni e il suo collaboratore ingegner Giuseppe Maffei. L'articolo che lo descrive fu firmato da entrambi e il secondo dichiara essersi trattato dell'ultimo progetto seguito dallo Zattoni prima della sua scomparsa
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When I look back on my life, it's not that I don't want to see things exactly as they happened, it's just that I prefer to remember them in an artistic way and, truthfully, the lie of it all is much more honest because I invented it. Clinical psychology tells us arguably that trauma is the ultimate killer. Memories are not recycled like atoms and particles in quantum physics, they can be lost forever. It's sort of like my past is an unfinished painting and as the artist of that painting i must fill in all the ugly holes and make it beautiful again. It's not that I've been dishonest, it's just that I loathe reality, for example, those nurses, they're wearing next season Calvin Klein and so am I. And the shoes, custom Giuseppe Zanotti, i tipped their gauze caps to the side like Parisian berets because I think it's romantic. And I also believe that mint will be very big in fashion next Spring
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La facciata, in stile barocco, presenta sei statue raffiguranti i santi Rocco, Isaia, Luca, Giuseppe, Sebastiano e Fabiano ed un bassorilievo, realizzati nella bottega veronese dei Guidottini e collocate dove oggi si trovano nel
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presiedette alla riunificazione (effimera) fra la chiesa latina, rappresentata da Papa Eugenio IV, e quella bizantina, rappresentata dall'Imperatore Giovanni VIII Paleologo e dal patriarca Giuseppe. La riunificazione sarebbe dovuta avvenire sul piano dogmatico e disciplinare, ma si sarebbero dovute mantenere le differenze sul piano liturgico.
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Maria Grazia Revello, Tiziana Lazzarotto, Brunella Guerra, Arsenio Spinillo, Enrico Ferrazzi, Alessandra Kustermann, Secondo Guaschino, Patrizia Vergani, Tullia Todros, Tiziana Frusca, Alessia Arossa, Milena Furione, Vanina Rognoni, Nicola Rizzo, Liliana Gabrielli, Catherine Klersy e Giuseppe Gerna,
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attaccarono la caserma dei Carabinieri, i quali si opposero solo con armi automatiche. Furono sei i carabinieri uccisi: Roberto Baldoni, Giuseppe Cerveri, Quinto Dri, Giovanni Falchi, Stefano Lela e Arturo Savoi.
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Giuseppe C. Balboni, Arnaldo Bastianini; Enzo Brizzi; Salvatore Castorina; Leonetto Comparini; Rosario F. Donato; Guido Filogamo; Paolo Fusaroli; Giovanni Giordano Lanza; Carlo E. Grossi; Francesco A. Manzoli; Giulio Marinozzi; Alberto Miani; Vincenzo Mitolo; Pietro Motta; Enzo Nesci; Giovanni E. Orlandini; Adalberto Passaponti; Giuliano Pizzini; Enrico Reale; Tindaro Renda; Carlo Ridola; Alessandro Ruggeri; Agatino Santoro; Zampino Antonio; Giovanni Tedde; Damiano Zaccheo,
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Giuseppe C. Balboni, Arnaldo Bastianini, Enzo Brizzi, Salvatore Castorina, Leonetto Comparini, Rosario F. Donato, Guido Filogamo, Paolo Fusaroli, Giovanni Giordano Lanza, Carlo E. Grossi, Francesco A. Manzoli, Giulio Marinozzi, Alberto Miani, Vincenzo Mitolo, Pietro Motta, Enzo Nesci, Giovanni E. Orlandini, Adalberto Passaponti, Giuliano Pizzini, Enrico Reale, Tindaro Renda, Carlo Ridola, Alessandro Ruggeri, Agatino Santoro, Giovanni Tedde e Damiano Zaccheo,
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, bresciano, che comandava una squadra formata oltre che dal Sora, al centro della foto, dagli alpini, a partire da sinistra, caporali Giulio Bich, Silvio Pedrotti, Beniamino Pelissier, sergenti maggiori Giovanni Gualdi, Giuseppe Sandrini, Angelo Casari, Giulio Deriad e
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dell'abitazione che la inglobava totalmente. Nel sottosuolo albanense, esplorando le cantine e le grotte, gli archeologi continuano ad effettuare sorprendenti ritrovamenti: l'archeologo albanense Giuseppe Lugli attesta decine di questi casi
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Quando i fratelli di Giuseppe lo imprigionarono nel pozzo vuoto d'acqua e colmo di serpenti e scorpioni, dai quali Dio lo protesse miracolosamente, viene citata una carovana di Ishmaeliti che passava in quel luogo: la tradizione ebraica spiega che non si trattava di Ishmaeliti ma probabilmente questa indicazione ne cela l'origine (cfr
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, mediante la quale dettava le nuove disposizioni per la successione, ignorando quelle leopoldine, anche se lo avevano beneficiato consentendogli di succedere al fratello Giuseppe. Tra le nuove norme vi era anche quella che regolava la successione secondo un rigido principio di
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Grazie per i riscontri. Visto che probabilmente l'azienda non possiede del tutto i criteri per una pagina aziendale, ho rivisto la pagina di prova, per renderla puramente informativa solo sul software Sadas Engine Utente:Giuseppe Ardolino/Sandbox (
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don Giuseppe Azzarello fu autorizzato dall'arcivescovo ad erigere una chiesa intitolata ai Santi Cosma e Damiano presso il nuovo abitato che gli stessi Azzarello stavano costituendo a sud di Fossa. La chiesa venne distrutta dal
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il complesso fu venduto per lire ottomila ai Reverendi Amedeo Franco, Matteo Gagliardi, Carluigi Di Lella, Francesco Ciaburri, Bartolomeo Di Paola, Domenico Amato, Giuseppe Di Crosta e Giuseppe Sanzari a patto che il
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L'archeologo Giuseppe Tambroni, con l'ausilio del cavalier Vincenzo Colonna, visto il crescente interesse che maturava anche sul grande pubblico il costante rinvenimento di materiale archeologico nell'
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Negli anni settanta numerosi artisti (tra cui Eric Hebborn, Giuseppe Ciotti e Julianos Kattinis) vollero lasciare sui muri traccia del loro paesaggio con affreschi e murales. Agli inizi degli anni ottanta il maestro Vincenzo Bianchi, titolare della Cattedra di
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; la famiglia Guina - cui apparteneva Leonardo - era anch'essa nobile ed antica; Giuseppe Illich era avvocato e agente dei Lloyd a Spalato; Doimo Karaman - imprenditore ed editore - era di un'antica famiglia spalatina, che nel suo albero genealogico aveva vescovi e notabili cittadini; il prof. Giacomo Marcocchia fu un insegnante e studioso di storia; il conte Silvio de Michieli Vitturi apparteneva ad una ricchissima e nobile famiglia, grande latifondista: fra i suoi discendenti vi fu
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Santa Croce: parte orientale posta tra il Ponte Vecchio e Porta San Gallo con le parrocchie di Sant'Ambrogio, Santissima Annunziata, San Giuseppe, San Marco Evangelista, Santa Margherita nella Madonna de' Ricci, Duomo di Santa Maria del Fiore e Santa Reparata, San Michele in Orto e San Michele Visdomini;
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. Anche questi piani dovettero essere abbandonati per la forte opposizione di altri stati confinanti, e in particolare ancora una volta della Francia. Quando poi Giuseppe II riprese i suoi tentativi di ottenere la
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. Il poeta modugnese Marcello Maffei venne invitato nella capitale per commemorare il sovrano scomparso. Durante il regno di Ferdinando II si distinse il modugnese Giuseppe Mario Arpino che fu ambasciatore a
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, su progetto di Taddeo Salvini, ricavato dalla trasformazione delle Scuole Pie di San Giuseppe, poi il Municipio sopra le vecchie carceri, mentre con i lavori di smantellamento delle mura e risanamento urbano, la Piazza del Plebiscito veniva trasformata, perdendo uan parte dei portici che caratterizzavano le basi dei palazzi con le botteghe.
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degli storici e degli esperti di Giuseppe Flavio ritiene che tali frasi non siano state scritte da Giuseppe Flavio stesso, ma siano state inserite successivamente ad opera di copisti cristiani; il testo infatti non viene citato da alcun padre della Chiesa fino ad
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Flavio Giuseppe racconta che fra le tante sciagure, quella del Tempio, svelato agli occhi stranieri, fu la peggiore. Pompeo era stato infatti in grado con il suo seguito di entrare dove solo il sommo sacerdote era in grado di entrare, potendo contemplare il
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. Secondo le primissime fonti, non confermate, l'omicidio potrebbe risalire a una richiesta di acquisto di un terreno nei confronti di Francesco, padre del defunto da parte di Sara Mancuso sorella di Giuseppe, Francesco, Pantaleone e Diego Mancuso
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. In seguito si aggiunsero, provenendo in gran parte dal centro nord, Paolo Acrosso, il conte Boccabianca de Patay, Giuseppe Bovini, Francesco Callari, Beniamino D'Amato, Ludovico Greco, Antonio Piccone Stella, Libero Pierantozzi, Esule Sella, Paolo Tedeschi
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ad opera del colonnello del Genio Giuseppe Benati che propose una relazione fra Roverbella e Peschiera; diversi furono i tentativi di trovare finanziatori disposti ad assumere la gestione della linea. Solo nel
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, dove apprese i primi rudimenti del disegno. Grazie alle conoscenze ottenute con la commercializzazione dei loro prodotti, i Pellizza entrarono in contatto con i fratelli Grubicy, che promossero l'iscrizione di Giuseppe all'
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; oltre ai due studenti, facevano parte dell'impresa anche due dottori in medicina, Antonio Succi e Angelo Sassoli, che tradirono poi gli altri patrioti riferendo tutto alla polizia pontificia, e altre quattro persone (Giuseppe Rizzoli detto
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, assistito dal fratello Giuseppe Fossati, ingegnere. I due fratelli consolidarono la cupola e le volte, raddrizzarono le colonne e rinnovarono la decorazione degli esterni e degli interni dell'edificio. I mosaici bizantini superstiti vennero scoperti e ricoperti con uno strato d'intonaco, ed i vecchi lampadari vennero sostituiti da nuovi, del tipo a goccia. Alle colonne vennero appesi otto giganteschi medaglioni circolari, opera del calligrafo
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, fuori dalla discoteca Skylab, il nomade Giuseppe De Rosa. Il delitto viene poi risolto grazie a un'intercettazione tra due affiliati (Agostino Catanzariti e Michele Grillo) avvenuta nell'indagine Platino del
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, Domenico Morello braccio destro di Macheda si incontra con Antonino Paviglianiti e Giuseppe Crea per far sparire dei soldi provenienti dalla Libia e anche soldi provenienti da Napoli legato alla vendita di
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Il tragitto del carro votivo consiste nel percorrere tutto il corso Giuseppe Garibaldi, fermare lo stesso alla fine della strada e ripartire, in direzione opposta, percorrendo nuovamente il corso Garibaldi fino alla
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Teresa Toda y Juncosa, in religione Teresa di San Giuseppe, fu la prima superiora generale delle Carmelitane Teresiane di San Giuseppe e sua figlia, Teresa del Cuore Immacolato di Maria, fu maestra delle novizie: nel
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, una mozione della federazione giovanile cagliaritana e una presentata da Emilio Fadda, di orientamento conservatore. La prima, che intendeva il Psd'Az come partito di classe e inserito nel movimento internazionale della sinistra, fu sottoscritta oltre che da Lussu, da Dino Giacobbe, Giuseppe Asquer, Anton Francesco Branca, Armando Zucca, e si presentava particolarmente forte nella
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ma, nuovamente, con scarso successo. Il segretario Giacomo Sanna manca l'elezione e sono eletti due soli consiglieri, Beniamino Scarpa e Giuseppe Atzeri. Sanna si presenta in un collegio lombardo sotto le insegne della
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Dopo gli inizi, comprensibilmente faticosi, con l'entusiasmo crebbe anche la consistenza dei figli di don Bosco in Argentina. Al lavoro in questa terra sono tanti i Salesiani che hanno legato il loro nome scrivendo pagine straordinarie di evangelizzazione e promozione umana: tra gli altri don Domenico Milanesio, don Giuseppe Vespignani, don
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Gaetano Gobbo, Ettore Troya, Vincenzo Giachetti, Felice Amerio, Oreste Zavattari, Gino Marini, Mario Raffa, Ernesto Alliana, Angelo Como d'Agna Sabina, Jacopo Cornaro, Emilio Alliney, Luigi Chicco, Isidoro Rovero, Luigi Chicco, Serafino Pratis, Luigi Chicco, Giovanni Faracovi, Vittorio Emanuele Rossi, Mario Cerruti, Giuseppe Cremascoli, Giuseppe Bellocchio, Umberto Fabbri,
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, Giuseppe Inaudi, Tito Corsini, Alberto Boato, Felice Tua, Enrico Corelli, Tullio Mamini, Riccardo Richiardi, Riccardo Ghirardi, Vittorio Conti, Giovanni Vogliano, Pier Emilio Lucio, Raffaele Carleismo, Luigi Cappelletti, Luigi Fregosi, Claudio Rovatti,
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, sempre da Giuseppe Abbo nella Barma grande, una costituita da uno scheletro maschile adulto caratterizzato da una forte usura dentaria e l'altra formata dai resti di un adulto interrato sopra un antico focolare;
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; alla notizia dell'incoronazione di Giuseppe come nuovo re di Spagna, percepita come imposizione di un monarca straniero, tutta la nazione insorse contro i francesi, subito imitata anche dai portoghesi
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ex campione d'Italia e Gianluca Vinci figlio dell'allenatore Giuseppe Vinci) facendogli maturare esperienza e gettoni di presenza in Serie A. Tra gli acquisti spicca il nome di Pierluigi Di Marcello, portiere con esperienza ventennale in massima serie ed in Nazionale. Per gli stranieri le scelte ricadono sul terzino
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Molti sono i temi di studio e di ricerca a cui Cirese ha dedicato la sua attenzione. Tra questi un posto di rilievo spetta alla storia degli studi. Riprendendo e rinnovando l'opera di Giuseppe Cocchiara, Cirese ha dedicato alla
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, al Codice di procedura civile a cura di Nicola Picardi, al Codice penale a cura di Tullio Padovani e al Codice di procedura penale a cura di Giovanni Canzio e Giovanni Tranchina, per la normativa di settore basti citare, tra i tanti: Codice del lavoro a cura di Giovanni Amoroso, Enzo Di Cerbo e Arturo Maresca, Codice della famiglia a cura di Michele Sesta, Codice del consumo a cura di Vincenzo Cuffaro, Codice del fallimento a cura di Piero Pajardi, Codice della giustizia amministrativa a cura di Giuseppe Morbidelli, Codice dell'azione amministrativa a cura di
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ad insegnare Canto Sacro nel Pontificio Seminario Vaticano e fu ospite di mons. Giuseppe Vizzini professore di Teologia al collegio di S. Apollinare. Non appena terminati gli studi ecclesiastici, si iscrisse al Liceo musicale dell'
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, la biblioteca civica si trova nell'edificio di Villa Locatelli in via Giuseppe Bovara. Intitolata ad Uberto Pozzoli, giornalista e politico lecchese, essa offre un ampio patrimonio enciclopedico, saggistico e narrativo oltre a una notevole raccolta delle testate di giornali e riviste del territorio pubblicati fra il XIX e il XX secolo attualmente disponibili in microfilm per garantirne la tutela. Importante la collezione donata dalla famiglia Guzzi, fondatrice della prestigiosa azienda di motociclette di Mandello del Lario
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), qualsiasi apertura nei confronti del PCI. Ne facevano parte Oscar Luigi Scalfaro (uscito da centrismo popolare durante lo scioglimento della corrente), Mariotto Segni, Severino Citaristi, Giuseppe Zamberletti, Bartolo Ciccardini e un altro centinaio di esponenti democristiani.
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Al suo funerale parteciparono un milione di persone, molte delle quali lo avevano conosciuto in vita e si erano rivolte a lui per la guarigione. Le sue spoglie riposano nell'Oratorio di San Giuseppe a
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, Giuseppe Devincenzi, Pasquale Liberatore, Angelo Camillo De Meis, Melchiorre Delfico, Silvio e Bertrando Spaventa. Dal punto di vista risorgimentale, a Chieti passarono alcuni patrioti che nei periodici appoggiavano la causa unificatrice, come Carlo Madonna di Lanciano, Cesare De Horatiis di Furci e
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e vedeva imputati Scarantino, Salvatore Profeta, Giuseppe Orofino e Pietro Scotto (tecnico telefonico e fratello del mafioso Gaetano, accusato dagli inquirenti di aver manomesso gli impianti telefonici del palazzo di via D'Amelio per intercettare le telefonate della madre del giudice Borsellino al fine di conoscere i movimenti del magistrato).
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per il reato di strage anche Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Lorenzo Tinnirello, Giuseppe Urso e Gaetano Murana, che in primo grado erano stati invece assolti da questa accusa; vennero anche confermati gli ergastoli inflitti a
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L'api in tributo, componimenti poetici de' signori accademici Filergiti per le nozze de gl'illustriss.mi sig.ri il signor marchese Giuseppe Albicini, nobile forliuese, e la signora marchesa Maria Teresa Millini nobile romana dedicati al sublime merito dell'ill.mo signor sposo
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con Giuseppe Lo Bianco nel ruolo di direttore responsabile, sostituito poco tempo dopo da Sandra Rizza, e con Vittorio Corradino come direttore editoriale. La testata chiude dopo pochi mesi, nel febbraio
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. Anche quest'ultimo ebbe solo figlie femmine e si pose la questione se la successione dovesse toccare ad una delle proprie figlie o ad una di quelle del suo fratello maggiore e predecessore Giuseppe.
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Chiesa parrocchiale di San Giuseppe. Ultima parrocchia, costruita alla fine degli anni sessanta del XX secolo entro la giurisdizione di Santa Maria della Castagna, a seguito dell'urbanizzazione della zona di Priaruggia; il parroco di Santa Maria della Castagna che aveva iniziato la sua edificazione, don Pietro Bisso, divenne parroco di questa nuova chiesa.
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: la prima sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta da Corrado Carnevale, annulla gli ordini di cattura emessi contro il boss della 'ndrangheta calabrese Giuseppe Lo Giudice e dei suoi tre figli, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso.
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Molti altri sono i nomi dei maestri (soprattutto operanti tra il XV e il XVII sec.) cui spetta il merito di aver saputo elevare l'arte della ceramica di sciacca. Tra questi spiccano i nomi di Piparo, Di Facio, Lu Xuto, Lo Boj e di Giuseppe Bonachia.
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Angelo Bettoni, Giacomo Bontempi, Ferruccio Cadei, Roberto Jacotti, Antonio Jori, Giovan Battista Locatelli, Artemio Magrassi, Giuseppe Montini, Giuseppe Palazzi, Paolo Rovetta, Giuseppe Seppilli e Giuseppe Zatti.
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Amendola, Colombi, Di Vittorio, Edoardo D'Onofrio, Li Causi, Negarville, Teresa Noce Teresa, Novella, Pajetta, Roasio, Giuseppe Rossi, Roveda, Scoccimarro, Secchia (vice segretario generale), Sereni e Spano.
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Direzione: Togliatti (segretario generale), Longo (vice segretario generale), Berlinguer (FGCI), Amendola, Colombi, Di Vittorio, D'Onofrio, Giuseppe Dozza, Grieco, Li Causi, Negarville, Novella, Pajetta, Roasio, Roveda, Scoccimarro, Secchia, Sereni, Spano e Terracini.
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Giuseppe Flavio racconta che le vicende successive videro il popolo di Gerusalemme, posto sotto l'alto comando del sommo sacerdote Anano, richiedere l'aiuto dei Romani (o forse si trattava solo di una diceria messa in circolazione da
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. Al suo iniziale rifiuto, come ci racconta Giuseppe Flavio, sembra che anche i generali cominciassero ad insistere, mentre i soldati gli si avvicinavano con le spade in pugno, quasi lo stringessero d'assedio, cominciarono a minacciare di ucciderlo qualora non avesse accettato. E se
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Flavio Giuseppe racconta che fra le tante sciagure, quella del Tempio, svelato agli occhi stranieri, fu la peggiore. Pompeo era stato infatti in grado con il suo seguito di entrare dove solo il sommo sacerdote era in grado di entrare, potendo contemplare il
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Secondo un'ultima ipotesi, al posto del bandito fu ucciso, forse intenzionalmente, un suo sosia, per essere poi tumulato al suo posto. Per queste ragioni lo studioso Giuseppe Casarrubea ha chiesto alla Procura di Palermo di riaprire la bara tumulata nella cappella della famiglia Giuliano a
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La salma fu imbalsamata dal dottor Giuseppe Rossi, l'uomo che trent'anni prima aveva allevato i suoi due figli prima delle nozze con Neipperg. Alla vigilia di Natale fu celebrato il rito funebre. Il feldmaresciallo
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lignea dell'ingresso laterale dal falegname Giovanni Gozzoli, decorata da intagli e motivi floreali. Il manufatto viene poi arricchito da un monocromo giallo a lunetta di Giuseppe Teosa, con la raffigurazione di
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, con Santa Messa Solenne, benedisse la nuova chiesa di San Giuseppe Lavoratore. Il progetto del nuovo complesso San Giuseppe Lavoratore di Terni (chiesa, convento e aree adiacenti) appartiene all'architetto
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. La porta, andata distrutta, si trovava nel parte a sud del borgo all'angolo tra le attuali piazza Plebiscito e via Giuseppe Elia. Era l'accesso utilizzato dalla famiglia ducale e privilegiato da chi era diretto al castello e alla collegiata.
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la sede fu devastata per la prima volta, costringendo Giuseppe Canepa a ritirarsi dalla direzione del quotidiano per due anni. Durante questo periodo fu sostituito da Ludovico Calda, per i primi mesi, e poi da Carlo Bordiga.
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scuole superiori: Istituto tecnico economico Giuseppe Luosi, Istituto per servizi commerciali Carlo Cattaneo, Liceo Classico e Classico Linguistico Giovanni Pico, Istituto Galileo galilei (Liceo scientifico, Istituto tecnico industriale e Istituti Professionali)
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Alla fine del secolo scorso verso la fine dell'Ottocento per l'apertura dell'attuale Corso Umberto I e dell'adiacente piazza Mancini (alle spalle della statua di Giuseppe Garibaldi) vennero abbattuti due antichi chiostri e parte di colonne e capitelli vennero collocati all'ingresso della chiesa di S. Aspreno inglobata nell'edificio del palazzo della Borsa in piazza Bovio. Le colonne sono tutt'ora visibili al pubblico.
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Le indagini ricostruirono l'esecuzione della strage di via dei Georgofili in base alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Pietro Carra, Vincenzo e Giuseppe Ferro, Salvatore Grigoli, Antonio Calvaruso, Pietro Romeo e Vincenzo Sinacori. Nel
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. In un Bollettino Provinciale dell'epoca si descrive Giuseppe Giusti come un contadino sommese che arruolatosi nell'esercito piemontese per cercare di convincere gli uomini della cavalleria austro-ungarica, gli
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, studiosa e poetessa di origini austriache, gli vennero imposti i nomi di Tancredi, Achille, Giuseppe, Olimpio, ma per tutta la vita sarebbe stato, appunto, Duccio. Dopo aver conseguito la laurea in
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essendo avvenimenti che riguardavano direttamente gli Ebrei, la loro religione e i loro sacerdoti; nelle opere di Giuseppe Flavio tuttavia non viene citato il Sinedrio nel I secolo, sino al martirio di
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Giuseppe II sosteneva che Luigi avesse delle erezioni soddisfacenti ma che, una volta inserito il membro, non restasse abbastanza a lungo da eiaculare, compiendo l'atto sessuale soltanto per dovere e non per piacere, a causa dell'educazione eccessivamente religiosa ricevuta, che l'aveva reso
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, Madonna Cava Bufalata, Madonna dell'Alto Oliva, Mamuna, Mandriglie, Matarocco, Messinello, Misilla, Musciuleo, Nasco, Paolini, Pastorella, Pecorume, Perino, Pellegrino, Pispisia, Ponte Fiumarella, Porcospino, Pozzillo, Rakalia, Ranna, Rassameli, Rinazzo, Roccazzello, Salvaggi, San Giuseppe Tafalia, San Nicola, San Silvestro, Sant'Ambrogio, Sant'Anna, Santa Venera, Santi Filippo e Giacomo, San Michele Rifugio, San Leonardo, Santo Padre delle Perriere, Scacciaiazzo, Sinubio, Spagnuola, Stazzone,
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, sacerdote, e diciannove compagni, martiri: beato Giuseppe Maria Peris Polo, dei sacerdoti operai diocesani, martire; beata Maria del Santuario di san Luigi Gonzaga Moragas Cantarero, vergine carmelitana scalza e martire; beato Domenico Hurtado Soler, sacerdote amigoniano e martire; beato Vincenzo Soler, sacerdote agostiniano recolletto e martire; beato Carmelo Sastre Sastre, sacerdote e martire; beato Giacomo Bonet Nadal, sacerdote salesiana e martire; beato
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, sacerdote trinitario; beati Giovanni Shozaburo, Mancio Ichizayemon, Michele Taiemon Kinoshi, Lorenzo Hachizo, Pietro Terai Kuhioye e Tommaso Terai Kahioye, martiri; beato Francesco Saverio Ponsa Casallarch, religioso fatebenefratelli e martire; beata Amalia Abad Casasempere, martire, madre di famiglia e martire; beato Giuseppe Tarrats Comaposada, gesuita e martire; beato
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, cappuccino; beato Tommaso Bullaker, sacerdote francescano e martire; beato Giuseppe Gonzales Huguet, sacerdote e martire; beato Pacifico Salcedo Puchades, cappuccino; beato Romano Sitko, sacerdote e martire.
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(Nunzio Giardini, Vincenzo Riccio, Francesco Todaro, Giacomo Muro, Nicola Buono, Stefano Foti, Bartolomeo Stagnaro, Ignazio Catanzaro, Giuseppe Zuccone e Giuseppe Garazzino) per fornire scorta alla spedizione in
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, su progetto dell'ingegner Giuseppe Messina che ne diresse i lavori di costruzione, era originariamente costituito da un grande arco a sesto ribassato in legno e metallo, diviso in due braccia che giravano indipendentemente l'una dall'altra attorno ad un perno verticale posto su uno spallone. Il funzionamento avveniva grazie a turbine idrauliche alimentate da un grande serbatoio posto sul
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fiancheggiata da quattro cappelle per lato (della Madonna del Rosario, con accanto una piccola nicchia contenente una statua di Sant'Antonio da Padova; della Compagnia del Suffragio, presso il quale si trova il sepolcro dei canonici della Collegiata; dell'Immacolata; del Battistero; dell'Assunta; di San Giuseppe; della Madonna del Carmine e dell'Addolorata), caratteristica molto comune in epoca
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ospita alcuni uffici dell'Ausl e varie associazioni, in attesa di un restauro e di una definitiva riconversione ad altri scopi. Il grande edificio, caratterizzato dalla lunga facciata con ingresso monumentale in pietra, si articola attorno a tre cortili affiancati, su cui prospettano i numerosi ambienti interni e gli ampi corridoi, in parte decorati con affreschi dipinti dal gesuita Giuseppe Barbieri agli inizi del
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. Con la stessa accusa viene arrestato anche il fratello Giuseppe, mentre un altro killer originario di Castellammare, Calogero Di Maria, partito per gli Stati Uniti subito dopo la strage viene ucciso due giorni dopo in un bar del Bronx
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); suo fratello Giuseppe Calderone, all'uopo prescelto dall'organizzazione, si era quindi incontrato a Roma con il principe Borghese; questi voleva conoscere i nomi degli affiliati all'organizzazione, e offriva in cambio la revisione dei processi di Rimi e di Luciano Leggio (
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L'evangelista Luca fa apparire il cristianesimo come prosecuzione legittima del giudaismo (religione ammessa dai romani). Riporta i nomi dei giudei osservanti della legge (Zaccaria, Elisabetta, Simeone, Giuseppe d'Arimatea) e anche il centurione romano Cornelio chiamato
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di patronato della famiglia De Angelis, sopra l'altare raffigurante il Transito di San Giuseppe del XVII secolo. Durante il restauro della tela, sul muro retrostante il quadro sono state trovate tracce di affresco.
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Franco Cazzola, Giuseppe Mantovano, Giovanni Batista Panatta, Piero Piccini, Maria Serana Mazzi, Anna Maria Visser Travagli, Alessandra Chiappini, Jadranka Bentini, Anna Maria Fioravanti Baraldi, Elena Corradini, Giovanna Degli Esposti, Gioia Meconcelli, Luciano Chiappini, Adriana Cavicchi,
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di Sora Giuseppe Colucci massimo funzionario borbonico del distretto, che fu nominato presidente del nuovo organismo democratico; inoltre Francesco Loffredo di Sora, Lorenzo Iacovelli di Picinisco, Giuseppe M. Polsinelli di Arpino, Alessandro Ferrari di Sora, Gaetano Pelagalli di Aquino, Federico Iucci di Cassino e Calcagni di Arce.
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Splendido monumento settecentesco la Chiesa parrocchiale dei santi Giuseppe e Giuliana di Villa del Conte, progettata dal parroco di allora don Giuseppe Carrara. Al suo interno si trovano alcune tele del grande pittore veneziano
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Degno di nota fu l'atteggiamento della popolazione frusinate durante l'occupazione francese e la Repubblica Romana, alla quale comunque aderirono due frusinati, Giuseppe De Matthaeis e Luigi Angeloni, che divennero Tribuni della Repubblica: la popolazione, intorno al
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; i nazionalisti, che erano armati, dispersero gli avversari a colpi di pistola. Negli scontri vennero uccisi tre operai: la giovane socialista diciannovenne Teresa Galli, il diciottenne Pietro Bogni e e il sedicenne Giuseppe Luccioni, tutti raggiunti da colpi di arma da fuoco al capo, numerosi furono i feriti
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con una squadra formata da elementi locali come Roald e Giuseppe Vento, Nino Fodale, Ignazio Voi, Roberto Naso, Giovanni Crimi, Franco Gallo, Aldo Guarnotta, Giuseppe Ruffino e Carlo Lungaro (futuro presidente della
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Lucia Vivien Pick, Diane Rama, Nadia Pellicciari (soprano), Giuseppe Lopopolo, Giuseppe Donno (tenore) - Carlo Proverbio, Bortolo Laffranchi, Alessandro Cairoli (baritono) - Lucio Folilela (basso) - coro
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. Fanno parte della contrada Arco: via Giuseppe Garibaldi da largo Arco a piazza Guglielmo Marconi, traversa Giuseppe Garibaldi, via Martiri Ungheresi, via Palma e traverse, via Roberto Serafino con le traverse e via Monte.
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, riconoscibile dalle caratteristiche testine di terracotta sulla facciata e che domina l'intero largo Marzo, avevano luogo le riunioni del consiglio comunale. Fanno parte della contrada: largo Marzo, via Beniamino Marciano, via Giuseppe Garibaldi da largo Marzo a piazza Guglielmo Marconi, via Foce, via Farricella I e II, via Caduti per la Patria e parte di via Nazario Sauro.
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, amico dell'arciduca assassinato, ebbe una reazione inizialmente bellicosa. Egli in passato aveva infatti immaginato di guidare, alla morte dell'anziano Francesco Giuseppe, le sorti dell'Europa assieme all'erede Francesco Ferdinando
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Per le sue simpatie per l'epoca dell'Imperatore Francesco Giuseppe lo giudicavamo come l'ultimo animale preistorico della monarchia. Roth era un uomo che aveva rinunciato a ogni speranza e si era chiuso al mondo
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, su disegno dell'ingegnere Vito Valentino, si pose la prima pietra della chiesa attuale, sotto il provincialato di Padre Ilarione di San Giuseppe, napoletano. L'edificazione fu iniziata effettivamente nel
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Ultimo aggiornamento pagina:
23 Febbraio 2021
17:49:11