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Frasi che contengono la parola gian
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(dieci anni dopo l'altare di sant'Ambrogio), su commissione del giurista Bartolomeo Parravicini e di suo nipote Gian Giacomo, canonico del duomo: realizzata in marmo di Musso senza tracce di colore, presenta forme tipiche della
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per raccordare la basilica michelangiolesca con il corpo longitudinale seicentesco. All'interno si trova il tabernacolo del Santissimo Sacramento, realizzato in bronzo dorato da Gian Lorenzo Bernini nel
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D'altra parte Galeazzo dovette promettere allo zio che la Signoria di Milano non sarebbe passata ai figli avuti con la nuova consorte. Tuttavia il matrimonio tra Gian Galeazzo e Maria non ebbe mai luogo per l'opposizione dei baroni siciliani appoggiati da
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Fra i motivi addotti per la sua soppressione, vi fu la mancata devoluzione, da parte dei monaci, delle ingenti rendite devolute al monastero dal duca Gian Galeazzo, a favore dei poveri e dei luoghi sacri, una volta terminata la costruzione del monastero
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L'accesso al complesso monastico avviene attraverso un vestibolo di epoca rinascimentale, affrescato sia interiormente che esteriormente. Nella lunetta d'ingresso, sbiadita, due angeli reggono la stemma del committente Gian Galeazzo, con il
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Dopo la nomina di Gian Galeazzo Visconti a duca di Milano, i Visconti affidarono ai letterati di corte la redazione della leggenda relativa alla genealogia familiare che faceva risalire le origini ad ascendenze
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Alessandro Fantechi (Londra), Daniel Mosseri (Berlino), Gian Marco Litrico (Vancouver), Valeria Robecco (New York), Paolo Manzo (San Paolo del Brasile), Marta Ottaviani (Istanbul), Chiara Clausi (Beirut): corrispondenze
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), giungendo in piazza Gian Gabriele Valignani, con il teatro Marrucino, recentemente abbellita da una fontana luminosa. Il corso prosegue per il rettilineo fino alla piazza Trento e Trieste, costeggiando il palazzo diocesano, il palazzo della Provincia e del tribunale, quello della
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, figlia del duca Gian Galeazzo, il cui contratto matrimoniale stabiliva che, nel caso di estinzione della dinastia viscontea, il titolo di Duca di Milano andasse ai discendenti di Valentina. Luigi XII, protestandosi legittimo erede dei Visconti, invase lo Stato milanese nel
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La facciata si inquadra nel fronte monumentale di piazza di Corte, progettato da Gian Lorenzo Bernini e mantenuto negli interventi settecenteschi come quinta scenografica antistante la lunga facciata di
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, era contenuta la risposta ad alcune critiche mosse al libro della Frale da parte di Gaetano Ciccone, Antonio Lombatti e Gian Marco Rinaldi. Dopo aver respinto le argomentazioni dei critici della Frale, Aquilanti si dedicava a presentare una sua personale scoperta: una delle scritte sulla
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Testi di: Fabrizio Benente, Federico Andreazzoli, Monica Baldassarri, Roberto Codovilla, Marzia Dentone, Gian Battista Garbarino, Sara Lassa, Alexander Parise, Fabrizio Pastorino, Nadia Piombo, Eliana M. Vecchi, Daniele Calcagno, Loris Jacopo Bononi, Alessandro Soddu, Alessio Zoppi, Roberto Ricci.
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Assegnata in deposito permanente al FAI dalla gallerista e storica dell'arte Claudia Gian Ferrari, comprende quarantaquattro dipinti, disegni e sculture di artisti italiani del primo Novecento, tra cui
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Per quanto concerne l'educazione di Gian Gastone, essa fu affidata a Pietro Biringucci. Tra gli altri precettori della prima giovinezza si ricordano Valerio Spada e soprattutto il cardinale e studioso di storia ecclesiastica
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. Prima amante e poi organizzatore dei festini di Gian Gastone, Giuliano Dami divenne un personaggio estremamente potente nel corso del regno del suo padrone, per poi cadere inevitabilmente dopo la sua morte
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che scacciava gli ebrei dediti allo strozzinaggio, da alcuni nobili napoletani (Aurelio Paparo, Gian Domenico di Lega e Leonardo di Palma Castiglione) per combattere l'usura elargendo prestiti senza scopo di lucro.
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(l'industriale Gian Riccardo Cella, l'ex prefetto di Milano ed ex ministro delle corporazioni Mario Tiengo, e il prefetto di Milano Mario Bassi non parteciparono direttamente ai colloqui) e una delegazione del
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ma Gian Giacomo Caprotti, che sarebbe stato non solo allievo prediletto, ma anche amante di Leonardo. Anche il giornalista Silvano Vinceti lo ha sostenuto, sebbene queste teorie siano state criticate.
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del castello di Musso, facendone quartier generale per le proprie scorribande e per i propri mercenari in un periodo di dieci anni. Dalla rocca, che serviva anche come porto sicuro per le operazioni piratesche intraprese dal Medici sul lago, Gian Giacomo diresse l'occupazione delle Tre
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Gian Paolo Romagnani, Lucetta Levi Momigliano, Camilla Barelli, Virginio M. Colciago, Luigi Taborelli, Luciano Manino, M. Carla Uglietti, Anna Maria Maggi, Luisa Brecciaroli Taborelli, Umberto M. Fasola, Gianfranco Paci, Sergio Roda,
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- che decise di riportare a nuova vita il castello medievale posto a guardia della zona da Gian Galeazzo Visconti e di sostituire le fatiscenti case rurali del borgo adiacente con nuovi edifici in stile quattrocentesco
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Palazzo Benedetti-Chigi: severa ed elegante costruzione del secolo XVI con ingresso dalla centrale via Roma ove un lungo viale conduce alla nobile dimora costruita nel secolo XVI da Gian Domenico Benedetti di
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Teresa Bausano, Giuseppe Caltabiano, Gian Paolo Castelli, Stefano De Felici, Vittoria Gallo, Daniele Guaragna, Michele Manca, Germana Mastropasqua, Bruno Mattei, Andrea Monaco, Sergio Polimene, Xavier Rebut, Flaviana Rossi, Patrizia Rotonda, Susanna Ruffini, Enrico Scarinci, Lucia Staccone, Antonella Talamonti, Fiammetta Tosti, Vincenzo Zappa: cfr.
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Il Modena rinasce dopo il fallimento dell'era di Antonio Caliendo. Il sindaco Muzzarelli, decide di dare il compito della rinascita del nuovo Modena a Romano Sghedoni, Romano Amedei e a Carmelo Salerno (come presidente). In seguito si aggiungeranno anche Gian Lauro Morselli e Paolo Galassini come soci. Come direttore sportivo viene scelto
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, figlio primogenito di Gian Tommaso I Gioeni. Divenne conte di Novara e marchese di Castiglione dopo la morte del padre. Essendo morto senza figli, gli succedette il fratello Lorenzo Gioeni e Gioeni.
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- Il Parlamento, riunito in seduta comune, elegge al primo scrutinio Sergio Fois, Gian Vittorio Gabri, Franco Fumagalli, Carlo Federico Grosso, Andrea Proto Pisani, Giovanni Fiandanca, Alfredo Pazzaglia, Agostino Viviani e Franco Franchi al Consiglio Superiore della Magistratura.
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. I carichi viaggiavano inoltre per concessione di Gian Galeazzo Visconti in assenza di dazi: sul marmo usato dalla fabbrica. Le imbarcazioni che trasportavano i materiali (esenti da pedaggi) per la fabbrica erano contraddistinte dalla scritta
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). Lo scontro avvenne all'alba, e fu una sconfitta totale per i francesi: tutte le navi vennero catturate, e, contemporaneamente, a terra, un contingente di truppe sbarcate dalla flotta genovese al comando di Gian Ludovico Fieschi e Giovanni Adorno, aiutati dai Rapallini, sbaragliarono i transalpini rimasti a terra prendendo il controllo dell'abitato. Il successo ottenuto venne incrementato pochi giorni dopo quando un convoglio di dodici velieri francesi venne catturato nelle acque di
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. I pochi immobili realizzati dalla Tiberina si concentrano tra gli assi di Via Scarlatti e via Gian Lorenzo Bernini. Diversi edifici vennero messi in liquidazione come anche i terreni non edificati, i restanti vennero acquisiti dalla Banca d'Italia, dal
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, moglie del defunto principe Ferdinando la quale, intenzionata a tornare a Monaco di Baviera, fu tuttavia convinta a rimanere da Gian Gastone mentre Cosimo III, onde evitare lotte di corte, decise di nominare Violante Governatrice di Siena.
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; inoltre poco tempo prima era morta Margherita Luisa, la quale piuttosto che lasciare i suoi beni ai figli superstiti, Gian Gastone ed Anna Maria Luisa, li devolse alla Principessa di Epinoy, una lontana parente.
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Alla morte di Cosimo III i rapporti tra il nuovo granduca Gian Gastone e la sorella Anna Maria Luisa, mai positivi, si deteriorarono ulteriormente: lui considerava la sorella come la responsabile dell'infelice matrimonio, mentre lei detestava la vita privata viziosa e le idee liberali del fratello che aveva abrogato i decreti restrittivi paterni e si divertiva nell'umiliarla.
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. Per quanto concerne l'educazione di Gian Gastone, essa fu affidata a Pietro Biringucci. Tra gli altri precettori della prima giovinezza si ricordano Valerio Spada e soprattutto il cardinale e studioso di storia ecclesiastica
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Sui consulti e sulle lettere di Antonio Cocchi ed altre scritture postume con sei consulti altri latini, altri francesi inediti dello stesso: lettera del professor Chiappa al Marchese Gian Giacomo Trivulzio
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che la reggenza limitava l'onnipotenza del Moro e che Gian Galeazzo Maria, qualora avesse voluto dedicarsi alla gestione dello Stato, avrebbe avuto il diritto legale di estromettere il potente zio dal potere.
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e la BCE nomina commissari Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener, docente di diritto bancario e societario; viene nominato anche un comitato di sorveglianza composto da Gian Luca Brancadoro, Andrea Guaccero e Alessandro Zanotti.
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Alcune fonti considerano Giovan (o Gian) Francesco di Sangro il primo principe di Sansevero, e in questo modo Raimondo di Sangro, l'autore della riorganizzazione settecentesca della cappella, risulterebbe essere il settimo principe della casata (vedi
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. Giuseppe Lucchini, patron del team bresciano, assunse il compito di finanziare per due anni la squadra al fine di garantirne l'esistenza, mentre Gian Carlo Minardi sarebbe rimasto alla guida del team.
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. In base agli accordi i Visconti si ritirarono dalla Toscana, fatti salvi i territori che avevano catturato mentre Padova e il padovano sarebbero rimasti in possesso di Francesco Novello da Carrara sotto il pagamento di una grossa somma di denaro a Gian Galeazzo.
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, decide di dare il compito della rinascita del nuovo Modena a Romano Sghedoni, Romano Amedei e a Carmelo Salerno, quest'ultimo come presidente; in seguito si aggiungeranno anche Gian Lauro Morselli e Paolo Galassini come soci. Come direttore sportivo viene scelto
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La vena di sentimentalismo, che a tratti pervade il film, riguarda il dolore per le giovani vite perdute e riflette probabilmente il dramma della morte del figlio maggiore del regista Gian-Carlo, scomparso in seguito ad un incidente in barca nel
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, Rosa Trivulzio, figlia del principe Gian Giacomo Trivulzio, era di nobile famiglia di letterati protagonisti dei salotti del Neoclassicismo milanese, frequentati anche da poeti e letterati fra i quali
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. All'interno si trovano la cappella per la celebrazione delle messe e le lapidi che ricordano la sepoltura di sacerdoti e parroci storici di Brugherio, tra cui don Gian Andrea Nova. Non mancano diverse tombe monumentali in pietra e marmo, destinate ad ospitare i resti di personaggi storici quali il sindaco Michele Veladini, il fratello di lui Paolo (acceso patriota) e di altri sindaci e famiglie storiche brugheresi
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Ai suoi quadri, ma anche ai suoi acquerelli e ai suoi disegni sono stati dedicati scritti, saggi e articoli da parte di importanti studiosi e critici d'arte come Luciano Caramel, Dino Formaggio, Sebastiano Grasso, Jorge Luis Borges, Franco Russoli (autore di una monografia), Raffaele De Grada, Gian Alberto Dell'Acqua, Dante Isella, Marisa Dalai-Emiliani, Francesco Flora (autore di una monografia),
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Salve, ho tolto la parte di quell'informatico (Gian Mario Pala) che dice di aver ricavato un inno sacro dal dipinto... mi pare una balla o al massimo una ricerca orginale. nel caso mi sbagliassi rollbaccate pure --
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Gian Carlo Di Negro ebbe l'idea di animare i suoi ricevimenti con le inaugurazione di busti raffiguranti illustri personaggi italiani, attuali e passati. Le manifestazioni relative coinvolgevano discrete folle, con rinfreschi, luminarie, palloncini, scene all'aperto sino alle terrazze che collegavano la villetta all'
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, formata da fratelli o cugini come Giovanni e Domenico Fournier, Giambattista Rista Scarsello, Stefano e Gioanni Perno, Bartolomeo Gancia, Sebastiano Vivalda, Gian Battista Dogliani, Vincenzo Taricco e Giovanni Scarsello considerato il capo
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. Il suo promontorio fu conteso lungamente tra le truppe del duca, comandate da Ludovico Vistarini, ed i soldati di Gian Giacomo. Dopo un anno di combattimenti infruttuosi per ambo le parti, il Medici decise di abbandonare il lago di Como e la rocca di Musso, ottenendone in cambio il castello ed il marchesato di Melegnano. L'altro affresco presente raffigura un'altra visione del
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. Muoiono Gian Francesco e la madre Barbara (nel frattempo rimasta vedova e risposata con Orazio Simonetta conte di Sissa) con altri nobili parmensi. Il figlio di Gian Francesco viene imprigionato a Borgo Val di Taro, dove sposa Olimpia Cassio e muore di peste.
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I fratelli di Gianluigi, Gerolamo e Ottobono avevano preso la porta di San Tommaso, dopo una breve lotta con i soldati di presidio. Dal palazzo Del Principe i Doria erano presi di sorpresa. Andrea, amico di Sinibaldo Fieschi, si era forse lasciato persuadere dal comportamento di Gian Luigi di poche ore prima.
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Ultimo aggiornamento pagina:
12 Gennaio 2022
07:08:07