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Frasi che contengono la parola fiorentini

. Egli entrava nel suo studio da una porticina in via Battisti, sopra alla quale, per iniziativa degli artisti fiorentini, venne posto un ricordo marmoreo, sormontato da una nicchia con la testa del pittore modellata in bronzo dallo scultore

fu posta la prima pietra della nuova cattedrale, ma i fiorentini continuarono ad onorare Santa Reparata. Fra le prime parti demolite ci fu la prima campata per far spazio ai lavori e dare maggiore aria al

, ritenendo che i fiorentini non si meritassero i resti di un uomo che avevano dispregiato in vita. Per sottrarre i resti del poeta a un possibile trafugamento da parte di Firenze (rischio divenuto concreto sotto i papi

: il padre era talmente impoverito che stava addirittura per perdere i suoi privilegi di cittadino fiorentino. La podesteria di Caprese, uno dei meno significativi possedimenti fiorentini, era un incarico politico di scarsa importanza, da lui accettato per cercare di assicurare una sopravvivenza decorosa alla propria famiglia

In definitiva, la difficile sfida su un'impresa di dimensioni colossali e con una tecnica a lui non congeniale, con il diretto confronto coi grandi maestri fiorentini presso i quali si era formato (a partire da

Nel corso degli anni prese campo una storia infondata su questo avvenimento, probabilmente inventata dagli esuli fiorentini nemici di Cosimo. Secondo questo racconto Garzia avrebbe pugnalato Giovanni durante una battuta di caccia e Cosimo, venuto a conoscenza dell'accaduto avrebbe ucciso Garzia. Eleonora, al sapere del duplice omicidio, sarebbe morta di crepacuore, addolorata anche dalla recente morte della figlia

. Due anni dopo la situazione si era modificata con il tradimento dei milanesi passati a sostenere Firenze e l'aumentato impegno militare della Serenissima in favore di Pisa motivato da considerazioni diplomatiche e di prestigio. Occasionali scontri coi fiorentini avevano alterne fortune ma non riuscivano a far pendere decisamente l'ago della bilancia verso uno dei due contendenti. Per sbloccare la situazione, le manovre diplomatiche si susseguirono intense: ad esempio, nel luglio del

, dopo che l'anno precedente la questione pisana aveva fatto fallire una proposta francese per una lega di stati italiani, i Borgia mutarono atteggiamento. In primavera inviarono via nave truppe, armi e denaro mentre i fiorentini si limitavano a colpire i raccolti del contado e impedire rifornimenti via terra. In agosto si concludeva il patto di soggezione con

; inoltre poteva fregiarsi del titolo (nominale) di re di Gerusalemme. Nella pratica comunque la sua potenza era solo sulla carta, coi domini provenzali e piemontesi minacciati dalle forze centrifughe, e il regno di Napoli in preda ai poteri feudali per la politica ed ai fiorentini per l'economia, determinando una certa debolezza endemica. Ad eccezione della florida capitale di

, a simboleggiare la forza sia fisica (Ercole) sia intellettuale (David) dei fiorentini e della Signoria, ma questa seconda statua non fu mai realizzata da Michelangelo e solo in seguito venne scolpita da

In quell'anno, dopo varie contestazioni, i Pistoiesi, in accordo con alcuni mediatori fiorentini e gli anziani, stabilirono che la carica di Capitano della Montagna doveva essere ricoperta da una persona di parte

I numerosi tentativi di ribellione dei pistoiesi furono, di volta in volta, soffocati nel sangue. Con la perdita dell'autonomia, e il controllo dei fiorentini che dominavano la vita pubblica di Pistoia con uomini di fiducia, nel

Descrizione in versi del Nobil Giuoco dei Fiorentini, che da loro Calcio si chiama, e dagli antichi Harpaston, composta da Giorgio Coresio di Scio Gentiluomo di Costantinopoli, Lettore di Lingua Greca nello Studi di Pisa, volgarizzato in altrettanti versi sciolti Toscani

a divenire governatore di Firenze, ma voleva anche dare l'impressione che i fiorentini avessero democraticamente prescelto Alessandro a loro governante, legittimandone quindi il ruolo anche presso la cittadinanza.

duemila cavalieri e mille fanti...il duca di Modena, il Marchese di Mantova, i Bolognesi, i Senesi due triremi per ciascuno; e i Lucchesi una. I Fiorentini, dopo molta esitazione, dissero che avrebbero fatto quel che lo Sforza avrebbe creduto bene e

Nei primi decenni del Duecento i Ghibellini erano protetti dall'imperatore Federico II, mentre per i Guelfi la tutela politica era meno definita. I Ghibellini fiorentini misero a segno una prima vittoria con la cacciata nel giugno del

(un frutto molto aspro usato per alimentare animali e commestibile per gli uomini solo dopo una lunga maturazione) e che questi fiorentini-fiesolani sono per vecchia fama orbi (ciechi) riferendosi o al fatto che furono beffati da

culturale, era ben consapevole che per portare ai massimi livelli il prestigio di Firenze fosse necessario diffondere anche la cultura in lingua volgare prodotta antecedentemente dagli scrittori fiorentini

del terreno con le superfici limpide e dilatate dei piani superiori, il palazzo presenta caratteristiche decisamente inusuali per gli spazi urbani fiorentini: scartata una tradizionale attribuzione a

fiorentini che proprio dal loro stato non-finito traggono una straordinaria energia, come se fossero colti nell'atto primordiale di liberarsi dal carcere della pietra grezza, in un'epica lotta contro il caos. I

), pellami, lana; dalla Puglia e dalla Sicilia sale e grano; dal Levante spezie di ogni tipo. Attraverso Ancona importava prodotti marchigiani (olio, vino, grano, carta di Fabriano) e manufatti fiorentini e fiamminghi, specialmente panni pregiati. I prodotti orientali erano poi esportati in Europa occidentale e viceversa

per la supremazia tra spagnoli e francesi, l'attenzione si rivolge alla Toscana. Carlo V era interessato a mantenere il controllo della regione, considerata di rilevante importanza strategica per gli approdi marittimi dell'arcipelago toscano, le ricchezze minerarie e per l'organizzazione finanziaria dei banchieri fiorentini e senesi, che esercitavano un ruolo dominante nel sistema bancario europeo. La Francia di

e altri: la cella del frate divenne un importante luogo di ritrovo per numerosi umanisti della prima generazione. Anche nei primi decenni del XV secolo Santo Spirito rimase la sede privilegiata per il ritrovo dei circoli intellettuali fiorentini, con frequentatori come

Filippo Lippi ebbe una profonda influenza sugli artisti fiorentini successivi, ponendo l'accento soprattutto sulla ricercatezza delle pose con un predominio virtuosistico del contorno. A questa corrente dominante si contrappose, in maniera minoritaria, quella che ricercava l'armonia tra colori limpidi e volumi puri, facente capo a

Molte delle soluzioni adottate dai progettisti risultano oggi di difficile lettura in quanto sono venuti a mancare sia quegli spazi di aggregazione sociale previsti nel piano del quartiere, sia quelle premesse (un ideale di vita poi completamente sconfessato) che avevano indotto i due architetti fiorentini a privilegiare, anche all'interno del singolo edificio, lo spazio per attrezzature collettive: alcune grandi superfici di impostazione lecorbuseriana (il tetto

dai soci della Fratellanza Militare di Pisa, su esempio di quanto fatto dai soci fiorentini qualche anno prima, con il fine di prestare soccorso in caso di incendi, inondazioni, epidemie e incidenti a Pisa e nelle zone limitrofe. Divenuta autonoma nel

, quando sette nobili fiorentini iscritti all'Arte dei Mercanti e poeti-attori della compagnia dei Laudesi erano soliti esprimere il loro amore a Maria in laudi davanti a un'immagine dipinta su parete di una via, come i giullari facevano con la donna amata. Improvvisamente videro l'immagine animarsi, apparire addolorata e vestita a lutto per l'odio fratricida che divideva

Mentre gli anconitani (di ogni classe sociale) si dedicavano direttamente ai traffici marittimi, lo smistamento via terra delle merci importate era affidato invece a mercanti ebrei, lucchesi e fiorentini. Dal Levante giungevano nel porto di Ancona spezie e medicamenti di ogni tipo, coloranti, profumi,

), una serie di calchi in gesso moderni di opere classiche e una quadreria che nasceva dalle raccolte dell'Accademia del Disegno, con molte opere di ex-affiliati, tra cui i grandi maestri fiorentini del

mentre Rodolfo supervisionava i lavori di rifinitura della nuova cattedrale, dell'episcopio, della canonica e dell'ospedale, le truppe di Firenze, di ritorno da una spedizione contro Arezzo, attaccarono il castello con il vescovo e i figlinesi barricati dentro. I fiorentini non avevano i mezzi e i rifornimenti per tenere a lungo l'assedio, ma venne in loro aiuto uno degli Ubertini di

. Tuttavia deve essere precisato che la Pietra di Firenzuola, effettivamente commercializzata col nome Pietra Serena, non ha niente a che vedere con l'arenaria proveniente dalla Formazione del Macigno o dalla Formazione delle Arenarie del Monte Modino storicamente usate nei monumenti fiorentini. Questa proviene infatti dalla

. Lo studioso ha infatti riscontrato che l'artista che ha realizzato i mosaici fiorentini e pisani citati dal Vasari sarebbero da assegnare, sulla base dei documenti, a un mosaicista che corrispondeva al nome di

Il patrimonio della Fototeca viene accresciuto sistematicamente tramite campagne fotografiche, acquisti (foto analogiche e digitali, negativi), lasciti e donazioni. Le campagne fotografiche digitali si concentrano sulla documentazione di monumenti di difficile accesso, come palazzi privati e ville a Firenze e dintorni. Per la realizzazione di campagne fotografiche a tema la Fototeca collabora con musei fiorentini come la

che fu molto attivo nell'elaborazione della legislazione penale austriaca e lombarda della fine del Settecento, fu assistito nel corso del suo regno da validi ministri quali, tra gli altri, i giuristi fiorentini

, con un vistoso cappello e su un cavallo bianco, che sprona le truppe fiorentine all'attacco. I fiorentini hanno infatti da poco iniziato a sorpresa la battaglia e stanno caricando i senesi. I colori dei cavalieri, in questa come nelle altre tavole, corrispondono da un lato a quelli di Firenze (

). Da parte sua il sovrano poteva nutrire verso il Coppola una sorta di invidia dovuta alle immense ricchezze di quest'ultimo. Esso infatti poteva reggere il confronto con i fiorentini, i veneziani ed i mercanti di altre terre. La corona stessa della regina era custodita in pegno dal Coppola

Nelle sue memorie Carla Capponi riporta lo stesso episodio, aggiungendo di essere stata tentata, come forse anche Bentivegna e Fiorentini, di disobbedire e attaccare ugualmente adducendo come scusa il ritardo della staffetta, ma di aver rapidamente abbandonato tale proposito

Franco Calamandrei all'angolo di via del Boccaccio, Carlo Salinari nei pressi del Traforo, poco distante Silvio Serra; in Via Rasella: Carla Capponi, Raul Falcioni, Fernando Vitagliano, Pasquale Balsamo, Francesco Curreli, Guglielmo Blasi, Mario Fiorentini e Marisa Musu. Non parteciparono Lucia Ottobrini, malata, e Maria Teresa Regard.

a produrre il grande evento. Mecenate e cultore egli stesso di lettere, scienze e arti, in lui, contrariamente al ramo Medici di Cafaggiolo e al padre Cosimo I, la maiolica non aveva mai suscitato particolare interesse. Amava gli studi propri alle ardite investigazioni degli umanisti fiorentini e all'arte metallica in particolare. Sperimentatore egli stesso di

prevedevano la regolamentazione della spartizione degli utili tra i soci di un'impresa, ma furono i mercanti ed i banchieri pisani, veneziani, genovesi e fiorentini a far nascere il moderno concetto di compagnia, ovvero un'organizzazione in cui i

Oltre a Bentivegna: Franco Calamandrei all'angolo di via del Boccaccio, per avvertire dell'arrivo dei tedeschi; Carlo Salinari nei pressi del Traforo e, poco distante, Silvio Serra; Carla Capponi all'angolo di Via Rasella con Via delle Quattro Fontane, con in mano l'impermeabile per Bentivegna; dopo lo scoppio del tritolo, in Via Rasella: Raul Falcioni, Fernando Vitagliano, Pasquale Balsamo, Francesco Curreli, Guglielmo Blasi, Mario Fiorentini e

. Se alle altitudini maggiori i possedimenti romagnoli assicuravano agnelli e formaggi, ad altezza minore la collina romagnola era generosa, verso i signori fiorentini, di frumento, carne di castrato e di suino, e dei ricchi proventi dell'allevamento del baco da seta, come prova un testo singolare, l'ultimo poema rustico della letteratura italiana,

Sin dalle prime ore della clausura fu chiara la frammentazione dei cardinali in diverse fazioni originatesi per la prima volta non solo su base politica (gruppo dei Fiorentini, dei Veneziani, dei Mantovani), ma anche e soprattutto su base dottrinale. Si delinearono infatti due schieramenti che vedevano contrapporsi i cardinali creati da

. Egli entrava nel suo studio da una porticina in via Battisti, sulla quale, per iniziativa degli artisti fiorentini, venne posto un ricordo marmoreo, sormontato da una nicchia con la testa del pittore modellata in bronzo dallo scultore

Angelini R, Finarelli AC, Angelini P, Po C, Petropulacos K, Silvi G, Macini P, Fortuna C, Venturi G, Magurano F, Fiorentini C, Marchi A, Benedetti E, Bucci P, Boros S, Romi R, Majori G, Ciufolini MG, Nicoletti L,

Tra la fine degli anni ottanta e gli inizi del decennio seguente si registrava nell'Urbe la presenza di artisti umbri, toscani e fiorentini, ma il vero protagonista della pittura romana durante i pontificati di

Il repertorio fanciullesco dei vari atteggiamenti, come quello dell'angelo di destra che sbircia nel libro del vicino, o quello che sembra bisbigliare qualcosa all'orecchio del compagno, richiama l'esempio dei primi maestri fiorentini come

il comune di Firenze decise di vietare a tutti i club fiorentini di giocare a calcio nell'area verde presente sulla destra dell'Arno. Le prime date storiche delle partite riconducibili al gioco del calcio al Quercione e al club velocipedistico sono: nel

e che gli fu maestro di vita e di fede fin dagli esordi della carriera ecclesiastica. Della generazione di Piovanelli, con il quale divisero i tempi del seminario, meritano una speciale menzione presbiteri fiorentini quali

Molti dei cenacoli fiorentini furono con il tempo dimenticati nei monasteri e solo con le soppressioni dei primi dell'Ottocento si riscoprirono molte di queste opere d'arte fino ad allora celate agli occhi del pubblico. Nell'entusiasmo generale furono fondati numerosi musei

, ma se la villa aveva una struttura semplice e funzionale, la magnificenza era data dall'impianto delle decorazioni pittoriche con gli artisti fiorentini di maggior spicco impegnati nella realizzazione di affreschi, che sono andati totalmente perduti. Alla loggia grande e al salone, secondo

fiorentina, rappresenta uno stile nuovo rispetto agli schemi che i fiorentini erano abituati a vedere nelle facciate delle chiese di Firenze, infatti rispecchia un gusto tipicamente romano, a partire dalla scalinata. Essa fu abbellita da sculture in marmo bianco, che risaltano sullo sfondo color avana opaco. Venne messa in opera a partire dal

, Cavassutti, Cinonni, Cipollaro, Collebarone, Colle della Torre, Collelungo, Collemarco, Coste Martini, Fiorentini, Grottarimposta, Guarenna Nuova, Guarenna Vecchia, Laroma, Laroscia, Mandramancina, Merosci, Minco di Lici, Monti, Nobili, Piana delle Vacche,

a favore di Moroello dopo che il comune di Firenze impose a Gherardo Tornaquinci, che aveva occupato gli immobili acquistati da Moroello direttamente dalle famiglie locali dopo la guerra, di restituirli per liberare il passaggio dei fiorentini verso

e come lui Terziario domenicano, don Facibeni fu esempio e maestro di passione cristiana rivolta al sociale per una generazione di preti fiorentini, la quale, anche grazie a lui, ha lasciato una traccia profonda nella storia di Firenze nel travagliatissimo XX secolo. Suo amico ed ammiratore, ad esempio, fu

La committenza baronale degli 'Orsini' nel Regno meridionale e i 'molti modi' dei Fiorentini, per Vicovaro e Galatina, fino alle 'Torri dei Venti' (Guglia e Campanile) di Soleto e Corigliano d'Otranto

La committenza baronale degli 'Orsini' nel Regno meridionale e i 'molti modi' dei Fiorentini, per Vicovaro e Galatina, fino alle 'Torri dei Venti' (Guglia e Camnpanile) di Soleto e Corigliano d'Otranto,

Franco Calamandrei all'angolo di via del Boccaccio, Carlo Salinari nei pressi del Traforo, poco distante Silvio Serra; in via Rasella:, Raul Falcioni, Fernando Vitagliano, Pasquale Balsamo, Francesco Curreli, Guglielmo Blasi, Mario Fiorentini e

pubblica un articolo sui luoghi fiorentini che hanno ispirato il Pinocchio di Collodi, in calce viene citata Giovanna Ragionieri come ispirazione diretta per il personaggio della Fata dai capelli turchini.

, dei Conti Guidi di Casentino e Modigliana. Egli, a Siena, era stato con Farinata degli Uberti a capo dei ghibellini fuorusciti da Firenze ed aveva con lui organizzato il tradimento di alcuni fiorentini (in particolare di

Sotto di esso si trovano i busti ad altorilievo entro quadrilobi di artisti che, tramite l'ispirazione religiosa, crearono grandiose opere di arte sacra, nella letteratura, nella musica, nell'architettura, pittura e scultura. Essi sono quasi tutti fiorentini o, per lo meno, gravitanti per un certo periodo sulla scena cittadina (come

Concepito come un quattro stelle e basato sull'uso diffuso dell'acciaio e sull'innovazione strutturale della scala, realizzata con gradini aerei agganciati ad un albero centrale, l'hotel ha vissuto una storia molto tormentata. Sin dall'inizio ha sollevato polemiche per la scelta architettonica di rottura (evidente nella facciata principale) con gli aspetti antichi e fortemente caratterizzati dei palazzi fiorentini della zona.

Quando la Compagnia si trovava nei chiostri di Santra Maria Novella, avendo tra i suoi partecipanti i migliori artisti fiorentini, raccolse un considerevole numero di opere d'arte, che poi andarono disperse tra il

a cavallo, che diede il nome di allora alla piazza. Una foto antica risalente al giorno dell'inaugurazione mostra gli edifici della piazza ancora incompleti e coperti da teli come scenografie di fortuna per la cerimonia civile solenne. La statua, opera celebrativa e piuttosto retorica, non piacque ai fiorentini, come testimonia un pungente sonetto di

In cima all'Arcone si trovava un gruppo allegorico in gesso con tre donne che simboleggiavano l'Italia, l'Arte e la Scienza. I fiorentini avevano taglientemente soprannominato le tre donne dando loro nomi di famose prostitute dell'epoca: la Starnotti, la Cipischioni e la Trattienghi. Il gruppo, notevolmente deteriorato, nel

, conti di Donoratico, conti di Castagneto, conti di Bolgheri, conti di Settimo, conti di Pietra Rossa. Nobile coi predicati di detti titoli, patrizi Fiorentini, patrizi di Pisa, patrizi di Volterra, nobili in Sardegna.

viene eletto consigliere comunale a Firenze. Passato dalla FGCI al partito come segretario della Sezione Universitaria fa parte degli organismi dirigenti fiorentini. Alla fine degli anni ottanta viene eletto membro del C.C., e presenta nei concitati anni della

. Marco Vespucci, accolto dai Cattaneo, si era innamorato perdutamente della bella Simonetta e il matrimonio era stato una logica conseguenza, visto l'interesse dei Cattaneo a legarsi con una potente famiglia di banchieri fiorentini, intimi dei

. Intorno al nucleo iniziale, costituito da inglesi, si aggiunsero gradualmente numerosi nobili ed intellettuali fiorentini. Su questa loggia si esercitarono gli effetti persecutori della bolla pontificia




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Ultimo aggiornamento pagina:

04 Gennaio 2022

16:17:24