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Frasi che contengono la parola formelle

La terza delle formelle rettangolari partendo dall'alto, sotto quella raffigurante San Paolo, sulla porta di destra, raffigura, sotto un arco colonnato, San Zeno barbuto, in abito vescovile che con la destra benedice stendendo le prime tre dita e con la sinistra regge il

a incorniciare il portale. Le figure sono dinamiche e massicce, e occupano le formelle per tutta la loro altezza nascondendo sia paesaggi sia ambientazioni architettoniche. In queste scene raggiunge esiti espressionistici che scavalcheranno tutto lo stilema rinascimentale quattrocentesco per approdare al manierismo cinquecentesco. I rilievi desteranno ammirazione nel giovane

in legno ebanizzato a due corpi, decorato con formelle in vetro dipinto con scene bibliche, tarsie in tartaruga di fiume, colonne tortili laccate in rosso finta tartaruga e decori in bronzo di fattura siciliana della fine del

orizzontale da una catena, inserita nel dorso, in modo da impedire furti oppure confusione nel riporre i codici, i quali continuano a rispettare la collocazione data loro in passato. L'Aula contiene un gran numero di rimandi al mecenate Novello Malatesta: la navata centrale ospita, a intervalli regolari, formelle in pietra che ne ricordano il ruolo di promotore e mecenate (

Fontana di Piazza Santa Maria: in stile romanico, con una vasca a pianta ottagonale decorata da formelle allegoriche per lato, e al centro da un fusto decorato da mascheroni da cui escono le cannelle.

romanico si sono conservati anche frammenti di affreschi nella sala identificata come refettorio, ora parte del Palazzo Comunale. Le decorazioni del portale, tra le quali i due leoni stilofori e una serie di formelle di marmo attribuite ad allievi di

in bianco e nero, mentre nei vani di maggior prestigio erano preferite pavimentazioni costituite da formelle in marmo e pietra di forma geometrica (triangoli, esagoni, quadrati, rombi) che, alternando il bianco, il nero ed il verde (marmo,

sono rimaste le cornici di due grandi finestre ad arco acuto al primo piano, realizzate con formelle in cotto. Al piano terra, l'abitazione presenta un portico a quattro campate con volta a botte e archi a sesto acuto che poggiano su robusti pilastri granitici.

, donate alla chiesa dal nobile atranese Pantaleone Viarecta, lo stesso che aveva inviato vent'anni prima la porta del Duomo amalfitano. Suddivise in formelle di pregevole valore artistico, contengono l'effigie di Cristo, quella della Madonna e di alcuni Santi. Attualmente sono custodite presso la chiesa di Santa Maria Maddalena.

in cotto posti sotto lo spiovente del tetto, il portale ogivale incorniciato da raffinate decorazioni in cotto (fatte di colonnine a torciglioni e da formelle con motivi geometrici e floreali) ed il

la tipologia dei portali romanici a formelle rettangolari. I quadrilobi sono a loro volta racchiusi in altre cornici quadrate, con il risultato di una continua tensione tra linee rette, arcuate e spezzate. Le formelle sono separate da bordi dentellati e una cornice con rosette alternate a piccole piramidi (che simulano le capocchie dei chiodi nelle porte lignee) e teste leonine agli angoli, secondo un motivo che aggiornava gli spartiti di

di famiglia, ovverosia l'aquila capeggiante sul mare, sormontata dalla corona comitale. Analogo richiamo allo stemma sono i terminali dei pluviali a foggia d'aquila. All'interno del palazzo la lunga galleria del piano nobile distribuisce la sale, tra cui la grande sala da ballo, da cui si accede alla piccola ed elaborata cappella con pavimento in formelle di ceramica decorate. Il palazzo ospitava, oltre a svariate ceramiche prodotte nei secoli dalla manifattura di famiglia, anche una grande quadreria con autori italiani e stranieri dal XV al XVIII secolo. Nel

orizzontale da una catena, inserita nel dorso, in modo da impedire furti oppure confusione del riporre i codici, i quali continuano a rispettare la collocazione data loro in passato. L'Aula contiene un gran numero di rimandi al mecenate Domenico Malatesta: la navata centrale ospita, a intervalli regolari, formelle in pietra che ne ricordano il ruolo di promotore e mecenate (

Il Palazzo baronale, voluto da Caterina Filangieri negli anni trenta del XV secolo, era una bella costruzione su due piani a cui si accedeva da un arco voltato a botte. Sulla facciata c'era una loggia centrale impreziosita da colonne in pietra bianca alte e snelle per dare maggiore slancio all'intero impianto della loggia. A completare l'impianto prospettico c'erano delle poderose finestre con le riquadrature in pietra bianca locale. Erano enormi con delle formelle nei lati, eleganti e semplici a cerchi concentrici, concepite per fare da contraltare alla struttura centrale e per dare forza e importanza a tutto l'edificio. L'imponente facciata insieme al giardino antistante costituiva, per tutti coloro che percorrevano il

Deruta si distingue particolarmente nel variegato quanto complesso panorama della produzione di maioliche devozionali. Sin dal XVI secolo, gli artigiani derutesi hanno realizzato numerose formelle devozionali dedicate alla

. Internamente si conserva il grande chiostro quattrocentesco con arcate slanciate e piene di respiro, sorrette da colonne in marmo. Le ghiere delle arcate meridionali sono rivestite di formelle in cotto che recano figure di putti, forse eseguiti su disegno dell'




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Ultimo aggiornamento pagina:

14 Dicembre 2021

12:12:42