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Frasi che contengono la parola fucilati

, dove vari partecipanti all'eccidio del Biois furono riconosciuti e immediatamente fucilati. I prigionieri restanti, consegnati agli statunitensi, furono inviati nel campo di Rimini e condivisero la stessa sorte di quelli del primo battaglione

chiunque rifiuti di nutrirsi con la carne in questione. Alcuni di essi cedono al ricatto (gli ufficiali, i sottufficiali e qualche marinaio), ma altri rifiutano e vengono raggruppati sul ponte della corazzata, sotto un telone davanti al plotone di esecuzione, in attesa di essere fucilati come monito per tutti coloro che osano anche solo immaginare una

per le armi mentre tre ufficiali italiani furono tratti in prigionia come ostaggi, lo stesso Ricci, il capitano Raffaele e un graduato albanese. I due militari italiani furono in seguito fucilati nel giugno dello stesso anno presso

, le SS e le polizie ausiliarie locali stendevano quindi un cordone intorno al ghetto e passavano all'azione generalmente all'alba o di notte alla luce di proiettori o razzi. Gli esecutori penetravano nel ghetto radunando gli ebrei, incendiando le case e annientando i resistenti con granate e armi leggere; ai punti di raccolto quindi gli ebrei venivano trasporti su autocarri accanto alle fosse comuni dove, dopo essersi spogliati, venivano fucilati cominciando da bambini e neonati

, comandante della XIV Armata tedesca responsabile del settore di fronte che includeva la capitale italiana, di ridurre il numero dei fucilati alla proporzione di dieci italiani per ogni tedesco caduto.

I prigionieri vennero tutti fucilati, comprese le donne incinte, e pochi furono i superstiti. Chivington fece prendere gli scalpi di molti nativi, e molti soldati asportarono parti di organi genitali per usarli come ornamenti

, fu lasciato in una casamatta nel tentativo di contenere l'avanzata degli americani. Furono presto presi prigionieri e uscirono dal rifugio con le mani alzate, mentre qualcuno sventolava un fazzoletto bianco in segno di resa. Ai prigionieri furono tolti vestiti, scarpe, oggetti di valore e subito furono messi in fila per essere fucilati per ordine del capitano

Per rappresaglia contro l'uccisione di un soldato del comando di un'armata dell'esercito tedesco, vennero fucilati sette ostaggi civili: cinque di questi, appartenenti alle formazioni partigiane, erano stati prelevati quindici giorni prima in una casa privata, in un'azione di rastrellamento, a Galzignano Terme. L'ordine fu dato dal comandante tedesco, capitano Lembke della

, dopo la liberazione di Milano, la piazza venne per un breve tempo chiamata piazza dei Quindici martiri a ricordo dei partigiani fucilati, per poi riprendere la sua precedente denominazione. Nel maggio del

, grazie al tradimento di un congiurato ed alla mancata adesione di diversi comuni che dopo aver dato il loro parere positivo rimasero quieti. I capi angolani della rivolta, Filippo La Noce e Domenico Marulli vennero fucilati a Penne e le loro teste furono barbaramente esposte sulla Porta Sant'Angelo, porta principale del paese

. Sei civili furono fucilati per rappresaglia. Statunitensi e tedeschi combatterono accanitamente per giorni fra le macerie dell'abitato. La ricostruzione dovette quindi iniziare da zero. Ad aggravare i problemi fu l'epidemia di

Cicli operativi di questo genere rappresentarono per l'occupante italiano una prassi consolidata finalizzata al mantenimento dell'ordine interno nei territori e alla lotta contro il movimento partigiano; gli uomini trovati con le armi in pugno durante i rastrellamenti venivano fucilati sul posto, mentre i prigionieri deportati nei campi di concentramento erano usati per eseguire rappresaglie successive ad azioni partigiane.

. Circa una cinquantina furono le salme, principalmente di militari germanici fucilati dai titini o caduti durante il combattimento, ad essere scoperte nel primo dopoguerra. Il numero dei corpi risulta dalle indagini e dalle esplorazioni portate avanti dall'ispettore della

Gli undici sequestrati credettero di essere stati selezionati per un lavoro sulla strada provinciale di Valmontone per poi tornare a casa in serata ma, poco dopo essersi avviati, vennero fucilati nei pressi della casa. I loro nomi erano Carlo Pinci, Mario Pinci, Umberta Pinci, Corrado Pinci, Viviana Pinci, Agapito Pinci, Genesio Pinci, Alvaro Scaramella, Giuseppe Lupi, Giulio Lulli ed Elena Ilardi.

sovietici inviati a Buchenwald per essere fucilati non vennero registrati come internati del campo e quindi sono esclusi dal conteggio effettuato dall'esercito statunitense. Gli altri numeri riportati rappresentano una media comunemente accettata, tratta da elaborazioni successive. Per approfondire si veda: (

Condotti a Firenze in sette, due vennero graziati e assegnati a reparti operativi; gli altri cinque ragazzi, tutti ventunenni, vennero invece portati nel Berta e fucilati dai soldati della RSI nei pressi della

, Giuseppe Palmidoro, Raffaele De Luca, Salvatore Riso, Filiberto Sbardella, Franco Bucciano, Ezio Lombardi, Francesco Cretara, Gabriele Pappalardo, Branko Bitler, Roberto Guzzo, Ezio Malatesta, Carlo Merli, Rolando Paolorossi e Gino Rossi. Nei mesi successivi sette di questi furono fucilati dai tedeschi e uno (Paolorossi) deportato in Germania; essi furono in parte sostituiti da Antonio Poce, Pietro Battara, Riccardo Cecchelin, Orfeo Mucci e Gino Paris

A novembre dello stesso anno, i tedeschi tornarono a Fonteno e compirono un nuovo rastrellamento fra le abitazioni, ma i partigiani anche questa volta erano riusciti a scappare. Furono catturati due cacciatori di cinquant'anni, un ragazzo di trenta ed uno di venti, portati dietro il cimitero e fucilati.




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Ultimo aggiornamento pagina:

08 Dicembre 2021

07:34:33