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Frasi che contengono la parola feudi

, ma soprattutto mostrarono delle ambizioni espansionistiche completamente nuove, che portarono la Francia a intervenire direttamente nella questioni della politica mediterranea. Con Filippo III ci fu un ulteriore ampliamento del dominio: dei quattro grandi feudi rimasti al di fuori del dominio reale, solo la

pose fine al principato ecclesiastico; i vescovi di Coira tuttavia mantennero una specie di signoria su alcuni vecchi feudi della diocesi, tra cui l'area dello Hof di Coira (luogo della cattedrale e del castello vescovile),

per la difesa di esse e dei loro dipendenti, ponendo sotto la propria protezione e controllo anche i minori possessi circostanti. Non di rado questi grandi possessi, che costituivano il nucleo delle signorie locali, erano in origine feudi ottenuti dal re, da vescovi e

) e Socceto, impegnandosi a versare il denaro pattuito in contanti direttamente alla Regia Cassa, per saldare una parte delle tasse municipali. Nello stesso anno Carlo Valignano prese in affitto le entrate dei feudi di

durante l'ultimo scorcio del secolo), non mancarono di inasprire le relazioni tra il re e i potenti signori di provincia, che si comportavano da veri e propri sovrani all'interno dei loro feudi e difficilmente avrebbero accettato di rimettere in discussione una parte dei loro poteri. Parallelamente, il collasso del

dello shogun, daimyo e strati di signori feudali il cui rango era indicato dalla loro vicinanza ai Tokugawa. Questi detenevano il potere. I daimyo comprendevano circa duecentocinquanta signori locali di feudi (

. Anche per il primo grado della giustizia civile erano previste delle eccezioni che affidavano la competenza di tali cause ai giustizieri, rappresentate dalle controversie riguardanti i feudi non quaternati

il nipote di Guido, Bertoldo, perse quasi tutti i feudi, riuscendo a recuperare Pitigliano. Orso, nipote, forse illegittimo, di Bertoldo, fu conte di Nola e condusse vita da mercenario al soldo del duca di

la dinastia decadde. Molti suoi componenti furono coinvolti in tristi vicende e persero i feudi per confische o furono assassinati. Enrico e Francesco, gli ultimi rappresentanti della linea, vendettero Monterotondo alla famiglia

. Alla sconfitta dei Cantelmo corrispose la perdita per la famiglia del titolo ducale e i feudi restanti di Alvito e Popoli furono consegnati a Giovanni Cantelmo, fratello di Pergiampaolo, con il titolo di conte. Nel

e quindi dal diritto di voto; molti di loro, pur non essendo titolari di feudi imperiali immediati, avevano feudi secolari e di fatto esercitavano nei loro possessi prerogative sovrane come l'esercizio della giustizia (

. Inoltre Bertrand, secondo le leggi vigenti all'epoca, non era l'unico signore del suo regno, ma la sua carica doveva essere amministrata con il contributo dei suoi fratelli: una strategia valida per molti feudi, nata per le ingerenze del

Queste truppe erano comandate e pagate dai titolari dei feudi, i quali guadagnavano potere e divennero una sorta di classe nobile. I mercenari divennero uno strumento per la loro ascesa al predominio sul

. Essi infatti si opposero e sottrassero prima ai poteri delle Signorie e poi alle monarchie assolute italiane grazie a dei Feudi in aree geografiche che per lungo tempo non sono ricadute, fino alle conquiste napoleoniche, sotto alcuna giurisdizione statale centralistica.

Le prime testimonianze riguardo al feudo di Sante Marie ci arrivano dal sopracitato catalogo dove viene elencato il numero di militi da prestare all'imperatore, in base alla consistenza demografica dei vari feudi, e i feudatari dell'epoca. Il borgo di Sante Marie fu incluso tra i possedimenti dei figli di Oderisio

), godendo della totale autonomia giudiziaria e fiscale, in pratica era uno staterello indipendente. Tra l'altro, mentre negli altri feudi c'era il diritto d'appello alla magistratura di Stato contro i giudizi dei giudici feudali, qui il diritto di appello era al tribunale del Principe Doria. Il feudo imperiale fu abolito con l'arrivo di

suo castello, seu fortelleze, homini vaxalli, et redditi de vaxalli, stimo da Iurisdizione civile, criminale, et mixte, mero, mistoque Imperio, benj, membri feudi, bagliva, officio de mastro d'atti, ragionj, Iurisditionj, actionj et pertinentie qualsivogliano et Integro suo stato ecc.

. Questi, per consolidare il loro dominio, ponevano a capo dei feudi imperiali dei prelati, sapendo che essi non potevano avere figli e quindi erano impossibilitati a trasmettere i benefici ad eredi legittimi. Alla loro morte, infatti, i feudi sarebbero ritornati nel demanio imperiale. Nel caso dell'elezione pontificia, l'avere sul trono di Pietro un uomo fedele all'imperatore (meglio se tedesco) era sicuramente una garanzia per i buoni rapporti tra Santa Sede e Sacro Romano Impero. Inoltre Enrico, uomo pio e vicino al movimento riformatore di

di quegli anni e molti signorotti locali, anche a seguito di espresso editto imperiale, si affrettarono a farsi riconoscere i propri possessi come feudi dell'impero, per una maggiore tutela politica e di indipendenza verso gli stati maggiori limitrofi. Di conseguenza si acuirono nuovamente, proprio in questi anni, le tensioni diplomatiche tra Vienna e la Santa Sede anche per la contestata natura giuridica feudale di taluni feudi come quelli di

, una nuova classe dirigente, che si differenziava dal vecchio ceppo baronale. Le origini del baronaggio napoletano sono essenzialmente militari: gli Angioini avevano concesso a molti avventurieri i feudi meridionali, in ricompensa dell'opera loro prestata per impadronirsi del regno e per mantenerlo contro questo o quel pretendente. I

L'avversione di Ferrante Sanseverino all'introduzione dell'inquisizione spagnola a Napoli non fu dovuta a motivi religiosi, quanto a ragioni prettamente politiche. Infatti l'inquisizione spagnola, legata strettamente al potere politico, era uno strumento efficacissimo per eliminare - con una semplice accusa - qualsiasi oppositore politico o nemico personale. Un grave pericolo, dunque, per chi - come i Sanseverino - avevano non poco potere ed innumerevoli feudi.

i due fratelli Marc'Antonio e Federico si accordano per la divisione delle due contee, dei feudi e dei beni familiari: a Federico fu assegnata la Contea di Bobbio con le saline, le signorie ed i feudi di

Ma se con i conti Guidi, sostanzialmente alleati dell'Impero, le operazioni di annessione ecclesiastica dei loro feudi avevano il beneplacito papale, quelle nei confronti della diocesi di Fiesole non erano assolutamente in discussione. Anzi

, ottenendo al posto della Neustria il nuovo regno d'Aquitania, che comprendeva anche la Guascogna e il tolosano, costituito dai feudi dello zio Brodulfo, che era stato fatto assassinare da Dagoberto. Cariberto venne assassinato a

, effettive castellanze matildiche). Per quanto riguarda i feudi appartenuti alla contessa, alcuni possedimenti vennero addirittura dimenticati in un vuoto di potere, altri semplicemente incamerati nei possedimenti papali.

. Il Magistro Roberto da Napoli sarebbe stato un capo bottega e avrebbe operato nelle chiese dei feudi della Contea di Fondi, al servizio dei Caetani di Anagni. Attraverso lo studio del contesto storico-artistico e nei confronti iconografici stilistici, si rileva che gli stilemi dell'Oderisio della tavola della Crocifissione di Eboli si ripropongono nell'affresco trecentesco con la

, che secondo alcuni studiosi vennero costruite dai feudatari locali per proteggere i loro feudi da incursioni saracene. Nonostante queste ipotesi e numerosi toponimi che riportano la presenza saracena in Valle, nel

, loro parente, e col vescovo Dal Pozzo, resistettero a lungo in Catania. Vinti, finalmente vennero a patti: Bertrando Lancia detto Bertiramo, domicello di corte e corsaro, rimasto fedele e caro al re Aragonese, ottenne la loro grazia e la restituzione di tutti i loro feudi

e personaggi illustri che hanno dato un significativo contributo alla vita sociale, politica, militare, intellettuale ed artistica dell'isola. I diversi rami della famiglia hanno collezionato nel corso dei secoli numerosi feudi e titoli nobiliari, fra cui tre principati, due ducati, cinque marchesati, una contea ed oltre venti baronie

, con atto rogato dal notaio Giovanni Angelo Durante di Napoli, il feudo di Mottola fu venduto a Francesco Caracciolo VII duca di Martina, alla cui casata rimase sottomesso sino alle leggi eversive dei feudi del

che intendevano edificare nei loro feudi rurali nuovi centri abitati per la messa a coltura granaria di terreni incolti o a pascolo per favorire il riequilibrio tra produzione ed esportazione cerealicola.

, e possedeva numerosi altri feudi all'interno della valle del Sangro. L'abbazia era anche un importante centro culturale per la formazione di vescovi, dato che una targa ricorda la presenza del vescovo e santo patrono di Teramo

(carica solitamente vitalizia, di cui essi esercitavano le funzioni in sua mancanza), sui ricorsi presentati dai consoli delle arti e di altre materie e del Consolato dell'Agricoltura, e con la piena giurisdizione sui quattro feudi del popolo romano:

Nel sistema politico e sociale feudale, il vassallo del valvassore, ultima classe di titolari di feudi, era detto valvassino. Se, come la medievistica dell'ultimo mezzo secolo ha dimostrato, la piramide feudale non esisteva, mentre vassus, vassallus e valvassor possono essere semplici sinonimi - in uso in diverse regioni - i valvassini o secundi milites sono davvero diversi per ricchezza e condizione sociale: non hanno terre

Belisario cadde in disgrazia: colpevole di aver partecipato alla congiura aristocratica napoletana contro gli spagnoli, gli vennero confiscati i feudi e il castello. Solo alla fine del secolo i Petraroli riuscirono a riconquistare i loro feudi; nel

, feudi dei suoi protettori Colonna, subito dopo essere scappato da Roma per l'assassinio di Ranuccio Tommasoni. Come racconta il suo biografo, Bellori, fu commissionata dal marchese Patrizi; si trattava quindi di un'opera destinata alla devozione privata.

I Normanni in genere non alterarono le circoscrizioni longobarde preesistenti e permisero ai feudatari che facevano voto di sottomissione di mantenere il possesso dei loro feudi. Tuttavia in molti casi distrussero i castelli e confiscarono le terre demaniali e di coloro che si erano opposti alla loro trionfale avanzata. Quest'ultimo fu il caso di Guardia: nel

i due cugini Manfredo e Antonio, accusati di aver partecipato a una congiura, furono espropriati dei feudi. I loro discendenti vissero in modesta condizione nel territorio parmigiano e si estinsero nel

con l'assenso di Re Carlo, Tommaso di Sanseverino divideva i feudi tra i figli Enrico, Guglielmo, Roberto e Giacomo il quale sposando Margherita di Chiaromonte acquisiva il controllo dei centri della media valle del

, Elia, figlio di Guglielmo, risulta signore di una vastissima baronia. Egli amministra personalmente i feudi di Gesualdo, Frigento, Mirabella, Paternopoli, San Mango, Bonito, Lucera e San Lupolo (presso Lucera).

era il grande male della Sardegna. Basandosi sullo sfruttamento dei sudditi, esso penalizzava infatti l'unica fonte di reddito dell'isola: l'agricoltura. In quel periodo, l'isola era suddivisa in feudi, a parte le sette

I primi Doria intuirono che la loro scalata sociale poteva iniziare soltanto con la graduale autonomia rispetto a Genova e con il dominio su molti feudi che effettivamente riusciranno ad assoggettare dal

I d'Aquino, trasferitisi prima a Nicastro e poi a Napoli, lasciarono la conduzione dei feudi a diversi procuratori, e nel corso del Settecento Castiglione decadde, cedendo la guida del territorio a Falerna, che nel

, saputa la presa di possesso dei ducati di Mantova e del Monferrato da parte di Carlo Gonzaga-Nevers, predispose l'immediato sequestro dei due feudi ed impose al duca Carlo l'obbligo di far entrare un contingente di truppe Imperiali comandato da

(salvo i vincoli di mandato). Nel frattempo, fu anche provveditore sopra Camere, sopra Dazi, in Zecca, alle Pompe, sopra Feudi, cassier del Collegio, savio alla Mercanzia, procuratore agli Ori e Monete, deputato alla Provvisione del denaro, tutti incarichi di secondo piano e non di vertice

Nel corso della sua esistenza, la Livonia medievale fu luogo di costanti lotte per la supremazia nel dominio sulle terre da parte della Chiesa, dell'Ordine, dei nobili secolari di origine tedesca che governavano i feudi e dei cittadini della

il riconoscimento di Luigi II. In quell'occasione Giovanni Antonio fu investito del principato di Taranto e Maria ebbe confermati i suoi feudi nel Regno, mentre Luigi si impegnava, entro tre mesi dopo il ritorno degli ambasciatori in

: antico presidio normanno, si accrebbe col conte Ugo Malmozzetto (XI secolo e rimase attiva sino al XVII secolo), aveva i feudi lungo la Pescara presso le gole di Popoli. Nel XIV secolo fu amministrata dagli Orsini, che estesero i loro potere sino a Palena e Guiardiagrele.

a confine con l'aquilano; mentre il Citeriore la parte di Chieti, i feudi della Majella orientali come Guardiagrele e Palena, il territorio ortonese-lancianese e vastese, estendendosi sino all'Altosannio del Molise, con l'Alto Volturno, includendo i territori di

sono il ramo primogenito siciliano, tuttora fiorente, discendenti degli Alliata di Pisa. In Sicilia, gli Alliata hanno acquisito nel corso dei secoli numerosi feudi, tra cui nove principati, due ducati, un marchesato, sei baronie e numerose signorie

I feudi vennero attribuiti a seconda del rango e del merito; secondo la cronaca di Amato di Montecassino: Asclettino Drengot diventa signore di Acerenza con residenza nel castello di Genzano; Attolino a

, i feudi lucani furono considerati pura fonte di reddito e i nuovi baroni prestarono scarsissimo interesse al miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei propri possedimenti. Vi furono anche casi di rivolta contro gli abusi dei baroni: a Matera, ad esempio, i cittadini sfiniti dalle esose contribuzioni richieste dal nuovo signore assegnato dal re, il banchiere napoletano

e la Contessa Rosa Maria Gliubavaz Frangipani (Frankopan) de Detrico, ultima discendente di queste tre famiglie, Conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani (Frankopan) de Detrico, con acquisizione dei titoli, feudi, patrimoni e diritti tutti di questi casati in ordine ai rispettivi rami di provenienza.

e la fine definitiva di quest'ultimo, alcune sue ex curatorie furono infeudate al discendente del giudice Ugone II, Leonardo Cubello, secondo la natura dei feudi d'Italia, inclusi la contea e il castello del Goceano con tutte le pertinenze, compreso il

per l'incoronazione, ebbe concessione di inserire nell'arma l'Aquila imperiale, e di usare il motto della casata Valignani, ebbe confermati tutti i feudi dell'Abruzzo Citra raccolti dai suoi predecessori;

, i professori del collegio di Navarra scrissero un testo teatrale che la descriveva come una donna settaria e visionaria e i suoi scritti furono accolti in malo modo. Comunque sia, nei suoi feudi di

La coppia ebbe quattro figli: Carlo, Ferdinando, Beatrice e Giulia. A causa dell'adesione di Giovan Vincenzo alla fazione filo francese questi venne privato dei suoi feudi (che vennero donati dall'imperatore Carlo V ad

che, pur non essendo russe, avevano una vasta popolazione russa nei loro feudi e non disdegnavano dallo scrivere in russo la loro corrispondenza. I rapporti con questi nobili russi erano facilitati dal fatto di avere un altro comune nemico,

Sulla Terra egli ed i suoi numerosi discendenti conobbero molte donne dalle quali nacquero diversi personaggi che spartirono tra loro la terra di Yamato, mantenendo una situazione di continuo conflitto tra i diversi feudi. Tempo dopo Amaterasu decise di unificare e pacificare l'arcipelago dai suoi discendenti, mandando suo nipote Ninigi a compiere l'impresa. Uno dei figli di costui,

nei feudi appartenuti al nonno avrebbe potuto costituire una pericolosa testa di ponte nell'ottica di una potenziale futura espansione della Serenissima nel parmense, l'insediamento di Giovanni e del figlio Troilo, espressamente filofrancesi e da loro dipendenti, non avrebbe comportato alcun rischio.

I Monroy giunti in Sicilia con Ferdinando Monroy y Monroy che con il matrimonio con Maria Francesca Perollo acquisiva la baronia di Pandolfina ed ereditava la castellania perpetua di Sciacca, acquisirono poi nel corso dei secoli la signoria di quattro principati, un ducato, due marchesati e altri feudi minori.

prende forma e si consolida il potere temporale dei vescovi bellunesi, con l'acquisizione di terreni e la sottomissione di feudi e territori fino alla pianura veneta; questo potere temporale fu riconosciuto al vescovo Ezemano, con un diploma imperiale rilasciato nel

, invece, Sancho Boyl, signore di Biel, sostenendo che discendesse da Ximen Fortunio, conte d'Aragona, e che aveva ottenuto feudi dal re di Aragona per aver partecipato alla conquista del regno di Valencia. Infine,

, Sommo fu sede di un'importante podesteria o squadra, comprendente molti dei centri circostanti. Probabilmente il vescovo di Pavia mantenne sempre l'alta signoria di Sommo (fino all'abolizione dei feudi nel

, la nota famiglia potentissima, ricca di feudi e privilegi, che ebbe tanta parte negli avvenimenti della storia fiorentina. Questi nobili fin dai primi tempi in cui appaiono in documenti di storia toscana portano il titolo di

, che divenne il mausoleo di tutta la sua stirpe (ad eccezione della sepoltura del primo e dell'ultimo degli Ezzelini). Alla morte del fratello, privo di eredi maschi, si riunirono tutti i feudi familiari.

Gli ultimi anni di vita, dunque, Guglielmo li trascorse nei propri feudi, lontano dalle contese politiche e militari, dedicandosi all'amministrazione dei propri beni di famiglia, ripristinando buoni rapporti con

ad affrontarli e questi li fece prigionieri tutti, ad eccezione di Giosia e Riccio, che riuscirono a fuggire. Per vendetta Alfonso si diresse a conquistare tutti i feudi del Regno che appartenevano agli

Per circa settanta anni, dopo la presa di Bellinzona da parte viscontea, i membri della famiglia Rusca non occuparono un ruolo rilevante, fungendo soprattutto da funzionari e subalterni militari dei Visconti, o rimanendo sparsi a governare i loro feudi nel

e pertanto pretendente alla contea di Tolosa ed al marcghesato di Provenza, in quanto erede legittima, occuparono la contea di Tolosa e la Settimania, costringendo Alfonso Giordano nei feudi orientali (marchesato di Provenza, e contea di

da cui discesero i marchesi di Sorrentino e Motta Camastra, e quello di Castrogiovanni da cui discesero i baroni del Pizzuto, questi ultimi possessori di feudi e rendite feudali anche nel Marchesato di Geraci.

La Contea di Sclafani comprendeva i seguenti feudi: Cassaro, Castelluzzi, Cifiliana, Cocchiara, Fontana Murata, Pietra, Carpinello, Coscacino, Gurgo, Joannello, Larminusa, Mandrianuova delli Grutti, Miano, Regaliali, Regalminusa, Rovittello, San Lorenzo, Sicchecchi, Tavernola, Val di Tratta, Vacco, Vaccotto, Valle dell'Ulmo, Xarria.

, non avendo lasciato eredi maschi legittimi, ma una sola figlia legittima, Caterina Moncada Faxardo, coniugata con Giuseppe Federico Alvarez de Toledo, duca di Ferrandina, che in quanto erede universale gli succedette nel possesso dei feudi e dei titoli. Il cugino

una frazione di dimensioni molto variabili nata in seguito alla presenza di una chiesetta,un abbazia,un monastero oppure in seguito alla presenza di una masseria o di un castello. In questi ultimi casi sarebbe l'antico retaggio dei feudi che circondavano quel punto di riferimento.

. Questa preclusione spingeva la nuova regina di Spagna a cercare di procurarsi feudi da assegnare ai suoi propri legittimi figli, possibilmente mediante il parziale recupero dei territori ceduti a conclusione della guerra di successione.




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Ultimo aggiornamento pagina:

12 Gennaio 2022

14:26:43