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Frasi che contengono la parola frati

La tradizione popolare locale attribuisce l'introduzione del limone ai frati dell'ordine francescano che nel XIII secolo risiedevano in un monastero presente ancora oggi (anche se con una diversa destinazione d'uso) a

Lungo le pareti della navata e sulla controfacciata sono stati messi in luce durante gli interventi degli anni novanta archi ciechi, sia ogivali che a tutto sesto, e tracce di pilastri non compatibili con l'attuale conformazione della chiesa, e dunque riferibili alla struttura della chiesa precedente all'arrivo dei frati minori osservanti nel

, in cui i frati avrebbero officiato le messe e conservato le reliquie. Queste, che erano state portate nel bresciano da un gruppo di dodici monaci, avviatori dell'esperienza monastica lenese e provenienti direttamente da

. Il nome della frazione deriverebbe dalla vena d'acqua scaturita secondo tradizione dall'urto prodotto dallo zoccolo di una mula che accompagnava dei frati. Il culto della Madonna della Vena risale al

. I Della Torre, prima di essere sconfitti e di scomparire dalla scena politica, acquistarono a Legnano un convento che sorgeva a sud del borgo su un'isola del fiume Olona (dopo aver causato la fuga dei frati agostiniani che lo abitavano), e lo fortificarono convertendolo in una struttura militare

, per i pellegrini malati ed abbandonati, affidandone la cura ad una congregazione di laici, i Frati dello Spedale, ma riservandosi l'approvazione del Rettore e la vigilanza sull'amministrazione. Fino alla fine del

(sacerdoti, frati, suore, laici) si attivarono per contrastare il genocidio ebraico, affrontando notevoli rischi e spesso pagando anche con il sangue. Una stima imprecisa valuterebbe che circa seicentomila ebrei siano stati salvati dall'Olocausto, un numero superiore a quello ottenuto da tutte le organizzazioni umanitarie e altre chiese cristiane messe insieme

stretta in vita alla quale i frati portavano appesi alcuni oggetti di uso quotidiano; i frati conversi, che generalmente erano di bassa estrazione sociale e analfabeti, portavano anche una sorta di corona di perle per contare le preghiere (da cui, probabilmente, deriva l'uso dei domenicani di portare la corona del

, senza preoccuparsi troppo della verosimiglianza storica della messinscena filma gli episodi tradizionalmente narrati a proposito della vita di San Francesco e dei suoi discepoli qui interpretati da veri frati del convento di

, affreschi raffiguranti episodi della vita di San Francesco d'Assisi, la storia dell'ordine dei frati minori e qualche episodio della vita locale dell'ordine, brani superstiti di opere realizzate nella

Vennero indette due principali spedizioni diplomatico-missionarie dirette ai mongoli, una via Persia ed una via Russia e le steppe asiatiche, con l'incarico di saggiare la potenza dei mongoli. Il compito era affidato a frati

Antonio Panei, riconsegna a Roma ai frati trappisti le due teste marmoree di San Paolo che erano state trafugate da ignoti dall'Abbazia delle Tre Fontane. La puntata, realizzata in presa diretta interamente fuori dagli studi televisivi

universitario possedeva spesso libri (o - anche se formalmente non li possedeva - comunque li utilizzava come se fossero suoi) e godeva di una certa autonomia rispetto agli altri frati. Tra questi francescani professori, che si muovevano nell'ambito della

e a un cortile. Ad est si trova il dormitorio dei frati, attraversato da un lunghissimo corridoio su cui si aprono le celle. Lo scalone del Longhena si caratterizza per i magnifici intarsi marmorei; la biblioteca conserva ancora il bellissimo soffitto ligneo di

fece erigere due edifici religiosi al servizio dell'istituto: uno per i frati e uno per le suore. Entrambe le costruzioni, che avevano in comune il refettorio e la cucina, si articolano intorno ad un chiostro rettangolare, incorniciato da un doppio loggiato ad arcate poggianti su

) che sormonta un altare in marmo contenente lo stemma della famiglia Muscettola, i feudatari locali che promossero la costruzione dell'annesso convento dei frati minori francescani. Da segnalare tre statue lignee: un Crocifisso firmato dallo scultore gallipolino Vespasiano Genuino, databile nel primo decennio del XVII secolo; un

La chiesa fu riaperta al culto per indefesso interessamento della stessa Arciconfraternita mentre il convento, destinato prima a caserma per i soldati e poi a dimora dei senzatetto, fu nuovamente occupato dai frati solo nel

. Conserva dipinti di scuola napoletana, un organo seicentesco funzionante, un coro ligneo ed un altare maggiore con marmi policromi. Particolarmente interessanti risultano i sotterranei affrescati, destinati alla sepoltura dei frati.

, chiamati dal vicino convento, situato sulla cima del colle. I frati portarono la cassa al convento: una volta al santuario aprirono la grande cassa di legno e verificarono che il contenuto era un'imponente statua lignea della

: ricostruita dopo il terremoto nello stesso luogo, si tratta dell'unica chiesa esterna al paese rimasta dopo il sisma. La chiesa costituita solo da una navata possiede all'interno l'affresco della Madonna del Bosco, che vuole la leggenda fosse stato rinvenuto miracolosamente da due frati sordo muti. Recentemente l'affresco ha subito vari restauri, che l'hanno portato alla forma originale dopo aver rimosso parecchi strati aggiunti nel tempo.

I due frati si ritrovano in un ambiente ostile, visti con sospetto da molti monaci. Il giovane Adso incontra brevemente una ragazza che abita in un povero villaggio ai piedi del monastero, dove gli abitanti vivono nella fame e nella miseria, costretti a rifornire di cibo l'abbazia in cambio della salvezza eterna. Le indagini iniziano subito, a partire dalla morte di un giovane monaco, Adelmo il

il paese fu scosso da numerosi attentati terroristici, la maggior parte dei quali indirizzati dal GIA contro gli stessi algerini: furono sterminati interi villaggi, soprattutto intorno ad Algeri, e uccisi, tra l'altro, molti dei pochi preti e frati

Costruita per volere del barone Diego Forzano, era retta dai Frati Minori e dotata di un'ampia foresteria. Il convento annesso si sviluppa secondo un asse perpendicolare alla chiesa ed era asilo per i viaggiatori di transito. All'interno sono presenti, la statua lignea della

. Qui furono accolti amichevolmente ed appresero che i due frati che volevano riportate indietro erano stati uccisi a Puaray. Nonostante questa notizia, che faceva venir meno lo scopo principale del loro viaggio, essi decisero comunque di proseguire verso nord, per raggiungere la zona intorno all'attuale

E possano (i frati) avere soltanto i libri necessari per adempiere al loro ufficio. Anche ai laici, che sanno leggere il salterio, sia lecito averlo; agli altri, invece, che non sanno leggere, non sia lecito avere alcun libro

, frate francescano cappuccino, meglio conosciuto come Padre Candido. L'amministrazione comunale ha infatti deciso di concedere la cittadinanza al frate per l'impegno con cui i frati francescani cappuccini hanno portato nel mondo la parola di

l'intera raccolta fu trasferita nel convento dei frati minori di Falconara. Ospita anche altre collezioni, quali un archivio fotografico, raccolte di documenti di storia medioevale, altre di storia locale marchigiana, un centro di documentazione cartografica marchigiana, una raccolta di medaglie.

In origine il monastero comprendeva quattro chiostri: quello delle Clarisse (o maiolicato), quello di San Francesco, quello dei Frati Minori e quello di Servizio. Gli ultimi due divennero poi parte dello spazio destinato alla

, in un luogo adiacente alla chiesetta parrocchiale di Santa Cecilia. I lavori proseguirono lentamente: col tempo i frati riuscirono ad acquistare tutta l'area e a portare avanti l'edificio, grazie alle elargizioni di fedeli e alla riscossione delle gabelle concessa dal Comune. L'edificio fu terminato nel

Come arcivescovo fu incline all'aiuto del clero ed alle opere assistenziali, fondando un convento di frati trinitari presso la chiesa di Santa Maria in Monforte e promuovendo largamente la devozione a San Carlo Borromeo ed a San Filippo Neri, aiutando finanziariamente anche la congregazione degli

, frate francescano di Assisi, in collaborazione con il vescovo Giuseppe Placido Nicolini diede protezione a migliaia di ebrei, rifugiandoli nei conventi dei frati Minori di Assisi e finanche nelle case di Deruta.

avevano preso possesso del monastero e della basilica della quale ampliarono il coro, per cui si rese necessario lo spostamento dell'altare maggiore che si trovava addossato alla parete della nicchia del coro. Durante lo spostamento i frati rinvennero le casse contenenti le reliquie di Simpliciano, dei santi Sisinio, Martirio, Alessandro e

); sono state da poco rese accessibili e visitabili le antiche cantine dei frati Minori Conventuali di Montefalco, allestite con materiali del XVIII e XIX secolo legati alla lavorazione delle uve e alla produzione vinicola (collezione Marco Gambacurta).

. Il complesso era stato salvato dall'abbandono dei frati, grazie alla devozione del barone di Celso, Francesco Antonio Mazziotti e dei suoi discendenti che per due secoli ne hanno assicurato la sopravvivenza.

, in seguito a proteste popolari causate dalla sua rigidezza, tramite l'invio di uno speciale ambasciatore a Roma, Teodoro Sangiorgio. I cittadini durante la notte assalirono anche i frati e ne uccisero tre

Posta sul colle Astagno, uno dei colli su cui sorge Ancona. In passato era divisa tra via San Giovanni, nella parte alta, e via Lata, nella parte bassa, al confine del vecchio getto ebraico, concludeva in via del Calamo (oggi corso Mazzini). Da vedere la Sinagoga ebraica ed il convento di San Giovanni dei Frati Copnventuali Minori.

ai Mendicanti) scrive al Capitolo a nome di papa Clemente V. L'Ordine viene richiamato a proposito della formazione troppo superficiale offerta ai nuovi frati, della eccessiva larghezza nell'ammissione dei

Sempre secondo la tradizione, il primo nucleo del monastero andrebbe ricercato in un cellario (piccolo ricovero) per frati benedettini, dotato di una cappella, fatto edificare da un certo frate Martino nel

. Accusato di aver spogliato un'immagine della Vergine dei suoi ornamenti e mangiato carne in giorni di astinenza, fu deposto. Gli fu vietato di uscire dal monastero salvo che per lavorare con gli altri frati.

Oggi i frati minori conventuali vestono un abito nero - nei paesi in cui hanno subito le soppressioni - con cappuccio e mozzetta-scapolare; mentre nelle terre di missione stanno cominciando a recuperare l'antico colore dell'abito francescano: grigio cinerino. Continuano a custodire, tra l'altro, la

e da allora gli abitanti di Sola provvidero a farvi celebrare settimanalmente delle messe dei frati agostiniani di Romano di Lombardia o dei sacerdoti dei paesi vicini. Con l'aumento della popolazione la chiesetta fu ampliata una prima volta nel

, era precedentemente un convento dei frati Minori Osservanti di San Cataldo. Oltre al prospetto in stile ottocentesco, gli interni presentano un chiostro cinquecentesco con archi ogivali tardo-gotici su pilastri, con diverse finestre a due livelli in stile

i Frati Minori Conventuali riescono a tornare ad abitare nel convento trecentesco, collegato alla chiesa di San Francesco, anche se gli spazi sono stati ridimensionati a favore della Casa Circondariale. Nel

, situata a sud di Sorano, trasformata in complesso rurale prima del XVIII secolo, a seguito del definitivo abbandono dei frati. Si conservano alcuni elementi che testimoniano l'originario uso religioso della struttura.

. Il convento, dopo la soppressione, fu riacquistato in parte dai frati, una piccola parte fu destinata a casa circondariale. Negli anni venti il convento fu chiuso per mancanza di frati e dopo un decennio fu acquistato dalle suore carmelitane scalze, per interesse della famiglia Montesano. La chiesa fu spogliata dei suoi beni e trasformata all'interno allo stile del tempo.

I quartieri di Monselice sono: Centro, Montericco, Carmine, San Martino, Costa Calcinara (o Redentore), Marco Polo, San Giacomo (o Frati); invece le frazioni di Monselice sono: Ca' Oddo, Marendole, Monticelli, San Bortolo e San Cosma.

per la sua licenziosa vita da poligamo. Per indurlo a prendere parte alla sfida, Ettore e i suoi si fingono frati e gli consegnano una sedicente bolla dello stesso pontefice che lo autorizza a convertirsi all'

. Sul martirio di questi tre frati francescani, che nel territorio armeno si curarono di predicare il cristianesimo tra i fedeli musulmani, esiste una relazione di Carlino de' Grimaldi, il guardiano di

(qui gli inizi dei frati minori). Il santuario protegge i resti ristrutturati di due piccole costruzioni in pietra, senza alcun ornamento, dentro le quali secondo la tradizione si rifugiavano Francesco e i compagni. Questo luogo, intorno al quale vi sono strade e parcheggi, era una volta circondato dalla campagna, una campagna molto meno disciplinata e coltivata di quello che rappresenta oggi la campagna assisiana.

, si scatena un'altra bufera: i frati devono di nuovo abbandonare il convento. Il Comune di Spoleto riesce a contrastare questo provvedimento, ottiene la gestione del convento e lo concede a uso gratuito a quattro padri francescani, con l'obbligo della manutenzione e soprattutto con l'obbligo di impartire l'

i frati si dedicano anche alla pastorale parrocchiale, alla direzione spirituale delle religiose contemplative, all'assistenza ai carcerati e alle opere sociali (consultori, dispensari, centri medici).

. Il controllo portoghese sul territorio fu particolarmente insignificante nell'entroterra montuoso. I frati domenicani, gli occasionali incursori olandesi e gli stessi abitanti di Timor competevano con i commercianti portoghesi. Il controllo degli amministratori coloniali era ampiamente ristretto all'area di

e da molte torri di avvistamento, l'ampia fortezza contiene anche alcuni edifici religiosi, tra i quali la chiesa della Nostra Signora, ampliata recentemente con la costruzione del presbiterio, e la cappella di Sant'Anna, dove per secoli vennero sepolti i cadaveri dei padroni del castello. Le precedenti celle dei frati furono trasformate in un ben servito quartiere residenziale, conosciuto come castello medio.

. Questi curarono l'allungamento dell'edificio verso l'attuale piazza della Nunziata di una campata e mezza, dopo che i frati ebbero acquistato le costruzioni che impedivano l'opera (il fienile della famiglia Balbi, l'oratorio di San Tommaso e l'osteria di Santa Marta), preoccupandosi di dare una prima forma non definitiva alla

D'altra parte nei vecchi istituti scolastico-religiosi gestiti dai gesuiti esistevano i frati a cui era riservato l'incarico di sculacciare pubblicamente gli scolari che si fossero comportati male: venivano chiamati frati-sculacciatori o anche frusta-culi. Come dice una canzone di

Subito dopo la fondazione, papa Alessandro IV dette l'incarico di nominare un rettore e di creare un organico di uomini per il funzionamento dell'ente. Questi, erano per la maggior parte religiosi: in posizione dirigente si trovavano i frati chierici che erano addetti all'amministrazione, all'assistenza e al culto, accanto ad essi vi erano conversi, oblati e donati. Le ultime figure rientrano tra i

Sulle pendici del monte Ciolino, sul versante settentrionale della valle, si trova il convento dei frati francescani e delle suore clarisse, da cui si ha un'incantevole vista su Borgo e sulle montagne circostanti.

tra san Francesco e il Salvatore con l'unico chiodo che fissa le due mani per affermare visivamente l'appartenenza di padre Raniero Cantalamessa all'Ordine dei frati Minori Cappuccini. Tale simbolo ha origine in san

e non distante dall'Abbazia camaldolese di Valdicastro, si tenne il I capitolo generale dell'Ordine. Matteo e il gruppo originario furono presto raggiunti da altri ed inizialmente vennero detti frati minori della vita eremitica ed a causa dell'opposizione degli Osservanti, si trasformarono in una congregazione, i

tra i quali i resti del primo altare benedettino del XIV secolo, una colonna scanalata, un capitello corinzio, e l'epigrafe che ricorda l'insediamento dei Francescani a Colleromano nel XVI secolo. Il convento ospita una biblioteca diocesana e il Museo Etnografico Missionario, che raccoglie testimonianze dei Frati Cappuccini nei vari Paesi del mondo.

calzolaio e muratore, e di Serafina Rizo, la sua formazione iniziale fu economicamente possibile grazie all'aiuto di un suo ricco parente, don Giuseppe Orlandi, quindi impartita sia da un erudito locale, Mario Bocchieri, che dai frati del Convento francescano di Ragusa (che aveva, tra l'altro, rapporti con l'

tra san Francesco e il Salvatore con l'unico chiodo che fissa le due mani per affermare visivamente l'appartenenza di Padre Mauro Gambetti all'Ordine dei frati Minori Conventuali. Tale simbolo ha origine in san

, a opera di Ambrogio Staibano, per smembramento dalla congregazione degli eremiti di Centorbi, sorse la congregazione dei frati scalzi di sant'Agostino del Regno di Napoli, riconosciuta con il decreto

, alias Merlin Cocai. Per merito di alcuni frati trappisti, che divennero proprietari del monastero, vennero riportate alla luce nella vecchia chiesa, parrocchiale, le belle decorazioni policrome dipinte sulle volte e sulle pareti nei primi anni del Cinquecento. Tra gli oggetti sacri ricordiamo una preziosa croce astile di rame dorato con figure simboliche.

. Per la forte ondata migratoria dal sud Italia del dopoguerra, ad Albenga servivano nuovi spazi, pertanto i bambini delle elementari vennero trasferiti in San Domenico, mentre quelli delle scuole medie vennero mandati in affitto nei locali dei frati di

Paradiso de' Giesuati. Del R.P.F. Paolo Morigi milanese dell'ordine di Giesuati di san Girolamo diuiso in sei libri. Ne' quai si racconta la miracolosa vita del b. Giouanni Colombini, fondatore di esso ordine con parte delle sante vite d'alcuni frati della medesima religione, molte essemplari.

Hymnario dominicano in cui si comprendono tutti gli hinni, i quali adopera, e canta il sacro Ordine de frati Predicatori, e buona parte ancora di quelli che vsa, e di cui si serue il Breuiario romano.

Ubi multi peccatores occurrunt... Storia e archeologia della chiesa di Sant'Apollinare Nuovo, del monastero benedettino, poi convento dei Frati Minori Osservanti, e del quartiere ritenuto l'area palaziale della Ravenna tardoantica

vi si trasferisce, edificando un complesso di maggiori dimensioni e dedicandolo, oltre al Santo, anche alla Madonna della Misericordia. In diverse occasioni i frati saranno costretti ad abbandonare la chiesa (come nel caso della soppressione degli ordini religiosi attuata dal

, tra cui il tentativo di contenere la proliferazione dei frati regolari e degli ecclesiastici in genere. Costoro, infatti, godevano di ampi privilegi, tra cui l'esenzione dai tribunali laici (e persino da quelli ecclesiastici-romani nel caso dei frati regolari, per cui il conflitto giurisdizionale era esteso anche all'interno dello stesso universo ecclesiastico) e l'esenzione dal pagamento delle decime, fatto che provocava danni non secondari alle casse dello Stato

, la piazza di Santa Croce nacque circa un secolo dopo, per contenere le folle di fedeli che ascoltavano le prediche dei frati dalla maestosa chiesa che nel frattempo era nata in quella che era stata l'

, il programma pedagogico dei committenti, i frati domenicani che gestivano il Camposanto, Buffalmacco arriva a presentare un modello di vita alternativo a quello futile e peccaminoso dei nobili pisani raffigurati nel

Mentre molti frati spagnoli protestavano per abusi da parte del governo e dell'esercito spagnolo, altri frati commettevano abusi. Molti filippini si arrabbiarono quando i frati spagnoli bloccarono l'ascesa del clero filippino nella gerarchia cattolica. Ci furono anche casi molto noti di abusi sessuali compiuti da preti nei confronti di donne.

Cavalieri, Prelati, Cardinali, Vescovi, Dignitari della Corona, Grandi di Spagna, Gentiluomini di cappa e di spada, Mazzieri, Paggi, Guardie del Sant'Uffizio, L'Inquisitore, il cardinale Talavera, Frati di diversi ordini, Monaci, Armigeri, Alabardieri, Frombonieri d'Aragona, Soldati di ventura, Popolani, Marinai, Donne del popolo, Mozzi, Fanciulli, Vecchi, Indiani, Cacichi, Sacerdotesse, Butios, Bobites, Danzatrici

i Frati Minori Conventuali riescono a tornare ad abitare nel convento trecentesco, collegato alla chiesa di San Francesco, anche se gli spazi sono stati ridimensionati a favore della Casa Circondariale, che detiene perfino la cella del Padre Maestro. Nel

). Sono state da poco rese accessibili e visitabili le antiche cantine dei frati Minori Conventuali di Montefalco, allestite con materiali del XVIII e XIX secolo legati alla lavorazione delle uve e alla produzione vinicola (collezione Marco Gambacurta).

Chiesa di Santa Maria del Carmelo, edificata alla fine del Cinquecento assieme al convento dei frati carmelitani. Agli inizi dell'Ottocento la chiesa fu ricostruita a spese degli zolfatai. Dopo la soppressione degli ordini religiosi, il convento fu abbattuto e al suo posto furono edificati la Casa del Fascio (oggi palazzo della Guardia di Finanza) e il Teatro Comunale Sociale.

che minacciavano di sopprimere anche il convento di Serracapriola, i frati capeggiati dal priore locale Michele Cinquepalmi, fecero un dettagliato inventario degli oggetti presenti che venne poi consegnato al superiore, padre Michelantonio da San Giovanni Rotondo. La soppressione non ebbe luogo grazie all'intervento difensivo che i sindaci di Serracapriola e

tra san Francesco e il Salvatore con l'unico chiodo che fissa le due mani per affermare visivamente l'appartenenza di Padre Giuseppe all'Ordine dei frati Minori Conventuali. Tale simbolo ha origine in san

di Bocchi, Cascina Rossate, Cascina Gardino, Cascina Caira, Cascina Cava, Cascina Mairana, Cascina Castiona, Cascina Capannone, Cascina Frati, Cascina Ghinella, Cascina Molino Molgora, Cascina Molino Torchio, Cascina Nuova, Cascina Torchio e Cascina San Bartolomeo

di Bulciago. In questo documento ci sono due notizie importanti: troviamo per la prima volta quello che si ritiene l'antico nome di Campolasco (Campo Cremelasco) e il riferimento all'esistenza di una casa dei frati Umiliati a Bulciago. Le case degli Umiliati erano frequenti in Brianza e sulle sponde del Lario, anche per l'opera e l'influsso di

), i due riescono a scappare e, per non essere riconosciuti dalla polizia, picchiano due frati e ne prendono le vesti. Si rifugiano sotto mentite spoglie nella sperduta missione di San Rolando, un piccolo paradiso terrestre in cui indios e monaci cattolici, tra cui padre Campana (

, dove sono visibili il loggiato della chiesa dei Frati Cappuccini (l'arrivo di Stefano e il passaggio col taxi di Coppola) e altri particolari del centro del paese della piccola cittadina, nella scena in cui Stefano di notte assiste alla caduta dalla finestra di Mazza, quando Stefano va dal droghiere (l'attore bolognese

Il suo impegno civile e culturale nei confronti dei Popoli nativo-americani viene pubblicamente riconosciuto dall'Ordine dei Frati Minori, commissione Giustizia e Pace e Salvaguardia dell'ambiente, con la seguente motivazione:

chiesa campestre posta tra le vigne di Sant'Angelo (convento dei frati minori osservanti, fondato da Beato Michele Carcano). Alle volte si cantava messa in questa chiesa alla festa di San Martino et si costumava distribuire certo pane fatto in forma di quella che si costuma la festa di San Nicolao, il medesmo si faceva festa di San Bernardo a Rescaldina

La sua condizione di figlio illegittimo gli precluse la successione ai beni paterni per quanto unico figlio maschio di suo padre. Per questo motivo decise di intraprendere la carriera ecclesiastica entrando nell'ordine dei Frati Predicatori, divenendo novizio dal

, con rinnovamenti radicali che determinano l'aspetto odierno della chiesa. Furono creati nuovi altari, dipinti e sculture. Il coro dei frati venne distrutto e al suo posto fu realizzato l'altar maggiore in pietre dure, su disegno di

vi istituirono il Centro culturale ed editoriale internazionale dei Francescani, specializzato nelle pubblicazioni sulla storia dell'Ordine, detto anche Collegio Francescano Internazionale di San Bonaventura. I frati si trasferirono poi a

, che rientrarono per qualche tempo anche a Ternate, usufruendo del conventino annesso alla chiesa di Santa Maria del Sasso. Anche questi frati, tuttavia, lasciarono la sede ternatese come conseguenza del progressivo abbandono dell'eremo di

milanese dell'Immacolata Concezione, affiliata all'Ordine dei Frati minori francescani: la tavola venne commissionata per la decorazione dell'altare di una cappella da poco eretta nella chiesa di San Francesco Grande a Milano. Ad oggi non conosciamo perfettamente le tappe dei vari spostamenti dell'opera, ma sulla base di ipotesi si ha ragione di credere che la prima versione sia stata venduta dallo stesso Leonardo da Vinci a

Museo Etnoantropologico ubicato al piano terra del restaurato ex convento dei frati carmelitani. Al primo piano invece, in attesa del futuro allestimento del Museo degli ori, argenti e paramenti sacri, sono presenti durante l'anno varie mostre temporanee di pittura, fotografia, scultura o altro.

di monte Berico, venne iniziata la sistemazione del santuario - su iniziativa dei pochi frati che ancora resistevano sul posto e finanziata dalle sole elemosine dei fedeli - che gli diede l'aspetto con cui si presenta al giorno d'oggi. Furono utilizzati i disegni dell'architetto

Convento dei frati francescani del XVI secolo, nel centro storico di Diano Castello, adiacente alla chiesa di Santa Maria degli Angeli. Nella chiesa si conserva la pala d'altare, olio su tela raffigurante

Le fate sibilline furono demonizzate per lunghi secoli dalle prediche di santi e di frati e costrette a rifugiarsi nelle viscere della montagna e costrette ad entrare a far parte del mondo invisibile.

, e si avvaleva della tradizionale struttura dell'Inquisizione medievale, gestita dai frati domenicani, e contemporaneamente rimanevano ancora in vigore le prerogative dei vescovi in materia di inquisizione.

per volere del Consiglio Civico e dei conti di Collesano, viene affidata ai Frati Minori Riformati che ne hanno cura. Di semplice impianto, ad una navata, con un bel chiostro nell'annesso ex-convento, conserva un artistico

Guglielmo di Rubruck e il suo compagno di viaggio con Luigi IX re di Francia. Nella sezione inferiore, i due frati sono ritratti in viaggio. Miniatura di un manoscritto del XIV secolo dell'Itinerarium

Le origini della festa risalgono ad un'antica leggenda. Si narra che un giorno agli abitanti del paese si presentarono due frati muti, i quali riuscirono a fatica a spiegare alla gente che avevano bisogno di attrezzi per addentrarsi nel bosco. Aiutati da alcuni abitanti, alla fine giunsero ad un muretto sul quale era raffigurato un affresco ritraente la




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Ultimo aggiornamento pagina:

10 Gennaio 2022

22:11:26