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Frasi che contengono la parola forni

di un'area abbandonata in cui si producevano, oltre manufatti in vetro come suggerisce il nome e tuttora son conservati i forni, soprattutto vini e distillati. Il parco include anche un mini anfiteatro all'aperto e un teatro, oltre a locali addetti alla ristorazione.

- Prevede l'incenerimento della salma in bara dentro forni speciali. Le ceneri, raccolte in un'urna, possono essere tumulate in loculo o in tomba o sparse in ambiente (aria, mare e terra) o in appositi spazi nei cimiteri. In questo caso la legislazione si differenzia da paese a paese.

(marchesato di Bibbona, Riparbella, Guardistallo, Casale e Cecina) racconta che vi era solo il palazzo del marchese Ginori presso la foce del fiume, il palazzo del Fitto con il borgo intorno con i forni e la Magona. Il feudo fu riacquistato dalla Corona granducale nel

), oppure ci si serviva di forni, scantinati e solai riscaldati. Talvolta si sfruttavano gli stessi ambienti in cui vivevano le persone. Anche sottoporre i cibi ad alcuni procedimenti di tipo chimico, come l'

, anch'essi facilmente conservabili per lunghi periodi. Nei forni a legna tradizionali, oltre ai prodotti quantitavamente superiori di pane fresco da taglio e secco da conservazione, venivano prodotti pani speciali con l'aggiunta di olive nere, pezzi di zucca, pomodoro e cipolla (tipo la

di sterminio, di concentramento e di transito nazisti, dove trovarono la morte milioni di ebrei dell'Europa centrale ed orientale. Unico altro arredo nella struttura, una cripta, collocata di fronte alla fiamma eterna e contenente le ceneri delle vittime dei forni crematori, che Yad Vashem ha ricercato in diversi siti della Shoah

Il pianterreno era provvisto di vari depositi, forni, cucine e stalle, mentre l'ultimo piano conteneva una sala che ospitava il sovrano e gli uomini durante le battute di caccia o le riunioni generali della

Secondo tradizione lo spiedo deve cuocere molto lentamente, almeno per quattro ore, per garantire che sia contemporaneamente morbido e ben cotto. Per la cottura si usano dei lunghi forni creati appositamente per la cottura di questa pietanza, costituiti da due supporti a tamburo rotanti sotto ai quali viene messa la fonte di

; l'articolo si basava sull'indagine di una commissione sovietica che aveva tenuto conto esclusivamente del rendimento massimo teorico giornaliero dei forni crematori e del loro periodo di utilizzo. L'ipotesi fu parzialmente confermata nel successivo

. Il comando militare conosceva molto bene la situazione e sapeva che solo un terzo degli uomini era pronto a combattere ai primi di giugno, nonostante la mancanza cronica di mezzi motorizzati, indumenti adatti a il clima montano, e in alcuni casi di pali per i reticolati, telefoni da campo, forni per il pane e scarponi chiodati

. La ghisa in getti si otteneva da forni chiusi di particolare fattura, insufflati con macchine mosse da ruote idrauliche a partire dal XII secolo in Svezia, Germania e Nord Italia. Dalla ghisa si otteneva ferro o acciaio nelle fucine, anch'esse alimentate con mantici idraulici.

avvenne la terza grande fase di sviluppo dell'arsenale, nella quale furono apportati gli ultimi ampliamenti accorpando vari terreni paludosi circostanti, con la realizzazione di residenze esterne per i lavoratori, di forni pubblici e di magazzini per i cereali (la Darsena Nuovissima) e delle

disponevano di grandi motori Diesel che emettevano monossido e diossido di carbonio. Inizialmente i centri disponevano solo di tre camere a gas ciascuno e, non essendo dotati di forni crematori, i cadaveri dovevano venire bruciati in fosse improvvisate con risultati non soddisfacenti

Aiello del Friuli, Amaro, Ampezzo, Aquileia, Arta Terme, Artegna, Attimis, Bagnaria Arsa, Basiliano, Bertiolo, Bicinicco, Bordano, Buja, Buttrio, Camino al Tagliamento, Campoformido, Campolongo Tapogliano, Carlino, Cassacco, Castions di Strada, Cavazzo Carnico, Cercivento, Cervignano del Friuli, Chiopris-Viscone, Chiusaforte, Cividale del Friuli, Codroipo, Colloredo di Monte Albano, Comeglians, Corno di Rosazzo, Coseano, Dignano, Dogna, Enemonzo, Faedis, Fagagna, Fiumicello Villa Vicentina, Flaibano, Forgaria nel Friuli, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Gemona del Friuli, Gonars, Latisana, Lauco, Lestizza, Lignano Sabbiadoro, Magnano in Riviera, Majano, Malborghetto-Valbruna

La caldaie e i forni delle locomotive sono sottoposti a visite e prove definite e regolamentate da apposite normative prima di essere immesse nell'esercizio regolare; si distinguono principalmente due tipi di prova, quella a freddo e quella a caldo

. Questi artisti studiarono le tecniche tradizionali di vetrinatura per preservare le ceramiche native in pericolo di scomparire. Numerose istituzioni vennero sotto l'egida della Divisione per la tutela dei patrimoni culturali. I forni di

; l'articolo si basava sull'indagine di una commissione sovietica che aveva tenuto conto esclusivamente del rendimento massimo teorico giornaliero dei forni crematori e del loro periodo di utilizzo. L'ipotesi fu confermata nel successivo

. Il comando militare conosceva molto bene la situazione e sapeva che solo un terzo degli uomini era pronto a combattere ai primi di giugno, nonostante la mancanza cronica di mezzi motorizzati, indumenti adatti al clima montano e in alcuni casi di pali per i reticolati, telefoni da campo, forni per il pane e scarponi chiodati

. Il comando militare conosceva molto bene la situazione e sapeva che solo un terzo degli uomini era pronto a combattere ai primi di giugno, nonostante la mancanza cronica di mezzi motorizzati, indumenti adatti al clima montano, e in alcuni casi di pali per i reticolati, telefoni da campo, forni per il pane e scarponi chiodati

. Lentamente la focaccia di origine popolare arricchita con pomodoro si diffuse in tutte le classi sociali e, dopo la Seconda guerra mondiale, in tutte le regioni italiane, e con essa anche i locali specializzati nella preparazione della pizza: dapprima probabilmente forni in cui la pizza si consumava in piedi per strada, poi in seguito

bianca, piuttosto che grigia, che era solitamente quella destinata ai forni di affinaggio. Per utilizzare la ghisa grigia era necessario un processo preliminare di raffinazione che consentisse la rimozione del silicio. La ghisa veniva inviata in un forno a rulli per poi andare a finire in un trogolo. In questo processo il silicio si ossidava formando una scoria, che galleggiava sul ferro e veniva rimossa abbassando una diga alla fine del trogolo. Il prodotto di questo processo era un metallo bianco, noto come

La torre dei Forni misurava esternamente quattordici metri per lato, mentre internamente soltanto dieci: per questa ragione si evince che almeno alla base lo spessore dei muri era di due metri, coincidente dunque con le fondamenta rinvenute al di sotto di

Ordine dell'attico: Giovan Battista Gorgo di Francesco, Fausto Macchiavelli, Orazio Velo di Sebastiano, Onorio Belli di Elio, Giovanni Monza di Leone, Marc'Antonio Broglia, Giovan Battista Titoni di Vincenzo, Paolo Chiapin, Girolami Forni, Francesco Florian di Carpoforo, Marco Valle di Giovan Pietro, Nicola Tavola di Ottavio, Paolo

e per la canna da zucchero o i vagonetti con cisterna per il carburante, i vagonetti per laterizi, che possono entrare direttamente nei forni di cottura, i vagonetti per persone, i vagonetti di servizio per il trasporto e la posa dei binari prefabbricati. Durante la Prima Guerra Mondiale, erano usati anche nelle

, con il ritorno dei veneziani e la stabilizzazione del governo, si procedette a ulteriori miglioramenti per colmare i difetti emersi durante la guerra, come l'ampliamento della Strada del Soccorso prima citato. Venne costruita una nuova cinta bastionata: vennero dunque realizzati i baluardi di san Pietro, san Marco, san Faustino e della Pusterla. La fortezza venne anche dotata di edifici per il deposito delle vettovaglie, (il Piccolo e il Grande Miglio), di forni, caserme, edifici religiosi, cisterne e polveriere. Per via dello spostamento della linea di conflitto con

. Secondo la tradizione, nelle zone rurali, il pane veniva cotto in forni di argilla situati al di fuori delle case, per cui risultava impossibile farlo in giorni piovosi. Pertanto la stessa pasta del pane veniva fritta in

Tratti superstiti sono in vico ai Forni di Castelletto (sopra la piazza della Zecca), nel ponte che attraversa la salita di San Gerolamo presso Castelletto, e, dalle parti della porta Soprana, nei resti di bocchette chiuse nella cisterna sotto le mura, cisterna trasformata in vano scala per accedere alle torri durante i restauri iniziati dall'

con reperti del periodo eneolitico, romani, paleoveneti e una preziosa raccolta di pergamene antiche. Alla fine del percorso il visitatore trova una pannellatura relativa alle miniere e ai forni legati al

La costruzione di nuovi edifici e strade nei secoli successivi alla dismissione di queste mura ha portato alla loro completa scomparsa, tranne due brevi tratti del muro perimetrale del bastione di S. Caterina, visibili in salita delle Battistine e in salita Dinegro, dietro al palazzo Spinola, ed il portello di Pastorezza, poco sopra la piazza dei forni pubblici, l'attuale largo della Zecca, inglobato prima nell'

, con l'istituzione della Magona, per ospitare gli amministratori (ministri) dei forni fusori del polo metallurgico di Valpiana. Si presenta come un grosso edificio a due piani di forma trapezoidale, con la facciata dominata da un grande

, due forni di cui uno realizzato con pietre a secco, una grande cisterna a forma di campana ed una strada carraia che presenta dei solchi molto profondi a testimonianza dell'alta frequentazione del sito sin da tempi remoti. Sulla facciata della torre vi sono due piccole nicchie affrescate poste ai lati della porta d'ingresso, a sinistra

, Marcella Lapiccirella, Egle Gualdi ecc.), Adele Bei idea e organizza gli assalti ai forni delle donne romane, evitando le comunicazioni telefoniche ma, grazie ai passa parola, coinvolgendo il maggior numero di donne possibile

, Marcella Lapiccirella, Egle Gualdi ecc.), Laura Lombardo Radice idea e organizza gli assalti ai forni delle donne romane, evitando le comunicazioni telefoniche ma, grazie ai passaparola, coinvolgendo il maggior numero di donne possibile

P.Y. Meslin, O. Gasnault, O. Forni, S. Schroder, A. Cousin, G. Berger, S. M. Clegg, J. Lasue, S. Maurice, V. Sautter, S. Le Mouelic, R. C. Wiens, C. Fabre, W. Goetz, D. Bish, N. Mangold, B. Ehlmann, N. Lanza, A.- M. Harri, R. Anderson, E. Rampe, T. H. McConnochie, P. Pinet, D. Blaney, R. Leveille, D. Archer, B. Barraclough, S. Bender, D. Blake e J. G. Blank,

D. F. Blake, R. V. Morris, G. Kocurek, S. M. Morrison, R. T. Downs, D. Bish, D. W. Ming, K. S. Edgett, D. Rubin, W. Goetz, M. B. Madsen, R. Sullivan, R. Gellert, I. Campbell, A. H. Treiman, S. M. McLennan, A. S. Yen, J. Grotzinger, D. T. Vaniman, S. J. Chipera, C. N. Achilles, E. B. Rampe, D. Sumner, P.- Y. Meslin, S. Maurice, O. Forni, O. Gasnault, M. Fisk, M. Schmidt e P. Mahaffy,

S. M. McLennan, R. B. Anderson, J. F. Bell, J. C. Bridges, F. Calef, J. L. Campbell, B. C. Clark, S. Clegg, P. Conrad, A. Cousin, D. J. Des Marais, G. Dromart, M. D. Dyar, L. A. Edgar, B. L. Ehlmann, C. Fabre, O. Forni, O. Gasnault, R. Gellert, S. Gordon, J. A. Grant, J. P. Grotzinger, S. Gupta, K. E. Herkenhoff, J. A. Hurowitz, P. L. King, S. Le Mouelic, L. A. Leshin, R. Leveille e K. W. Lewis,

in territorio di Ariano Irpino giungono le tazze carenate con fondo convesso e anse a nastro, i piatti profondi con labbro a tesa e i sostegni a clessidra, oltre alle tipiche tazze con ansa a soprelevazione dapprima pennata e successivamente ad ascia. Di epoca successiva sono invece i caratteristici forni per la lavorazione del

D'azzurro, ai tre forni all'antica, a guisa di alveari, per la fusione del ferro, bene ordinati, d'oro, chiusi di nero, accompagnati da sette stelle di otto raggi d'oro, tre poste in capo e ordinate in fascia, la quarta posta fra i due forni superiori, la quinta e la sesta poste ai fianchi del forno inferiore, la settima posta in punta sotto detto forno.

Distretti di Sacile, Moggio, Comuni di Castelnuovo, Meduno, Travesio, Maniago, Tramonti di Sopra, Andreis, Tramonti di Sotto, Barcis, Cavasso, Cimolais, Frisanco, Claut, Fanna , Pordenone, Erto, Cordenons, Pasiano, Fiume, Porcia, Fontanafredda, Prata, Roveredo, Vallenoncello, Aviano, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Montereale, S. Quirino

D'azzurro ai tre forni all'antica, a guisa di alveari, per la fusione del ferro, bene ordinati, d'oro, chiusi di nero, accompagnati da sette stelle di otto raggi d'oro, tre poste in capo e ordinate in fascia, la quarta posta fra i due forni superiori, la quinta e la sesta poste ai fianchi del forno inferiore, la settima posta in punta sotto detto forno. Ornamenti esteriori da Comune

, impiantarono l'allora rivoluzionario forno Hoffmann. Tutti i forni di quel tipo della provincia di Modena sono a pianta ovale allungata, compreso quello dei Bentivoglio-Vigarani in frazione San Damaso a

La foto alimenta il pregiudizio. Io proporre la foto di Charlie Chaplin, (che era di radici tzigane), la foto di Rita Hayworth (gitana), Pablo Picasso (gitano). Oppure la classica foto di una donna gitana che balla, o simili. Ma non la foto di una persona che questua. Ricordiamo che Hitler ha messo nei forni insieme agli ebrei, ai polacchi ed ai testimoni di Geova, anche gli zingari. Saluti --

Il letto fluido ha il vantaggio di richiedere poca manutenzione e ovviamente, data la particolare costituzione, non necessita di componenti in movimento. Possiede anche un rendimento leggermente superiore rispetto ai forni a griglia, ma richiede combustibile a granulometria piuttosto omogenea.




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Ultimo aggiornamento pagina:

06 Gennaio 2022

15:36:15