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Frasi che contengono la parola emanuele

(IS): paese noto per la produzione artigianale di coltelli, conserva molto bene il nucleo medievale-settecentesco ancora racchiuso in parte della mura, specialmente nella zona del Palazzo D'Alena (l'antico castello). Il corso Vittorio Emanuele divide in due il borgo, passando per il piazzale del Duomo di

Corso Vittorio Emanuele II, l'Arengo della toponomastica storica, divenuto poi corso Vittorio Emanuele II, attrae per la comoda passeggiata pomeridiana per i negozi che ininterrottamente a destra e a sinistra invitano ad osservare ed acquistare.

. Il capolinea delle due relazioni era situato in piazza del Giglio, di fronte all'omonimo teatro, mentre l'uscita dalle mura avveniva in corrispondenza rispettivamente di Porta Elisa e di Porta Vittorio Emanuele

La decisione di nominare Cavour ministro dell'Agricoltura e del Commercio fu presa dal presidente del Consiglio D'Azeglio, convinto da alcuni deputati, assieme a Vittorio Emanuele II, che fu incoraggiato in tal senso da

presieduta dal papa: il Regno dell'Alta Italia sotto la guida di Vittorio Emanuele II; il Regno dell'Italia centrale; lo Stato Pontificio limitato a Roma e al territorio circostante; e il Regno delle Due Sicilie. Firenze e Napoli, avvenimenti locali permettendo, sarebbero passate nella sfera d'influenza francese

, circondato da personaggi repubblicani e rivoluzionari, era in contatto a tale scopo con Vittorio Emanuele II. Il Conte considerava rischiosa l'iniziativa alla quale si sarebbe decisamente opposto, ma il suo prestigio era stato scosso dalla cessione di Nizza e Savoia e non si sentiva abbastanza forte

ha suscitato varie dispute. Sebbene sia considerato uno dei padri della patria assieme a Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Mazzini, il Conte inizialmente non riteneva fosse possibile unire tutta l'Italia soprattutto per l'ostacolo rappresentato dallo Stato Pontificio e dunque puntava solamente ad allargare i confini del regno dei Savoia nel nord Italia (lo stesso Mazzini lo accusava di non promuovere una politica chiaramente volta all'unificazione di tutta la penisola)

, la Savini (poi Gaslini, in quanto acquisita dai nobili Gaslini, una famiglia proveniente da Milano), sulla vecchia strada per Monza, la De Ponti in via Vittorio Emanuele, la Gnocchi, la Chiavelli alla cascina Valdimagna. Nel

. La ferrea mano del padre pressava non poco Carlo Emanuele III: tra le proibizioni impostegli, il divieto di andare a caccia ogni giorno e di convivere negli stessi appartamenti della moglie. L'abdicazione divenne ufficiale solo nel

, nel Colonnato del Palazzo delle Poste in Piazza Vittorio Emanuele. Si tratta di un imponente gruppo scultoreo di pietra arenaria, raffigurante al centro la dea patria e, ai lati, quattro fanti raffigurati in posizione di riposo.

Quelle messe in scena avevano connotati diversi: mentre con Scarpetta si rendeva omaggio al fondatore di una tradizione, quella tradizione che proprio il suo teatro aveva rinnovato, con Petito fu scelta sentimentale e di meditazione. Nello studio di Corso Vittorio Emanuele, Viviani custodiva con cura tre oggetti dal particolare valore simbolico: la sua testa scolpita da Gemito, le foto con l'autografo di Petrolini e un busto di Petito. Il ritratto di Gemito come segno dell'avvenuto successo (anche per quello che era costato); la foto di Petrolini, amico fraterno dall'epoca dei difficili inizi, come testimonianza dei sacrifici e delle lotte che quel successo era costato; il busto di Petito, nume tutelare e padre nobile, come solido ancoraggio alla tradizione

Agostinelli Pietro, Aloisio Valentino, Bertuccio Domenico, Bianchetti Martino, Bonezzi Tommaso, Bosco Antonio, Bosi Cesare, Calcaterra Antonio, Campagnolo Domenico, Canal Luigi, Cardillo Beniamino, Cascarella Emanuele, soldato

Vittorio Emanuele e suo figlio Emanuele Filiberto citarono in giudizio Amedeo ed Aimone per il fatto che si firmavano col solo cognome di Savoia e non di Savoia-Aosta, configurando l'ipotesi di uso illecito di cognome

In questa cupola l'Emanuele sta al centro. All'interno della cupola, da est, sono rappresentati la Vergine, poi i profeti Isaia, Geremia, Daniele, Abdia, Abacuc, Osea, Giona, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia ed inoltre Salomone re e Davide re.

Gaetano Gobbo, Ettore Troya, Vincenzo Giachetti, Felice Amerio, Oreste Zavattari, Gino Marini, Mario Raffa, Ernesto Alliana, Angelo Como d'Agna Sabina, Jacopo Cornaro, Emilio Alliney, Luigi Chicco, Isidoro Rovero, Luigi Chicco, Serafino Pratis, Luigi Chicco, Giovanni Faracovi, Vittorio Emanuele Rossi, Mario Cerruti, Giuseppe Cremascoli, Giuseppe Bellocchio, Umberto Fabbri,

. Si tratta di un grande edificio che chiude per un intero lato piazza Vittorio Emanuele II. Oltre che per le dimensioni, questo edificio del XVIII secolo si caratterizza per i notevoli intagli barocchi dei balconi e del grande portale bugnato sormontato dallo stemma gentilizio.

Roma rimaneva l'ultimo territorio (con l'eccezione di Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige) ancora non inglobato dal nuovo regno: Napoleone III manteneva l'impegno di difendere lo Stato Pontificio e le sue truppe erano stanziate nei territori pontifici. Vittorio Emanuele stesso non voleva prendere una decisione ufficiale: attaccare o no.

) con spirito innovativo attraverso la meccanizzazione e la razionalizzazione del lavoro trasforma la Marzotto in una grande industria che serve il territorio nazionale ed estero. Dopo l'assassinio di Vittorio Emanuele, il figlio Gaetano (

(figlio di Vittorio Emanuele) dove una precisa organizzazione all'estrema avanguardia considerati i tempi, forniva le case agli operai, le ville ai dirigenti e una serie di servizi per i lavoratori e le loro famiglie. Il villaggio operaio, cresciuto ai piedi del vecchio paese di Valdagno era dotato di: asilo, scuole, ospedale, casa dei balilla, casa di riposo, panificio e fattoria modello. Per lo svago vi era il dopolavoro e il teatro, per i piccoli la colonia estiva sulle

gli succedette come re di Sardegna. La situazione si presentava ad ogni modo disperata con il regno troncato dall'invasione francese, le casse dello stato praticamente svuotate, le altissime pretese in denaro del fratello Carlo Emanuele che, pur da re rinunciatario, voleva garantirsi una lauta pensione, e la fuga di molti parenti come lo zio di Vittorio Emanuele,

, Santorre di Santa Rosa, Giacinto Provana di Collegno, Carlo Emanuele Asinari di San Marzano e Guglielmo Moffa di Lisio (tutti militari, funzionari o figli di ministri) e Roberto d'Azeglio incontrarono Carlo Alberto. I giovani liberali erano pronti ad agire e avevano identificato nel Principe l'uomo nuovo di Casa Savoia, colui che avrebbe rotto con un passato di assolutismo

Uno dei primi provvedimenti di Emanuele Filiberto, ancor prima di entrare in Torino fu di abolire l'uso del latino nei tribunali e nella burocrazia a favore del francese nei domini a ovest delle Alpi e nella Valle d'Aosta e del volgare (italiano) in quelli a est (Piemonte) e sud (contado di Nizza). Ci fu quindi una prima spinta ufficiale verso l'uso dell'italiano.

, si distinse dalle altre del tempo per gli ottimi stipendi elargiti agli insegnanti. Curiosamente Emanuele Filiberto era un appassionato alchimista e si dilettava a lungo, specie nelle ore notturne, con storte e alambicchi.

Le indagini ricostruirono l'esecuzione della strage di via Palestro in base alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Pietro Carra, Antonio Scarano, Emanuele Di Natale e Umberto Maniscalco: nel

sempre in Corso Vittorio Emanuele del XIX secolo; Palazzo Bertolino-Tommasi dalla candida facciata neoclassica opera dello stesso architetto Gravanti in Corso Vittorio Emanuele; Palazzo Ventimiglia nel Vicolo Gino del XV secolo; Palazzo

, Michele Battini, Santo Peli, Roberto Della Rocca, Anna Rossi-Doria, David Meghnagi, Anna Foa, Emanuele Ascarelli, Liliana Fargion, Sira Fatucci, Mino Chamla, Flora Ruchat Roncati, Micaela Procaccia, Rosanna Ghiaroni;

La linea per Fratte, che contava un solo punto di incrocio, si diramava da via Roma (allora corso Garibaldi) all'incrocio con via Velia e, percorso il corso Vittorio Emanuele, seguiva il tracciato di

, un piemontese devoto al Re e ostile ai tedeschi. Ambrosio era persuaso che la guerra fosse perduta, ma non avrebbe mai contemplato di prendere un'iniziativa personale per cambiare la situazione senza prima consultarsi con Vittorio Emanuele. Su un altro versante, Ambrosio, coadiuvato dal suo braccio destro,

Le canzoni venivano cantate lungo il corso Vittorio Emanuele partendo da Largo Farnese, e risalendo sino a Porta Caldari, il coro seguiva un pianoforte con il maestro, trascinato da un carretto, le canzoni ottennero un immediato successo, a cominciare da

: pare realistico pensare che Vittorio Emanuele III allora, e altre volte in futuro, evitasse di coinvolgere il figlio negli affari di Stato o cedergli qualsiasi scampolo di potere effettivo per proteggerlo da queste oscure manovre del regime

, in corso Vittorio Emanuele, settecentesco, caratterizzato dall'orologio al centro del prospetto, e da balconi nei cui timpani sono posti medaglioni che raffigurano busti di personaggi illustri della famiglia Ferro.

e di costituire una sottoscrizione nazionale il cui obiettivo sarebbe stato quello di una raccolta fondi destinata a erigere un monumento permanente intitolato a Vittorio Emanuele II di Savoia da costruire a Roma

. Essendo poi stato architettonicamente concepito come una grande piazza pubblica, il Vittoriano, oltre a rappresentare un memoriale dedicato alla persona di re Vittorio Emanuele II di Savoia, fu investito di un altro ruolo: un moderno foro dedicato alla nuova Italia libera e unita

Palazzo Alessandro Ferro, in corso Vittorio Emanuele, settecentesco, caratterizzato dall'orologio al centro del prospetto, e da balconi nei cui timpani sono posti medaglioni che raffigurano busti di personaggi illustri della famiglia Ferro.

Il fianco sinistro resta visibile quasi soltanto di scorcio, a causa della vicinanza degli edifici circostanti, mentre l'imbocco di via Vittorio Emanuele II permette di osservare l'articolarsi dei volumi dell'

), che sorgeranno rispettivamente nell'area degli ex-conventi di S. Girolamo e S. Francesco d'Assisi, ed il sistema vie (Mazzini-Diaz-Garibaldi) e piazze (Mazzini-Vittorio Emanuele-Municipio) che collega la

furono costituiti ufficialmente i due principali viali cittadini del Corso Vittorio Emanuele e il Corso principe Umberto con le facciata dei palazzi gentilizi Cappa-Cappelli, Gatti, Paone Tatozzi, Lucentini-Bonanni, Quinzi (sede dell'istituto tecnico), Pica Alfieri, e fu realizzato il

, collocata davanti all'ingresso al corso Vittorio Emanuele, in stile razionalista e rievocativo, ispirato alla tradizione abruzzese delle donne che raccolgono l'acqua con la conca di rame. Sempre dal D'Antino furono restaurati i due efebi del complesso della

e Massimiliano Emanuele, elettore di Baviera. Quest'ultimo, dopo aver perso l'occasione di ottenere il trono spagnolo con la morte prematura di suo figlio Giuseppe, aveva cercato compensazione altrove appoggiandosi a Luigi XIV: inizialmente l'elettore aveva fatto pressioni sull'imperatore per scambiare la Baviera con i regni di Napoli e Sicilia, ma tale proposta era stata rigettata ed egli, comunque ambizioso, aveva deciso di appoggiarsi alla Francia per cercare almeno di guadagnarsi i Paesi Bassi spagnoli.

ha probabilmente permesso la conservazione delle linee fondamentali dell'impianto primitivo. Il Foro corrispondeva probabilmente alla zona dell'attuale piazzale del Duomo (a nord della piazza Vittorio Emanuele), il

Allocuzione detta da Monsignor Andrea Charvaz Arcivescovo di Genova in occasione dell'inaugurazione della Ferrovia dello Stato il XX febbraio MDCCCLIV alla presenza delle LL. MM. il Re Vittorio Emanuele II e la Regina Maria Adelaide

Il giorno seguente la sua scomparsa (sabato) avrebbe dovuto partecipare alla festa di compleanno del padre Giustino, ma non si presenta. Preoccupati, il padre ed il fratello Andrea si recano a casa di Emanuele riscontrando la sua assenza, notando in cucina la preparazione della pasta cotta ed una scatola di cibo per il cane un rottweiler di nome Ciad. Il giorno successivo il padre Giustino Piazza, noto avvocato, accompagnato dal fratello Andrea presenteranno denunzia di scomparsa innanzi la squadra mobile di Palermo. Nonostante le sollecitazioni del padre, da quel momento amici e referenti di Emanuele Piazza alzano un muro di silenzio sui loro rapporti, arrivando persino a negare che lavorasse per il Sisde, sin quando il Procuratore della Repubblica Aggiunto

, nel quadro di un incontro organizzato per combinare un'unione tra il principe e una delle sue cugine. Vittorio Emanuele avrebbe preferito la sorella maggiore di Adelaide, Maria Carolina, ma, nonostante il padre

(attuali corso Vittorio Emanuele - via Nazionale), ossia la prima grande strada che, per ragioni di spazio, si limitava a rasentare il centro antico. Fu in tale periodo che bottegai e tavernai abbandonarono le loro vecchie dimore (devastate peraltro dalla serie di eventi sismici susseguitisi tra il

Partiti dal capolinea i tram seguivano la circonvallazione lungo la direttrice via Fratti-viale Barilla; giunti alla Barriera Vittorio Emanuele (poi Barriera Repubblica), ove osservavano fermata, svoltavano sulla

a vent'anni, Vincenzo Ferro a sedici anni, Pietro Carra a quattordici anni, Emanuele Di Natale a undici anni, Aldo Frabetti a dodici anni, Antonino Messana a ventuno anni e Vittorio Tutino a ventotto anni mentre Massimo Scarano e Giuseppe Santamaria vennero assolti

, alla morte del padre Emanuele Filiberto. Era di gracile costituzione, con le spalle leggermente arcuate, i lineamenti delicati, l'incarnato pallido. Fin da bambino, tuttavia, il padre lo aveva abituato ad ogni sorta di esercizio fisico e di sport, rendendolo un abile cavaliere e un invincibile spadaccino. Nel

Riprendono le persecuzioni dei protestanti nel Ducato. Allarmato da un possibile riavvicinamento tra Francia e Spagna, Carlo Emanuele si riavvicina ai francesi. Anche la Spagna tenta di riportare nella sua orbita il Ducato. Dopo lunghe trattative fra Carlo Emanuele e gli emissari di

, prevede un'alleanza stretta fra il Ducato e la Francia in chiave antispagnola: una vittoria in un'eventuale guerra contro la Spagna avrebbe portato ai Savoia il Ducato di Milano; era previsto nel caso anche il matrimonio dell'erede di Carlo Emanuele, Vittorio Amedeo, con Elisabetta, figlia di

per il ducato. Carlo Emanuele non accetta, sostenendo di voler difendere i diritti della nipote Maria e l'applicazione degli accordi matrimoniali della figlia, stipulati al tempo del matrimonio, con

come pretendente al trono d'Italia. In passato ha sostenuto il ramo di Casa Savoia di Vittorio Emanuele e del figlio Emanuele Filiberto ma, prima della fine del loro esilio, ha restituito le decorazioni dell'

il primo telefono pubblico era stato installato presso la Regia Privativa Sironi, in piazza Vittorio Emanuele (oggi Italia); quello di Cinisello era il Ristorante Caccia, in via Milano (al cui posto sarebbe in seguito sorto l'Hotel Villa Ghirlanda). Cfr.

: re Vittorio Emanuele era personalmente favorevole all'alleanza francese, ben ricordando il ruolo fondamentale dell'Imperatore nel raggiungimento dell'unificazione italiana; tuttavia, l'opinione pubblica, ricordando l'appoggio francese al Papa e la

Tali linee di espansione, identificabili nelle attuali vie Vittorio Emanuele - Corso Sicilia e L.Sturzo - F. Crispi - ricche di testimonianze architettoniche borghesi e di angoli tipicamenti contadini - si intersecano formando uno slargo, Piazza del Bianco, centro per antonomasia della vita cittadina, malgrado la spaziosa e vicina piazza Marconi, voluta negli anni venti dal sindaco

, lungo la via Vittorio Emanuele; il Conservatorio delle Vergini, o Collegio Immacolata, nei pressi della Chiesa dei Bianchi; la chiesa di Santa Maria di Tremonti, chiesa di campagna sita nell'omonima contrada; la chiesa di

Colonnetta: proseguendo la via Vestina in direzione del mare si trova il quartiere Colonnetta, che prese il nome dalla stele commemorativa della costruzione della via per Montesilvano Colle, decorata con un fregio sabaudo al passaggio del re Vittorio Emanuele II diretto verso

Giuria: Igor Zanti, Domenico De Chirico, Caroline Corbetta, Denis Curti, Nicolangelo Gelormini, Emanuele Montibeller, Simone Pallotta, Nadim Samman, Manuel Segade, Ekaterina Shcherbakova, Eva Wittocx.

: oltre che punto di transito privilegiato per recarsi a teatro, la galleria Vittorio Emanuele II era divenuta in pochi anni il luogo di raduno di cantanti e musicisti che speravano di essere scritturati nei teatri di tutta la

Quando su questo disegno Vittorio Emanuele II diede il suo consenso a Cavour, l'unica persona alla quale fu svelato il progetto fu La Marmora che ricevette una dettagliata lettera da Cavour dopo il suo

Ma l'aspetto principale della questione era che, pur volendo, La Marmora non avrebbe potuto accogliere le proposte straniere. Gli mancava infatti l'autonomia decisionale. Comandante supremo dell'esercito era Vittorio Emanuele II e suo capo di stato maggiore La Marmora. Ma l'esercito era stato diviso in due armate, una che avrebbe dovuto agire dal fiume

Il maggiore Agostino Petitti era con La Marmora, Della Rocca venne allontanato dal principe ereditario Vittorio Emanuele, ed Eusebio Bava (che aveva pubblicato un libro contro la condotta militare del Re) messo completamente in disparte.

. Da allora Rattazzi, sebbene elogiato alla Camera dal primo ministro e da questi ricompensato con la presidenza della stessa nel dicembre dello stesso anno, ebbe per il vecchio alleato un senso di risentimento profondo, stringendo al contempo i rapporti con Vittorio Emanuele II, attraverso anche l'appoggio dell'amante del re,

Oltre ad un valore affettivo, quello che fece alla fine cedere Vittorio Emanuele II fu il ricco patrimonio che la giovane principessa portava in dote e alcuni suoi legami famigliari che, nel piccolo, potevano giovare all'Italia da poco unita: la madre di Vittoria, Louise de Merode, era infatti la sorella minore di

Corpo di ballo: Marianna Bombace, Nadia Buttignol, Marco Chiodo, Alessandra Cito, Vincenzo De Michele, Christian Di Maio, (Kal) Pasquale Guglielmelli, Danilo Monardi, Luca Peluso, Simone Bua, Loredana Persichetti, Emanuele Pironti, Valentina Soncin, Midori Watanabe, Roberta Zegretti.

: Marianna Bombace, Nadia Buttignol, Luca Calzolaro, Marco Chiodo, Alessandra Cito, Vincenzo De Michele, Francesco Gammino, Giuliana Guttoriello, Sara Filippucci, Amy Mason,Giancarlo Commare, Danilo Monardi, Luca Peluso, Loredana Persichetti, Emanuele Pironti, Roberta Zegretti.

, Mack Smith mise infine in rilievo come la distruzione, la falsificazione e/o l'occultamento di prove documentali causate da interessi di parte sia una pratica cui tutti gli stati corrono il pericolo di cadere, ma che in alcuni momenti della storia italiana questa sia stata quasi una regola generale. Citando esempi specifici riferiti a personaggi di elevata importanza storica (da Vittorio Emanuele II, a

(anticamente la Strada Maggiore, che da Porta Paganica, presso il castello cinquecentesco, da nord porta a Piazza Duomo), il corso Federico II, che da Piazza Duomo a sud portava a Porta Napoli, e poi le due vie trasversali di corso Umberto I a ovest, che attraversa i due rioni San Pietro e Santa Maria, diventando poi via Andrea Bafile e via Roma fino a Porta Barete, che incrociandosi al corso Vittorio Emanuele presso il

. (Nome completo: Eugenio Emanuele Giuseppe Maria Paolo Francesco Antonio di Savoia-Villafranca-Soissons, III conte di Villafranca e principe di Carignano) comandante onorario, ufficiale di Cavalleria e ufficiale di Marina.

situata lungo il Corso Vittorio Emanuele, faceva parte di un palazzo con chiesa annessa risalente alla fine del Settecento. Tale chiesa, realizzata probabilmente per un voto a San Rocco, sembra non esser mai stata consacrata. Nel

al livello stradale dopo aver intercettato la progettata linea Roma-Marino-Albano. Il percorso sarebbe proseguito in galleria sotto Piazza S. Giovanni in Laterano, collocandosi in trincea lungo via Emanuele Filiberto fino alla stazione di

a Piazza Duomo, lungo il corso Vittorio Emanuele, abbracciando anche la zona di San Bernardino, e il corso Umberto, giungendo in piazza della chiesa capoquarto di Santa Maria Paganica, e nella zona di

furono costituiti ufficialmente i due principali viali cittadini del Corso Vittorio Emanuele e il Corso Umberto I con le facciata dei palazzi gentilizi Cappa-Cappelli, Gatti, Paone Tatozzi, Lucentini-Bonanni, Quinzi (sede dell'istituto tecnico), Pica Alfieri, e fu realizzato il

all'incrocio con il Corso Vittorio Emanuele sud, parte dell'altro quarto, del Corso Umberto I che parte dal Palazzo Burri Gatti e dai portici del Convitto Nazionale, mentre dall'altra parte si trova via San Bernardino con in affaccia il

Il Quarto ha gli sbocchi in Piazza Duomo mediante la parte finale del Corso Vittorio Emanuele, di via Cavour e di via Teofilo Patini, oltre a via Sassa. Per la presenza dei principali organi amministrativi, come il Palazzo del Collegio dei Nobili e il Palazzo del Capitano, poi dal XVI secolo Palazzo Margherita, il quarto fu da sempre la sede del centro politico ed economico aquilano, a differenza di Piazza Duomo, che era quello sociale e mercantile.

al livello stradale dopo aver intercettato la progettata linea Roma-Marino-Albano. Il percorso sarebbe proseguito in galleria sotto piazza di San Giovanni in Laterano, collocandosi in trincea lungo via Emanuele Filiberto fino alla stazione di via Labicana da collocarsi all'incrocio dell'omonima strada con via Emanuele Filiberto e viale Manzoni. Da questa stazione i binari sarebbero proseguiti in salita verso la

e dal suo seguito, composto dal principe Nicola Brancaccio di Ruffano, dal conte Francesco de la Tour, dal marchese Imperiali, dalla duchessa di San Cesareo, dal duca di San Vito Emanuele Caracciolo, dal maresciallo Riccardo de Sangro principe di San Severo, dal retro ammiraglio Leopoldo del Re, dal maresciallo Giuseppe Statella, dal maresciallo Francesco Ferrari

, furono tra le prime nazioni a condannare l'invasione e l'annessione del Regno delle Due Sicilie, e si unirono all'Austria per negare il riconoscimento diplomatico sia del regno unificato sia della pretesa di Vittorio Emanuele del titolo di re d'Italia

. Alla cerimonia erano presenti il duca e la duchessa di Castro, i principi Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie, il principe don Pedro di Borbone con la moglie Sofia e i figli, Anna di Francia duchessa di Calabria, i principi Amedeo e Silvia di Savoia-Aosta, la principessa Clotilde di Savoia e il principe Sergio di Jugoslavia in rappresentanza del principe Vittorio Emanuele, la principessa Maria Gabriella di Savoia, Dom Duarte duca di Braganza, oltre a esponenti delle case di Borbone e d'Asburgo-Lorena

La necropoli punico-romana di Pill'e Matta (Quartucciu-CA): antropologia e archeologia - Rosalba Floris , Roberto Angioni , Davide Camboni , Andreina Catte , Giovanni U Floris , Emanuele Pittoni , Donatella Salvi , Enea Sonedda , Elena Usai.

che vengono usati in estate per concerti e manifestazioni, mentre in inverno ospitano una pista di pattinaggio su ghiaccio. Infine, posto al centro di via Vittorio Emanuele III, non molto distante dal

dopo il frutto di lunghe trattative di collaborazione nei costi tra il Regno di Sardegna e la Lombardia, anche se meno di un mese dopo il milanese sarebbe stato conquistato da Vittorio Emanuele II con la

, per l'allestimento al Teatro La Fenice di Venezia, con saggi di Riccardo Pecci ed Emanuele d'Angelo, l'edizione del libretto con la guida all'opera di Michele Girardi, l'estesa bibliografia di Emanuele Bonomi.

, Davide Borrelli, Gaetano Di Mauro e Carmine Cerchia successivamente Daniele Scartozzi, Emanuele Gabrieli e Filippo Borgogni, oltre al riconfermato Mario Orta. Il campionato parte con tre vittorie di fila (contro

In questa cupola l'Emanuele sta al centro. All'interno della cupola, da est, sono rappresentati la Vergine, poi i profeti Isaia, Geremia, Daniele, Abdia, Abacuc, Osea, Giona, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia ed inoltre Salomone re e Davide re.

. La politica sabauda del duca Carlo Emanuele I, infatti, venne improntata su azioni belliche di rilevanza internazionale, come il possesso del Marchesato di Saluzzo o le guerre per la successione dei

con un nulla di fatto, ma con due risultati: uno d'immagine, che mise in luce la figura di Carlo Emanuele I come unico principe italiano capace di opporsi alle grandi potenze europee, e l'altro pratico, il forte regresso economico del ducato a causa delle spese per la guerra.

Il governo di Carlo Emanuele II fu un primo passo verso le grandi riforme del successore e del secolo successivo: si sottolinea, in particolare, la creazione delle milizie sabaude e del primo sistema di scuola pubblica, nel

I giudici decidevano delle infrazioni alla legge, e il loro operato era regolato, almeno dai tempi di Emanuele Filiberto, preoccupato per il crescente potere della classe giudiziaria e per le pene troppo severe, dal Senato. Ma col tempo, tale decreto venne via via obliato.

Comprende la zona tra via Pagnini, via Vittorio Emanuele II (compresa), viale Morgagni (escluso), via Dino del Garbo, via Banti, via Ernesto Rossi, via dei Cappuccini, via Santa Marta, via della Pietra (escluse le ville affacciate su

Specularmente a Corso Duca degli Abruzzi, rispetto a Corso Vittorio Emanuele II, termina, sullo stesso asse, Corso Vinzaglio. Si tratta di un viale alberato ed a medesima struttura di Corso Duca degli Abruzzi, che giunge a Corso Vittorio Emanuele II da

. Da qui la linea avrebbe proseguito fino a piazza Solferino, poi in asse a via Pietro Micca fino a piazza Castello. Le fermate previste nel tratto Politecnico - Piazza Castello erano: Stati Uniti, Vittorio Emanuele (poi Re Umberto), Solferino (due ipotesi), Castello (due ipotesi).

Di fronte alla prefettura, all'angolo tra via Cairoli e corso Vittorio Emanuele, sostano una ventina di missini, che avvistando i giovani comunisti, inviano due di loro a chiamare i rinforzi nella vicina federazione provinciale del MSI in via Piccinni, al cui interno ha sede anche il

Riccardo M. Inciardi, Laura Lupi, Gregorio Zaccone, Leonardo Italia, Michela Raffo, Daniela Tomasoni, Dario S. Cani, Manuel Cerini, Davide Farina, Emanuele Gavazzi, Roberto Maroldi, Marianna Adamo, Enrico Ammirati, Gianfranco Sinagra, Carlo M. Lombardi e Marco Metra,

alcuni rotocalchi italiani e stranieri iniziarono a dare notizia di avventure sentimentali fra Vittorio Emanuele di Savoia e l'attrice Dominique Claudel prima, e poi fra lo stesso Vittorio Emanuele e la campionessa di sci d'acqua

Secondo Vittorio Emanuele, il re Umberto II avrebbe riconosciuto come dinasticamente valida la nascita di Emanuele Filiberto conferendogli oralmente, senza alcun documento verificabile o atto firmato, il titolo di

abbiano favorito il consolidamento del suo status di Capo della Casa. Amedeo infatti, in alcuni contesti, in passato sostenne con alcune dichiarazioni le tesi di Vittorio Emanuele, anche ponendosi in contrasto con la

L'interpretazione di Vittorio Emanuele, tuttavia, si discosta da quella prevalente successiva all'entrata in vigore della Carta Costituzionale, in quanto egli attribuisce all'esilio inflitto un potere dinastico mai ipotizzato dall'

perifrasi che di fatto implica l'abolizione della legge salica stessa in favore della primogenitura semplice. Inoltre, Vittorio Emanuele ha circoscritto la linea di successione esclusivamente alla sua discendenza. La linea di successione dinastica, secondo il suo nuovo decreto, sarebbe pertanto la seguente:

, Mack Smith mise infine in rilievo come la sistematica distruzione, riscrittura in chiave apologetica ed occultamento di documenti ufficiali sia una pratica cui tutti gli stati corrono il pericolo di cadere, ma che in alcuni momenti della storia italiana questa sia stata eletta a sistema. Citando esempi specifici riferiti a personaggi di elevata importanza storica (Vittorio Emanuele II,

, i cui archeggiati sono ancora visibili a testimonianza della sua esistenza, che tagliava in senso sud-nord l'edificio, mettendo in comunicazione la strada del corso (oggi via Vittorio Emanuele II) con lo spiazzo alle spalle del teatro. La strada, come si nota da alcune fotografie precedenti al suo abbattimento, era in comunicazione con alcune stradelle minori e persino una piazza, ricavate sulla cavea tra il XVIII e il

(Cherubino), Natalia Gavrilan (Marcellina), Maurizio Muraro (Bartolo), Carlo Bosi e Leonardo Cortellazzi (Basilio), Emanuele Giannino (Don Curzio), Pretty Yende (Barbarina), Davide Pelissero (Antonio).

le pietre furono portate in piazza Madrice e due anni dopo impiegate nella facciata. Morto l'arciprete Amico Roxas i lavori furono temporaneamente sospesi e ripresi da don Calogero Giamporcaro (fratello dell'arciprete Luigi Giamporcaro che succedette alla guida della Chiesa Madre all'arciprete Antonio Amico Roxas. Don Calogero Giamporcaro funse da economo del duomo e lo stesso fece ultimare la facciata sotto la direzione dell'architetto Emanuele Di Bartolo da Palermo. Il nuovo arciprete Luigi Giamporcaro, fece fare dei grandi restauri dal capo mastro Vasano e dagli intagliatori fratelli Nicola e Antonio Perricone, i quali profusero la loro opera fino all'anno




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Ultimo aggiornamento pagina:

12 Agosto 2021

21:19:44