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Frasi che contengono la parola edificio
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e modelli depositati nei suoi uffici sono irrimediabilmente perduti. Dalle prime indagini si ipotizza che l'incendio sia di natura dolosa e che sia divampato dalla sede delle Poste, che condivideva l'edificio. Tuttavia non emergono prove certe di tale causa e l'episodio viene considerato di natura accidentale.
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, le armature, i ponti, gli strumenti per sollevare il materiale e quant'altro. Oltre ai problemi tecnici e ingegneristici, la cupola doveva anche concludere armonicamente l'edificio, sottolineandone il valore simbolico e imponendosi sullo spazio urbano e dei dintorni
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, con i medaglioni sulle arcate recanti figure a mezzo busto. I due palazzi laterali invece non corrispondono a nessun edificio in particolare, ma seguono una tipologia molto frequente all'epoca, con il
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soprattutto in relazione alle caratteristiche fisiche degli elementi dell'edificio che dividono le stanze, i diversi piani e, in generale, l'ambiente esterno da quello interno. Solo di recente si comincia a sentire il problema dell'inquinamento acustico: in
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), e dove fosse collocata una statua di Ottaviano Augusto, da cui l'edificio avrebbe derivato il nome. Essendosi l'imperatore opposto ad entrambe le cose, Agrippa fece porre all'interno una statua del Divo Giulio, (ossia di
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collegato a un'ampia cella rotonda per mezzo di una struttura rettangolare intermedia. Rispetto all'edificio precedente fu invertito l'orientamento, con l'affaccio verso nord. Il grande pronao e la struttura di collegamento con la cella (avancorpo) occupavano l'intero spazio del precedente tempio, mentre la rotonda venne costruita quasi facendola coincidere con la piazza augustea circolare recintata che divideva il Pantheon dalla basilica di Nettuno. Il tempio era preceduto da una piazza porticata su tre lati e pavimentata con lastre di
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L'inserzione di un'ampia sala rotonda alle spalle del pronao di un tempio classico non ha precedenti nel mondo antico, almeno a giudicare dalle architetture che ci sono pervenute o che conosciamo dalle fonti letterarie. Esiste forse un precedente a Roma di edificio circolare con pronao
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Durante tutto il periodo mediceo e lorenese furono edificati diversi edifici negli spazi liberi: venne costruito un altro edificio dei canonici a nord del campanile e quello a sud venne ampliato con la
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. Gli uomini della King's German Legion nel frutteto e nel giardino furono alla fine sopraffatti dai soldati francesi della brigata Quiot ma il primo attacco all'edificio si concluse con un fallimento; alcuni reparti di rinforzo inviati dalle brigate di Ompteda e Kielmansegge furono respinte dal tempestivo intervento dei corazzieri del generale Travers
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disegnato da Boito e sito in un oblungo corpo posteriore, staccato dall'edificio principale, con il concorso dell'ornatista Matscheg e dell'ingegnere Manetti, i quali crearono un'architettura profondamente mutata grazie a ornati dipinti, marmi intagliati, ferri fusi e battuti, pietre lavorate, lampade e arredi di gusto eclettico, che denunciano una (dubbia) scelta storicistica, in linea con le istanze dell'epoca. La struttura si conclude con un'ala posteriore, che presenta locali in successione.
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L'obice creava infatti passaggi tra i muri, in modo da permettere alla fanteria di spostarsi di edificio in edificio, senza dover attraversare le vie cittadine, dove potevano essere bersagliati dal fuoco nemico.
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su progetto dell'architetto Mazzei, con la congiunzione dell'ala ovest dell'edificio con il complesso del chiostro di Santa Croce. Altre parti del progetto originario non furono mai realizzate, per le critiche all'architettura ed anche per motivi economici, come l'ampia piazza davanti alla facciata e prospiciente l'Arno, per la quale erano state scolpite le due statue di
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che drenano liquidi della natura sopra descritta da una pianura leggermente sopraelevata rispetto al livello del bacino. La morfologia lobata dell'edificio deltizio sembra implicare la presenza di un moto ondoso e quindi, verosimilmente, di
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i cui colori erano vivaci e luminosi, dove il bianco era il colore dominante. L'oro, le pietre preziose, i marmi e i mosaici attribuivano all'edificio una ricchezza di decorazioni accecante. Erano quindi rappresentati sulle pareti e sui soffitti a volta, paesaggi, animali, trofei e scene mitologiche.
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, il castello fu ideato da Ciro Ciri con la consulenza di Francesco di Giorgio Martini. Al tempo in Piazza Castello, luogo dove si trova l'edificio, si ergevano delle fortificazioni risalenti al periodo della dominazione sveva con l'aggiunta dei ritocchi operati dai turchi intorno al
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e derivano grossomodo sia dalle pratiche della chiesa di assegnare a un importante edificio di culto un elemento riconoscibile ai pellegrini, sia dalle feste pubbliche, quando si usava costruire torri lignee portate a spalla e fortemente decorate con cartapesta (cosa che avviene tuttora con la
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. Dopo l'ultima guerra, in relazione al piano di espansione degli atenei, l'amministrazione universitaria dispose la sopraelevazione di alcuni padiglioni e la costruzione, su progetto dell'Ing. prof. Francesco Basile, di un moderno edificio con fronte su via dei Verdi. I prospetti delle tre palazzine che danno su piazza
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Si tenne conto certamente anche dello sviluppo demografico futuro, in quanto la costruzione di una tale opera era molto dispendiosa e si doveva evitare di dover costruire un secondo edificio (come successe per esempio a
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, con cortile, salone affrescato e cappella affrescata dedicata a san Gerolamo. Nel medesimo edificio sorge al piano terra l'Enoteca Provinciale che ospita mostre e degustazioni di vini tipici locali.
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Sempre nel XVI secolo era poi stato inaugurato dall'abate commendatario Girolamo Martinengo, a sud della chiesa abbaziale, un palazzo con strutture di servizio e nuove celle per i monaci, che tutt'oggi esiste come edificio a scopo abitativo conosciuto col nome di
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Nel suo territorio si trova l'antica chiesa di Santa Maria Assunta, nella via Rossignago. Il primitivo edificio di S. Maria Assunta sorse nel X-XI secolo, quale chiesa matrice del territorio di Spinea, dotata di fonte battesimale e soggetta direttamente alla giurisdizione del Vescovo di Treviso. Successivamente l'usura dei tempi ed i danni provocati dai vari eserciti che sono transitati e si sono scontrati nel territorio spinetense, in particolare nella battaglia di Orgnano (
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, sussiste ancora nell'acqua liquida, costituendo un edificio macromolecolare lacunare con legami interni mobili che diminuiscono di numero all'aumentare delle temperature e che formano un insieme di
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), e quindi si andava via via riempiendo. Non si conosce bene il motivo vero, ma questo nuovo edificio venne designato come il nuovo ospedale (quello dei giorni nostri), mentre il vecchio edificio rimaneva solamente come
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), l'edificio monastico si caratterizza per il suo stile severo e alla chiesa si accede da una scalinata in pietra, probabilmente risalente all'epoca romanica, come anche la facciata, con tetto a capanna. All'interno, ad unica
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che descrive l'edificio come luogo di culto e di beneficenza. La chiesa venne intitolata a Santa Maria Spina Corona, nome in seguito mutato prima in Santa Maria Coronata e poi in Santa Maria Incoronata
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, l'edificio nacque come fortificazione. Di questa originaria funzione sono testimonianza le torri quadrangolari visibili su corso Giacomo Matteotti. Il palazzo, dopo l'acquisizione di Albano da parte della Camera Apostolica nel
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): una parte dell'edificio secondario venne demolita per fare spazio al palcoscenico mentre la torre ed altri ambienti del palazzetto furono adibiti a servizi per il teatro e per i camerini degli artisti.
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, per tutta una serie di rapporti geometrici e proporzionali riscontrabili nella pianta e nell'alzato dell'edificio, che fanno riferimento alla nuova cultura prospettica rinascimentale codificata nel
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dove emergono con raffinata ironia colti riferimenti stilistici che conducono a una rivisitazione dei materiali da costruzione, riproponendo l'utilizzo del litocemento per elementi decorativi che caratterizzano tutti i sinuosi prospetti dell'edificio marcatamente scanditi da rilievi orizzontali sovrapposti che richiamano le morfologie moderniste di
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Di particolare gusto la tettoia pensile in vetro e ferro battuto. Per quanto riguarda l'edificio, possiamo definirlo in stile prevalentemente eclettico, tuttavia sono di notevole evidenza i massicci decori floreali del
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. Inoltre, il fatto che i volumi architettonici dell'edificio siano praticamente perfetti, avvalora l'ipotesi che la basilica di San Magno possa essere realmente opera del Bramante, sia da un punto di vista cronologico che artistico, e non frutto di un lavoro di un architetto locale
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. Era tipicamente medievale anche la chiesa legnanese di San Salvatore, edificio religioso che venne sostituito dalla basilica di San Magno: architettonicamente era tutta incentrata sull'altare maggiore
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Queste porzioni di edificio hanno poi rapporti perfetti e voluti: nel complesso, per quanto riguarda i volumi e le proporzioni, l'architettura della basilica di San Magno ricorda quella di un tempio dell'
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Solitamente si suddividono le vicende edificatorie di Santo Stefano in quattro momenti principali: l'edificazione del primo edificio paleocristiano, il periodo alto medievale, l'imponente ristrutturazione
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L'architettura interna di Santo Stefano presenta diversi stili architettonici: l'originaria struttura peleocristiana si mischia con i successivi elementi romanici, rinascimentali e barocchi, rendendo non agevole ricostruire la storia edificatoria dell'edificio.
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Pertanto, verticalmente, lo spazio interno si divide in tre livelli: centralmente il piedicroce, superiormente il transetto e il presbiterio e inferiormente la cripta. La pianta del primitivo edificio paleocristiano era
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era di nuovo in pessimo stato. La mancata manutenzione in tempo di guerra e gli antichi vizi di costruzione, avevano deteriorato in maniera notevole il vecchio immobile. Vennero emanate severe prescrizioni circa il numero di persone che potevano accedere ai piani superiori dell'edificio per paura del crollo dei muri portanti. La scala era sprofondata in maniera evidente, alcuni scalini vennero imbragati e la ringhiera era fuori piombo. Una verifica, ordinata dal primo ministro
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, presenta una facciata schermata da due colonnati sovrapposti, trattati con spirito severamente classicista; lungo i lati brevi, le legge sono collegate alla massa dell'edificio per mezzo di arcate a tutto sesto, secondo una soluzione mutuata dal
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. Fu progettata dal Caretti ed era sita tra il Teatro, la montagnola ed il laghetto del Fucino. Le descrizioni che sono giunte fino a noi citano che l'edificio constava di un portico con decorazione interna semplice in stile
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Attualmente l'edificio prospetta sulla piazza con il porticato recuperato dai capitelli a foglie d'acqua, sotto al quale, in corrispondenza dei portoni d'accesso agli ambienti, sono tre lunette in terracotta invetriata di
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A Sarajevo, i manifestanti entrarono nell'edificio del parlamento, e quando arrivarono a poche centinaia di metri di distanza dal quartier generale del Partito Democratico Serbo presso l'hotel Holiday Inn. Qui
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), la Scuola Elementare centrale, la Chiesa dell'Immacolata e i molti edifici privati risalenti alla fine degli anni venti. Le successive costruzioni furono influenzate dall'architettura fascista, come dimostrano, per esempio, le forme geometriche austere dell'edificio della
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risultava essere sbarrato da una porta che immetteva in un grande dormitorio, costituito da diciannove celle, illuminate da un finestrone che per ordine di mons. Savino fu in parte murato per evitare che dall'esterno potessero vedere le monache. Oltre a questo dormitorio vi era un'altra camera, superiore ad esso. Secondo il Pescitelli tale doveva essere stato l'edificio dalla sua fondazione alla fine del
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, formate da gas e lava polverizzata. Sono eruzioni molto pericolose che si concludono generalmente con il collasso parziale o totale dell'edificio vulcanico o con la fuoriuscita di un tappo di lava detto
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secondo gli ormai tradizionali canoni del teatro ottocentesco. Il monumentale edificio neoclassico, preceduto da un portico a cinque arcate, si componeva di un grande atrio a tre navate al piano terra, di un
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collegato a una trave reticolare e si sviluppa lungo tutti i quaranta metri di altezza dell'edificio permettendo l'accesso ai vari livelli, dal piano interrato della cisterna maggiore fino alle carceri e alla torre Grimaldina.
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abbandonarono le loro dimore nelle mura per ritirarsi in campagna mentre le abitazioni cittadine finivano in rovina. Una villa come quella rinvenuta sotto il battistero, secondo Lopes Pegna, dev'essere stata occupata da plebei, piccoli artigiani oppure da commercianti. Proprio quell'edificio, inoltre, con la calata degli
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. Fu un edificio pionieristico dal punto di vista della tecnologia antisismica, visto che fu il primo edificio al mondo ad installare un sistema di galleggiamento elastico. Inoltre fu il primo edificio in tutta l'America latina a contare con un cartello al
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e segna il definitivo passaggio funzionale dell'edificio da fortezza a elegante dimora nobiliare. Lo stemma visibile sopra la balconata appartiene alla famiglia De Marco, all'epoca proprietaria dello stabile. All'interno un grande atrio conduce attraverso una scalinata al piano nobile, dotato di ampi ambienti voltati
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sono stati realizzati quattro rilevanti interventi di riqualificazione degli spazi del palazzo, che hanno inserito elementi moderni e tecnologici nell'architettura dell'edificio: l'ingresso in cristallo e acciaio denominato
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La simmetria compositiva attorno all'asse dell'ingresso, la ripetizione costante degli elementi (colonne, finestre ad archi), la decorazione rigorosamente composta, definiscono una struttura spaziale semplice ed una volumetria chiara, armonica e geometrica, d'ispirazione greca e romana. I riferimenti formali di quest'edificio sono, oltre che nei teatri antichi, anche nelle costruzioni religiose e pubbliche romane, quali il tempio, la
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Un edificio a due piani con una pianta triangolare, i centri culturali svolgono tre funzioni principali: un luogo di incontro per grandi raduni durante i festival annuali, un luogo dove allestire mostre e una biblioteca.
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era infatti molto meno interessato del suo predecessore al nuovo edificio), suo fu il fondamentale contributo di ripristinare il corpo longitudinale della basilica, da innestare sulla crociera avviata da Bramante
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. L'impostazione rinascimentale della villa venne rielaborata alla luce della lezione dell'antico, con forme imponenti e una particolare attenzione all'integrazione tra edificio e ambiente naturale circostante. Attorno al cortile centrale circolare si dovevano dipartire una serie di assi visivi o di percorso, in un susseguirsi di logge, saloni, ambienti di servizio e locali termali, fino al giardino alle pendici del monte, con ippodromo, teatro, stalle per
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sono poste direttamente sopra la prima serie, aggiungendo altezza all'edificio. Le coppie di colonne del secondo piano affiancano le finestre nello stesso modo che le colonne del primo piano affiancano le porte e inoltre creano nicchie che avrebbero ospitato le statue. Si pensa ci possa essere stata una terza serie di colonne, ma oggi ce ne sono solo due.
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L'edificio si trova sul Corso De Michetti, in stile romanico negli esterni, con il bel portale strombato con lunetta affrescata, e uccellini scolpiti in maniera molto fine presso i capitelli e gli archi.
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. A Roma, otto rilievi caratterizzano l'imperatore in diverse fasi della caccia; essi decorano un edificio che era stato inizialmente progettato come un monumento che doveva celebrare uno di questi eventi
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, un edificio simile ai monasteri o alle abbazie. Gli interni variano da regione a regione, seguendo comunque un unico schema: una sala centrale per la preghiera con una statua di Buddha, panchine per i monaci per la meditazione e le camere per dormire e mangiare. I gompa possono essere accompagnati dai
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(con l'aggiunta di due navate laterali e di stucchi e decorazioni), e con la realizzazione di una seconda facciata pseudo-gotica, che accoglie un portale che probabilmente si trovava su un lato dell'antico edificio. Nel
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Alle spalle, con accesso a est, si trova un altro edificio con pronao, originariamente rivestito all'interno con marmi pregiati e con pavimento in mosaico; di esso si conservano oggi, fino a notevole altezza, i tratti murari in laterizio. Si ipotizza che questo edificio, situato in posizione preminente su un lato del Foro, avesse una destinazione sacra, fosse il probabile tempio di Marte, cui allude Cicerone, quando parla della presenza a Larino dei
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consentiranno la realizzazione di una riorganizzazione globale delle collezioni secondo criteri espositivi nuovi, permettendo inoltre che alcune raccolte rimaste escluse dalla visita per decenni, possano trovare definitiva sistemazione dentro l'edificio
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. Il tema del collegamento con le aree esterne fu una delle principali preoccupazioni di Piacentini: come risolvere l'angustia dello spazio destinato all'edificio, che sacrificava il progetto e ne rendeva incongruo il carattere monumentale. Una prima idea di Piacentini fu di smontare la
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Dopo aver acquistato Pratolino, ristrutturarono gli edifici superstiti della villa: le scuderie, la cappella e la fattoria. Dall'edificio secondario delle paggerie, originale del periodo del Buontalenti, fecero ricavare all'architetto
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Quando e se sia stata realizzata la costruzione della cattedrale di Mindaugas rimane un altro mistero: nuova linfa potrebbe essere generata da recenti ricerche archeologiche, decisive al fine di riportare alla luce i resti di un edificio in mattoni del XIII secolo sul sito dell'attuale
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e riccamente decorata: essa custodisce la veneratissima statua della Beata Vergine del Soccorso. Si tratta di un'opera risalente verosimilmente all'inizio del XIV secolo proveniente forse da un preesistente edificio di culto
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L'edificio principale, che occupa tutto il lato su via Micheli, ospita gli uffici, la biblioteca, un laboratorio e le serre. L'edificio, a pianta rettangolare, ha due grandi serre come corpi laterali e le strutture organizzative nella zona centrale. Altre cinque serre realizzate in vetro e metallo sono collocate nel giardino; sono serre fredde o calde che ospitano collezioni di
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, accorrono sul posto, ma non possono fare altro che osservare attoniti lo spettacolo, non potendo intervenire per la mancanza di acqua e il continuo lancio di proiettili: grosse gocce di piombo fuso ricoprono i marmi del pavimento e le opere allineate lungo le pareti interne. Persino un soldato tedesco di passaggio si ferma e cerca, una volta montato sul tetto, di isolare le fiamme, ma senza successo. Per tutta la notte i pezzi del tetto rovinano sulle opere d'arte sottostanti, mentre il giorno successivo il fuoco completa il proprio lavoro danneggiando gli affreschi e bruciando le porte dell'edificio. Nei giorni successivi ulteriori danni vengono fatti da ignoti, che spaccano le antiche lapidi per dare sepoltura ad alcune persone morte in quei giorni nel vicino ospedale.
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della stazione era costituito da un grosso edificio a due livelli a cinque luci nel senso della lunghezza e tre luci sulle facciate laterali. Adiacente ad esso sul lato ovest insisteva il fabbricato ad una elevazione dei servizi e degli uffici, tra cui quello del Dirigente unico. Procedendo nella stessa direzione si raggiungeva la
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Come si desume dalle Prefazioni, alla fondazione di una critica la cui funzione dichiarata avrebbe dovuto essere quella di gettare le fondamenta di un nuovo edificio della metafisica, poi elaborata nelle due opere
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contenuto entro il perimetro esterno, tre absidi, ventuno finestre aperte sulla navata maggiore, venti sulle navatelle, dieci nel transetto e due nell'abside maggiore. Un quadriportico era anteposto all'edificio con quattro colonne sui lati brevi e otto sui lati lunghi. Ventiquattro gradini precedevano il
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. Tra le fotografie, vi erano quelle con vedute aeree e da terra, in bianco e nero, ed una pianta dell'edificio nel suo complesso. Tra le foto anche quelle del tavolo da disegno e dello studio dell'architetto;
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, assistito dal fratello Giuseppe Fossati, ingegnere. I due fratelli consolidarono la cupola e le volte, raddrizzarono le colonne e rinnovarono la decorazione degli esterni e degli interni dell'edificio. I mosaici bizantini superstiti vennero scoperti e ricoperti con uno strato d'intonaco, ed i vecchi lampadari vennero sostituiti da nuovi, del tipo a goccia. Alle colonne vennero appesi otto giganteschi medaglioni circolari, opera del calligrafo
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che, durati due anni, diedero all'edificio l'aspetto che tutt'oggi ha. Furono essenzialmente rivisti gli interni creando ambienti di ristoro e ricreazione e, soprattutto, fu rifatta la facciata in pieno
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, dove era stato realizzato un ampliamento, essendo ormai esaurito lo spazio fisico disponibile sul colle. Il vero e proprio edificio si trovava quindi sulla terrazza sotto le sostruzioni. Facevano parte del complesso le terme imperiali, che erano alimentate da un ramo dell'
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. Venuta meno l'esigenza di erigere un edificio con funzioni prettamente militari, venne iniziata la costruzione di un nuovo palazzo, fortemente voluto da Margherita, nell'area della cittadella, con lo scopo di cancellare l'edificio in cui aveva trovato la morte Pierluigi
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, mantenendo la caratteristica forma ad arco di cerchio. Venne costruito l'edificio Quadrilatero e vi furono dislocati servizi di Movimento, verifica, telegrafo e telefono. Fra il Quadrilatero e il retro dei preesistenti edifici che fronteggiano Viale Pietramellara arrivava un binario che permetteva di scendere dal treno a pochissimi metri dall'uscita laterale dove oggi sono attestati i
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, che misero fuori uso gli ambienti di servizio presenti nelle sue sostruzioni. Altri ambienti con muri in tufelli furono ricavati nella testata del portico all'angolo nord-occidentale. L'edificio fu forse restaurato ancora sotto
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L'edificio, che doveva avere tre piani, aveva una pianta simile a quella conosciuta per altre caserme, con stanze di alloggio e servizi intorno ad uno spazio centrale ed era circondato da un portico di colonne
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. Alcuni elementi (sovrapposizioni di muri, due vuoti di alleggerimento nella muratura all'esterno dell'abside e un catino all'interno di essa circa tre metri dal pavimento), provano inoltre l'esistenza di una costruzione preesistente l'attuale edificio, ristrutturata e riadattata in seguito all'espansione urbanistica del paese intorno al
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La chiesa sorse probabilmente come cappella privata, comunicante col castello attraverso una porta laterale, oppure come riadattamento dell'antica chiesa di Santa Maria in Castro. Nell'edificio si conservava una
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I secoli successivi videro l'ulteriore trasformazione dell'edificio che a mano a mano andava perdendo i caratteri del maniero per configurarsi come elegante dimora signorile, adatta al prestigio dei potenti feudatari. L'ingresso attuale si apre lungo il muro di cinta posto su piazza Conciliazione, costruito nel
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. Per un guasto ad uno dei camion (uno SPA) adibiti al loro trasporto, furono costretti ad abbandonare nell'edificio, sotto chiave, i detenuti che non poterono trasferire: tra questi vi erano anche il comandante delle
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) ha ipotizzato che l'abside con cui termina il transetto di sinistra, visibile in parte dalla strada, e altri elementi databili al XIV secolo facciano parte della primitiva chiesa di Sant'Agostino, che dunque si trovava in posizione perpendicolare rispetto all'attuale edificio.
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, occorsa proprio negli ultimi anni del secolo. I proprietari dell'edificio erano i Bobazani, da cui probabilmente l'edificio prese il nome; inoltre un membro della famiglia, Cencius, possedeva un castello nelle vicinanze del quale la torre sarebbe quanto oggi ne resta.
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in terracotta invetriata, mentre all'angolo con via delle Campora un edificio basso sorge sul luogo dello Spedale di San Giuliano a Colombaia, antico punto di ricovero e ristoro per pellegrini e viandanti fondato nel
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In centro storico, lungo Corso Italia, su ambo i lati, si trovano numerosi edifici che meritano attenzione. Di fronte a Palazzo Festari sorge Palazzo Nanti, ora sede di una Banca, altro esempio di architettura di fine Seicento. Particolare attenzione merita l'elegante chiostro situato all'interno del palazzo stesso. Confinante con Palazzo Nanti si trova il Palazzo Comunale, edificato su un preesistente edificio. Si tratta di architettura del tardo
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In origine non esisteva un unico edificio destinato agli studi: le lezioni si tenevano nelle case private e nei conventi che offrissero locali adatti, o nello stesso palazzo del Comune. Solo sul finire del quattrocento,
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Un edificio bipartito si addossa verso nord alle mura cittadine. Vi si accedeva dal lato sud attraverso uno spazio scoperto con un piccolo forno all'angolo sud-ovest, abbandonato in una seconda fase e ricoperto da una pavimentazione in acciottolato. Nel pavimento era inserito un grande recipiente (
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e scaglie di pietra bianca. Gli ambienti ad est, solo i pavimenti. Nell'ambiente meridionale era collocata una piccola struttura interpretata come un piccolo forno. La zona di servizio s'articola in sei ambienti, forse ricavati in parte in un preesistente edificio, con murature in pietre e materiali di recupero. L'ambiente comunicante con la corte presentava un pozzo scavato nel terreno e fu successivamente occupato anche da un focolare. Lungo il lato ovest corre una canaletta che conduceva l'acqua piovana raccolta nella corte all'esterno dell'edificio, sfruttando l'andamento del terreno in discesa. Un ambiente adibito a magazzino conserva i resti di tre grandi
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situata nel centro del paese e risalente al seicento; originariamente presentava un campanile su tre livelli sul lato destro della facciata, andato successivamente distrutto e rimpiazzato da un basso campanile posto sul lato opposto del fronte. L'edificio presenta una struttura ottagonale, mentre all'interno sono presenti pavimenti in
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questa costruzione fu abbattuta e sostituita da un piccolo edificio comprendente un grande braciere. All'interno di questo sono state rinvenute figurine in ceramica raffiguranti offerte, probabilmente sostituiti simbolici delle offerte reali, in ottemperanza al decreto di
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. Si tratta di un grande edificio che chiude per un intero lato piazza Vittorio Emanuele II. Oltre che per le dimensioni, questo edificio del XVIII secolo si caratterizza per i notevoli intagli barocchi dei balconi e del grande portale bugnato sormontato dallo stemma gentilizio.
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infatti, nel mondo ellenico o ellenizzato, non era solo un edificio destinato allo spettacolo, ma anche la sede delle assemblee popolari (come dimostra, in questo caso, il collegamento strettissimo con l'
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, fu costruito per ospitare una nuova attrazione in campo scientifico, costituendo un'inedita tipologia che si discostava da edificio commerciali, residenziali o religiosi. Il mondo sottomarino funse da perfetta ispirazione per l'edificio
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, per costruire le prime chiese, venne adottato un tipo di edificio detto basilica. Si ispirava agli esempi delle basiliche civili romane, atte ad accogliere grandi folle, alle quali vennero fatte sostanziali modifiche. Il modello preso non fu tanto quello della basilica-tribunale, ma piuttosto la tipologia della cosiddetta
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Era un complesso periptero con una vasca centrale rettangolare, che tagliava longitudinalmente la spianata dei giardini, sul cui lato minore meridionale si staglia un grandioso edificio con pianta centrale ottagonale dotata di cupola. Le colonne, disposte su un peristilio a quattro bracci circondato da un portico sono realizzate in
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). Da quello orientale si accede all'edificio principale. Qui gli ambienti disegnano andamenti ora concavi ora convessi, rendendo un bellissimo gioco visivo. La curata disposizione degli ambienti mistilinei consente di scorgere il
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, mentre un imponente edificio circolare avrebbe accolto gli uffici. Uscendo dalla sala dell'architettura ci si lascia alla spalle la parte moderna del museo, e due busti di rivoluzionari annunciano sulla soglia la sala successiva, quelli di
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. In seguito ci fu un'irruzione nell'edificio, durante la quale Thurmond e Holmes furono prelevati per poi essere impiccati in un parco adiacente. Pare che Coogan abbia preso parte a questa irruzione, preparando e reggendo la corda usata per le impiccagioni
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Schema ideale di una conoide alluvionale, che mostra in pianta i principali elementi morfologici di questo tipo di deposito. La sezione longitudinale (A-A') mostra l'evoluzione nel tempo della conoide, caratterizzata dalla tendenza del corso d'acqua ad erodere a monte della fascia intermedia dell'edificio e a depositare sedimento a valle, in modo da raggiungere un profilo di equilibrio; la sezione trasversale (B-B') mostra la zona dei canali attivi (con profilo a V) e le aree di intercanale.
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), la costruzione del ponte sul Tanaro e dell'edificio scolastico. In seguito alla sua morte, il comune fece erigere una statua in suo onore, che fu posizionata nella piazza principale, anch'essa rinominata
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smaltata. Dieci piastrelle di terracotta di fattura orientale, un tempo collocate sul fianco della chiesa, testimoniano l'amministrazione, da parte dei cavalieri ospitalieri, dell'antico ospedale, che aveva sede nell'edificio adiacente.
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Ultimo aggiornamento pagina:
07 Febbraio 2021
05:53:10