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Frasi che contengono la parola eugenio

, quando venne autorizzata la costruzione del braccio provvisorio. Quando fu inaugurata la stazione di Campo di Marte, il servizio tranviario era stato intanto elettrificato e i binari percorrevano viale Principe Eugenio, piazza Donatello, via degli Artisti, il cavalcavia della Piazzola, il viale Militare (oggi viale dei Mille) e via del Pratellino

, il primo mentre consegna le chiavi a papa Eugenio IV, il secondo rappresentato con la spada e un vaso di fiori. I riquadri inferiori rappresentano il martirio dei due santi. A sinistra la decapitazione di san Paolo, a destra la

presiedette alla riunificazione (effimera) fra la chiesa latina, rappresentata da Papa Eugenio IV, e quella bizantina, rappresentata dall'Imperatore Giovanni VIII Paleologo e dal patriarca Giuseppe. La riunificazione sarebbe dovuta avvenire sul piano dogmatico e disciplinare, ma si sarebbero dovute mantenere le differenze sul piano liturgico.

. Questo libro, scritto dal punto di vista dell'eunuco Eugenio (servo della moglie del generale) ma basato sulle opere di Procopio, ritrae Belisario come un solitario uomo d'onore in un mondo corrotto

, e la flotta fu riportata a galla, si vide che le cannonate nemiche ne avevano forato ponti e carene e che era completamente distrutta. Al ritorno in Italia, Vittorio Amedeo ed Eugenio devastarono la Francia sud-orientale e riconquistarono le fortezze di

viene assunta al ministero delle Corporazioni, poi ministero Scambi e Valute, dove lavora per quasi sette anni come segretaria personale di Eugenio Anzilotti, direttore generale del Commercio Estero.

. Il concordato fu, quindi, il primo tentativo fallito di venire a patti con il nazismo. Eugenio Pacelli, tuttavia, fu sempre propenso a seguire una via diplomatica di mediazione con il regime nazista mentre le posizioni di papa Ratti sembrano propendere per la rottura.

e Gioacchino. Molte delle tele, che oscillano tra realismo e post-impressionismo, sono conservate nella Pinacoteca Cascella ad Ortona (quelle di Basilio), e nel Museo Cascella di Pescara. Molto attivi anche gli scultori Nicola Eugenio D'Antino,

Infatti, per risparmiare uomini, l'arciduca Eugenio aveva emanato direttive secondo le quali fosse opportuno evitare azioni fulminee e pericolose fughe in avanti per attendere il posizionamento dell'artiglieria e garantirsi un appoggio dalle retrovie adeguato.

, Sauro Stelletti, Silvestro Longo, Dolores Olioso, Marco Bigi, Alberto Pellai, Massimo Mazzoni, Paolo Vallerga, Giancarlo Di Maria, Carlo Maria Arosio, Alessandro Visintainer, Valeria Bolani, Chiara Mario, Stefano Panizzo, Rosario Trentadue, Eugenio Giovando,

L'abbazia, guidata dall'abate Michelangelo Galiucci, altro entusiasta propugnatore delle reazione, costituiva un centro di arruolamento dei borbonici, di raccolta di notizie e di smistamento delle armi. Questo grazie alla presenza del Montieri e alle ripetute visite del giovane sacerdote Eugenio Ricci che faceva la spola con Roma. Quest'ultimo era un pupillo del segretario di stato cardinale

Eugenio e Arbogaste avevano disposto il loro esercito in schieramento da battaglia sulle pianure, e, dopo aver inviato alcuni distaccamenti di truppe a tendere imboscate all'esercito di Teodosio, aveva occupato gli stretti passi delle Alpi, in modo da assicurarsi la vittoria tramite la strategia, essendo inferiore all'esercito di Teodosio per numero e per forza.

e sfavorevole a Teodosio (a cui Zosimo e Eunapio erano ostili, essendo pagani), quando giunse la notte e gli eserciti si ritirarono, Eugenio, ormai sicuro della vittoria, concesse ai soldati il riposo, non temendo un attacco a sorpresa di Teodosio.

, dove avrebbe sciolto la legione garibaldina. Erano state costituite sei brigate, ognuna composta da tre o quattro battaglioni, guidate rispettivamente dal Salomone, dal colonnello Frigyesi, dal maggiore Eugenio Valzania, dal colonnello Elia e dal maggiore

Napoleone auspicava il rientro in patria delle forze francesi ma Eugenio si rendeva anche conto che abbandonare una linea difensiva formidabile come quella del Mincio, guardata da due possenti fortezze come Peschiera e Mantova, e col lago di Garda a sinistra ed il Po a destra, significava perdere la Lombardia e con essa la capitale Milano. Qui era rivolto il suo costante pensiero, dove la consorte

i capi Trussardo Rota, Andrea Rota, Cripio de' Crippi di Strozza, Pinamonte e Peppino Pellegrini di Capizzone, Matano di Mazzoleni, Foppo da Locatello, Andriolo Greppi da Strozza, Butazolo Rota e altri. I ghibellini contavano invece nelle loro file Eugenio, Simone, Zavino e Mogna de' Carminati di Brembilla, Jacopo Gritti de' Locatelli di Berbenno, Andreanino Rota di Rota Fuori, i Dalmasani di Clanezzo. In principio furono i guelfi a prevalere, ma i ghibellini, non rassegnandosi alla sconfitta, chiesero l'appoggio di Matteo Visconti (

Prendendo il ducato di Milano e assicurandosi i domini spagnoli in Italia, gli Asburgo d'Austria avevano soddisfatto il loro primario obbiettivo di guerra. Ad ogni modo, la campagna napoletana era stata sospesa per l'opposizione delle potenze marittime, che intendevano dirottare quelle forze per un attacco diretto alla Francia meridionale. Per compiacere i suoi alleati, Eugenio e il duca di Savoia si accordarono per

In Gran Bretagna, i Whig rimasero favorevoli alla guerra e gli stessi negoziatori degli alleati furono galvanizzati dopo che Marlborough e il principe Eugenio ebbero forzato le Linee di Cambrin per poi prendere la fortezza di Douai del

- la corte, oltre a Felzani, convoca l'ispettore Eugenio Mainetti, i delegati Tito Perfetti, Luigi Capra, Ercole Graziadei e il dottor Francesco Bianchi, il medico che ha redatto il certificato che ha impedito l'immediata traduzione in carcere del governatore.

. Napoleone non riteneva ancora giunto il momento decisivo della battaglia ed inoltre era preoccupato per l'esito incerto dei combattimenti del principe Poniatowski e del principe Eugenio sui fianchi dell'armata

Tuttavia la Prammatica Sanzione di Bourges era inaccettabile dal papa, in particolare il primo articolo sulla supremazia del Concilio generale, nonostante il sostegno di Carlo VII a Eugenio IV contro l'

, che gli aveva assicurato che era destinato al trono, che ogni sua campagna militare si sarebbe conclusa con la vittoria, e che la religione cristiana sarebbe stata abolita, Eugenio raccolse tutte le armate a propria disposizione e prese possesso dell'Italia; procedette poi a fortificare le Alpi Giulie, nel tentativo di migliorare le difese dell'Italia in caso di un eventuale attacco di Teodosio I.

, furono falsamente etichettati come pagani dopo la loro sconfitta; secondo la tesi di Cameron, solo le fonti dipendenti da Rufino menzionano il carattere religioso della guerra civile tra Teodosio ed Eugenio, e sarebbero quindi da mettere in dubbio.

Steven S. Vogt, Wittenmyer, Robert A.; Butler, R. Paul; O'Toole, Simon; Henry, Gregory W.; Rivera, Eugenio J.; Meschiari, Stefano; Laughlin, Gregory; Tinney, C. G.; Jones, Hugh R. A.; Bailey, Jeremy; Carter, Brad D.; Batygin, Konstantin,

L'organizzazione appariva razionale ma avrebbe richiesto comandanti di armata capaci, mentre Eugenio e, soprattutto, Girolamo non erano esperti capi militari e avrebbero dimostrato le loro carenze come condottieri nel corso della campagna

Mentre il maresciallo Davout cercava di intercettare l'armata del generale Bagration, l'imperatore, dopo aver lasciato il II corpo del maresciallo Oudinot a fronteggiare il generale Wittgenstein sulla Dvina, aveva ripreso la marcia con la Guardia imperiale, il IV corpo del principe Eugenio e tre divisioni del I corpo verso Vitebsk, dove stavano convergendo anche Murat con la cavalleria e il maresciallo Ney con il III corpo

Secondo la versione di Zosimo, tratta presumibilmente da Eunapio e sfavorevole a Teodosio (a cui Zosimo e Eunapio erano ostili, essendo pagani), quando giunse la notte e gli eserciti si ritirarono, Eugenio, ormai sicuro della vittoria, concesse ai soldati il riposo, non temendo un attacco a sorpresa di Teodosio.

Nel corso dei lunghi anni di carriera artistica, Giovanni Prini ha scolpito su commissione monumenti, fregi di edifici pubblici, portali, cappelle sepolcrali, statue, fontane. Ha realizzato il gruppo bronzeo del fonte battesimale nella chiesa di Sant'Eugenio, a Roma, e la

; nel settembre dello stesso anno re Carlo Alberto, approvando la scelta, chiede ufficialmente la mano della ragazza all'Imperatore d'Austria. Il principe Eugenio in vista delle nozze incomincia a predisporre le dimore, ottenendo in appannaggio

In effetti, secondo Burns, Rufino, privato di gran parte delle truppe orientali, che erano partite con Teodosio I per combattere in Occidente l'usurpatore Eugenio e che in quel momento erano sotto il controllo di Stilicone, avendo timore dell'avanzata di Stilicone, avrebbe raggiunto un accordo con Alarico, promettendogli le cariche militari ambite nel caso fosse riuscito ad arrestare la marcia di Stilicone su Costantinopoli (

L'imperatore, profondamente legato al predetto fratello di Eugenio, da sempre impressionato dalle doti militari e strategiche dei membri di Casa Savoia, lo accolse subito nel suo esercito, nominandolo Aiutante di Campo al servizio del suo Comandante supremo

La Cavalleria Piemontese carica nei pressi del Castello di Lucento - (particolare dal quadro dell'Assedio di Torino conservato nella Sala delle Battaglie del Winterpalais del principe Eugenio a Vienna)

. (Nome completo: Eugenio Emanuele Giuseppe Maria Paolo Francesco Antonio di Savoia-Villafranca-Soissons, III conte di Villafranca e principe di Carignano) comandante onorario, ufficiale di Cavalleria e ufficiale di Marina.

Lotario, in rappresentanza dell'imperatore, e papa Eugenio concordarono la stesura di un documento per mettere fine alle continue dispute tra le fazioni romane, sancire definitivamente i diritti e i doveri di ciascuno e prevenire futuri disordini

Nella fiction, sono omessi alcuni episodi del libro, in particolare il serpente dalla coda fumogena, l'arresto di Pinocchio, la zuffa in cui si fa male Eugenio, il rapimento di Pinocchio da parte del Pescatore Verde e l'incontro fra Pinocchio e la Lumaca che gli offre una colazione finta (anche se la Lumaca appare nella fiction).

. Per ovvia convenienza politica permise la riapertura dei templi e fece nuovamente installare la statua della Vittoria nella Curia. Quest'ultimo tentativo di restaurazione pagana si concluse con la sconfitta e uccisione di Eugenio nella

Prendendo il ducato di Milano e assicurandosi i domini spagnoli in Italia, gli Asburgo d'Austria avevano soddisfatto il loro primario obiettivo di guerra. Ad ogni modo, la campagna napoletana era stata sospesa per l'opposizione delle potenze marittime, che intendevano dirottare quelle forze per un attacco diretto alla Francia meridionale. Per compiacere i suoi alleati, Eugenio e il duca di Savoia si accordarono per

, dei conti Cicogna, Serbelloni, Durini e Castiglioni, i quali puntavano all'indipendenza dell'ormai ex Regno napoleonico d'Italia, ma senza che a capo vi fosse il principe Eugenio. Egli non fu ad ogni modo mai coinvolto nella vicenda dell'uccisione del ministro

alla testa della chiesa di Busnago: Martino de Regibus; Sacerdote Giovita di Bergamo; Pietro Levate de Regibus; Arcangelo Scarpini; Alessandro Orobono; Domenico Balconi; Francesco Voltolina; Gerolamo Mangili; Gerolamo Mantegazza; Pietro Antonio Castiglione; Giovanni Ambrogio Lecchi; Luigi Canzolo; Pier Paolo Bonone; Giovanni Battista Salvione; Giovanni Battista Salvecchi; Domenico Prima; Carlo Bortolomeo Zaffrani; Carlo Giuseppe Landriani; Luigi Niccolini; Carlo Coppa; Antonio Simbardi; Alfredo Bardelli; Lini Cairati; Domenico de Bernardi; Stefano Strada e Eugenio Boriotti

), di cui Eugenio Coselschi fu promotore e che ebbero il compito di inquadrare i simpatizzanti stranieri residenti in Italia, ma soprattutto di preparare il terreno all'estero mediante la creazione di una rete di rapporti tra il partito-guida italiano e i suoi epigoni. Numerose furono le sue missioni nei Paesi baltici (

Francesco ed Eugenio pensano che la via del successo sia stata finalmente intrapresa tanto che pochi mesi prima, nell'auspicio di ampliare a una vera e propria industria la produzione delle pompe ad iniezione, hanno costituito a

Ben presto l'esperienza accademica genovese di Eugenio Battisti si interrompe e con essa anche i suoi progetti nel capoluogo ligure: la collezione del Museo d'arte contemporanea viene trasferita alla

con l'Armata del Meno, tagliando le linee di comunicazione nemiche con Berlino e la Slesia, mentre Eugenio e l'Armata dell'Elba avrebbero marciato in parallelo all'Armata del Meno proteggendo il suo fianco settentrionale; se i coalizzati avessero assalito una delle armate francesi, l'altra avrebbe manovrato per colpire il nemico sul fianco. Napoleone cercava in ogni modo una battaglia campale decisiva contro i russo-prussiani: una chiara vittoria avrebbe intimidito l'

), Sant'Angelo (chiesa di Sant'Angelo), Turri (chiesa di Sant'Eugenio), Villa dei Pagani (chiesa di San Giovanni), Villa del Colle (chiesa di San Salvatore), Villa di Santa Lucia (chiesa di Santa Lucia).

descrive in modo estremamente dettagliato il passaggio dell'ENI-Montedison da impresa nazionale a multinazionale; esplicitamente nel romanzo richiama l'attenzione del lettore su questo processo di trasformazione all'interno della struttura di potere dell'ENI e sul ruolo chiave giocato dal protagonista Aldo Troya-Eugenio Cefis

MEMORIE PER LA STORIA DELLA DALMAZIA. VOLUME PRIMO. ZARA MDCCCIX. Per Anton-Luigi Battara. ALL'ALTEZZA D'EUGENIO NAPOLEONE DI FRANCIA. VICERE D'ITALIA, PRINCIPE DI VENEZIA, ARCICANCELLIERE DI STATO DELL'IMPERO FRANCESE. Giovanni Kleglianovich Albinoni

, quando venne autorizzata la costruzione del braccio provvisorio. Quando fu inaugurata la stazione di Campo di Marte, il servizio tranviario era stato intanto elettrificato e i binari percorrevano viale Principe Eugenio, piazza Donatello, via degli Artisti, il cavalcavia della Piazzola, il viale Militare (poi viale dei Mille) e via del Pratellino

Le mansioni presidenziali furono temporaneamente svolte da un comitato costituito dai soci Emilio Reale, Eugenio Coppola, Gustavo Zinzaro, Elia e Picchetti. Cfr. Crescenzo Chiummariello, Franco Corradini,

; Eugenio Bardzki; Giulia Battaglia; Fausta Beer; Stelvio Botta; Leoncillo Leonardi; Alessandro Leonori Cecina; Irma Levi; Roberto Melli; Francesco Mercati; Costanza Minniey; Saro Mirabella; Angelo Moriconi; Aldo Natili; Umberto Padella; Vittorio Parisi; Mario Penelope; Sestilio Picari; Paola Piersanti; Ottavio Pinna; Walter Sanges; Filiberto Sbardella; Sergio Schirato; Renato Selvi;

, ove il fratello Ludovico Eugenio partecipava come generale francese all'assedio del forte di San Filippo, allo scopo di apprendere le tecniche militari dell'assedio. Ben presto egli ebbe tuttavia l'occasione di meritare gli allori in una serie di battaglie militando nell'

, ma il suo ideatore Eugenio Grignani, cofondatore della Fongri, era un tecnico assai scrupoloso e attento ad ogni particolare, tanto che contrariamente alle usanze dell'epoca, aveva deciso di costruire in proprio sia il

Mentre continuava il difficile movimento di truppe e materiali verso la zona di operazioni, era in corso negli alti comandi tedesco e austro-ungarico la definizione degli ultimi dettagli tattici e degli scopi operativi dell'offensiva. Venne ribadito in un ordine dell'arciduca Eugenio che obiettivo della operazione

Credo che il parere di un economista come Eugenio Benetazzo debba essere citato su wikipedia, in modo particolare gli interessi americani sulla guerra civile libica. Per motivi che non conosco mi pare che wikipedia non accetta youtube come fonte, ad ogni modo potete trovare queste informazioni qui

comprendono contributi di: M. Giulia Marziliano, Andrea Emiliani, Graziano Trippa, Gabriele Albonetti, Erminio M. Ferrucci, Gianni Mezzanotte, Fabiola Bernardini, Giovanna D'Amia, Eugenio Gentili-Tedeschi, Ezio Godoli, Gianluca Kannes, Franco Laner, Gabriele Morolli, Guido Nardi, Alessandra Pfister, Nullo Pirazzoli, Giuliana Ricci, Aurora Scotti-Tosini.

, Carlo VI si decise ad intervenire al lato della Serenissima, e nel giro di pochi mesi le truppe ottomane furono sbaragliate dagli austriaci, vittoriosamente condotti dal principe Eugenio nelle battaglie di

, Ursula Bennardo, Elga Enardu, Diego Daddi, Rosa Perrotta, Pietro Tartaglione, Angela Caloisi, Paolo Crivellin, Alessia Cammarota, Aldo Palmeri, Francesca Del Taglia, Eugenio Colombo, Camilla Mangiapelo, Riccardo Gismondi, Andrea Cerioli, Arianna Cirrincione

, Ursula Bennardo, Elga Enardu, Diego Daddi, Angela Caloisi, Paolo Crivellin, Alessia Cammarota, Aldo Palmeri, Francesca Del Taglia, Eugenio Colombo, Camilla Mangiapelo, Riccardo Gismondi, Andrea Cerioli, Arianna Cirrincione, Lorenzo Riccardi, Claudia Dionigi

, Ursula Bennardo, Elga Enardu, Diego Daddi, Angela Caloisi, Paolo Crivellin, Alessia Cammarota, Aldo Palmeri, Francesca Del Taglia, Eugenio Colombo, Camilla Mangiapelo, Riccardo Gismondi, Andrea Cerioli, Arianna Cirrincione, Lorenzo Riccardi, Claudia Dionigi, Teresa Langella

, un generale francese che, dopo aver servito l'esercito del proprio paese sotto vari e famosi generali e quello austriaco (anche sotto il comando di Eugenio di Savoia), aveva offerto i suoi servigi al sultano. Accolto, si era fatto musulmano ed aveva mutato il suo nome di Claude Alexandre, conte di Bonneval in

Lequien attribuisce a questa diocesi quattro vescovi, ma a causa di un'errata interpretazione delle lezioni dei manoscritti, due di questi non appartenevano alla diocesi di Pappa: Eugenio, che prese parte al

(Piero Taruffi), il Gran Premio di Oporto (Luigi Villoresi) ed il Tourist Trophy (Robert Manzon/Eugenio Castellotti, che rimpiazza Luigi Valenzano). Molto probabilmente si tratta dell'esemplare che nel

. UN PAESE CI VUOLE con la partecipazione di Marco Morellini, Iaia Forte, Eugenio De' Giorgi, Michela Giacoma Fattorin, Nino Castelnuovo, Bruno Gambarotta, Saverio Vallone, Bruna Vero, Sergio Danzi, Simona Cordino.

La conservazione della casa regnante fu assicurata dalla sua discendenza: dodici figli di primo letto, otto maschi e quattro femmine. Tutti i suoi figli maschi prestarono servizio militare: il principe ereditario Federico nell'esercito prussiano e successivamente in quello russo, Ludovico, Eugenio ed Enrico in quello prussiano, Guglielmo in quello danese, Ferdinando in quello austriaco, Alessandro prima in quello napoletano quindi in quello austriaco, e Carlo in quello russo. Ebbero tutti occasione di distinguersi.

) di Eugenio Chiaradia e Pietro Forquet erano considerati incomprensibili dagli avversari che ritenevano che l'uso di sistemi artificiali fosse un vantaggio eccessivo al limite della scorrettezza. A tali critiche si rispondeva inequivocabilmente trattando le argomentazioni degli avversari come tipiche scuse dei perdenti. Entrambi i sistemi, ma anche quelli creati in seguito e da questi derivati, prevedevano aperture basate sul




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Ultimo aggiornamento pagina:

10 Gennaio 2022

18:52:29