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Frasi che contengono la parola cartaginese

Il condottiero cartaginese doveva muoversi in fretta se voleva sorprendere le forze di Roma ed evitare l'attacco diretto a Cartagine; Annibale intendeva combattere la guerra sul territorio nemico e sperava di suscitare con la sua presenza in Italia alla testa di un grande esercito e con una serie di vittorie una rivolta generale dei popoli italici recentemente sottomessi al domino della Repubblica romana

la marcia dell'esercito cartaginese fu lenta ed estremamente difficoltosa (quattro giorni e tre notti senza tregua); molti uomini, per riposare, dovettero dormire sulle carcasse degli animali morti. Molti morirono e lo stesso Annibale perse un occhio a causa di un'infezione.

, l'abile e popolare capo indipendentista della Sardegna di origine punica, stava organizzando una vasta sollevazione contro l'oppressione romana, grazie anche alla collaborazione di un senatore cartaginese presente sul posto, Annone

i nuovi piani di Roma prevedevano di evitare battaglie in campo aperto, di sorvegliare i movimenti di Annibale, di rimanere sulla difensiva di fronte al condottiero cartaginese ma prendere l'iniziativa contro i suoi luogotenenti per riconquistare progressivamente le posizioni perdute nell'Italia meridionale

Il condottiero cartaginese non disponeva di forze inesauribili; egli infatti non poteva, secondo le clausole dell'accordo con Capua, effettuare arruolamenti in Campania, mentre anche la pratica di procurarsi rifornimenti e vettovagliamento attraverso saccheggi e depredazioni rischiava di inimicargli le popolazioni italiche inizialmente favorevoli alla sua causa.

ma la grave sconfitta di Asdrubale che faceva temere un crollo delle posizioni puniche in Spagna, costrinse il senato cartaginese a dirottare queste forze; Magone quindi venne inviato nella penisola iberica per aiutare il fratello Asdrubale e fermare l'avanzata di Gneo e Publio Scipione.

Annibale decise di prendere l'iniziativa e marciare in soccorso di Capua. Le truppe di Sempronio Gracco schierate a Benevento per bloccare il passo al cartaginese furono messe in rotta e lo stesso Gracco venne ucciso durante un'imboscata della cavalleria;

Anfitrione, La commedia degli asini, La commedia della pentola, Le due Bacchidi, I prigionieri, Casina, La commedia del cestello, Pidocchio, Epidico, I due Menecmi, Il mercante, Il soldato spaccone, La commedia del fantasma, Il persiano, Il cartaginese, Pseudolo, La gomena, Stico, I tre soldi, Il selvatico

per informarlo delle intenzioni del condottiero cartaginese. I senatori furono impressionati e commossi. E come accadeva durante ogni situazione tanto critica, venne convocata l'assemblea generale. Qualcuno, come

Sappiamo inoltre che la marina militare di Cartagine costituiva il fiore all'occhiello dell'intero esercito punico. Non a caso nel corso del V secolo a.C., fu grazie all'ingegneria navale cartaginese che venne inventata la

. Egli infatti corresse uno dei punti deboli della precedente battaglia, riuscendo a contenere il grosso dell'esercito nemico mentre le ali compivano una perfetta manovra di avvolgimento dell'intera armata cartaginese.

ma rimase fedele a Cartagine. Esauritasi la fortuna militare cartaginese sul continente iberico, Ibiza venne usata dal generale cartaginese Mago per radunare approvvigionamenti e uomini prima di navigare verso

Appariva ormai evidente che l'equilibrio che aveva stabilito la pace per oltre un ventennio tra Siracusa e Cartagine si era rotto. Indubbiamente le due versioni appartengono alle due opposte fazioni: una filo-cartaginese (Cartagine deve reagire in difesa dei suoi

di entrare al porto con le navi romane, anche solo per parlare al popolo e perorare la causa dei romani. Alla fine, dopo molti avvenimenti concitati, prevalse in Siracusa il partito filo-cartaginese e dunque venne dichiarata guerra a Roma nel bel mezzo della

Intorno agli originari empori commerciali gradualmente si svilupparono dei fiorenti centri urbani. Ancora oggi sono visibili i resti di antichi insediamenti, fra questi i maggiori centri di insediamento cartaginese furono

Il condottiero cartaginese doveva muoversi in fretta se voleva sorprendere le forze di Roma ed evitare l'attacco diretto a Cartagine; Annibale intendeva combattere la guerra sul territorio nemico e sperava di suscitare con la sua presenza in Italia alla testa di un grande esercito e con una serie di vittorie una rivolta generale dei popoli italici recentemente sottomessi al domino della Repubblica romana.

, nella discesa si incontra parte della montagna scavata nella roccia per il passaggio di carri o grandi animali, la piana di Usseglio ben si presta alla ricompattazione dell'esercito ai piedi del passo. La popolazione dei celti Graioceli (Alpi Graie) da sempre nemici dei romani, potevano essere valide guide per il generale cartaginese.

Gli spostamenti degli eserciti romano e cartaginese descritti da Livio e Polibio risultano totalmente incomprensibili se ricondotti all'assetto idrografico moderno del fiume Trebbia. Al contrario, tutto risulta assolutamente logico considerando l'evoluzione dell'idrografia che vedeva il fiume scorrere nei pressi della scarpata di Ancarano, per confluire nel Po ad est di

aveva messo in crisi l'esercito romano. Le sue manovre imprevedibili, repentine, affidate alle ali di cavalleria cartaginese e numidica, avevano distrutto numerosi eserciti romani accorrenti, anche se superiori nel numero dei loro componenti, come era avvenuto soprattutto nella

Annibale non era preoccupato per la sua posizione vicina al fiume Aufidus; al contrario, questo fattore venne da lui utilizzato per favorire la sua strategia. A causa del fiume i Romani non avrebbero potuto effettuare una manovra a tenaglia intorno all'esercito cartaginese, in quanto uno dei fianchi dell'esercito di Annibale era schierato troppo vicino al fiume. I Romani erano intralciati sul loro fianco destro dal fiume Aufidus, e quindi il fianco sinistro era l'unica via praticabile di ripiegamento.

, che ormai si era accorta di essere stata abbandonata dal condottiero cartaginese. I due proconsoli, Flacco e Appio Claudio, comandarono che il senato campano si presentasse al loro cospetto nell'accampamento romano fuori dalle mura. Quando vi giunsero, i senatori vennero tutti incatenati e ricevettero l'ordine di far portare tutto l'oro e l'argento che possedevano ai questori. Venticinque di questi vennero inviati come prigionieri a

. Le truppe trasportate via mare al comando di Leptine ottennero una sorpresa totale e con gli opliti che attaccavano lungo la costa irruppero nell'accampamento cartaginese. Mentre questo gruppo combatteva contro i campani e gli iberici

furono bruciati per aver ritrattato, altri esiliati; ma tali casi furono rari. Alcuni cominciarono anche ad effettuare le penitenze canoniche. Il primo ad essere perseguitato a Roma fu un giovane Cartaginese,

La battaglia che ne nacque vide inizialmente i Romani subire i continui attacchi della cavalleria cartaginese, sommersi dai dardi nemici, fino a quando il segnale di contrattacco romano non produsse una battaglia equestre equilibrata. Ma quando da lontano apparve l'esercito che da poco aveva perduto il proprio comandante Tiberio Sempronio Gracco, ed era ora guidato dal questore

Intanto i nobili avevano abbandonato l'amministrazione pubblica. Neppure nel Foro cittadino o in altro luogo pubblico, si poteva incontrare alcuno dei principali cittadini. Essi se ne stavano rinchiusi nelle proprie abitazioni ad attendere il giorno del crollo della patria. L'amministrazione era rimasta nelle mani dei capi del presidio cartaginese, Bostare ed Annone, i quali scrissero una lettera ad Annibale, nella quale con tono aspro condannavano il suo comportamento, per aver consegnato ai Romani, non solo Capua, ma anche la guarnigione cartaginese, esponendola ad ogni sorta di tortura.

Fino al momento in cui il comandante cartaginese non si era ancora arreso, si fecero stragi e nessuno dei giovani venne risparmiato. Dopo la resa, venne posta fine alle stragi, mentre i soldati romani si diedero a far

, con l'intenzione di fare la stessa richiesta formale al Senato cartaginese, convinti che non avrebbero combattuto in Italia ma in Iberia, dove Sagunto sarebbe stata una base operativa assai importante per le operazioni future.

. L'intento del generale cartaginese era si assicurarsi uno sbocco sul mare per assicurare uno sbocco sicuro alle navi che provenivano dall'Africa. Ma, venuto a sapere che Napoli era difesa dal prefetto romano

. Fuori dal campo teneva alcuni avamposti di cavalieri. Le avanguardie romane, prima ancora di porre il campo, appena giunte sul posto assalirono i cavalieri e li misero in fuga ricacciandoli nell'accampamento. Durante la notte Asdrubale fece ripiegare le sue truppe su un vicino altopiano protetto da un fiume e da alcuni burroni. Sotto questo altopiano c'era un'altra pianura dove il cartaginese dispose la

I Cartaginesi ed i loro alleati si erano schierati con l'ala destra composta dalla cavalleria cartaginese (pesante) comandata da Asdrubale e quella sinistra dalla cavalleria numida (leggera), guidata da

Rimanevano in campo solo le fanterie di entrambi gli eserciti. La fanteria dell'esercito cartaginese che affiancava quella principale celtiberica non oppose grande resistenza agli ausiliari romani mandati ad affrontarla: anche in questo caso vi fu una fuga e relativo inseguimento. Fra i nemici di Roma restavano in campo solo i celtiberi,

Annibale, nonostante la vittoria conseguita, non ottenne le sperate proposte di alleanza da parte delle popolazioni italiche del centro Italia. I federati si strinsero a Roma, ad eccezione di alcuni gruppi sparuti, e un tentativo cartaginese di conquista della colonia latina di

Entrambi i comandanti, romano e cartaginese, ordinarono le schiere a battaglia. Quelle dei Romani avevano alle spalle le mura di Nola, quelle dei Cartaginesi avevano alle spalle il proprio accampamento. Da quel momento cominciarono a verificarsi isolati scontri tra i due schieramenti con esito alterno, non avendo i due comandanti dato alcun segnale per scatenare la battaglia campale.

, dove si diceva si fosse nascosta una flotta cartaginese. Tuttavia non fu trovata traccia del nemico in questo arcipelago. I Cartaginesi erano infatti passati a devastare le coste dell'Italia meridionale ed avevano saccheggiato la campagna intorno a

. A quanto pare, gli Iberici facevano parte degli ausiliari cartaginesi che sottomettero quasi tutta l'isola, e che, a seguito di una disputa sul bottino con i Libici, si separarono dall'esercito cartaginese e si ritirarono sui monti della Sardegna.

, diversa da quella organizzata ad Adys. Gli elefanti vennero posizionati in fila davanti all'esercito; la falange cartaginese fu posta dietro a questi, mentre le ali furono formate da mercenari e dalla cavalleria.

e protetto ai fianchi dalle formazioni di mercenari e di cavalleria. Era costituito dai figli dei nobili di Cartagine e aveva una grande preparazione al combattimento. Dato lo stato sociale dei suoi membri, probabilmente disponeva del miglior equipaggiamento possibile. Secondo la maggior parte degli autori classici, i componenti del battaglione sacro combattevano a piedi e avevano la funzione di essere la guardia personale del comandante dell'esercito cartaginese.

Tali mire dovevano comunque tener conto dell'inaspettata resistenza delle popolazioni locali, la cui strenua opposizione era valsa a rintuzzare validamente il tentativo di estendere l'influenza egemonica cartaginese all'intera isola che il condottiero

I Numidi controllano le zone del Nord Africa su cui non si estende l'egemonia Cartaginese o Egizia. Dispongono di truppe speciali a dorso di cammello e rapidi beduini, oltre che di truppe in completo stile legionario, ma meno abile rispetto ai Romani, e anche giavellottisti a cavallo che, come le loro controparti iberiche, possono disporsi nella speciale formazione a cerchio per tempestare continuamente il nemico con i loro dardi.

. Egli ritenne opportuno smobilitare e trasferire a Cartagine i mercenari in modo scaglionato a piccoli gruppi per minare la loro coesione e permettere al governo cartaginese di erogare i compensi spettanti alle milizie in modo graduale e ordinato. Ai singoli gruppi di mercenari, secondo i piani di Gisgone, non appena giunti a Cartagine avrebbero dovuto essere immediatamente corrisposto il soldo dovuto e subito rinviati alle rispettive terre di provenienza evitando in questo modo la loro pericolosa concentrazione in Africa

. Gisgone inoltre credeva che effettuando i rimpatri in modo scaglionato nel tempo, il governo cartaginese avrebbe avuto maggior tempo per raccogliere il denaro necessario per i pagamenti delle milizie provenienti da Lilibeo

Le popolazioni celtiche italiche inoltre erano sollecitate segretamente dai Cartaginesi a passare all'offensiva contro Roma; Cartagine non aveva rinunciato a contendere alla repubblica il predominio mediterraneo e, mentre il condottiero cartaginese

che assegnava al predominio cartaginese il territorio iberico a sud di quel fiume ma forse garantiva il disinteresse di Asdrubale per le vicende italiche ed evitava una cooperazione attiva cartaginese con i popoli celtici della Gallia cisalpina

Le mura di questa fortezza, testimone della presenza greca e dell'assedio cartaginese, si snodano per circa un chilometro e hanno visto l'avvicendarsi di Romani, Barbari, Arabi e Cristiani. Il luogo storico si divide in sette aree. La Plaza de Almenara, che gli arabi chiamarono Saluquia, contiene resti di edifici di epoca romana: il foro, cisterne, templi, colonne. La Plaza de la Conejera era un tempo la fortezza araba. La Plaza de la Ciudadela era un tempo chiamata Plaza de Hercules per una torre dal medesimo nome; e ancora la Plaza del Dos de Mayo, la Plaza de San Fernando e la Plaza de los Estudiantes

) a rompere l'alleanza con Roma e ad entrare in guerra insieme a Cartagine, erano figli di una cittadina cartaginese, ma il loro padre, stando a Polibio, era il figlio di un ex-soldato di Agatocle rimasto in Africa, nientemeno di colui che aveva ucciso Arcagato.

Il conflitto determina infine la resa del tiranno e la vittoria di Timoleonte, lasciando comunque aperta una situazione bellica con Iceta, il resto dei tiranni di Sicilia e l'esercito cartaginese; scenari che verranno in seguito affrontati e risolti dal corinzio ormai al comando della liberata

Non vi sono notizie che possano illustrare la reazione di Dionisio quando apprese dell'assalto notturno cartaginese contro Siracusa. Pare certo che egli non si mosse dalla Sicilia occidentale, dato che Diodoro ne narra l'accanito assedio da lui stesso comandato.

. Il territorio, all'epoca, era paludoso e intransitabile, la marcia dell'esercito cartaginese fu lenta ed estremamente difficoltosa; molti uomini, per riposare, dovettero dormire sulle carcasse degli animali morti. Molti morirono e lo stesso Annibale perse un occhio a causa di un'infezione.

Galvanizzati dalla vittoria i romani insistettero nelle operazioni e ai Campi Magni distrussero i resti dell'esercito numidico-cartaginese. Le truppe cartaginesi e numidiche poste alle ali cedettero completamente e solo l'eroica resistenza dei




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Ultimo aggiornamento pagina:

04 Gennaio 2022

19:21:41