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Frasi che contengono la parola chiostri

le fu dato il nome attuale. Nell'Ottocento le occupazioni dei francesi prima e degli austriaci poi provocarono temporanei trasferimenti e chiusure, ma i locali del seminario vennero poi restaurati ed ingranditi all'inizio del XX secolo. Tutt'oggi in questo luogo vengono formati i giovani desiderosi di diventare sacerdoti. All'interno del complesso, che conserva alcune strutture del primitivo convento di Santa Maria degli Angeli, si trovano due chiostri: il primo con al centro la statua di Santa Maria Maddalena de' Pazzi di

. Era originariamente composto da due chiostri distinti, uno rettangolare ed uno quadrato, che si possono individuare chiaramente nell'asimmetrica pianta attuale. Sul lato destro della facciata si trova una rientranza dove una serie di cipressi circonda le statue di

e carparo) che fanno da cornice ad antiche e pregiate abitazioni signorili che vanno dal X al XVIII secolo, a chiostri medievali e testimonianze archeologiche di epoca magnogreca. Vi si possono ammirare la

rimangono diversi complessi monumentali, come il Castello della Contessa Adelaide, la Pieve battesimale di Santa Maria Maggiore con gli edifici annessi, l'Abbazia di San Giusto, il Convento di S. Francesco e i suoi chiostri, le case medioevali porticate, la

Alla fine del secolo scorso verso la fine dell'Ottocento per l'apertura dell'attuale Corso Umberto I e dell'adiacente piazza Mancini (alle spalle della statua di Giuseppe Garibaldi) vennero abbattuti due antichi chiostri e parte di colonne e capitelli vennero collocati all'ingresso della chiesa di S. Aspreno inglobata nell'edificio del palazzo della Borsa in piazza Bovio. Le colonne sono tutt'ora visibili al pubblico.

Come spesso accade per i libri dedicati ai bambini, le illustrazioni giocano un ruolo chiave. E moltissimi sono gli artisti che si sono cimentati con le tavole di Pinocchio, spesso dovendo fare i conti con le illustrazioni storiche di Mazzanti, Chiostri e Mussino.

. Ai lati sono addossati i portici sorretti da colonne di marmo bianco, anch'esse seicentesche e appartenenti al primo impianto, rimesse in opera nel settecento. Tra i due chiostri corre il cosiddetto

In origine il monastero comprendeva quattro chiostri: quello delle Clarisse (o maiolicato), quello di San Francesco, quello dei Frati Minori e quello di Servizio. Gli ultimi due divennero poi parte dello spazio destinato alla

del periodo. Gli stessi atti della visita di san Carlo riportano anche alcune importanti notizie sul complesso monastico: si apprende infatti che la chiesa aveva come unica fonte di reddito le elemosine dei fedeli e ospitava sei altari con alcuni monumenti funebri. I religiosi erano cinque, di cui tre presbiteri e due laici. Il monastero, attiguo alla chiesa, aveva due chiostri e davanti alla basilica era posta la primitiva cappella officiata solo nella ricorrenza del patrono

), arricchendo la sola parte absidale, con una chiusura a trifoglio che si ripete anche nei bracci dei transetti. I due chiostri con archi a tutto sesto, decorati da esuberanti ghiere in cotto, si rifanno all'

Si accede infine alla cappella, dalle basse volte, arricchita da specchiature in marmo nero pure vergate da nomi dei caduti. Questo ambiente confina poi con alcuni chiostri dove si affacciano alcuni oratori un tempo usati da varie confraternite, situati al di sotto della basilica

), decorando chiostri e cappelle. In San Giuseppe lascia anche opere su tela, in particolare il monumentale ciclo di teleri per il presbiterio, per la maggior parte perduto, mentre alcune tele a lui attribuibili si trovano in altre chiese bresciane

. Il percorso museale comprende - oltre alla chiesa, ai due chiostri e agli ambienti privati tipici delle strutture religiose (sacrestia, cappella del tesoro vecchia, cappella del tesoro nuova, refettorio, farmacia eccetera) - varie sezioni. Quella dedicata alle carrozze, quella navale, quella presepiale, quella teatrale, quella dell'opera (con opere d'arte e oggetti che testimoniano della vita della Certosa), quella dei ricordi storici del Regno (che espone la celebre

Quando la Compagnia si trovava nei chiostri di Santra Maria Novella, avendo tra i suoi partecipanti i migliori artisti fiorentini, raccolse un considerevole numero di opere d'arte, che poi andarono disperse tra il

, il complesso monastico originario era costituito da una chiesa, oggi scomparsa, dal refettorio, dalle sale capitolari e da due chiostri gotici di cui rimangono oggi dei frammenti. Allo stato attuale l'edificio si presenta con una semplice facciata neogotica che termina con la chiesa odierna, di spoglio impianto neoclassico, edificata nel

(XIV sec.): nasce originariamente come un luogo di sosta dei pellegrini diventa poi un convento degli agostiniani (che vi ergono la torre eptagonale). Il culmine della sua importanza lo raggiunge con i domenicani che si insediano nel XV sec. e poco alla volta creano tre chiostri e soprattutto insediano una farmacia ed un importante biblioteca. Il convento fu retto come priore da Michelangelo Ghislieri divenuto poi Papa

Vennero aggiunte ai chiostri preesistenti quattro nuove scale e furono demolite alcune pareti settecentesche per accorpare i vari ambienti a formare le aule. Infine venne aggiunta la biblioteca tra i corpi dei due chiostri e il refettorio benedettino venne riadattato per diventare l'Aula Magna demolendo solai e tramezzi e valorizzando sia l'antica volta a lunette che le finestre murate in epoca napoleonica.




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Ultimo aggiornamento pagina:

12 Gennaio 2022

07:12:48