CENTROHD - Huge Dictionaries

HOME >> C >> CH >> CHI

Frasi che contengono la parola chiostro

su progetto dell'architetto Mazzei, con la congiunzione dell'ala ovest dell'edificio con il complesso del chiostro di Santa Croce. Altre parti del progetto originario non furono mai realizzate, per le critiche all'architettura ed anche per motivi economici, come l'ampia piazza davanti alla facciata e prospiciente l'Arno, per la quale erano state scolpite le due statue di

ed i cittadini di Amantea avevano offerto quei locali abbandonati agli osservanti. Inoltre, la vecchia campana della chiesa, conservata attualmente nel chiostro del convento, riporta un'iscrizione che data la prima fusione della stessa al

fatto erigere nel trecento e rimaneggiato nel cinquecento. Attuale sede dell'amministrazione comunale presenta, fra le parti di notevole pregio, un chiostro con fontana monumentale e volte affrescate.

e l'annessa chiesa di San Francesco d'Assisi, sempre del Settecento, sono assolutamente da visitare per il perfetto stato di conservazione. Il convento ha un bellissimo chiostro lastricato con suggestive basole di pietra locale, con un pozzo al centro, il tutto tipico delle silenziose e affascinanti costruzioni francescane. La chiesa, cui si arriva percorrendo un vialetto circondato da alti cipressi, nasconde al suo interno due capolavori scultorei in legno indorato, un

lastricato a ciottoli, occasionalmente usato per ospitare eventi ed esposizioni, a cui si accede direttamente da piazza San Francesco (tramite una porta collocata a destra di quella della chiesa), oltre che dall'interno del convento. Al piano terra intorno al chiostro si sviluppa un

di Santa Chiara, detto anche protomonastero, si trova nel lato verso valle, invisibile da vicino. Ingrandito fra Tre e Quattrocento, ha un chiostro da cui si accede all'antica cripta della chiesetta di San Giorgio. Tra le opere conservate nel monastero spicca la

Attiguo alla struttura si trova il chiostro a pianta quadrangolare, probabilmente del XVII secolo, e presenta una facciata con una porta monumentale del XVI secolo, costruita da artigiani roglianesi in roccia di tufo sormontata da un rosone a torciglione. Un'

Chiostro della Madonna delle Grazie: accanto al santuario, mescola stile rinascimentale e barocco, composto da pianta quadrangolare con pozzo centrale. Una parte del colonnato ha arcate gotiche, mentre le altre sono a tutto sesto, poggianti su pilastri con capitelli ionici.

Al centro del chiostro una fontana in pietra con un delfino e altri animali domina lo spazio, mentre ai piani superiori ci sono le camere in cui vivevano i procuratori della certosa e l'antica biblioteca del monastero.

, nel cui chiostro durante i mesi di luglio e agosto si svolgono diverse manifestazioni come rappresentazioni teatrali, concerti di vario genere, mostre e il cinema all'aperto. Il museo ospita inoltre una sezione dedicata ai ritrovamenti archeologici.

), il complesso comprende ancora molte opere d'arte e strutture monumentali. Si accade dalla portineria, decorata sullo sfondo da quadrature settecentesche, sulla quale si affacciano alcuni ambienti dove si trovano le sinopie delle lunette del chiostro grande, pale come l'

per impulso dell'abate Giulio Cesare di Tarsia. La chiesa, a navata unica, fu riccamente decorata secondo lo stile dell'epoca. Accanto ad essa sorgeva l'area conventuale raccolta attorno ad un chiostro. Pochi anni dopo la soppressione degli ordini religiosi e la confisca dei beni ecclesiastici (

In centro storico, lungo Corso Italia, su ambo i lati, si trovano numerosi edifici che meritano attenzione. Di fronte a Palazzo Festari sorge Palazzo Nanti, ora sede di una Banca, altro esempio di architettura di fine Seicento. Particolare attenzione merita l'elegante chiostro situato all'interno del palazzo stesso. Confinante con Palazzo Nanti si trova il Palazzo Comunale, edificato su un preesistente edificio. Si tratta di architettura del tardo

, era occupato dalle sentinelle di guardia e fungeva contemporaneamente da deposito. Il chiostro a due piani, spesso in legno, attaccato al cortile interno collegava tra loro le singole strutture del castello.

Parte del convento dei Cappuccini, barocca con diverse tele interessanti, un bellissimo chiostro e un altrettanto bello presepe napoletano settecentesco. Dello stesso secolo anche la meravigliosa statua del poverello di

Gli edifici abbaziali presentano decorazioni scultoree ed a rilievo marmoreo (chiavi di volta, capitelli, cornici) dei secoli XII-XIV in particolare nel chiostro, nella chiesa e nella sala capitolare.

Ai piedi della scalinata della Basilica, i Ceri sono abbassati in avanti per attraversare la porta ed entrare nel chiostro. Quando esista una distanza sufficiente il Cero di Sant'Ubaldo riesce a chiudere la porta di fronte al Cero di San Giorgio

. Per la costruzione del convento, primo insediamento dell'ordine in Sardegna, venne loro concesso un terreno a Villanova, nel luogo dove si trovava la chiesetta benedettina di Sant'Anna, successivamente inglobata nel chiostro. La chiesa conventuale venne eretta in stile

fece erigere due edifici religiosi al servizio dell'istituto: uno per i frati e uno per le suore. Entrambe le costruzioni, che avevano in comune il refettorio e la cucina, si articolano intorno ad un chiostro rettangolare, incorniciato da un doppio loggiato ad arcate poggianti su

L'antica parrocchia di Sant'Audeno, dedicata all'omonimo vescovo francese, di origine normanna, si trovava nei pressi del borgo Sant'Andrea, ma attualmente dell'antica chiesa rimane soltanto il portale gotico e il relativo chiostro oggi recuperato e visitabile. La facciata settecentesca (

Dotato di una facciata sobria e dignitosa, il Palazzo del Seminario Regionale presenta un interno molto spazioso, da cui si diparte un massiccio scalone centrale, lateralmente al quale si accede a un porticato che introduce in un chiostro delimitato da colonne di

La vita dei fratelli conversi ruotava attorno a questo chiostro, di forma allungata e a due livelli, circondato da eleganti arcate a tutto sesto su colonne corinzie al pian terreno e ioniche al primo piano. Risale al

. Le strutture in puro gotico invece esaltano il maestoso interno a tre navate con un altissimo transetto, mentre all'incrocio si eleva la torre ottagonale del tiburio. Tra le costruzioni dell'abbazia spiccano il chiostro con decorazioni rinascimentali e la notevole

. Il complesso si suddivide nella chiesa principale a navata unica, in uno spazio-cucina-rimessa annesso sul lato destro, e un grande edificio del refettorio, legato al chiostro. La struttura ha un tipico aspetto rurale medievale, tranne l'interno, ricostruito nella forma neogotica dopo la seconda guerra mondiale.

il portico, i due corpi di fabbrica a esso perpendicolari (a sinistra la chiesa e a destra il dormitorio dei fanciulli) e separati dal cortile d'ingresso (chiostro degli Uomini). Dopo un periodo di interruzione, i lavori ripresero nel

Convento francescano di San Donato, attiguo all'odierno Santuario di San Salvatore, con chiostro del sec. XVII affrescato con grottesche tardo-rinascimentali e lunette istoriate con episodi della vita del Santo ed alcuni suoi miracoli.

Il chiostro dei monasteri doveva essere una replica del giardino dell'Eden, protetto dal mondo esterno. Semplici fontane, chiamati lavabi, erano collocati all'interno di monasteri medievali, come l'Abbazia di Thoronet in

Banchetto Medievale, rievocazione di un banchetto medievale, si svolge il sabato precedente la quarta domenica del mese di maggio all'interno del Chiostro di San Francesco a cura del Terziere Porta Fiorentina

All'esterno la tribuna prospetta su Corso Magenta e via Caradosso, mentre il lato nord si affaccia sul chiostro delle rane. Si presenta come un monumentale cubo, dal quale si dipartono dai fianchi le due absidi semicircolari, mentre dietro si allunga il parallelepipedo del coro, che si conclude anch'esso con un'abside semicircolare uguale alle due laterali. Al di sopra si eleva il

, aree verdi private abbastanza estese ma poco agibili in quanto separate dal tessuto urbano da alti muri in mattoni o in pietra. Alcuni esempi di orti accessibili al pubblico sono il Giardino Cardella, il chiostro di

Durante i lavori sia il chiostro sia il vecchio refettorio furono drasticamente ridotti e gli ambienti variamente adattati nel tempo ad ospitare prima la Scuola Normale Sperimentale Maschile e la Scuola Tecnica P. Toscanelli, poi, dal

. La piccola struttura risale all'epoca del chiostro, e venne fatta edificare dai cistercenti per le donne devote, che non erano ammesse alla chiesa principale se non due volte all'anno in celebrazioni speciali. Il patronato spettava alla famiglia Del Giglio, da cui il nome, ma la sua decorazione fu voluta da Nereo Neri che ne venne in possesso nel

posta sul lato nord della chiesa. Il lato del chiostro adiacente alla chiesa presenta diverse sculture raffiguranti motivi floreali e decorazioni. Lo stile con cui sono stati realizzati ricorda molto quelli presenti a

La prima e l'ultima porta (del Battesimo e la Penitenza), coincideranno con le due cappelle laterali della facciata della Gloria, che intersecheranno il chiostro. Nella facciata, saranno rappresentate anche le

durante i lavori di rifacimento eseguiti verso la fine del XVII secolo, il convento si sviluppa su tre piani: a quello di terra si affacciano il chiostro delle statue e la sala di insegnamento di san

La fonte si trova in un piccolo portico coperto, addossato al chiostro, di fronte al refettorio. Secondo il programma dell'ordine doveva essere una costruzione molto semplice e di aspetto gradevole. Risulta un piccolo tempietto dove si notano in scala ridotta

, parte del convento dei Cappuccini, barocca con diverse tele interessanti, un bellissimo chiostro e un altrettanto bello presepe napoletano settecentesco. Dello stesso secolo anche la meravigliosa statua del poverello di

Il chiostro, con ricca decorazione, presenta quattro gallerie intorno ad una piccola corte scoperta. Degli edifici conventuali restano la sala capitolare, il refettorio e resti delle celle e dei magazzini. Nel

Il chiostro si articola con pilastri sui quali poggiano le arcate; lungo il muro perimetrale sono aperte nicchie poco profonde e gli archi che collegano i pilastri al muro sono trasversali, in modo da alternare le

Della fabbrica tardo-duecentesca, oltre all'architettura esterna e al portale si conservano le due cappelle gotiche interamente affrescate agli inizi del XIV secolo dal Maestro di Sant'Emiliano, pittore di scuola giottesca riminese. Nel chiostro si trova l'oratorio dei

e Pisa: in particolare ai lavori di ricostruzione della casermetta sugli spalti del forte di Belvedere di Firenze, all'opera di ripristino del chiostro della cattedrale di Prato, alle opere propedeutiche al restauro del

. Sul chiostro con quadriportico si affacciano vari ambienti decorati con affreschi di varie epoche, tra cui in particolare le tre sale del lato ovest, la sala degli Uccelli a nord e la sala del Capitolo a est. Nel giardino posteriore si erge, sul margine della scarpata del torrente, il Belvedere settecentesco dai tratti scenograficamente

che custodisce un centro storico di notevole importanza artistico ed architettonico con il Santuario di Maria Santissima delle Tre Corone e di fronte la Chiesa dell'Immacolata, la Chiesa monumentale di San Francesco d'Assisi e l'attiguo pregevole Chiostro, la Basilica Insigne Collegiata di San Matteo Apostolo ed Evangelista con il Borgo medievale di Terravecchia e staccato dal centro storico il

che si appoggiano, alternandosi, a colonnine in pietra e a pilastri cilindrici in opera mista (laterizio e pietra), soluzione che dona a questa porzione di chiostro un effetto plastico e cromatico assai gradevole, arricchito dalla presenza, nella parte superiore, di alcune finestrelle e di un poggiolo laterale.

. Si tratta di un polo museale che permette di ammirare gli antichi ambienti del convento (sala Capitolare, sala Sisto V ed il chiostro), un sito archeologico posto sotto l'edificio religioso e le collezioni settecentesche appartenute al convento stesso (abiti, pitture, arredi ecc. etc). Il sito archeologico risale all'

La chiesa dell'abbazia non ha una vera e propria facciata, e vi si entra da due accessi: il principale sul fianco sinistro (lato nord) e l'altro su quello destro (lato sud), che immette nel chiostro del monastero.

Per quanto riguarda l'intero della costruzione, si ritrovano importanti sculture romaniche delle relative tappe architettoniche di tradizione lombarda sui capitelli all'interno, sul portale nord e nel chiostro ampiamente ricostruito nel

. Il palazzo conserva, sulla destra dell'entrata principale, le stanze delle scuderie, con volte a crociera, una cisterna romana sotto il chiostro porticato, scoperta per la prima volta nel XVIII secolo da

, era precedentemente un convento dei frati Minori Osservanti di San Cataldo. Oltre al prospetto in stile ottocentesco, gli interni presentano un chiostro cinquecentesco con archi ogivali tardo-gotici su pilastri, con diverse finestre a due livelli in stile

Lucera, fiera delle sue origini e del suo legame indissolubile con la storia di Roma, da alcuni secoli ha adottato nel suo stemma cittadino la sigla S.P.Q.L. (Senatus Populusque Lucerinus) simile a quella usata dall'Urbe, come si evince in un antico stemma in pietra nel chiostro dell'ex convento degli Agostiniani.

. Del complesso rimangono ruderi che permettono una lettura di massima della sua articolazione interna, caratterizzata dai resti della chiesa e dell'area del chiostro. Della chiesa sono visibili il prospetto principale con i resti delle due

e l'annessa chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, sempre del Settecento, sono notevoli per il perfetto stato di conservazione. Il convento ha un bellissimo chiostro lastricato con suggestive basole di pietra locale, con un pozzo al centro, il tutto tipico delle silenziose e affascinanti costruzioni francescane. La chiesa, cui si arriva percorrendo un vialetto circondato da alti cipressi, nasconde al suo interno due capolavori scultorei in legno indorato, un

, affreschi che oggi in parte sono conservati nelle collocazioni originarie, in parte staccati e sistemati nel salone di papa Martino V dove hanno oggi luogo alcuni uffici di rappresentanza della presidenza. Nell'ex chiostro delle Ossa si trovava l'affresco staccato rappresentante il

Nelle stanze dell'amministrazione (sala della Presidenza e salone di Martino V), alle quali si accede dallo scalone dell'ex chiostro delle Ossa, si conservano affreschi staccati e altre opere provenienti dalla facciata della

. Il problema fu risolto con la soppressione del monastero nell'ottica della politica di cancellazione degli ordini monastici, volta ad incamerarne nello stato gli ingenti beni. Il chiostro maggiore, rettangolare, fu raso al suolo, mentre il minore, dalla particolare forma ovale, fu notevolmente compromesso. I lavori per la realizzazione del ponte terminarono nel

detto il Buono, ebbe in sogno l'apparizione della Madonna che gli svelava il posto dove era nascosto un immenso tesoro (bottino di guerra di suo padre), con il quale Guglielmo avrebbe dovuto erigere un tempio a lei dedicato. Il re diede inizio senza indugi alla costruzione della cittadella fortificata, del tempio, del Palazzo Arcivescovile e del chiostro. Dispose che cento monaci della

presso il fiume Vomano. Ha una navata unica barocca, mentre l'esterno ricorda i monasteri trecenteschi. Ha la forma di una capanna con la facciata rettangolare decorata da rosone e porticato. L'interno circola attorno un chiostro ornato da un pozzo. Gli stucchi interni sono di Carlo Piazzoli.

Il Chiostro di Fonte Avellana tuttavia era soltanto il primo gradino di una preparazione che permetteva ai monaci di intraprendere il cammino verso la perfezione spirituale: da qui Rainerio fu chiamato nel

; inoltre sopra l'altare era stato messo il baldacchino in legno. I restauri novecenteschi hanno permesso un ritorno alle forme originarie: fu tolta tutta la struttura in marmo sull'altare, eliminata la balaustra e il baldacchino spostato nella chiesa di Santa Reparata. Inoltre, durante questi restauri sotto il presbiterio furono ritrovati dei reperti archeologici: era quello che rimaneva delle terme romane e di altre strutture adiacenti. Gli oggetti mobili, come colonne e lastre, furono esposti nel chiostro del

Si accede all'ambiente dal chiostro della chiesa di Sant'Agostino, manufatti interamente rimaneggiati in anni recenti. Dell'antica fisionomia permangono le decorazioni a stucco settecentesche, le cui cornici definivano lo spazio delle finestre sui lati. La controfacciata dell'aula presenta i resti di un affresco raffigurante

Secondo chiostro: grande ambiente con pianta rettangolare (dieci colonne per sei, nove luci per cinque con sviluppo maggiore sull'asse est - ovest), fontana centrale con putti, celle sul lato settentrionale.

. In questo periodo, forse il migliore nella storia della badia, vennero effettuati importanti lavori di ampliamento che donarono al complesso una platea, un nuovo chiostro, un cimitero e un nuovo campanile; una delle campane venne donata al comune di Colle nel

: non si sa se tuttavia questo furono semplici restauri o se i lavori non partirono mai del tutto, per cui l'aspetto del chiostro rimase sostanzialmente immutato. Il progetto complessivo del chiostro viene attribuito, seppur in maniera molto discussa, a

, poggiati sui muri portanti, fanno ipotizzare che prima della costruzione del chiostro vi fosse un porticato contiguo alla chiesa con funzione di riparare i pellegrini. Con la soppressione degli ordini religiosi, avvenuta nel

Poco resta del chiostro, (di forma quadrangolare, a due piani) praticamente distrutto dal bombardamento: restano tracce delle arcate sulle pareti esterne del convento e una parte del loggiato che oggi, chiuso da una muratura, corrisponde al corridoio tra la chiesa e la sagrestia.

con due navate parallele e un chiostro adiacente. Eretta dal conte Enrico I come forma di ringraziamento all'Ordine, che si era dato da fare per il rilascio di suo padre, il conte Federico II, catturato durante una

circa; a questo artista si devono anche incisioni, stemmi e due acquasantiere, una di esse eretta su un cippo etrusco. Molti quadri raffigurano scene religiose adornano le pareti e sono databili ai secoli dal XVI al XIX. Il chiostro venne eretto intorno al

ghibellina che originariamente doveva essere stata guelfa; sotto di essa, pochi anni fa sono state rinvenute delle antiche ceramiche policrome. Nel XVII secolo vi fu annesso un grande convento intitolato a sant'Anastasia; di esso si conserva ancora il chiostro e alcune epigrafi all'interno. Nel

. Nel secolo successivo fu ampliata la chiesa scavata nella roccia, costruito il chiostro romanico e un nuovo edificio di culto, all'interno della quale ci sono le tombe di molti sovrani e nobili di Aragona, fra cui anche quella di

Sul lato opposto si colloca, inserito nell'ala est del chiostro di Santa Maria Novella, il fronte essenziale delle sale riunioni, cieco al piano terra (corrispondente al portico conventuale) e caratterizzato al primo piano da quattro finestre-

Il complesso monumentale rappresenta un esempio mirabile dello stile arabo-normanno leggibile chiaramente nel Chiostro che presenta un doppio ordine di colonne con caratteristiche decorazioni arabo-sicule; elementi medioevali sono presenti ovunque partendo dalla

durante un tentativo di rapina perpetrato da un suo discepolo noto come Tonno Calabrese. Per depistare le indagini fu inscenato un omicidio, ma l'allievo fu scoperto e condannato alla forca. Polidoro fu sepolto nel chiostro del

, la cattedrale di Arnaud fu demolita, ne fu costruita una nuova con nuovi edifici capitolari, comprendenti in particolare un chiostro a due piani ed un alloggio per il vescovo; il nuovo altar maggiore fu consacrato nel

. Per il municipio venne costruito lo scalone di ingresso che porta ai piani superiori, vennero chiuse le arcate del chiostro interno, e i sotterranei divenne carcere civile, prima della realizzazione del grande complesso penitenziario di

di origini trecentesche e molto alterato nei secoli in base alla crescita del monastero. Soprattutto nel XVII secolo il chiostro venne ristretto per la costruzione di nuove celle per i monaci e delle cappelle laterali della chiesa. Le gallerie del chiostro presentano su tutte le pareti scenografici affreschi barocchi raffiguranti le

), a sud e contigua alla torre del Trouillas, la torre delle Latrine o della Ghiacciaia. Vi erano due piani di latrine in corrispondenza alle due gallerie del chiostro. La loro fossa era irrigata dall'acqua piovana recuperata nel chiostro e si univa con la grande cloaca delle cucine prima di gettarsi nella

promosse una serie di lavori di ammodernamento e ingrandimento della struttura. Vennero allora ampliati il chiostro ed il cenacolo, un'ampia sala rettangolare con soffitto a cassettoni e una serie di finestre sulla parete destra, affrescato su un'intera parete da

caratterizzato sia da archi a sesto acuto sia da archi a tutto sesto, sostenuti da pilastri poligonali. La parte porticata immediatamente a destra dell'ingresso prosegue anche verso il secondo chiostro e termina con l'ingresso laterale di via Verdelli

Nel corridoio d'ingresso (lato settentrionale del primo chiostro) sono appesi cinque cartoni preparatori recuperati da Riccardo Oiraw, unica traccia nota degli affreschi che decoravano il Teatro Sociale ed attribuiti a

. Nei vari secoli fu cambiata nelle forme artistiche, come ad esempio la facciata in stile borrominiano, e l'interno barocco, con due scaloni eguali di accesso. Il corpo medievali appartiene all'edificio conventuale del porticato con chiostro, e al campanile turrito. Di interesse la Cappella Caldora, con l'affresco della

, in considerazione dell'alto numero degli aspiranti al sacerdozio dell'epoca. Il palazzo si sviluppa attorno al grande chiostro centrale, caratterizzato dall'alto porticato sostenuto da pilastri con capitello, dai tratti

: Dell'originaria costruzione mantiene solo poche tracce riscontrabili nella facciata e nel fianco meridionale. Lungo la fiancata settentrionale, in origine si doveva sviluppare un chiostro al quale si accedeva da un portale, allargato in epoca recente. L'interno ad unica navata presenta una copertura a capriate lignee e le pareti laterali sono stonacate. Le opere d'arte qui conservate sono una tela seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino, e una tavola, pure seicentesca, con il Miracolo di San Pietro.

Con il termine Abbazia si intende un complesso di edifici monastici in cui venivano forniti importanti servizi che accompagnavano la vita religiosa, la meditazione e la preghiera. Ad esempio il refettorio, la stalla, il granaio, la cucina, il forno, la farmacia-erboristeria e liquoreria, un orto botanico di piante officinali e medicinali, una sorgente di acqua fresca e pura e soprattutto una chiesa, una biblioteca, un chiostro e tante celle per i monaci. Tutto il complesso era provvisto di mura e di una torre per l'avvistamento di nemici. Era considerato all'epoca un luogo sicuro, un rifugio per sbandati ed emarginati, ma anche un'accogliente dimora per personaggi importanti come

, avviando anche i lavori per ricollegare le varie sezioni in un unico percorso che dal campanile della cattedrale scende alla zona sepolcrale sotto le cappelle del transetto della stessa chiesa, e attraversa varie sale dell'antico Palazzo dei Proposti, intorno all'armonioso chiostro romanico. La raccolta si configura come

L'ex monastero, accessibile a oriente dalla strada attraverso un ampio portale ad arco a tutto sesto, si sviluppa attorno al chiostro quadrato, invariato planimetricamente rispetto al XII secolo; gli edifici, modificati e adattati nei secoli alle nuove esigenze abitative e rurali, contenevano la sala capitolare e la cripta sepolcrale degli abati nell'ala est, il refettorio nell'ala sud e infine la canonica nell'ala ovest,

. Lo stesso monastero si evolse in un rinomato centro frequentato dai maggiori storici e pittori di icone della Russia. Appena fuori dalle mura del chiostro furono inoltre costruiti il convento di Santa Paraskeva con annesse l'omonima chiesa e la chiesa dell'Introduzione (entrambe del

Internamente il palazzo presenta un'interessante sequenza di porticati, logge ed aule a soffitto ligneo che conducono lo sguardo ed il percorso verso l'ampio cortile rinascimentale a chiostro, al centro dell'edificio, circondato da un porticato in cui convivono arcate ogivali e arcate a tutto sesto

doveva trovarsi, prima delle trasformazioni cinquecentesche, a sud del chiostro grande, con cui comunicava attraverso un portale a sesto acuto ora murato. Lungo questo lato si susseguono alcuni ambienti, oggi adibiti a sale espositive, le cui pareti presentano tracce di affreschi a motivi di derivazione tessile. Un

, come nel chiostro, dove si possono ammirare gli affreschi di due lunette, raffiguranti l'Immacolata ed il martirio dei PP. Felice de Felice, Giuseppe d'Atina ed Antonio de Martino avvenuto a Suakin, in

promossero i lavori di costruzione di un insieme di edifici composto da una chiesa, una biblioteca, un refettorio, una cucina, una dispensa e i numerosi dormitori per i monaci, disposti, come consuetudine delle abbazie cistercensi, attorno a un grande chiostro quadrato;

). Della chiesa gotica fu iniziata la costruzione di tre absidi coperte da volte a crociera. Contemporaneamente fu avviata la costruzione del chiostro. Al termine di questa fase di costruzione, verso la fine del XIV secolo, furono costruite le tre navate della chiesa, i tipici campanili gemelli sulla facciata e un portale di ingresso tardo-gotico. Il chiostro sul lato meridionale fu completato con il porticato sui quattro lati. L'ultima costruzione del periodo gotico fu l'ala dell'abbazia, completata nel

Il complesso cistercense segue nell'impianto spaziale le regole tradizionali dell'architettura monastica: al centro, dal chiostro si accede a tutti gli altri locali ed intorno alle dipendenze abbaziali necessarie al sostentamento dei monaci: laboratori, magazzini,

fu ricostruita la navata della chiesa ed edificati il chiostro e la cappella particolare degli Arrode a fianco della chiesa. Infine venne costruito il refettorio, oggi trasformato in biblioteca, spesso attribuito all'architetto

. Si tratta di un polo museale che permette di ammirare gli antichi ambienti del convento (sala Capitolare, sala Sisto V e il chiostro), un sito archeologico posto sotto l'edificio religioso e le collezioni settecentesche appartenute al convento stesso (abiti, pitture, arredi, ecc.). Il sito archeologico risale all'

ad attendervi la sposa e gli ospiti. Al loro giungere, dopo una breve preghiera in chiesa, passarono nel chiostro, dove i nuovi venuti si presero ristoro dal freddo e dalla fatica dell'equitazione. Fu dunque in quel freddo giorno di gennaio, presso quella chiesa dove l'aveva attesa, che la duchessa Isabella rivide dopo sei anni ed ormai sedicenne cugina, con la quale aveva convissuto nel

Le colonnine poste sulla parte che anticipa l'altare hanno capitelli in marmo bianco con rosette, fogliame e croci che parrebbero di epoche differenti dal VI al XII secolo, mentre le colonnine sono realizzate con materiale di recupero. L'abside centrale conserva un altare sostenuto da cinque colonne dell'XII e XII secolo probabilmente erano parte del chiostro romanico poi distrutto.

Il complesso monastico, inserito in una suggestiva ambientazione isolata e boschiva, comprende la chiesa, un chiostro, i dormitori, la cucina e altri locali, ad esempio un forno, attualmente trasformato in locale caldaie. Di

Negli insediamenti degli Umiliati, la collocazione degli edifici ruota attorno alla corte agricola: chiesa, chiostro, abitazioni, luoghi di lavoro costituiscono un tutt'uno. Una specie di monastero-cascina, con ingresso fortificato come il Castello di

, con suppellettile sacra, materiale di scavo con resti del corredo recuperato nelle tombe altomedievali e longobarde scoperte sotto il pavimento della chiesa e del chiostro, alcuni quadri e due pregevoli cibori rinascimentali.

, poi affidato ai Vallombrosani con gli annessi mulini sul vicino Lambro Meridionale. Di questo complesso abbaziale rimangono, destinati ad altri usi, i resti della chiesa, della canonica, del chiostro e della cascina tra via Gratosoglio e via Achille Feraboli

Addossato alla parete sud della chiesa si trova un bel chiostro costruito successivamente, probabilmente in sostituzione di uno precedente di cui non si ha notizia, notevole per la bellezza degli archi e dei

, adiacente al chiostro del monastero, in cui avvenivano le sepolture delle monache. In quest'ultima si trovava un prezioso ciclo di affreschi, di cui uno ancora visibile, raffigurante un vescovo sormontato dallo stemma dei Castiglioni, opera del pittore




Tutti i dati sono automaticamente, anche se accuratamente raccolti da fonti di pubblico accesso. Le frasi vengono selezionate automaticamente e non sono destinate ad esprimere le nostre opinioni. Il contenuto e le opinioni espresse sono esclusivamente a nome degli autori delle frasi.




CentroHD

info@centrohd.com

Ultimo aggiornamento pagina:

10 Dicembre 2021

09:39:24