CENTROHD - Huge Dictionaries

HOME >> C >> CI >> CIN

Frasi che contengono la parola cinta

, corrispondenti alle attuali via Fillungo-Cenami e via S. Paolino-Roma-Santa Croce. All'epoca romana risale anche la prima cinta muraria, che delimitava un'area quadrata nella quale, durante il corso dei secoli, si sono costituiti il centro del potere politico (attuale Palazzo Ducale) e il centro religioso. Nel

La cinta muraria originale era intervallata da una serie di torri, dapprima erette in tufo e poi in piperno e pietra lavica, accompagnate lungo il percorso da una serie di portali dei quali sono ancora visibili testimonianze:

Risalente al periodo tardo-medioevale, la cinta muraria di Sirolo lambisce ancora oggi il borgo nella parte meridionale, lungo via Grilli. Rappresenta la principale testimonianza dell'antico castello di Sirolo, eretto intorno all'anno

, la cinta conserva un Torrione e due archi a sesto acuto che fanno da ingresso meridionale al paese. Anche i vicoli del borgo rappresentano una testimonianza dell'antico Castello. Sotto di essi, i sirolesi avevano costruito una rete sotterranea, in cui rifugiarsi in caso di capitolazione

, un porto fluviale, un acquedotto proveniente dalle colline orientali per l'approvvigionamento idrico e una zona adibita alle sepolture all'esterno delle mura, oltre ad abitazioni (ville) e infrastrutture all'esterno della cinta muraria. Tridentum era inoltre un importante snodo viario, per la presenza nel suo territorio della

A Trento era presente anche un anfiteatro, infatti, sotto l'omonima piazzetta di Trento sono stati trovati frammenti di pavimentazione, mura e gradinate dello stesso, oltre al fatto che la posizione di una parte delle case della piazzetta ha la curvatura tipica dell'anfiteatro, essendo le case sorte sui resti del medesimo e utilizzandone muri preesistenti e pietre. Pezzi di mura di cinta, torri, strade, abitazioni, sono stati trovati inoltre sotto numerosi edifici, strade e piazze di Trento.

La cinta muraria risulta ancora per la maggior parte intatta e ben individuabile nel tessuto urbanistico; le porte giunte fino a noi sono quattro: porta Santi, porta Fiume, una delle due Portacce e porta Montanara

, che per sua fortuna era dotata di una cinta di mura molto solide e di un porto ben attrezzato. Qui furono respinti grazie alla vigorosa resistenza da parte della popolazione locale, organizzata per l'occasione dall'allora governatore

Si apre sul lato orientale della cinta muraria. Probabilmente il nome deriva dal fatto che, in un luogo poco distante, si svolgeva un tempo il mercato bovino. In origine la struttura era formata da un solo

Dopo aver condotto Dante all'interno dell'anfiteatro occupato dai beati, Beatrice ritorna al suo seggio da dove appare al poeta cinta di un'aureola luminosa e il ruolo di guida viene assunto nel momento conclusivo del viaggio da

La corona murale del Comune, sopra lo scudo, formata da un cerchio aperto da quattro pusterle di cui tre visibili con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta aperta a sedici porte di cui nove visibili, ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine: il tutto d'argento e murato di nero.

) e durante il loro dominio costruirono nuove abitazioni e molte moschee, oltre ad una nuova cinta muraria. La popolazione divenne estremamente eterogenea, comprendendo cristiani, berberi, arabi ed ebrei. L'arabo fu imposto come lingua ufficiale; la religione ufficiale divenne l'islamismo, ma ai cristiani e agli ebrei fu concesso di mantenere la loro religione nello

(sorgeva dove si trova ora Piazzetta Anfiteatro), delle terme, un porto fluviale, un acquedotto proveniente dalle colline orientali per l'approvvigionamento idrico e una zona adibita alle sepolture all'esterno delle mura, oltre ad abitazioni (ville) e infrastrutture all'esterno della cinta muraria.

con un restauro per i danni subiti due anni prima per la caduta di un fulmine, vennero realizzati anche gli edifici ed il cortile interno. La facciata, in linea con la cinta muraria, ospita due statue, fiancheggiate da quattro colonne: di

. I tedeschi riuscirono dopo strenui sforzi a superare il muro di cinta nel settore di Porta Santo Spirito; i capitani Nicola Seidenstuecker e Michele Hartmann raggiunsero con i loro lanzichenecchi gli spalti, conquistarono i cannoni e costrinsero alla fuga i difensori

, si sviluppa attorno ad una torre medievale d'avvistamento a pianta quadrangolare che conserva ancora il rivestimento originario di pietra del XIII secolo. Da questo si diparte una lunga cinta muraria che delimita la corte interna

che termina in un grande piazzale erboso semicircolare, perimetrato da un basso muretto di cinta, dove un tempo si trovavano delle vasche colme di pesci alimentate da due canali laterali. Da queste vasche la villa prese uno dei suoi nomi quello di

, all'interno della cinta muraria tra le attuali Via Mazzini e Via dei Fossi), la porta Orlandi (all'interno della cinta muraria nell'attuale Via delle Carbonaie), la porta Riccia (anch'essa interna, demolita nel

, con l'estensione dell'egemonia romana in Peucezia, anche Norba perse la propria autonomia; ciononostante, mantenne un ruolo rilevante, come attestato da cospicui ritrovamenti di monete, armature, manufatti in terracotta e gioielli, grazie agli scavi archeologici compiuti dentro e fuori la cinta muraria. La stessa

I secoli successivi videro l'ulteriore trasformazione dell'edificio che a mano a mano andava perdendo i caratteri del maniero per configurarsi come elegante dimora signorile, adatta al prestigio dei potenti feudatari. L'ingresso attuale si apre lungo il muro di cinta posto su piazza Conciliazione, costruito nel

. La cinta muraria etrusca originaria, oggi ancora visibile in molti punti, racchiude il Colle Landone e il Colle del Sole sui quali si erge l'acropoli. Con un ampio centro storico, asimmetricamente adagiato su una serie di alture collinari a breve distanza dal

dallo scolo che si apriva sulla muraglia, oggi sotterrato), che si affacciava sulla vallata delle Fogge. I torrioni o piccoli forti sorgevano ai quattro angoli della cinta muraria: il primo ad est sorgeva all'angolo di piazza Ciaia al principio dell'attuale via Carlo Alberto, era detto

, il paese gode di un periodo di pace: viene redatto il primo statuto comunale, vengono accordati privilegi giuridici e pecuniari alla popolazione e vengono avviate importanti opere urbanistiche, tra le quali il restauro delle mura di cinta del paese e la costruzione della

, durante lavori di ristrutturazione, sono oggi sotterrate sotto la Scuola delle Belle Arti di Le Mans, a sud-ovest del muro di cinta. Numerose sale di esposizione sotterranee consentono la riscoperta del monumento nelle migliori condizioni. Di

Le prime mura furono costruite nel periodo punico, poi ampliate dagli arabi e dai normanni. Tra gli altri reperti sono visibili alcune porzioni della cinta bastionata cinquecentesca che fino alla fine del

All'entrata del cimitero di Peyron si trovano i resti di una porta e di una torre della cinta fortificata di epoca romana. La torre, per lungo tempo creduta un edificio termale, potrebbe essere identificata con la

ebbe inizio la costruzione di una cinta muraria attorno a Gandino e Cirano, edificata grazie al contributo di tutti i cittadini, sia a livello economico (ognuno in base alle proprie ricchezze) che di manodopera. Al termine dei lavori, nel

l'unico segmento delle mura medievali oggi visibile parte dalla Porta Fiorentina e corre fra i due edifici della Scuola Elementare E. De Amicis e del Cinema Italia. Il progetto di riqualificazione di quest'ultimo prevede un intervento di valorizzazione della cinta muraria in quanto elemento di valore storico.

Altri resti ben conservati sono visibili nella zona compresa tra Porta Romana e Porta Lodovica, dove sono usati come mura di cinta di abitazioni private, particolarmente in viale Beatrice D'Este e viale Angelo Filippetti

posta su un'alta rupe a picco sul mare. L'abitato inizialmente forse privo di cortina muraria difensiva ha trovato difesa nel salto di quota che domina sia la pianura che il mare. La cinta muraria sembra sia stata realizzata in blocchi isodomi (parallelepipedi regolari e modulari) nel IV secolo a.C., e di essa rimangono le prime assise di una

; il castello sorge su un incantevole promontorio roccioso a picco sul mare, delimitato dalle antiche mura di cinta che racchiudono un parco di alberi ad alto fusto. La sua fondazione risale al XI secolo, l'antico nucleo centrale risale al periodo normanno, in seguito divenne reggia alla magnifica corte di Federico II e di

, rimangono solo alcune tracce archeologiche, che tuttavia consentono di identificare un tessuto abitativo che attesta il reimpiego longobardo della preesistente cittadella romana e un'imponente cinta muraria

; nel IV secolo a.C. probabilmente la cinta muraria fu riedificata, raddoppiando. Il territorio, coltivato con mezzi ancora primitivi ed arretrati, fu riorganizzato e l'agricoltura migliorata con l'introduzione del

Gli scavi condotti a monte Cugno hanno riportato alla luce un muro di cinta con delle abitazioni e una necropoli. Tra i materiali dei corredi funeari si trovano diverse anfore con alto collo, spalla pronunciata e ricca decorazione sia plastica che incisa, di una tipologia attestata esclusivamente nel

Inoltre, sempre a Teodorico si potrebbe far risalire l'edificazione, o almeno la ricostruzione, della cinta muraria attorno al colle San Pietro, in sinistra d'Adige. Tra gli indizi che farebbero propendere per una sua committenza vi sarebbero fonti sia scritte sia materiali: le prime si possono rintracciare nell'

questa zona si trovava appena all'esterno della prima cinta muraria, quella di origine romana e conservatasi sino ad allora, per quanto rappezzata e in parte ricostruita. Al trasferimento della capitale del

Lungo la nuova cinta muraria furono poste cinque porte, quattro in corrispondenza delle arterie di traffico regionale, Santa Maria, San Giovanni, San Nicola e Sant'Andrea, e in ultimo Portanova che consentiva il collegamento diretto con i casali meridionali

. Lo scudo venne suddiviso in quattro quartieri. Il secondo quarto prese le armi di Scozia (d'oro al leone di rosso nella doppia cinta fiorita e contrafiorita di rosso), mentre il terzo prese le armi d'Irlanda (d'azzurro all'arpa d'oro). Il primo e l'ultimo quartiere divennero dei

Nel luogo dell'agguato, presso un muretto di cinta, l'anno dopo fu posta una piccola lapide, protetta da vetro, a ricordo degli uomini della scorta. Un nuovo monumento marmoreo, dedicato alle vittime e tuttavia vandalizzato

in occasione del Palio dei Rioni di Cori. Sempre in opera poligonale all'interno della cinta muraria sono le tante opere di sostruzione che creano una serie di terrazze che hanno determinato lo sviluppo urbanistico dell'antica Cora; tra le tante, sono notevoli: la sostruzione che sostiene il Foro, attuale zona di via delle Colonne; la sostruzione posta a fronte dell'edificio del Comune in piazza

fece costruire il nuovo arsenale pontificio, destinato alla manutenzione del naviglio fluviale, ma anche del naviglio commerciale papale. La localizzazione subito fuori della cinta daziaria era dovuta appunto alla scelta di ridurre la pressione fiscale su materiali utilizzati a questo scopo. La costruzione, di cui non si conosce l'architetto, fu concepita in analogia all'arsenale di

Di formazione preitalica e aurunca, come dimostra la lunga e poderosa cinta di mura poligonali, in buona parte conservata lungo la costa e nel quartiere di Castellone, dopo la conquista del territorio da parte dei Romani tra il

. Il Castellone medievale mantiene inalterato il fascino di un tempo, nonostante abbia perduto la turrita cinta muraria durante il secondo conflitto mondiale. Delle dodici torri originarie, ne sono rimaste soltanto due, una dalla caratteristica forma ottagonale del

non si deve alla presenza di una fortezza o di un vero e proprio maniero sul sito, ma al fatto che la cittadina fosse posta in cima a una rupe inespugnabile e protetta da mura di cinta, bastioni e torri, che la difesero dagli attacchi subiti del

come fortificazione, ne sono segni caratteristici una torre e delle mura di cinta sulla parte posteriore e sul lato est dell'originale opera fortificata, dove la struttura portante in pietra fa percepire le grandi proporzioni della costruzione. Venne in seguito trasformato in palazzo signorile dal duca

che li coprono fino alle ginocchia. Come armi posseggono lance di frassino dalle punte scintillanti, una grande spada legata alla cinta, e portano legati alle spalle degli scudi dipinti. Alcuni posseggono anche archi, con frecce dalle piume grigie. Le due sentinelle a guardia del palazzo d'oro di

) che occupa la maggior parte del colle della Sabika, mentre per parte sua Granada fruiva di un altro sistema di mura protettive di cinta. Pertanto l'Alhambra poteva funzionare in modo autonomo rispetto a Granada. Nell'Alhambra vi erano tutti i servizi propri necessari agli abitanti che vi vivevano:

Dalla peschiera le acque del Fiora defluiscono in una vasca posta all'esterno del muro di cinta, sormontata da due delfini con il tridente, utilizzata un tempo come abbeveratoio e poi come lavatoio pubblico.

Il maniero, costituito da diversi edifici e torri che si affacciavano su una corte centrale, era difeso da una doppia linea di fortificazioni, tuttora in parte visibili, che scendevano fino all'abitato sottostante. Di fronte a esso, entro la seconda cinta di mura, si trovano invece i resti della Torre della Porta e della Porta Castri, grazie alla quale si accedeva al castello e al borgo antistante, abitato dalle maestranze del maniero. Di fronte all'ingresso si trova la duecentesca cappella di San Giacomo, unico edificio perfettamente conservato del complesso, che contiene un dipinto di Sebastiano Mazzoni e ospita le spoglie dei locali feudatari.

Cinta muraria, prima fortificazione eretta a Maniago contemporaneamente alla costruzione del castello in epoca medievale, per difendere il feudo. Inizialmente si sviluppavano solo intorno al castello e proteggevano il borgo posto di fronte a esso, successivamente furono ampliate con un secondo giro di mura che giungevano fino all'abitato maniaghese, che allora si sviluppava ai piedi del castello. Oggi alcuni tratti di questa fortificazione sono visibili lungo le vie del centro storico.

Attualmente nel sito archeologico possono ammirare alcune necropoli sicule del IX e VIII secolo a.C., la Grotta del Carciofo (catacomba ebraica), la Grotta delle Cento Bocche, le antiche concerie e i mulini della valle del carosello, i resti della cinta muraria e del Castello Reale con la sua Porta che ha inciso il motto

Lungo le mura di cinta almohade avevano luogo dei mercati settimanali, tra cui quelli di Souq el Had, vicino alla porta omonima. Inoltre, tra le due muraglie, si trovavano a sud l'Aguedal, collegato al palazzo reale, e a nord dei giardini d'

si trova in un parco di circa trentamila metri quadrati di forma rettangolare allungata, circondato da un muro di cinta alto circa tre metri e largo cinquanta centimetri, affacciato su Strada del castello di Mirafiori, al confine tra il comune di

, utilizzata per congiungere via Ferrarese con via Saliceto, oltre ad assumere alcuni oneri minori, come l'innalzamento di uno zoccolo in muratura e l'installazione di una cinta metallica attorno all'area di nuova acquisizione.

vennero anche aperte nuove strade di scorrimento, via Cantore, a monte dell'antico nucleo urbano, lungomare Giuseppe Canepa, lungo la nuova cinta portuale e via di Francia, collegamento diretto con il quartiere di San Teodoro, aperto sull'area ricavata dallo sbancamento del colle. Con l'apertura di via Cantore venne a consolidarsi lo spostamento verso monte dei centri di interesse urbani.

Predore era un fortilizio sicuramente alla pari dei comuni vicini, in riva al lago sorgeva il palazzo del signorotto difeso da due torri, una merlata dimezzata e l'altra che risulta ora modificata, da una cinta muraria a nord e dalle barriere naturali costituite dal lago e dal fosso del

, ricavato da un torrione delle mura di cinta, in ciottoli squadrati, con la cella campanaria, e sormontato da una gabbia metallica in ferro lavorato per le campane delle ore. Di originale la chiesa conserva ancora la pianta con dei

Memoria del passato e delle continue lotte sono testimoni il Castello, con la sua allungata cinta muraria che comprende tre torri cilindriche, la torre Aurora a picco sul mare e la torre medievale nel centro abitato davanti alla

che si sviluppava a meridione della cinta muraria. Questa era caratterizzata da una serie di strutture, come gli scaria, installati per l'attracco delle imbarcazioni. Nella stessa area esisteva un piccolo arsenale, mentre sulla spiaggia erano presenti (fin dall'

, in posizione frontale, con la gamba destra leggermente avanzata e flessa, in atto di incedere. Il suonatore, a torso nudo, indossa una gonna svasata, cinta in vita da un doppio cordone e decorata da motivi a

, detta anche Torre dell'orologio, fu costruita sull'antica porta di accesso al castello medievale. Il castello sorse nei primi secoli dopo il Mille. La costruzione era cinta da solide mura che formavano un quadrilatero circondato da un grande fossato. La chiesa arcipretale venne costruita nel recinto del castello. Lo spazio circondato dall'antica Fossa costituisce oggi la piazza principale del paese, Piazza Umberto I. Sovrasta la torre, fin da tempi remoti, la

: formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d'argento e murato di nero.

, e da un muro di cinta con delle torri semicircolari (doveva essere poi costruito un altro muro di cinta per sicurezza, ma l'opera non si fece): tale muro fu costruito, nella parte superiore, sopra il cosiddetto marcapiano, con pietre irregolari di arenaria ricavato dalle cave di

Il centro abitato originario, in parte conservatosi fino ai giorni nostri, era interamente racchiuso entro una poderosa cinta muraria della forma di un quadrilatero irregolare, difeso da otto torrioni di cui uno integrato nel palazzo ducale

In origine la penisola su cui sorge il centro cittadino era un'isola, separata dalla terraferma da un canale e cinta da una spessa muraglia e da torrioni: a ponente vi era la porta di san Damiano con il relativo torrione (ora la Torre dell'Orologio), a levante la porta di Valdibora con il suo torrione (divenuta nel

BIGIO BIGIU BIGNE BIJOU BIKER BILIA BILIE BILLE BILLI BILTA BIMBA BIMBE BIMBI BIMBO BINAI BINDA BINDE BINGO BIODI BIODO BIOMA BIOMI BIOVA BIOVE BIRBA BIRBE BIRBI BIRBO BIRCE BIRCI BIRRA BIRRE BIRRI BIRRO BISCA BISCE BISCI BISEX BISSA BISSI BISSO BITTA BITTE BITTI BITTO BIUTA BIUTE BIVIO BIZZA BIZZE BLASE BLEAH BLESA BLESE BLESI BLESO BLIMP BLINI BLINY BLITZ BLOOM BLUES BLUFF BLUMI BLUMO BLUSA BLUSE BOARA BOARD BOARE BOARI BOARO BOATI BOATO BOBBA BOBBE BOCCA BOCCE BOCCI BOCHE BOCIA BOCIO BODDA BODDE BOEMA BOEME BOEMI BOEMO BOERA BOERE BOERI BOERO BOGHE BOGLI BOHRI BOIDE BOIDI BOINA BOINE BOITE BOLDI BOLDO BOLGE BOLLA BOLLE BOLLI BOLLO BOLSA BOLSE BOLSI BOLSO BOMBA BOMBE BOMBI BOMBO BOMII BONCI BONET BONGO BONNE BONTA BONUS BONZA BONZE BONZI BONZO BORDA BORDE BORDI BORDO BOREA BOREI BORGO BORIA BORIE BORII BORIO BORNI BORRA BORRE BORRI BORRO BORSA BORSC BORSE BOSCO BOSSI BOSSO BOTAI BOTRI BOTRO BOTTA BOTTE BOTTI BOTTO BOULE BOXAI BOXER BOZZA BOZZE BOZZI BOZZO BRACA BRACE BRACI BRACO BRADA BRADE BRADI BRADO BRAGA BRAGE BRAGI BRAGO BRAII BRAMA BRAME BRAMI BRAMO BRAND BRANI BRANO BRASA BRASE BRASI BRASO BRAVA BRAVE BRAVI BRAVO BREAK BRENT BREVA BREVE BREVI BRICA BRICE BRIDA BRIDE BRIEF BRIGA BRIGO BRINA BRINE BRINI BRINO BRODA BRODE BRODI BRODO BROLI BROLO BROMI BROMO BRUCA BRUCE BRUCI BRUCO BRUGI BRUGO BRUII BRULE BRUMA BRUME BRUNA BRUNE BRUNI BRUNO BRUSI BRUTA BRUTE BRUTI BRUTO BUANA BUCAI BUCCE BUCCI BUCHE BUCHI BUCIO BUDDA BUDDI BUFAI BUFFA BUFFE BUFFI BUFFO BUGIA BUGIE BUGIO BUGLI BUGNA BUGNE BUGNI BUGNO BUINA BUINE BULBI BULBO BULGE BULLA BULLE BULLI BULLO BUNET BUONA BUONE BUONI BUONO BURBA BURBE BURGA BURKA BURLA BURLE BURLI BURLO BURQA BURRI BURRO BURST BUSCA BUSCO BUSSA BUSSE BUSSI BUSSO BUSTA BUSTE BUSTI BUSTO BUTTA BUTTE BUTTI BUTTO BUYER BUZZA BUZZE BUZZI BUZZO BWANA CABAN CABLA CABLE CABLI CABLO CABRA CABRI CABRO CACAI CACAO CACCA CACCE CACCI CACHE CACHI CACIO CACTI CACTO CADDE CADDI CADMI CADRA CADRO CAFFA CAFFE CAFFI CAFFO CAFRA CAFRE CAFRI CAFRO CAGAI CAGHI CAGIU CAGLI CAGNA CAGNE CAIAC CAIBA CAIBE CAINA CAINE CAINI CAINO CAIRN CAJUN CALAI CALAO CALCA CALCE CALCI CALCO CALDA CALDE CALDI CALDO CALEN CALIA CALIE CALLA CALLE CALLI CALLO CALMA CALME CALMI CALMO CALSE CALTA CALTE CALVA CALVE CALVI CALVO CALZA CALZE CALZI CALZO CAMBI CAMEI CAMEO CAMMA CAMME CAMPA CAMPI CAMPO CANAI CANDI CANEA CANEE CANGA CANGE CANGI CANNA CANNE CANNI CANNO CANOA CANOE CANON CANSA CANSI CANSO CANTA CANTI CANTO CAPAI CAPEI CAPII CAPOC CAPOK CAPPA CAPPE CAPPI CAPRA CAPRE CAPRI CAPRO CAPTA CAPTI CAPTO CAPUT CARCA CARCO CARDA CARDE CARDI CARDO CARGA CARGO CARIA CARIE CARIO CARME CARMI CARNE CARNI CAROL CARON CARPA CARPE CARPI CARPO CARRA CARRE CARRI CARRO CARTA CARTE CARVI CASBA CASBE CASCA CASCI CASCO CASEI CASEO CASPA CASPE CASSA CASSE CASSI CASSO CASTA CASTE CASTI CASTO CATCH CATTA CATTE CATTI CATTO CAULE CAULI CAULO CAURI CAURO CAUSA CAUSE CAUSI CAUSO CAUTA CAUTE CAUTI CAUTO CAVAI CAVEA CAVEE CAVIA CAVIE CAYAK CAZZA CAZZE CAZZI CAZZO CECAI CECCA CECHE CECHI CECIO CEDEI CEDRA CEDRI CEDRO CEDUA CEDUE CEDUI CEDUO CEFFI CEFFO CEIBA CEIBE CELAI CELIA CELIE CELIO CELLA CELLE CELLI CELLO CELTA CELTE CELTI CELZI CENAI CENCI CENGE CENGI CENNA CENNI CENNO CENSI CENSO CENTA CENTE CENTI CENTO CEPPA CEPPE CEPPI CEPPO CERAI CERBI CERCA CERCI CERCO CEREA CEREE CEREI CEREO CERII CERIO CERNA CERNE CERNI CERNO CERRI CERRO CERTA CERTE CERTI CERTO CERVA CERVE CERVI CERVO CESIA CESIE CESII CESIO CESPI CESPO CESSA CESSE CESSI CESSO CESTA CESTE CESTI CESTO CETRA CETRE CHARM CHEAP CHECK CHELA CHELE CHELI CHEPI CHETA CHETE CHETI CHETO CHILI CHILO CHIMI CHIMO CHINA CHINE CHING CHINI CHINO CHIPS CHOLA CHOLO CHOPE CIABA CIACK CIANA CIANE CIANI CIANO CIATI CIATO CIAZI CIBAI CICCA CICCE CICCI CICCO CICHE CICLI CICLO CIECA CIECO CIELI CIELO CIERA CIERE CIESA CIESE CIFRA CIFRE CIFRI CIFRO CIGLI CIGNA CIGNE CIGNI CIGNO CIMAI CIMBA CIMBE CINCE CINGA CINGE CINGI CINGO CINNA CINNE CINSE CINSI CINTA CINTE CINTI CINTO CINTZ CINZI CIOCE CIOFA CIOFE CIOFI CIOFO CIPPI CIPPO CIPRI CIRCA CIRCE CIRCI CIRCO CIRRI CIRRO CISIO CISPA CISPE CISPI CISPO CISTA CISTE CISTI CISTO CITAI CITRA CITTA CITTE CITTI CITTO CIUCA CIUCO CIUFF CIULA CIULI CIULO CIUNF CIVET CIVII CLADE CLADI CLAMA CLAMI CLAMO CLANG CLARA CLARE CLARI CLARO CLAVA CLAVE CLAVI CLAVO CLERI CLERO CLICK CLIMA CLIMI CLINE CLINI CLIVI CLIVO CLOCH CLOCK CLONA CLONE CLONI CLONO CLORI CLORO CLOWN CLOZE CNIDI COACH COALA COANA COANE COBAS COBEA COBEE COBLA COBLE COBOL COBRA COCCA COCCE COCCI COCCO COCHE COCHI CODIA CODIO COESA COESE COESI COESO COEVA COEVE COEVI COEVO COFFA COFFE COFTA COFTE COFTI COFTO COGLI COGNA COGNI COGNO COIAI COINE COIRA COIRE COIRO COITA COITE COITI COITO COIVA COIVI COIVO COLAI COLCA COLCO COLEI COLGA COLGO COLIA COLIE COLII COLIO COLLA COLLE COLLI COLLO COLMA COLME COLMI COLMO COLON COLPA COLPE COLPI COLPO COLSE COLSI COLTA COLTE COLTI COLTO COLUI COLZA COLZE COLZI COMBA COMBE COMBO COMIC COMMA COMMI COMMO COMPI CONCA CONCE CONCI CONDI CONFA CONGA CONGI CONIA CONIE CONII CONIO CONNI CONNO

, con due cordonate a muro sui margini, che sostiene una cinta aperta da sedici porte, ciascuna delle quali sormontata da una merlatura a coda di rondine. La presenza nello stemma del monogramma usato per indicare la

), cinta da una cintura di bronzo a cui era agganciata una spada. Sopra la tunica indossavano una pettorina corazzata in bronzo ed un mantello, indossavano inoltre lo stesso copricapo dei sacerdoti Flamini, l'

La torre civica di Suzzara, unico elemento rimasto dell'antico castello, fu eretta quando venne costruita la cinta muraria ad opera di Domenico da Bologna. La torre era collocata all'esterno della cinta muraria medievale, a fianco della porta d'ingresso e venne costruita sotto il potere di

Il castello risale probabilmente all'epoca del dominio reggiano, costruito quindi come roccaforte contro i mantovani. Le mura e le torri merlate erano circondate da un fossato in cui confluivano le acque derivate dal vicino corso di Po Vecchio. La cinta muraria che venne attestata dalle carte topografiche dell'epoca, era formata da quattro angoli caratterizzati da bassi torrioni sporgenti, mentre sul lato verso l'odierna piazza s'innalzava la torre che fungeva da mastio

che assumevano approssimativamente la forma di un cuore, da cui deriva l'aneddoto milanese che la nuova cinta di mura fosse un romantico regalo di nozze alla regina Margherita d'Austria, con mura rinforzate in corrispondenza degli angoli di

. Risale a questo periodo anche la costruzione delle nuove mura di cinta del borgo, di cui rimane tuttora una testimonianza di circa trecento metri. Nel breve tratto rimasto si possono osservare ancora le caratteristiche

si adattano perfettamente alla conformazione del suolo. Ha una pianta irregolare anche se molto vicina alla forma di rettangolo rinforzata da ben nove bastioni, quelli di nord-ovest e sud-est gemelli, e due porte principali: la Fiorentina a sud e la Bolognese a nord. All'interno della mastodontica cinta, costituita da cortine a scarpa in cotto, si erge il

con la costa tirrenica. Nel corso di scavi per impiantare condotte per l'irrigazione sono venuti alla luce alcuni reperti archeologici tra cui: statuette votive in creta del VI secolo a.C., resti di un'antica cinta muraria in blocchi poligonali, probabilmente risalente al periodo delle guerre sannitiche, un piccolo anfiteatro, una necropoli ed un santuario, questi ultimi due antecedenti alla conquista romana.

Dell'antica cinta muraria cittadina restano solo il Bastione della Porta del Salice, la Porta di San Martino e le mura contenitive del castello, oltre che i resti visibili lungo viale Mellano; sono in corso di restauro le mura che delineavano il confine nord-occidentale del centro storico, situate nel terrapieno tra il viale Bianco e la salita Salice.

e conserva un tratto della cinta muraria di epoca romana, tre case patrizie di epoca repubblicana, un grande edificio termale e i resti di un tempio da alcuni identificato come il Capitolium. Gli scavi hanno portato alla luce raffinatissimi

, che per sua fortuna era dotata di una cinta di mura molto solida e di un porto ben attrezzato. Qui furono respinti grazie alla vigorosa resistenza da parte della popolazione locale, organizzata per l'occasione dal governatore

, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale dell'antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell'antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all'esterno della chiesa di Sant'Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all'interno della sagrestia del

Dell'originale castello resta la piattaforma della cinta muraria quadrangolare, ben conservata, con quattro torrette angolari di difesa che interrompevano il camminamento di ronda e dalle quali venivano sorvegliati i fossati sottostanti, ancora esistenti sul lato sud. Delle torri sono ben conservate solo quelle gli angoli nord ovest e nord est, col paramento murario originale, sebbene pesantemente trasformate all'interno per via del cambio di destinazione. Vi vennero aggiunte aperture e fu trasformata la copertura, facendo sparire i

, quattro piccole torri della cinta muraria (tre incluse in edifici successivi), la porta fortificata settentrionale (inclusa nel Palazzo della Partecipanza) e la pieve di San Michele Arcangelo, quest'ultima risalente al

mediante un efficace sistema difensivo, per resistere alle feroci scorrerie degli Ungari (che avevano fama di mangiare, ancora palpitante, il cuore dei nemici uccisi). Fu scavato un grande fossato, riempito d'acqua risorgiva e affiancato da un terrapieno, su cui correva la strada pubblica; fu edificata una cinta muraria con i torrioni di avvistamento; fu approntato un ponte levatoio, per mettere in comunicazione il borgo fortificato con la

monastica con la casa del padrone, la chiesa e le case dei servi; al di fuori della cinta muraria c'erano invece i capanni dei contadini che in caso di pericolo potevano rifugiarsi entro il borgo fortificato.

Per alcuni secoli, la difesa costiera di Genova fu limitata alla cinta di mura sopra descritta, ampliata solo con la costruzione di una cinta muraria, che in linea con l'ampliamento delle mura interne del

conserva ancora case fortificate di origine medioevale, attorno alla cinta muraria di case fortificate che a forma ellittica abbraccia il circuito viario di piazza Municipio, via Fuori le Mura, via Armando Sole, via Italia, via Torrione, via dei Fossi, per ritornare alla porta di ingresso, oggi scomparsa, dalla piazza Municipio. Il centro storico di Acciano, racchiuso entro le mura perimetrali tuttora esistenti, soprattutto il tratto di via Torrione, e via Fuori le Mura, denota la sua condizione originaria di borgo fortificato dove si accedeva attraverso tre porte: Porta Torrone, Porta Martino, e Porta dell'Aia. L'orografia del terreno ha influenzato in maniera preminente la sua tipologia urbana che si adagia su ripidi pendii a sinistra del fiume Aterno. La cronologia dell'intero borgo va dal

, le amministrazioni hanno deciso di investire fondi per la costruzione di una rivisitazione rudimentale del Castello, con alcune mura di cinta e di alcune torri, circolari e quadrate. All'interno di alcune

fu scavato un fossato presso il monastero al punto di includere i loghi religiosi entro la cinta dei nuovi baluardi, mentre originariamente era posta al di fuori della cortina difensiva. I lavori fortemente voluti dall'imperatore

Secondo la tradizione, la famiglia Rossi abitava nel Codacchio (antico quartiere) ovvero nella Torre Mobilia, fortificazione che faceva parte della cinta muraria. Solo dall'atto di morte si desume che Rossi nacque a Torremaggiore e che era figlio di Donato. Dal primo

: conosciuta anche come chiesa dell'Assunta, la sua costruzione risale probabilmente al XVI secolo ed attesta l'antica devozione dei lissonesi per il culto mariano. Sembra, infatti, che la chiesetta abbia sostituito una piccola cappella o un'immagine della Vergine collocata nei pressi delle mura di cui Lissone era cinta. In seguito vi fu posta una statua in legno di Maria col Bambino, ancora oggi oggetto di particolare devozione da parte dei cittadini. Anche un luminosissimo trittico, realizzazione contemporanea dell'artista locale Giuseppe Monguzzi, raffigura tre momenti della devozione mariana.

la medievale chiesa di San Francesco, che si trova nella piazza principale, subito al di fuori della cinta muraria medievale, ma all'interno di quella settecentesca, caratterizzata da copertura a spiovente sostenuta da otto arcate a sesto acuto. Nella chiesa sono presenti affreschi quattrocenteschi di scuola umbra.

quando fu rafforzata ed ampliata la precedente fortificazione eretta nel secolo precedente a difesa delle invasioni mongole. La cinta muraria ha uno sviluppo di quasi un chilometro e vede l'alternarsi delle torri che hanno il nome delle corporazioni cittadine che dovevano curarne la manutenzione. Secondo i documenti d'architettura militare dell'epoca, le torri dovevano costituire un sistema di fortificazione di difesa reciproca, e, allo stesso tempo, ogni torre doveva essere una

, a ovest, completava l'apparato difensivo. Le mura di cinta sembra dovessero essere massicce e maestose ed erano rafforzate da quattro torrioni: i due a settentrione ancora presenti, quello di Sant'Antonio (ricostruito dopo il

, con l'estensione dell'egemonia romana in Peucezia, anche Norba perse la propria autonomia; ciononostante, mantenne un ruolo rilevante, come attestato da cospicui ritrovamenti di monete, armature, manufatti in terracotta e gioielli, grazie agli scavi archeologici compiuti dentro e fuori dalla cinta muraria. La stessa

Cappella di Sant'Oronzo, chiesetta rurale sconsacrata, ormai un rudere, ma che un tempo appariva dotata di un altare con la tela raffigurante il Santo. Incavata in un muro di cinta troviamo rovinatissima e con qualche traccia di affresco, la nicchia dedicata alla Vergine del Rosario;

Le prime mura furono costruite nel periodo punico, poi ampliate dagli arabi e dai normanni. Tra gli altri reperti sono visibili alcune porzioni della cinta bastionata cinquecentesca, che fino alla fine del

Struttura a pianta quadrata caratterizzata dalla presenza di una cinta muraria e di torri di ridotte dimensioni poste ai vertici. La funzione della costruzione era, probabilmente, difensiva del piccolo centro abitato di Olmo, posto in posizione strategica sulla strada che risaliva la val Nure

, lungo la quale erano poste le fermate I Filagnoni, Cinta Anguissola, San Lorenzo, Crocetta, Castell'Arquato, Madonna dell'Arda, Colombarola e Panegano, le ultime quattro condivise con la linea proveniente da Piacenza

in stile guelfo; le torri sono collegate tra di loro dal corpo centrale del castello, su cui si elevano altre due torri: un torrione di forma circolare dotato di apparato a sporgere e il torrione d'ingresso, di altezza appena superiore rispetto alla linea di cinta

, venne colpito anche il cimitero. Furono danneggiati il quadriportico, il Pincetto, il sacrario militare, il deposito comunale dei servizi funebri. Le esplosioni provocarono anche il crollo di un tratto delle mura di cinta, poste alla destra dell'ingresso, causando la morte di alcune persone che vi avevano cercato riparo. Numerose furono le vittime fra i fiorai e i marmisti di piazzale del Verano. Subirono danni, tra le altre, le

. Di tale fortificazione si vedono oggi solo resti costituiti da cumuli di pietre squadrate. Il paese ha mantenuto le caratteristiche di borgo medievale, anche se delle mura di cinta rimangono solo i sottostanti terrapieni in pietra, che mostrano la planimetria longitudinale dell'antico castello. Tra le rovine della sua chiesa medievale, intitolata a

, la quale, oltre a mostrare questa porzione dell'edificio, permette di farsi un'idea sull'originaria estensione del giardino. Quest'ultimo, come si vede, era all'epoca concluso da una cinta muraria con apertura al centro: stando a quanto riportano molti autori, la cinta fu ricostruita su progetto di

, con il ritorno dei veneziani e la stabilizzazione del governo, si procedette a ulteriori miglioramenti per colmare i difetti emersi durante la guerra, come l'ampliamento della Strada del Soccorso prima citato. Venne costruita una nuova cinta bastionata: vennero dunque realizzati i baluardi di san Pietro, san Marco, san Faustino e della Pusterla. La fortezza venne anche dotata di edifici per il deposito delle vettovaglie, (il Piccolo e il Grande Miglio), di forni, caserme, edifici religiosi, cisterne e polveriere. Per via dello spostamento della linea di conflitto con

, dio del mare, ma anche dio dei cavalli e dei terremoti. Come sostegno a tale ipotesi vi sarebbe anche il fatto che gli scavi archeologici condotti sul sito hanno mostrato come la distruzione della cinta muraria di




Tutti i dati sono automaticamente, anche se accuratamente raccolti da fonti di pubblico accesso. Le frasi vengono selezionate automaticamente e non sono destinate ad esprimere le nostre opinioni. Il contenuto e le opinioni espresse sono esclusivamente a nome degli autori delle frasi.




CentroHD

info@centrohd.com

Ultimo aggiornamento pagina:

01 Luglio 2021

04:42:55