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Frasi che contengono la parola battesimale

Nel suo territorio si trova l'antica chiesa di Santa Maria Assunta, nella via Rossignago. Il primitivo edificio di S. Maria Assunta sorse nel X-XI secolo, quale chiesa matrice del territorio di Spinea, dotata di fonte battesimale e soggetta direttamente alla giurisdizione del Vescovo di Treviso. Successivamente l'usura dei tempi ed i danni provocati dai vari eserciti che sono transitati e si sono scontrati nel territorio spinetense, in particolare nella battaglia di Orgnano (

. Durante i lavori di ristrutturazione dell'inizio del XX secolo questa piccola cappella venne eliminata per ricostituire la simmetria della basilica, e il fonte battesimale venne collocato all'interno di una nicchia ricavata nel muro per poi essere definitivamente spostato all'interno della cappella del Sacro Cuore

rimangono diversi complessi monumentali, come il Castello della Contessa Adelaide, la Pieve battesimale di Santa Maria Maggiore con gli edifici annessi, l'Abbazia di San Giusto, il Convento di S. Francesco e i suoi chiostri, le case medioevali porticate, la

Appena entrati dal portone principale, spostandosi verso la navata di destra si osserva una grande vasca battesimale ottagonale in marmo. La tradizione, seppur infondata, vuole che il suo autore sia lo stesso Brioloto autore del grande rosone, in quanto vicino si trova l'iscrizione che lo loda.

meridionale. L'ideazione di questa sala di preghiera, con in mezzo alla parete frontale un'edicola, e sotto di essa il fonte battesimale, divenne un modello per molte costruzioni di chiese ortodosse riformate. Nel

la chiesa era a tre navate: quella centrale era coperta a tettoia, con l'altare maggiore ed il coro coperto a volta. In essa vi erano: l'organo, il pulpito, la fonte battesimale e il campanile con due campane. Agli inizi del

e, al suo interno, diverse opere di epoche successive (il crocefisso, l'altare, la fonte battesimale, la sacrestia); inoltre nei sotterranei, da qualche tempo riaperti al pubblico, si possono osservare i resti di due precedenti chiese. Nonostante una fase di decadenza, negli ultimi anni sono stati notevoli i lavori di ristrutturazione e consolidamento statico (contributi Regione Piemonte, arch. Piero Teseo Sassi)

ci sono vari coretti, non tutti sopraelevati. Uno di essi, incorniciato da terracotte robbiane si trova in corrispondenza del fonte battesimale, altri, a grata e in stile barocco prospettano sulla cappella Fatinelli, ove si conserva la mummia naturale di

Nel corso dei lunghi anni di carriera artistica, Giovanni Prini ha scolpito su commissione monumenti, fregi di edifici pubblici, portali, cappelle sepolcrali, statue, fontane. Ha realizzato il gruppo bronzeo del fonte battesimale nella chiesa di Sant'Eugenio, a Roma, e la

, in un periodo che non dovrebbe andare oltre il V secolo d.C., al momento della grande diffusione del Cristianesimo. La Pieve fu dedicata a S. Cesareo, diacono e martire di Terracina, ed essendo la prima chiesa della zona aveva il privilegio del fonte battesimale e del cimitero

. Venne costruita in tre fasi distinguibili da alcuni elementi sia architettonici che testamentari. All'interno si trovano sculture marmoree del XIV e XV secolo, raffiguranti il patrono di Sarzana, sant'Andrea, ed i santi Pietro e Paolo, una fonte battesimale decagonale con basamento marmoreo di Giovanni Morelli da

, innalzandosi in volo sulle nuvole, dona coraggio e vita al primo martire della chiesa. Sul lato sinistro della navata della pieve si trova il battistero con la vasca battesimale di pietra istriana che risale al

Chiesa parrocchiale di Santa Lucia nel centro storico del capoluogo. Eretta in stile tardo barocco e ad unica navata, conserva l'antica fonte battesimale del Quattrocento e alcune tele databili tra il Cinquecento e il Seicento.

costruita in marmi rossi. Una cupola, ora andata perduta, sostenuta da otto colonnette in marmo bianco, copriva il battistero al quale si accedeva scendendo alcuni gradini. Un altro segno battesimale si trova scolpito nell'arcata del portone d'entrata, ove una testa di una capra simboleggia il peccatore che si appresta a espiare i propri peccati.

si decide di restaurare il Battistero. Gli scavi archeologici portano alla luce una vasca battesimale a immersione, mentre l'inizio dei lavori di restauro rivelano una porta laterale di tramontana che collegava il Battistero con il cimitero a lato della chiesa, e che fu poi chiusa con l'ampliamento della parrocchiale

e quindi le veniva riconosciuta una qualche funzione nell'organizzazione ecclesiastica della valle. Forse a quell'epoca fu eretta l'attuale chiesa di San Martino, che divenne la chiesa battesimale o matrice di tutta la contrada. Questo risulta anche dagli Statuti di questa

Il tetto, i cornicioni ed il nartece ligneo, che sostituisce l'originale bizantino, sono ottomani. Un fonte battesimale cruciforme, che apparteneva al battistero della chiesa ed era sito sul lato opposto della strada

, cinque per lato nella navata, sono intervallate da ambulacri sormontati da coretti che si aprono con cantorie sulla navata maggiore. La prima a sinistra, Cappella del Battistero, oltre a presentare la colonna tortile della Porta dei Leoni, non ha altare ma soltanto una grande Vasca battesimale marmorea, opera del

, reca anch'essa un'iscrizione centrale, racchiusa da una doppia cornice a motivi geometrici (serie di croci) e fitomorfi (tralci di vite). Notevole anche, all'interno della basilica abbaziale, un'antica vasca battesimale con decorazioni laterali (motivi a vimini), mentre nella cripta ai lati del sepolcro di

, ex chiesa dei Canonici di Sant'Agostino: monumento funebre del prevosto Patritius Oswald, (marmo); gradini, ingresso e pavimentazione, (marmo o arenaria); Pietra battesimale con gruppo battesimale (marmo e legno)

e, al suo interno, diverse opere di epoche successive (il crocefisso, l'altare, il fonte battesimale, la sacrestia); inoltre nei sotterranei, da qualche tempo riaperti al pubblico, si possono osservare i resti di due precedenti chiese. Nonostante una fase di decadenza, negli ultimi anni sono stati notevoli i lavori di ristrutturazione e consolidamento statico (contributi Regione Piemonte, arch. Piero Teseo Sassi)

la chiesa era a tre navate: quella centrale era coperta a tettoia, con l'altare maggiore ed il coro coperto a volta. In essa vi erano: l'organo, il pulpito, il fonte battesimale e il campanile con due campane. Agli inizi del

. Venne costruita in tre fasi distinguibili da alcuni elementi sia architettonici sia testamentari. All'interno si trovano sculture marmoree del XIV e XV secolo, raffiguranti il patrono di Sarzana, sant'Andrea, e i santi Pietro e Paolo, una fonte battesimale decagonale con basamento marmoreo di Giovanni Morelli da

. L'interno presenta un altare a blocco scolpito nella pietra, alcune tombe con resti umani, silos per la conservazione del grano, un cinquecentesco fonte battesimale e un'acquasantiera incastonata nella roccia recante la data in lettere greche IBYZ (

, dall'altare conciliare di marmo dei fratelli Alberghina, da due altari laterali con la statua lignea di Sant'Antonio (Santifaller) e una statua di cartapesta della Madonna di Lourdes e da una tela con angeli, recanti simboli della passione, di un non meglio identificato Albino, dal fonte battesimale di

, in passato patrono di Masullas. Nella prima cappella a sinistra si trova un bel fonte battesimale marmoreo e un crocifisso gotico del sec. XVII, di scuola sarda. L'ultima cappella a sinistra , in stile gotico, conserva una scultura lignea di

L'aula a pianta centrale presenta due grandi cappelle laterali e un profondo presbiterio seguito dal coro, sul lato sinistro un vano ospita il fonte battesimale con volta a botte, rosoni e lunetta col bassorilievo del Battesimo nel




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Ultimo aggiornamento pagina:

06 Gennaio 2022

11:01:13