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Frasi che contengono la parola bugnato

). Su largo della Memoria, si distingue per il bel portale bugnato sovrastato dallo stemma in marmo; l'interno per le sue linee architettoniche, per l'affresco nella volta dell'atrio, la fontana neoclassica e la peschiera del cortile. Per via di successione appartenne ai De Vargas Machuca principi di Migliano.

Le facciate mostrano paraste e tamponamenti a bugnato liscio al primo piano, mentre i piani superiori restano decorati con le sole paraste; le finestre sono incorniciate con timpano a motivi geometrici e si alternano a balconate in pietra con pilastrini al primo piano e in ferro battuto decorato al secondo piano. All'interno lo scalone d'onore si articola in quattro rampe ad andamento ottagonale con gradini in marmo. Alcune delle sale conservano affreschi ai soffitti con temi decorativi e figurativi in stile

, composto da cinque porzioni divise da paraste in bugnato,, che ricopre la parte bassa di ciascuno di essi. Una cornice orizzontale con rilievo ad ovuli alternati attraversa tutta l'area, interrompendosi soltanto alle due principali aperture lungo il corso, ossia i portali con rilievi a foglie nelle cornici, abbellite inoltre da riccioli.

. Si tratta di un grande edificio che chiude per un intero lato piazza Vittorio Emanuele II. Oltre che per le dimensioni, questo edificio del XVIII secolo si caratterizza per i notevoli intagli barocchi dei balconi e del grande portale bugnato sormontato dallo stemma gentilizio.

Palazzo Floridi (via Tor di Floridi). Ancora un palazzo d'epoca medievale, di cui addirittura si conserva la svettante e compatta torre in blocchi regolari di tufo. Nel Cinquecento l'architettura sangallesca si impone a ridisegnare la lineare facciata, col suo portale bugnato e le aperture simmetriche.

(Palazzolo Acreide: considerato un gioiello del barocco palazzolese, presenta linee strutturali e semplici con il portale ad arco di bugnato liscio e sporgente con lo stemma di una famiglia gentilizia. Vi sono quattro balconi sostenuti da mensole scolpite raffiguranti mascheroni e sembianze di animali. Caratteristiche sono le inferriate ricurve.

, a Mira Porte riva sinistra, inizio XVIII secolo. Le aperture centrali del piano nobile della villa si inseriscono in forma quasi di serliana entro quattro lesene tuscaniche a bugnato sormontate da un timpano dentellato ed una balaustrata le chiude per tutta la larghezza. Il motivo si ripete semplificato nel retro, affacciato sul parco verso la barchessa, con lesene lisce

. Le condotte sopra il livello del terreno erano chiusi sopra con lastre. I primi acquedotti all'aperto erano costruiti a bugnato ma verso la fine del periodo repubblicano fu usato spesso, al suo posto, il calcestruzzo rivestito da mattoni. Il calcestruzzo che usavano per il condotto vero e proprio era normalmente impermeabile. Il volume di acqua dall'idrologia della captazione - pioggia, assorbimento e deflusso - dalla sezione del condotto, e la sua pendenza; la maggior parte era pieno per circa due terzi. La sezione trasversale della condotta era anche determinata da esigenze di manutenzione; gli addetti devono essere in grado di entrare e accedere a tutto il complesso, con il minimo disturbo per la sua struttura

La facciata principale ha uno stile caratteristico tardo settecentesco, con muri rivestiti di bugnato piatto da cui sporgono modanature, mensole e timpani triangolari. Lo scalone che porta al primo piano si apre nel cortile, porticato. Qui vennero portate sette lunette provenienti dall'antica chiesa del

, pianterreno a bugne lisce e porta architravata, e, al primo piano, finestra con balaustra trattenuta. Il bugnato ritorna nei settori angolari del pianoterra e come cornice dei fori, mentre al primo piano affianca le aperture laterali sotto forma di fasce verticali a

Il rapporto tra natura (bugnato) e artificio (colonne), che in alcune opere di Giulio Romano si dissolve fino a fondere i due elementi in un'unica struttura parietale, trova ulteriori esempi in alcuni palazzi veneti realizzati da

in bugnato che riprendono la decorazione del pian terreno, mentre il corpo laterale non presenta particolare decorazione ad eccezione delle fasce marcapiano. Le finestre sono decorate con semplici modanature. Il palazzo fu costruito demolendo il vecchio

, vi si aprono un solenne portale con stemma e dedica a Cosimo I (che porta al terzo cortile del palazzo), e alcuni portali secondari, legati alle preesistenze medievali e utilizzati con fondaci (oggi ospitano alcuni uffici comunali). Le finestre sono squadrate e con le medesime cornici di bugnato con giunti convergenti, su cin que ordini e diverse per grandezza in ragione dell'affaccio da un piano principale o da un

della famiglia, affiancato da due vasi ornamentali; ai lati del settore mediano, con il portale bugnato e la soprastante apertura con timpano arcuato, sono collocate due lapidi che ricordano, rispettivamente, i soggiorni del principe Carlo di Lorena Comercy, nel

, si trova questo palazzo settecentesco fasciato nelle angolature in bugnato liscio. Il bugnato fascia anche la cornice degli ingressi alla base, e le cornici delle finestre, con timpano curvilineo, tranne quella dello spigolo principale che si affaccia sulla via, a timpano triangolare.

. Allo stesso tempo dissimula le aggiunte ai corpi laterali con la grande fascia a bianco bugnato che riveste il pianterreno e ne forza la lettura unitaria in senso orizzontale. Al centro l'alto portale trabeato, con la cornice superiore sostenuta da modiglioni a voluta, fungeva da accesso sia all'ospedale che alla chiesa. Si tratta dell'unico elemento sicuramente progettato dal Da Ponte: all'origine era stato disegnato e preparato per il ripristino del

Per le sue forme prive di portico, per lo stile bugnato ispirato ai modelli dell'Italia centrale e per l'abbondante uso del macigno - a discapito del tradizionale mattone rosso - il palazzo appariva ai contemporanei ed appare tuttora assai distinto dallo stile tradizionale cittadino.

sorge su Piazza Garibaldi, e si ipotizza che fosse l'antico castello dell'XI secolo dove venne costruita la nuova struttura settecentesca. Il palazzo presenta una facciata tardo ottocentesca neorinascimentale, con due avancorpo laterali leggermente aggettanti, fasciati negli spigoli in bugnato, scanditi verticalmente da paraste, e orizzontalmente in tre settori, insieme al quello centrale, da due cornici marcapiano.

Le decorazioni del contorno delle finestre e delle aperture, il bugnato, i cantoni in stucco, il coronamento modanato e gli elementi marcapiano contribuiscono ad abbellire la sobria architettura del palazzo.

lisce poste ad interassi diversi secondo un ritmo complesso e da un possente bugnato liscio e rustico, alternanza questa che concorre a creare uno squilibrio anticlassico, caratteristica del nuovo linguaggio architettonico manierista. Nel cortile interno, scandito da semicolonne doriche sormontate da una possente

, si caratterizza per un'architettura che s'ispira alla casa fortezza albanese. Il prospetto, oggi manomesso, fu concepito come fronte bugnato bidimensionale che fa da cornice all'inserimento dell'elemento centrale pilastrato a tre livelli che ospita il loggiato e il porticato. Il padiglione fu recuperato nel

), tra una loggia a un palazzo con bugnato. In primo piano avviene lo sposalizio, suggellato da un sacerdote, che ha un'impostazione tradizionale: gli uomini a sinistra, arrabbiati per non essere stati scelti, che rompono le mazze che non erano miracolosamente fiorite al contrario di quella di

conservato agli Uffizi. L'edificio risulta oggi composto da un nucleo, probabilmente l'originale, a due piani con una sola finestra per piano, e da una parte bassa ad un solo piano costruita nell'area una volta del giardino Pucci di cui ancora conserva il portale in bugnato rustico. Il Buonsignori nella sua raffigurazione di Firenze e l'autore del dipinto raffigurante una processione lungo la via de' Servi, databile attorno al




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Ultimo aggiornamento pagina:

01 Gennaio 2022

05:42:20