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Frasi che contengono la parola bottega

Le altre figure sono invece rese piuttosto sommariamente e denunciano l'intervento della bottega, molto marcato nelle scene nei registri superiori. In generale comunque tutti i personaggi sono tipi umani comuni, senza espressione. L'ambientazione paesistica prosegue anche nella scena successiva

, che richiamerebbero alcuni gesti tipici dei garzoni di bottega, come l'accovacciarsi per macinare i colori. Il giovane di spalle, con le gambe leggermente incrociate riappare dopotutto in un disegno del

; si iniziava come garzoni di bottega fin da ragazzini e prima di toccare un pennello potevano passare anni, in cui si imparava appunto a preparare i colori pestando le terre ed i pigmenti nei mortai e ad ingessare con la

La facciata, in stile barocco, presenta sei statue raffiguranti i santi Rocco, Isaia, Luca, Giuseppe, Sebastiano e Fabiano ed un bassorilievo, realizzati nella bottega veronese dei Guidottini e collocate dove oggi si trovano nel

, quest'ultimo poi passato alla bottega di Tintoretto. Come consuetudine, anche Paolo trasmise il suo lavoro ai figli e, infatti, sappiamo che i suoi due primogeniti (sui quattro che ebbe dalla moglie Elena)

(negli anni non documentati che intercorrono tra i lavori per il duomo e quelli per il battistero di Parma) viene collocato l'intervento a Borgo San Donnino (Fidenza). Con l'aiuto della bottega Benedetto ristruttura la parte occidentale del duomo modellando la facciata con tre ingressi e sistemando due campanili ai lati secondo una tipologia

, solo i volti sembrano di mano di Domenico, mentre i corpi, di proporzioni inesatte, con il disegno delle mani un po' incerto, fanno pensare a un lavoro di bottega. La loro rappresentazione frontale tradisce la mancata conoscenza delle regole della prospettiva da sott'in su, sperimentata pochi anni prima da

), ultimo di quattro figli maschi, e crebbe in una famiglia modesta ma non povera, mantenuta dal padre, Mariano di Vanni Filipepi, che faceva il conciatore di pelli ed aveva una sua bottega nel vicino quartiere di

la base della torre in selenite fu adattata per ospitare una bottega. La porta originaria fu allargata e furono ridotti gli spessori dei muri interni per creare spazio, compromettendo notevolmente la stabilita dell'edificio. Negli

In ogni caso alcuni schemi della Sistina vennero ripresi e sviluppati da Pinturicchio in opere successive, certificando la sua conoscenza diretta del ciclo. Fu proprio tra i collaboratori umbri, toscani, emiliani e laziali conosciuti alla Sistina che Pinturicchio scelse l'eterogeneo gruppo della sua nuova bottega romana, agevolato dalla partenza degli altri maestri quali

La vena artistica sviluppata nella bottega paterna, maturata a Palermo, successivamente consolidata nell'ambito di una produzione permeata dallo stile di artisti a lui territorialmente e ecclesiasticamente noti: i

Il primo direttore di teatro che lo esamina giudica Andersen troppo magro per calcare le scene. Nei primi tempi trascorsi nella capitale, per guadagnarsi da vivere Hans si adatta quindi a fare il garzone di bottega e l'operaio in una fabbrica di sigarette. Fin da allora deve subire le angherie dei compagni di lavoro, che lo perseguitano per il suo aspetto fisico, il carattere introverso e i modi effeminati. Contemporaneamente, non rinuncia, comunque, a cercare di entrare nell'ambiente teatrale come

(si ricordano Antonio e i figli Federico e Lucio), Bartolomeo e Francesco Piatti (la cui bottega si trovava nell'omonima via), i fratelli Francesco e Gabriele da Merate, Giovanni Pietro e Vincenzo Figini, Giovanni Pietro e Geronimo Bizzozzero, Bernardino e Jacopo Cantoni, Francesco e Giovanni Jacopo da Vimercate, Giovanni Gariboldi, Galeazzo da Verderio, Ambrogio dell'Acqua, Marco de' Lemidi, Jacopo da Cannobio (detto Bichignola), Pietro Caimi, Balzarino da Trezzo, Carlo Porro e Giovanni Antonio Biancardi e molti altri, quasi tutti concentrati tra le parrocchie di

Duccio ebbe molti allievi nel corso della sua vita, anche se non si sa se questi furono veri e propri allievi cresciuti artisticamente all'interno della sua bottega o pittori che ne imitarono semplicemente lo stile. Molti di questi sono anonimi e vengono identificati solo grazie ad un corpus di opere dai tratti stilistici comuni. I primi allievi, che collettivamente possiamo chiamare

, sia nell'architettura sia nella decorazione scultorea, con la serie delle teste-capitello e delle teste-mensola che si protrasse per molto tempo, con ampio impiego della bottega. In questo arco di tempo il

, con la bottega del Mosaico di Ravenna per la decorazione del soffitto della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Milano: i contorni sono resi con sottili tessere che richiamano le piombature di

, le quali segnano il confine con il Comune di Cittadella (frazione di Ca' Moro). La strada statale in questa zona era un tempo costeggiata da piccoli negozi e locali pubblici (osteria, bottega alimentari, macelleria, tabacchino, edicola).

nel secolo precedente, Pisanello e gli artisti della sua bottega eseguirono un cospicuo numero di disegni che copiavano figure dei sarcofagi romani e altre anticaglie, come ne restano per esempio alla

Dati i complessi rapporti stilistici all'interno della bottega, non risulta facile distinguere gli apporti personali di Giulio Romano in tali opere, tanto che esiste un corpus di dipinti e disegni di discussa attribuzione tra lui e Raffaello, tra cui, per esempio, il

, in cui Bernardino si avvale dell'aiuto della sua ormai folta bottega. Alla sua morte, la bottega fu portata avanti dai figli Aurelio, Evangelista e Giovan Pietro che continuarono le grandi commesse paterne quali il santuario di Saronno, san Maurizio a Milano e

Nella sua bottega napoletana, Aniello Falcone accoglieva giovani interessati all'arte e insegnava loro i segreti e le tecniche della pittura, trattandoli sempre con gentilezza quasi paterna. Nella sua bottega si formarono artisti come

su un'originaria bottega di ceramica e residenza fino ai giorni nostri di una delle principali famiglie che hanno contribuito allo sviluppo economico, politico e culturale del paese. Casa de Pompeis ha ospitato per una notte

, commissionata dal padre Tommaso, e di autore incerto, ma memore della scultura romanica della bottega di Nicodemo, Roberto e Ruggero, che lavorarono agli amboni dei monasteri di Casauria, San Liberatore e San Pelino a

, pittore nato a Solofra, e del padre Giovan Tommaso. Le tele sono inserite in un cassettonato ligneo, intagliato dalla stessa bottega del pittore. Nella collegiata sono presenti anche tante altre opere importanti, tra cui l'organo cinquecentesco, la pala d'altare del

: essa fu di prototipo per altri codici, che si pensa siano usciti da una bottega miniatoria di Napoli attiva per la corte e per l'ambiente universitario. A questa bottega si fa riferire anche il famoso esemplare del

, Ambrogio non si sia formato nella bottega di Duccio. La presenza di quest'opera in un paese vicino Firenze, e le successive testimonianze che vedrebbero Ambrogio a Firenze e dintorni almeno fino al

Donald Posner, tra i maggiori studiosi del Carracci, ipotizza, sulla base dell'analisi stilistica delle opere giovanili di Annibale, che egli possa aver svolto un breve allievato, sul finire degli anni Settanta del Cinquecento, presso la bottega di

Maestro indipendente, ossia non legato ad alcuna committenza particolare, direttore di una frequentatissima bottega parigina, la sua opera fu importante per la pittura italiana e fiamminga del Quattrocento, ponendosi come diretto antecedente per il nuovo approccio spaziale e per le innovazioni nel trattamento della luce e del colore nei fiamminghi a partire da

dove sarebbe stato incaricato, insieme ad altri due artisti, di fornire suggerimenti relativi alla costruzione della cattedrale milanese. Tale soggiorno spiegherebbe anche la presenza insolita, all'interno delle opere attribuite alla bottega del maestro, di manoscritti di commissione italiana: un manoscritto in italiano recante le armi dei

Le caratteristiche delle opere che in base a considerazioni di ordine stilistico sono state riunite attorno al manoscritto eponimo, indicano all'interno della bottega del maestro una produzione di manufatti librari sia lussuosi sia molto comuni. Il Maestro di Boucicaut era affiancato da numerosi collaboratori istruiti ad una produzione standardizzata e omogenea, capace di adattarsi alla domanda di una clientela varia e numerosa. Lo stile omogeneo della bottega permise agli studiosi di raccogliere intorno al manoscritto eponimo, l'unico interamente autografo,

. Il Magistro Roberto da Napoli sarebbe stato un capo bottega e avrebbe operato nelle chiese dei feudi della Contea di Fondi, al servizio dei Caetani di Anagni. Attraverso lo studio del contesto storico-artistico e nei confronti iconografici stilistici, si rileva che gli stilemi dell'Oderisio della tavola della Crocifissione di Eboli si ripropongono nell'affresco trecentesco con la

(con busti di angeli entro clipei e grandi figure di santi e profeti a piena figura dietro le colonnine), e i paramenti decorativi (magari affidati a maestranze di bottega) presenti nei sott'archi dei lunettoni, della vetrata, e dei costoloni, con motivi vegetali e geometrici. Inoltre alcuni gli attribuiscono le fasce decorative della volta, in particolare i mascheroni vicini agli innesti sui pilastri, e i resti delle due grandi figure entro nicchie (

riesce a vivere grazie a un lavoro presso la bottega di Luigi Tettamanzi, artigiano decoratore, e insegnando disegno all'istituto Marchiondi. Tale piccolo sostegno economico gli consente di frequentare, dal

, allievo del Cigoli, capostipite di una famiglia di pittori che col fratello Giambattista e col figlio Francesco tennero aperta una bottega molto viva all'Aquila per tutto il XVII secolo. Di Giulio Cesare famose sono le tele all'interno del Duomo dei

In questo caso il maestro in genere produceva il disegno o la composizione generale mentre l'opera era eseguita dagli assistenti. Di conseguenza molte delle opere con un'ottima composizione, ma eseguite in maniera mediocre, vengono attribuite ai membri o seguaci della bottega

. La diffusione delle opere della bottega dei Vivarini non fu solo in area veneta, ma anche nell'area Adriatica fino all'estremo sud, come testimoniano il Polittico proveniente da Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, oggi a

migliaia di persone assediarono la bottega dell'impresario delle pompe funebri, chiedendo di poter vedere il corpo; dopo aver iniziato a gettare mattoni, venne permesso alla calca di vedere il cadavere

anche i suoi due figli sono registrati per la prima volta a Pavia come maestri del legno. A quella data Giacomo manteneva la direzione della bottega: le prime opere nelle quali si comincia ad osservare il maggior talento artistico di Giovan Angelo sono frutto di una stretta collaborazione col padre, come ad esempio avviene nell'imponente

, ove si vede la statua di uno scheletro che, con il braccio alzato, offre il suo cuore. Questa scultura - dal crudo realismo anatomico che lascia scorgere, assieme alle ossa, brandelli di carne e di pelle - ed altre simili derivanti dalla sua bottega rimandano al gusto macabro tipico della tradizione gotica del nord Europa (rappresentato, tra gli altri, in pittura dal contemporaneo

, il cui stile si ritrova nelle prime opere di Lippi. Come riferisce il Baldinucci (replicando peraltro uno schema letterario collaudato), l'alunno divenne presto abbastanza bravo da affiancare stabilmente il maestro nella sua bottega (in opere di ampio respiro come la decorazione del

, Ambrogio non si sia formato nella bottega di Duccio. La presenza di quest'opera in un paese vicino a Firenze, e le successive testimonianze che vedrebbero Ambrogio a Firenze e dintorni almeno fino al

il carbonaio si chiamava Baciccia ed aveva bottega in via Tomacelli. Trovatolo in strada, annientato da una grande sbornia, e fattolo ripulire per bene, il marchese lo fa sistemare nel suo letto e si finge per una giornata il suo

, che inseguito dalle guardie riesce a fuggire facendosi scudo con Elizabeth. Jack trova riparo nella bottega del fabbro Will, con cui si scontra, finendo imprigionato. La sera stessa l'equipaggio della

La borgata ha origini medievali e, fino alla sua espansione nel XX secolo, era un paese di campagna ad economia prevalentemente agricola. Deve il suo nome alla probabile esistenza di una rinomata bottega fabbrile (

e per il modo in cui queste sono state prodotte, avvalendosi di una bottega altamente strutturata e composta da numerosi professionisti di altissimo livello e varie discipline a cui il maestro affidava buona parte del suo lavoro

Giotto aveva condotto i lavori e le numerose commissioni della sua bottega con una organizzazione del lavoro guidata con una logica imprenditoriale, che necessitava del coordinamento del lavoro di numerosi collaboratori. Questo metodo, prima usato solo nei cantieri architettonici e dalle maestranze di scultori e

L'urbanistica del centro storico martinese si caratterizza per abitazioni sviluppate in senso verticale: i locali al pian terreno, e talvolta parzialmente interrati, erano adibiti a bottega. Al primo piano, invece, si trova la zona giorno, con cucina e sala da pranzo. Di solito era presente anche un

, e ancora le strutture ricreative annesse -- bottega dei rinfreschi, sale da giuoco, camere per la corte, ecc.-- oltre agli imponenti scenari e le attrezzature tecniche d'avanguardia del palcoscenico, divennero fin da subito paradigmatici nell'ambito delle realizzazioni teatrali coeve, pertanto i disegni esplicativi del progetto, che lo stesso Benedetto Alfieri aveva redatto e fatto incidere quale manifesto illustrato delle sue innovative concezioni, vennero presto inseriti fra le tavole de

. Tre le sue opere, alcune sono firmate, altre sono state dipinte con il fratello Giacomo, altre sono di bottega e presentano un repertorio iconografico un po' di maniera. Sue maioliche sono al Museo capitolare di Atri, al

si aprivano lungo la strada occupandone quasi tutta la lunghezza e avevano una porta centinata i cui battenti venivano abbassati e chiusi accuratamente con chiavistelli ogni sera. A chi le osservava dall'esterno apparivano come dei comuni magazzini o come la bottega di un artigiano o di un mercante, ma entrando si poteva notare in fondo una scala in muratura di tre, quattro gradini che si univa a una scala di legno che portava a un soppalco che prendeva luce da una finestra oblunga collocata sopra l'ingresso della taberna: questa era la casa del bottegaio le cui condizioni economiche spesso erano inferiori a quelle degli stessi inquilini delle cenacula degli ultimi piani, dovendo adattarsi a vivere in un unico ambiente dove si cucinava, si dormiva, si lavorava. L'espressione latina giuridica

. Tuttavia questo processo va visto anche alla luce di una sempre maggiore partecipazione della bottega alla produzione pittorica, in cui andavano maturando le figure del nipote Francesco e di artisti quali

sarebbe stata ricavata una sala per gli ingegneri. A ridosso della porta centrale e dei leoni monumentali che la adornavano vennero eretti due casotti di legno, uno destinato ad abitazione, l'altro a bottega dove venivano rivenduti gli oggetti e i vestiti donati alla

Le prime opere note di Antonio si rifanno decisamente a quelle del padre, dalle quale riprendono le forme graziose e i toni grigi segnati da luci improvvise. Di conseguenza, non presentano vene innovatrici o, comunque, nuove rispetto a quanto appreso nella bottega paterna. Il nuovo stile del pittore esplode dopo il proficuo soggiorno veneziano: nel

Da bambino appassionato modellatore di creta si cimenta a plasmare statuine di pastori e soggetti vari. Il padre desidera per il giovane Matteo un percorso diverso profilando la professione di calzolaio, pertanto lo avvia a bottega ma, nel figlio prevalgono la passione e l'inclinazione verso la scultura che lo porta a diventare un abile modellatore e scultore, molto noto negli anni a cavallo il

ben noto per la sua proverbiale indolenza (dalla quale i concittadini trassero il suo soprannome). Sembra che Dante frequentasse la sua bottega e che amasse scherzare con lui sul suo difetto; viene citato un episodio in cui, di fronte all'ennesima frecciatina, Belacqua avrebbe risposto di non fare altro che applicare l'insegnamento di

i Marinelli compirono alcuni lavori di ristrutturazione, allargando la bottega e creando delle enormi stanze dedicate alla collezione dei vecchi cimeli di famiglia. Di conseguenza quelle stanze diventarono un museo, visti i numerosi visitatori che giungevano da tutta l'

, quando Ottavio Magherini lo vendette agli Uffizi. La composizione ebbe un notevole successo e oggi si conoscono almeno cinque dipinti con lo stesso soggetto, replicati da aiutanti di bottega del maestro (tra cui uno al

, finalmente assegnate a Lippo e alla sua bottega (nella quale grande rilevanza doveva avere il fratello Federico), sono state per anni attribuite (sulla scorta delle equivoche affermazioni di Ghiberti e di Vasari) ad un certo

) esibisce raffinati intagli con testine angeliche e sobri motivi classicheggianti. Nella parete destra del presbiterio va notato un tabernacolo a muro costituito da una incorniciatura marmorea a tralci vegetali con lo stemma di Orbetello, ascrivibile ad una bottega senese della fine del Quattrocento. Il presbiterio presenta una decorazione degli inizi del

gli unici documenti materiali o iconografici relativi alla statua di Zeus consistevano in monete romane e gemme incise, ma in quegli anni furono scoperte, nei pressi del luogo che era stato identificato come la bottega di Fidia, le matrici di

). D'un tratto, nella bottega del fornaio entra una graziosa bambina, Cappuccetto Rosso, che chiede una pagnotta da portare alla nonna malata nel bosco. La piccola, nonostante il suo aspetto carino e angelico, rivela un appetito spaventoso e non esita a rubare di soppiatto dei dolciumi dalla bottega per saziarlo, mentre millanta al fornaio e a sua moglie di non avere paura di addentrarsi da sola nel folto del bosco (

. Si presume che nell'ultimo periodo della sua vita si sia dedicato meno alla professione, impegnandosi piuttosto nella gestione della bottega: le ultime notizie sul suo conto sono i contratti redatti per i lavori del figlio Jacopo tra il

Era anticamente una piccola cappella aperta, la cui parete di fondo aveva un monumentale polittico eseguito con la tecnica dell'affresco e molte altre pitture, eseguite da maestri pittori differenti. L'assegnazione dei dipinti sul fondo dell'abside alla bottega di

Il presbiterio del piccolo oratorio si presenta completamente affrescato. Alcuni dipinti sono di difficile assegnazione e si presentano come forme di ex voto, eseguiti da mani differenti e cronologicamente di periodi diversi. Sono invece assegnati alla bottega dei

Successivamente, a Diagon Alley, durante una visita ai Tiri Vispi Weasley, Harry, Ron ed Hermione si imbattono in Draco Malfoy, che si aggira per la strada magica con fare misterioso, diretto insieme alla madre verso la bottega

). La mattina seguente Usnavi si sveglia presto per chiudere definitivamente la bottega e vede il salone e il Car Service dei Rosario chiusi. Quando abbassa la serranda scopre che Sonny e Graffiti Pete hanno lavorato tutta la notte per disegnare un ritratto di Abuela Claudia e decide di restare (

, ossia barbieri che attraverso l'apprendistato, e non attraverso un percorso di studi scolastico, ottenevano la qualifica di medici chirurghi. Si dice che davanti al posto di lavoro dei cerusici fosse presente un palo rosso e bianco (molto simile a quello davanti alla bottega di Sweeney Todd), a simboleggiare il sangue e i tovaglioli usati durante i

Venne fondata come piccola bottega artigiana in via San Carlo, a Bologna, per la produzione di strutture tubolari (manubri e tubi di scarico) fornite sia a clienti privati che ad alcune aziende della zona, fra cui G.C., Fabbrica Motociclette Brevetti MM

e si mostra interessato a lei e alla sua storia drammatica, come testimoniato dalle cicatrici sul suo corpo. Proprio grazie a Caterina, Leonardo riesce a ottenere il suo primo lavoro di apprendista nella bottega del pittore

, rappresenta l'unica opera certa dello Squarcione, figura emblematica e per molti versi misteriosa della cultura padovana, la cui bottega fu un fondamentale snodo per la diffusione del Rinascimento in Italia settentrionale, con allievi del calibro di

, ornata di stucchi attribuiti ai figli e alla bottega. Nel presbiterio, separato dalla navata, con un'inferriata, sulle pareti laterali: Sposalizio della Vergine e Presentazione al tempio, in grandi scenari architettonici; nei

infatti si iscrisse alla Compagnia di San Luca, la confraternita/corporazione di artisti che aveva sostituito nel frattempo il raggruppamento di artisti entro l'arte speziale. A bottega del Tosini, il Macchietti aveva stretto amicizia con il coetaneo

, capostipite di una numerosa famiglia di pittori, scultori e disegnatori. Di Pietro Raxis in Sardegna, fatta eccezione per un atto che documenta la sua presenza a Cagliari, quando eredita la bottega del fratello - situata accanto a quella di

All'interno gli ambienti sono disposti attorno a un piccolo cortile, porticato su un lato, secondo un gioco continuo di pieni e vuoti, con due colonne sormontate da capitelli di particolare pregio, attribuiti alla bottega di

. Il richiamo a Bacco, dio dell'ebrezza orgiastica, dell'anarchia, dell'abbandono senza freni ai sensi, opposto ad Apollo, dio della perfezione, dell'ordine, della perfetta bellezza, poteva anche essere, secondo Graham-Dixon, un elemento di contrapposizione, di protesta nei confronti del Cavalier D'Arpino che lo teneva in bottega a dipingere fiori e frutta

. Anche in queste partiture, in larga parte della bottega, non mancano invenzioni affascinati ed espressive, evitando l'uso di un repertorio ripetitivo e dando sfoggio di fantasia, che arriva a risultati di una scioltezza e piacevolezza ammirevole, paragonabili solo alle contemporanee

fondata da suo zio Vincent; passa il tempo libero leggendo molto e visitando musei, inizia una corrispondenza con il fratello Theo (lettere che molto serviranno a una ricostruzione della sua vicenda umana) e trascorre le vacanze dai genitori al paese natale. Gli anni che seguono segnano per Van Gogh un continuo viaggio da una filiale all'altra della bottega d'arte dello zio, trasferimenti che lo porteranno a

, ma come lascia intendere il nome, rimase incompiuto. Nel medioevo si trovavano qui la Loggia della famiglia Ferrandini e la bottega di uno speziale, che furono abbattute con dispiacere della popolazione locale, come riporta una cronista dell'epoca.




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Ultimo aggiornamento pagina:

11 Gennaio 2022

05:09:24