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Frasi che contengono la parola baroni

D'altra parte Galeazzo dovette promettere allo zio che la Signoria di Milano non sarebbe passata ai figli avuti con la nuova consorte. Tuttavia il matrimonio tra Gian Galeazzo e Maria non ebbe mai luogo per l'opposizione dei baroni siciliani appoggiati da

Alla sua ascesa al trono di Napoli, Carlo III di Borbone dovette anch'egli fronteggiare baroni che opprimevano il popolo con i loro privilegi, le finanze del regno erano in piena crisi, le strade erano dissestate e i commerci erano limitati, le terre erano coltivate con metodi antiquati, la corruzione era diffusa a tutti i livelli dell'amministrazione. Con il valido contributo del ministro

, essendo stato in origine una probabile fortificazione normanna, risalgono a questo periodo i primi nomi di baroni e duchi che ressero l'omonimo Comune feudale, comprendente i territori circostanti, nomi tutti legati alla dinastia dei

Durante il regno di Stefano i baroni avevano sovvertito gli affari di stato per minare il controllo del monarca sul reame; Enrico II vide come suo primo compito quello di ribaltare questo spostamento di potere. Ad esempio, Enrico fece abbattere i castelli che i baroni avevano fatto costruire senza autorizzazione durante il regno di Stefano mentre lo

) ricorda i coniugi Alfio Palermo e Fortunata dei baroni Lamia, benefattori della chiesa, qui sepolti. La chiesa presenta inoltre due interessanti affreschi, sui pilastri del cappellone del presbiterio, raffiguranti lo

chiese, dietro pagamento di un congruo riscatto, di poter essere liberato dalla giurisdizione baronale e passare direttamente alla giurisdizione regia. L'iniziativa, sebbene circoscritta ad un singolo comune, costituiva un pericoloso precedente in grado di minare il potere baronale in Sicilia: i baroni sapevano che se si fosse acconsentito a tale richiesta, molti altri comuni feudali dell'isola avrebbero seguito l'esempio di Sortino ed essi avrebbero perduto buona parte del loro effettivo potere

fu calcolato che c'erano duecento ventotto famiglie nobiliari, che fornivano alla Sicilia una classe di governo consistente di cinquantotto principi, ventisette duchi, trentasette marchesi, ventisei conti, un visconte e settantanove baroni; il

, agli inizi del Cinquecento le abbazie benedettine inglesi erano spopolate e il livello morale dei monaci piuttosto basso. Tuttavia i benedettini continuavano a esercitare una notevole influenza sulla vita ecclesiale e civile inglese: ventiquattro abati sedevano di diritto in parlamento e altri sedici avevano il grado di baroni del Regno; le sedi vescovili di nove delle sedici diocesi inglesi del tempo erano abbazie benedettine e i monaci avevano un ruolo importante nell'elezione dei vescovi.

). Rastrellando i mercati internazionali per un settantina d'anni, i baroni Thyssen hanno messo insieme una delle maggiori raccolte private del mondo (anche se parte della critica ha puntualmente storto il naso, parlando di opere minori) acquisita dallo Stato nel

Michele Paleologo. I due strinsero un rapido accordo: i nobili che si erano rivoltati agli Altavilla avrebbero goduto di vantaggi economici e di potere a Costantinopoli, e il Regno di Sicilia sarebbe tornato a far parte dell'Impero bizantino. Dopo questo accordo i bizantini si unirono agli eserciti dei baroni pugliesi, pronti ad attaccare. La prima tappa fu

e di competenze; i deboli sono esposti allo strapotere dei signori e degli sbirri; i fragili ceti produttivi e mercantili sono soggetti alle soperchierie di funzionari e baroni. La violenza, in questo contesto premessa per la sicurezza, si privatizza: i signorotti del posto hanno i loro sgherri, l'

I primi anni di regno di Stefano possono essere interpretati in differenti maniere: in un'ottica positiva, Stefano era riuscito a stabilizzare i confini del nord con la Scozia; aveva contenuto gli attacchi di Goffredo in Normandia; era in pace con Luigi VI; poteva vantare buoni rapporti con la chiesa, incluso un largo supporto dei baroni

, ricevette speciali privilegi nella gestione del feudo. Come feudo di primaria Signoria, godeva di poteri che le signorie minori non potevano esercitare. Infatti le primarie Signorie amministravano gli altri suffeudi e potevano nominare i nobili quali vassalli delle signorie minori. Goffredo e gli altri conti usarono di frequente questo privilegio e fecero inoltre numerose concessioni ai privati cittadini, circondandosi di una vera corte di Militi e Baroni.

Ma il maggior privilegio che ebbe fu quello di poter amministrare la giustizia civile e criminale e poteva trasmettere questa prerogativa ai propri figli. Il diritto di amministrare giustizia civile era concessione generale a tutti i Baroni, mentre quella di amministrare la criminale era un privilegio che si dava solo ai pochi baroni di cui si voleva estendere l'importanza. Sappiamo inoltre che il castello somigliava ad una vera reggia, tanto la magnificenza quasi regale che si sfoggiava e anche per gli uffici che risiedevano, simili a quelli della corte reale. Vi risiedeva il Cappellano maggiore, il Notaio particolare e l'amministrazione in lingua greca, durante l'assenza del conte, la contea era retta da un governatore per la gestione amministrativa e militare, uno strategoto per la giustizia criminale e un vicecomite per quella civile, proprio come il sovrano.

, terre, castelli, et vescouati, del regno di Napoli. De i Re, et vicere, che vi sono stati sin al presente. Pontefici, et cardinali, che vi son nati. Prencipi, duchi, marchesi, conti, baroni, et famiglie nobili, che vi sono. Con le feste delli tribunali di tutto il regno

Palazzo Villardita o Velardita sorge di fronte al Castello Aragonese prima sede della Casata dei Suriano, che concorsero all'elevazione dei Velardita dal grado di Signori a quello di Baroni dei molini di Sant'Andrea, vassallaggio del capitolo del Gran Priorato, con annesse contrade.

, di ritorno dalla guerra siciliana che lo vide vittorioso sulla rivolta dei Baroni, visita gli unici possedimenti ancora in mano agli aragonesi in Sardegna: Castel di Cagliari, Alghero e Longosardo (Santa Teresa di Gallura) e provvede a far arrivare rinforzi e provviste.

(Baroni di Pietramala, Principi di Cerenzia e Patrizi di Cosenza), ancora fiorente. Quest'ultimo ebbe origine da Giannozzo, figlio di Antonello Savelli di Albano, da cui il cognome patronimizzato in Giannuzzi Savelli, condottiero nel

La congiura ebbe inizio con la diffusione di voci offensive riguardanti la regina madre, Bianca: i baroni la accusarono di dilapidare le casse del regno e di essere l'amante del suo consigliere Romano Bonaventura e, persino, di Tebaldo.

. Il Guevara aveva manifestato ai suoi interlocutori le proprie preoccupazioni: il re Ferrante perseguiva una politica antibaronale assai insidiosa e sarebbe stato sciocco subire passivamente l'iniziativa del re. A nessuno di loro sfuggiva che il ruolo dei baroni era messo in discussione, che il loro potere era diminuito, e che ridotte ormai apparivano anche le loro prerogative ed i loro privilegi. Il Guevara, racconta il Porzio, considerava addirittura una sciocchezza fuori misura non tentare nemmeno di opporsi alla prospettiva della ventilata successione al trono del

, per sottolineare allora che la lotta ai baroni non era da annoverarsi tra gli obiettivi episodici e passeggeri nella politica dell'intera dinastia aragonese; ed Alfonso era cresciuto fedele a quella indicazione paterna, tanto da girare spavaldamente a cavallo, con un'

, che comprendeva arcivescovi, vescovi, abati, conti, baroni e rappresentanti delle contee. Nel tempo il potere del Parlamento crebbe lentamente e in maniera non lineare. Ad esempio, durante l'epoca di

. Il re concesse quindi la parcellizzazione della terra a vari suoi vassalli, in particolare ai cosiddetti baroni inglesi. Le terre non infeudate, ad esempio le tenute reali amministrate dagli steward oltre alle foreste reali, rimasero parte del dominio reale. Nel

, per questo era generalmente praticata con l'intermediazione degli ebrei, che ovviamente non potevano essere scomunicati, producendo un'area grigia nel sistema legale in cui persino i legali laici potevano chiedere, o permettere, agli ebrei di praticarla. Questo voleva essere un tentativo di ovviare al problema che spesso produceva non pochi attriti fra stato e chiesa. Ventisei baroni accettarono, ma il potente

(baroni). Durante il regno di Eric la mutazione di questa consuetudine venne portata avanti per ravvicinare il sistema nobiliare svedese e finlandese a quello inglese e francese dell'epoca, introducendo tra l'altro il concetto di

. Ad Asti alcuni baroni, tra cui l'ex cancelliere Antonio di Romagnano, cercarono di impadronirsi del ducato di Savoia con manovre che apparentemente avevano lo scopo di liberare il duca Ludovico dai cortigiani disonesti e riuscirono a far compiere l'impresa a Filippo.

, corteo di circa cento personaggi che rappresentano i momenti salienti della vita del Santo. La Dimostranza di San Giusto fu redatta da Don Domenico Furitano dei Baroni di Marraffa, Vicario Foraneo. Nell'anno

, il capoluogo, e dove un giudice e due consiglieri amministravano la giustizia per i baroni de Vallaise. Issime svolse un ruolo di primo piano anche in ambito religioso, come unica parrocchia dell'alta

IV Novembre, Adone Brunello, Asiago, Baroni, Bassanese, Bio, Cantoni di sopra, Cantoni di sotto, Cappuccini, Dante Alighieri, Enego, Gino Pegoraro, Giovanni XXIII, Le Tofane, Marangona, Maria Fontana, Mascagni, Monte Antelao, Monte Bianco, Monte Cervino, Monte Cristallo, Monte Grappa, Monte Marmolada, Monte Pasubio, Monte Rosa, Pergolesi, Puccini, Rossini, Foie moie, San Martino, San Rocco, Strae, Verdi, Antonio Vivaldi

dei Metrica, il duo in cui Baroni aveva esordito come cantante agli inizi della sua carriera. L'album, il primissimo realizzato da Baroni in coppia con Zuppini, venne ristampato con l'aggiunta del nuovo brano,

di Napoli e di Sicilia dovevano essere sempre pronti a mantenere forti le forze armate; da un lato per evitare possibili rivolte dei baroni locali e dall'altra parte, fermare la continua minaccia musulmana dai Balcani. A causa dei

Blasco Lanza VII Barone di Longi, da suo figlio secondogenito Manfredi e poi da suo nipote Blasco parte il ramo dei Baroni poi Principi di Trabia che daranno vita a d un altro ramo della famiglia Lanza;

, duchi di San Pietro, marchesi di Policastrello e di Carletto, conti d'Andria, baroni dei Carriaggi di San Pietro, signori del Mortellito, Treponti, Pedalacia, Terra del Bordonaro, Fiume Cerramo, Magnavacca, Torre Spagnola.

diede allora incarico a Giovanni di Brienne di mettersi a capo delle truppe pontificie che, fomentando i baroni del regno di Sicilia, occuparono l'Italia meridionale durante l'assenza dell'imperatore. Ma l'esercito del papa e dei baroni ribelli venne disperso a

, entra in Palermo, scortato dal suo stuolo di baroni, per celebrarvi la vittoria. Lo scorge Lisa, affacciata a una finestra con altre donne, mentre il re si esibisce in armi alla catalana. La donna se ne innamora perdutamente e ne rimane a tal punto invaghita da consumare la propria giovane esistenza in una passione segreta, fin quasi al punto da perdere completamente la salute. Prega quindi un

. La loro missione era mettersi in contatto con i baroni pugliesi e, se Federico fosse stato ancora in Italia, cercare di incontrarlo e chiedergli se avrebbe appoggiato l'impero bizantino contro il regno di Sicilia. Appena i due generali arrivarono in Italia vennero a sapere che Federico si trovava ad

L'Imperatore germanico era disposto a schierarsi coi bizantini, ma i suoi baroni si rifiutavano di continuare la campagna in Italia. Il clima assai caldo aveva fiaccato le truppe, afflitte da un gran numero di insetti cui non erano abituate e da varie malattie che le avevano colpite. Federico con rammarico si vide costretto a dire di no ai due inviati bizantini

mise fine ai tentativi di Giovanni di sopraffare il re francese Filippo. Quando fece ritorno in Inghilterra, dovette anche affrontare una ribellione di molti dei suoi baroni, contrariati dalle sue politiche fiscali e dal trattamento che aveva riservato a molti di essi. Sebbene Giovanni e i baroni avessero accettato il trattato di pace sancito con la

con suo padre a monopolizzare l'attenzione ed i benefici di Edoardo, portando i baroni di nuovo sul piede di guerra. Gli scozzesi intanto premevano e prendevano terreno; quando Edoardo indisse una campagna di

Durante il regno di Stefano i baroni avevano sovvertito gli affari di stato per minare il controllo del monarca sul reame; Enrico II vide come suo primo compito quello di ribaltare questo spostamento di potere. Per esempio Enrico fece abbattere i castelli che i baroni avevano fatto costruire senza autorizzazione durante il regno di Stefano mentre lo

, Stefano controllava ancora il tesoro, aveva l'appoggio di buona parte dei baroni inglesi e normanni e, soprattutto aveva l'appoggio del clero, per la forte influenza esercitata dal fratello, il vescovo Enrico, ora anche

Edoardo condusse una fallimentare campagna contro gli scozzesi nel corso della quale lui e la moglie riuscirono a salvarsi a fatica dalla cattura, subito dopo i baroni insorsero ancora costringendo il re a firmare le

A dispetto della dilazione fornita dall'intervento della regina la tensione fra tutte le fazioni che circondavano Edoardo, la moglie, i Despenser e i baroni, rimase estremamente alta e diverse forze militari erano ancora in movimento per il paese

Il noto patriota, poeta ed educatore Vincenzo Gallo-Arcuri, un fine intellettuale vissuto nell'Ottocento, ebbe a dedicare alla nobile signorina scandalese, Mica dei Baroni Drammis, la tragedia in cinque atti

Congiura dei Baroni. Andrea Matteo Acquaviva ribelle. Zuffe di fazioni. Marco di Cappella ucciso; riflessioni sulla morte e quella di Ranerio. Per analogia si discorre della morte di Cesare Borgia e di Lodovico di Borbone.

La rivolta ebbe inizio con la diffusione di voci offensive riguardanti la regina madre, Bianca, con i baroni che la accusarono di dilapidare le casse reali, di essere l'amante del suo consigliere Romano Bonaventura e, persino, di Tebaldo.

. Il potere assoluto esercitato dai baroni e le enormi ricchezze che riuscirono ad accumulare contribuirono negli anni a darne una percezione negativa, anche a causa delle numerosi indagini avviate dalla magistratura contro questi personaggi

I titoli di questo ramo si divisero a loro volta in due: la discendenza maschile prosegui nel successivo XX secolo con i discendenti del fratello principe Carlo Antonio; i titoli di Marchesi e Baroni di Regiovanni, Conti di Prades, finirono in casa

, ma la successiva aderenza dell'Arcivescovo alla richiesta del papa di proteggere gli interessi scozzesi ruppe tale alleanza. Una delle ragioni che aveva spinto, all'inizio, Robert ad allearsi con i baroni era la profonda avversione che provava per il consigliere del Walter Langton. Edoardo non fece niente contro l'Arcivescovo fino al

Le prime opere del museo provenivano dalla collezione del magnate della stampa James E. Scripps. Tra le successive donazioni spiccarono quella di filantropi come Charles Lang Freer e quelle dei baroni del settore automobilistico, come le famiglie di

, i feudi lucani furono considerati pura fonte di reddito e i nuovi baroni prestarono scarsissimo interesse al miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei propri possedimenti. Vi furono anche casi di rivolta contro gli abusi dei baroni: a Matera, ad esempio, i cittadini sfiniti dalle esose contribuzioni richieste dal nuovo signore assegnato dal re, il banchiere napoletano

. Costui, tra l'altro, fece anche sostituire le baracche in legno dell'antistante piazza-mercato con quelle attuali in muratura con porticato spagnoleggiante. Il castello normanno fu incorporato da altre costruzioni dai baroni Petra (

ordita contro di lui dai suoi baroni. Sventata la congiura, i nobili ribelli, si rivolsero al giovane Carlo VIII re di Francia, invogliando ad allontanare gli Aragonesi dal Sud d'Italia. Frattanto, morto Ferdinando gli successe

, e de' Valignani, cosiddetti dal Dominio, antichi Baroni Abruzzesi, su la quale posero tre rose d'argento, per concessione de' suoi principi normanni. Ora se si faccia eccezione delle tre rose fatte aggiungere forse dai principi normanni, parte per denotare l'eccellenza dei signori Valignani, parte per distinguerli dai Reali Normanni, lo stemma Valignano fino a

. Il gesto di Federico II fu un monito severo contro la dinastia dei baroni e dei conti che governava gran parte dell'Italia meridionale, sin sai tempi dei Longobardi, dato che il suo progetto era quello di unificare in un unico stato, con sede amministrativa in

Guglielmo la fece instradare verso un modello di tipo feudale in cui i vescovi e gli abati erano obbligati a fornire, alla stregua dei baroni del regno, una quota di armati per i bisogni della corona. Allo stesso modo fu restaurato il diritto canonico per regolare le questioni ecclesiastiche e ai tribunali laici venne tolta la giurisdizione su di esse che venne, invece, affidata a tribunali diocesani istituiti per la prima volta sull'isola.

proclamava di essere il legittimo successore del regno, mentre re Alfonso non poteva lasciarlo a Ferrante in quanto figlio illegittimo, ma il popolo napoletano e molti baroni, ricordandosi del giuramento e delle promesse fatte ad Alfonso per suo figlio, il quale era stato non solo legittimato dal padre, ma dichiarato legittimo successore del regno anche dalla

. Sempre nel parlamento, Alfonso, preoccupato per la successione, promosse una petizione, in cui i baroni, sapendo di fare un gran piacere al re, proposero di stabilire Don Ferrante suo futuro successore, col titolo di

si rifiutarono di firmare tali trattati ed inoltre anche di affermare il diritto asserito dalla corona di forzare le politiche di non estradizione sui suoi baroni. Tali trattati sono diventati obsoleti dopo l'ordinanza di

. In occasione di questo concilio, Enrico I prese la decisione senza precedenti di far giurare ai suoi baroni che avrebbero accettato come regina la sua unica figlia legittima e quindi legittima erede

nel ripristinare per l'ennesima volta la versione corretta di questo concetto basilare del judo il quale viene purtroppo tutt'ora frainteso per colpa di maestri ( o forse sarebbe meglio dire baroni) che non ne vogliono sapere di aggiornarsi, riporto

. La prima di quelle parentesi coincise con l'errata adesione alla rivolta dei baroni e la seconda, alla fine del Trecento, con il passaggio alla nobile casata dei Tocco, Principi di Montemiletto. Attorno al

Chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti, edificata dai baroni Adamo e un tempo sede della Confraternita che assisteva i condannati a morte. All'interno si conserva una tela settecentesca del pittore Guadagnino raffigurante la Madonna che assiste un morente.

, il Conte Gualtieri, Normanno, possessore di Lesina, fece restituire ai monaci di Montecassino le peschiere, il mulino sul Lauro, la chiesa di San Pietro e altri possedimenti di San Benedetto. Nel Catalogo dei Baroni che parteciparono all'impresa in

dei baroni di Mandrascate, con Orietta Stella Moncada sposata a Benedetto Trigona, figlia di Antonio, duca di Castel di Mirto e marchese di Bonagria, e di Maria Amalia Moncada Natoli, sorella maggiore di Francesco, principe di Montecateno, e marito dell'unica figlia Elisabetta, da cui non ebbe figli.

(Torino) Titoli: marchesi di Breme; conti di Castelgentile, Castelletto Cervo, Migliandolo, Mombello, Rivera, Valfenera, Vinadio; baroni des Ferres; signori di Bardassano, Castelnuovo, Montaldo, Montezemolo, Montosolo, Priero, Quart, Sabbione, Sale Langhe, Santena; consignori di Ayas, Carpenea, Casalborgone, Cavallerleone, Ceva, Chieri, Cocconato, Moncucco, Mondonio, Montabone, Sabbione, S. Salvatore Nome d'uso:

denunciava le concentrazioni latifondiste e il mantenimento delle rendite, dei baroni, rivendicando la divisione dei terreni a favore dei cittadini, con proposte di miglioramento imprenditoriale dell'agricoltura secondo le innovative proposte dell'

Costruito come castello, tra Quattrocento e Cinquecento fu interessato da opere di rifacimento in stile tardo-gotico e successivamente di gusto rinascimentale, ad opera dei baroni Maremonti e poi Paladini. Quando nel

, cinque livornesi (Paolo di Valerio Baroni, poi divenuto primo Governatore dell'associazione, Lorenzo di Agostino Falleri, successivamente eletto Provveditore della Confraternita, Vincenzo di Domenico Bonazzini, Domenico di Pellegrino e Lorenzo di Pietro Todini) si erano riuniti nell'osteria di don Antonio d'Austria, presso l'antica Porta Colonnella in

da cui discesero i marchesi di Sorrentino e Motta Camastra, e quello di Castrogiovanni da cui discesero i baroni del Pizzuto, questi ultimi possessori di feudi e rendite feudali anche nel Marchesato di Geraci.

Figlio di Bartolomeo Perez, funzionario dell'amministrazione borbonica, e di Antonina dei baroni Iannelli di Caccamo, Francesco Paolo Perez ricevette la passione per le lettere dalla madre, appassionata di

decorate con tarsie in pietra lavica. Durante il restauro della facciata inoltre sono venuti alla luce i solchi lasciati dalle pesanti gabbie appese destinate all'esposizione delle teste dei baroni ribelli a re

, che viene difeso allo stremo, ma ogni sera, all'arrivo del crepuscolo, un soldato si esibisce in un'esecuzione di flauto sugli spalti del castello, e gli assedianti rimangono a ascoltarlo ammirati. La notizia giunge alle orecchie di Shingen, che fa approntare un palco per godersi l'esibizione; ma un cecchino, notati i preparativi, ferisce mortalmente il nobile con un colpo di archibugio. Il panico si diffonde tra gli assedianti e l'agonizzante Shingen, circondato da un gruppetto di testimoni, lascia disposizione al figlio e ai baroni seguaci di celare per tre anni la notizia della propria morte, onde evitare di demoralizzare le truppe, ma la notizia si diffonde ugualmente, senza alcuna conferma, e i suoi rivali,

tutti i Baroni pugliesi e tra i provvedimenti adottati nella dieta ordina il diroccamento o l'acquisizione al demanio regio di tutti i castelli baronali o edificati senza l'assenso reale. I provvedimenti promulgati e confermati a

. Domati i baroni, e sconfitti i loro alleati, agli albanesi, che si erano contraddistinti in guerra, fu concesso di insediarsi in molti centri allora quasi disabitati del regno. Nella zona del tarantino, si ricostruirono diversi paesi la cui iniezione di Albanesi fu massiccia. I casali occupati furono quelli di Rocca,




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Ultimo aggiornamento pagina:

11 Gennaio 2022

17:37:12