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Frasi che contengono la parola borgo
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La linea per Greve, superato il ponte di Cappello, transitava per il borgo del Ferrone, dove si trovavano altri depositi per il materiale di ricambio e per le minuterie dell'armamento, poi toccava l'abitato del Gabbiano, dove si trovava un'altra piccola stazione
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Oltre il contesto naturale della riserva lacustre e la chiesa di San Vincenzo al Volturno, il centro conserva ancora la caratteristica di borgo medievale fortificato, accessibile da un arco d'ingresso, e diviso in due principali rioni, quello della chiesa di San Martino e il secondo della chiesa di Santo Stefano.
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(IS): paese noto per la produzione artigianale di coltelli, conserva molto bene il nucleo medievale-settecentesco ancora racchiuso in parte della mura, specialmente nella zona del Palazzo D'Alena (l'antico castello). Il corso Vittorio Emanuele divide in due il borgo, passando per il piazzale del Duomo di
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Arginelli, Argine Lupo, Baj, Borgo Piva, Bruciantine, Canova-Fusegno, Cantalupo, Carbonara, Carioncelletta, Casal Federico, Cavaliera, Ca' Verde, Corpus Domini, Crociale, Forna, Gamberone, Guattarella, Lezzine, Luogo Ferri, Malborghetto, Malcantone, Marmagna, Motta, Paolecchio, Ponti Spagna, Punta, Redena, Romea, Rosario, San Biagio, Senetica, Schiavona, Terzana
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, secondo la tradizione sotto il suo regno furono portati a termine la Cloaca Massima e il Tempio di Giove Capitolino. La bonifica dell'area dell'antico Foro Romano dovuta alla Cloaca Massima, rese possibile la formazione di un antichissimo borgo ai piedi del colle
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Risalente al periodo tardo-medioevale, la cinta muraria di Sirolo lambisce ancora oggi il borgo nella parte meridionale, lungo via Grilli. Rappresenta la principale testimonianza dell'antico castello di Sirolo, eretto intorno all'anno
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, la cinta conserva un Torrione e due archi a sesto acuto che fanno da ingresso meridionale al paese. Anche i vicoli del borgo rappresentano una testimonianza dell'antico Castello. Sotto di essi, i sirolesi avevano costruito una rete sotterranea, in cui rifugiarsi in caso di capitolazione
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divenne rapidamente un fiorente polo agricolo, artigianale e commerciale, grazie soprattutto alla sua privilegiata collocazione geografica: il borgo era situato infatti nella parte centrale della Pianura Padana, sulla confluenza delle
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(marchesato di Bibbona, Riparbella, Guardistallo, Casale e Cecina) racconta che vi era solo il palazzo del marchese Ginori presso la foce del fiume, il palazzo del Fitto con il borgo intorno con i forni e la Magona. Il feudo fu riacquistato dalla Corona granducale nel
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, quando venne accorpato a Rovereto, Sacco si manifesta come un borgo attivo economicamente sin dal Medioevo quale importante porto fluviale lungo l'Adige, legato al sovrastante Castel Pradaglia sulla riva contrapposta, dove i Signori del tempo invigilavano sui traffici e ne riscuotevano i dazi dei traffici commerciali con Verona e il Nord. Era sede della gilda degli
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. Nel frattempo i soldati francesi delle due divisioni di riserva del IV corpo iniziarono l'avanzata in massa sul lieve pendio del Pratzen, senza trovare alcuna opposizione: sulla sinistra marciava la divisione del generale Vandamme, affiancata a destra da quella del generale Saint Hilaire. Le truppe francesi entrarono in battaglia tutte insieme, sbucando dalla foschia residua, e colsero completamente di sorpresa l'attonito zar e l'intero suo seguito al quartier generale russo. Il generale Kutuzov e il suo stato maggiore, posizionati vicino al borgo di Krzenowitz, videro comparire all'improvviso le colonne francesi ad appena poche centinaia di metri e, dopo un momento di panico e confusione, compresero il grave pericolo. Il centro dello schieramento austro-russo era del tutto sguarnito e del varco stavano approfittando le forze del IV Corpo, avanzate rapidamente sul Pratzen per spezzare in due l'esercito coalizzato
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, praticamente ogni borgo aveva il proprio vernacolo che si distingueva da quelli vicini per differenze sottili nell'accento e nel lessico, tanto sottili che un non toscano non le avrebbe colte, e cita come esempi i parlari di
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. I Della Torre, prima di essere sconfitti e di scomparire dalla scena politica, acquistarono a Legnano un convento che sorgeva a sud del borgo su un'isola del fiume Olona (dopo aver causato la fuga dei frati agostiniani che lo abitavano), e lo fortificarono convertendolo in una struttura militare
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Un'altra caratteristica che contraddistingueva la Legnano del XV secolo erano i conventi. Nel borgo, infatti, se ne trovavano quattro di importanti, due maschili e due femminili; quelli maschili erano il
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), e lavoravano dei terreni coltivati che si sviluppavano dal centro del borgo alle case coloniche di periferia. I rilievi soprastanti l'Olona erano coltivati a frutteti e vigneti. I territori lungo le rogge originate dal fiume, le zone ai lati dei viottoli e i terreni al centro delle case coloniche erano destinati alla coltivazione di
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La chiesa dell'Immacolata risale alle origini stesse di Villa San Giovanni: infatti la prima chiesa presente presso il borgo di Fossa era una chiesetta dedicata all'Immacolata Concezione, visitata nel
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(in carica mensile), con ampi poteri politici e amministrativi. Gli organi legislativi e consultivi erano: il Consiglio di Credenza (o di Cerna), composto, oltre che dai Priori, dai Ventiquattro del popolo (tanti per borgo, o rione, che erano sei: Fabri, Castello, Rigoni, Aultrini, Disotto, Amingoni), che portando ognuno una bandiera furono detti Banderari (da qui l'origine del nome di questa classe sociale); e ventiquattro
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, il complesso si compone di tre edifici secondari che, insieme al corpo maggiore, formano un vero e proprio borgo medioevale, organizzato in castello e case civili con merlature e giardini terrazzati.
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Altre chiese - a Visso: Chiesetta della Concezione, San Giovanni, Madonna di Cardosa, Santa Croce, San Girolamo; a Borgo S.Antonio: Chiesa di Sant'Antonio; nelle altre frazioni: le Pievi di Fematre e di Mevale (notevoli per gli affreschi dei fratelli Angelucci).
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, anche se non ci sono documenti che confermano tale supposizione. Gli abitanti del borgo sfuggiti ai massacri e alla cattura dei saraceni, si rifugiarono nel castello della Motta, presidiato da una guarnigione bizantina
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Festeggiamenti in onore di Maria SS. Immacolata: nel borgo storico di Montecelio la sera dell'ultima domenica di agosto si svolge una processione con una statua della Vergine lungo la via che circonda il convento di San Michele.
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Nel territorio comunale sono presenti diversi edifici civili e pubblici di pregio storico e architettonico, soprattutto nel cuore dell'antico borgo medievale con la presenza, tra l'altro, di cinquecenteschi e seicenteschi
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La chiesa di San Rocco, nella piazzetta del borgo nato ai piedi del Castello di Celleno, fu edificata a protezione della popolazione cellenese dalle pestilenze e riveste una particolare importanza per la sua posizione
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alla Collegiata Santa Maria della Colonna e San Nicola, la storica millenaria chiesa romanica che domina il Borgo antico di Rutigliano, ricca di pregevoli testimonianze artistiche come, tra gli altri, il celebre polittico del Vivarini e l'icona trecentesca bizantina dell'Odegitria.
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Di fronte alla piazza si apre uno stretto vicolo tortuoso (via Sant'Anna) in cui ancor meglio sono identificabili gli elementi caratteristici del borgo agricolo e dove si ritrova l'ultima villa padronale ancora abitata dai proprietari (villa Gallazzi) che nel parco antistante ospita una pittoresca cappella privata
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, era fortificato da mura, fossato, castello e torri. Borgonovo aveva forma rettangolare, con le vie parallele e trasversali ad angolo retto, secondo un piano urbanistico molto ordinato, e era dotato di due porte, una posta verso sud e l'altra posta verso nord. Intorno alle mura fu scavato un profondo fossato che in tempo di guerra pare fosse riempito d'acqua. Dopo tre anni il borgo, la cui costruzione non era stata completata del tutto, fu distrutto da milizie pavesi
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Ripresosi dall'eccezionale evento religioso, il contadino di Canevale intraprese quindi il sentiero a ritroso per il borgo di Rapallo per annunciare agli abitanti il messaggio affidatogli dalla Vergine Maria, e quindi raccontarne l'accaduto. Giunse nella cittadella cercando di attrarre l'attenzione dei rapallesi, ma questi, provati dagli scontri tra le fazioni
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Verso la fine del primo giorno di viaggio ... abbiamo avuto una splendida veduta della campagna che dovevamo attraversare, che giaceva distesa ai nostri piedi a un'immensa distanza, mentre scendevamo nella cittadina di Pozzo Borgo. Profonde valli si inclinavano su ciascun lato intorno a noi, dalle quali occasionalmente saliva a spirali il fumo delle capanne: i rami di una betulla sporgente o una vicina rovina davano sollievo al grigio, nebbioso paesaggio, che era venato di scure pinete e picchiettato dalle nuvole passeggere; e nell'estrema distanza si levava una catena di colline scintillanti sotto il sole serale e a malapena distinguibili dalla cresta di nubi che si libravano vicino ad esse.
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(negli anni non documentati che intercorrono tra i lavori per il duomo e quelli per il battistero di Parma) viene collocato l'intervento a Borgo San Donnino (Fidenza). Con l'aiuto della bottega Benedetto ristruttura la parte occidentale del duomo modellando la facciata con tre ingressi e sistemando due campanili ai lati secondo una tipologia
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Via Castaldo e via Solimena, queste caratteristiche vie, note come Mercato (via Castaldo) e Borgo (via Solimena), hanno conservato gran parte della conformazione originale e sono costellate di palazzi di interesse storico, come la Chiesa del
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d.C., in seguito alla cacciata dei Bizantini da Benevento, alcuni sparuti gruppi si stabilirono a Fragneto: si trattava di abili mercanti ed esperti artigiani che resero fiorente ed importante il piccolo borgo. Tra questi vi erano i devoti di
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, dove il primo sabato di luglio si tiene una grande processione notturna nella baia illuminata con migliaia di lumini. La statua lignea viene trasportata per le vie del borgo e poi a bordo di un traghetto scortato da numerose barche ornate a festa viene condotto nei vicini borghi di
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si estendeva sull'intero isolato compreso tra piazzale del Collegio di Santa Caterina, borgo Marmirolo (corrispondente al lato nord dell'odierno piazzale Boito), strada del Carmine (oggi strada del Conservatorio), strada al Ponte Caprazucca e strada San Marcellino.
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nei pressi di un altro colle ritenuto artificiale, sempre adiacente al borgo medioevale ma stavolta in direzione sud-est, chiamato Poggio delle Fate, sono stati rinvenuti un granaio sotterraneo a celle
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, Certaldo fu considerato un distretto di produzione agricola, e pertanto destinato ad uno sfruttamento totale. Per tutto questo periodo non si ha nessun ampliamento del borgo, se non la costruzione del bastione circolare di Palazzo Pretorio e della fortificazione di Porta al Rivellino. Molto probabilmente nel tardo Medioevo e nel periodo rinascimentale, tra
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. La massiccia torre quadrata del XII secolo testimonia lo scopo difensivo del complesso architettonico, sviluppato nel corso del Quattrocento e completato con un'ala Sei-Settecentesca che ha dato all'antica fortezza l'attuale aspetto di una dimora signorile. Dal XV secolo residenza dei Castiglioni, famiglia originaria del vicino borgo medievale di
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Borgo San Panfilo: include tutta la parte settentrionale del centro storico da via di porta Romana, piazzale Carlo Tresca, la circonvallazione orientale, via Matteotti e via Roosevelt. All'interno si trova la
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e delimitava sia il borgo situato sulla collina, sia l'insediamento situato nella parte bassa. Con il passare dei secoli, le continue incursioni piratesche portarono gli abitanti a trasferirsi tutti nella parte alta, lasciando disabitata l'area nei pressi del fiume. Durante il
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, prima gli aragonesi e poi i senesi portarono avanti i lavori di costruzione delle nuove mura che andarono a delimitare completamente l'attuale borgo situato attorno al castello. Nelle mura del castello si conservano le tre porte d'accesso di Porta San Giovanni, Porta della Madonna del Giglio e Porta Castello; nella parte bassa, delle antiche mura pisane sopravvive l'antica porta settentrionale, chiamata comunemente la Portaccia, e due torri, una in via Colombo e l'altra poco distante nota come Torre Lilli, mentre sono visibili i resti di una terza torre in via delle Vacche.
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, fortificazione che domina il borgo di Castiglione, il cui nucleo originario risale al X secolo, quando qui i pisani fecero costruire una semplice torre di avvistamento. La struttura fu ampliata nel XV secolo dagli aragonesi fino ad assumere l'aspetto di una vera e propria fortezza. Modificato sotto
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era iniziata l'espansione anche oltre le mura del castello, con la costruzione dei borghi (borgo San Rocco, borgo Santa Lucia, borgo Madonna Rossa) che presero il nome da chiese o conventi situati lungo la via Emilia. Nel
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che vide protagonisti gli abitanti dell'allora borgo e il locale marchese Alessandro Malaspina. Quest'ultimo, considerato uomo cattivo e crudele dai suoi sudditi, tra le varie angherie e soprusi esigeva pure il diritto della prima notte (
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, sviluppandosi senza alcuna pianificazione seguendo l'andatura del declivio. Era costruito su alti strapiombi, difeso da solide mura, abbatture nel XVII secolo, e protetto dal castello, che si trovava in posizione praticamente inespugnabile. Al successivo borgo arabo corrisponde il quartiere San Francesco (conosciuto impropriamente con il nome di
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(AQ): Il primo comune conserva il borgo medievale rappresentato dalla chiesa di San Flaviano (XVIII secolo). Nella zona cimiteriale si trova la chiesa di Santa Maria Valleverde, mentre presso l'altura che sovrasta il borgo, in direzione di
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Punta dell'Acquabella - Pineta San Donato: area di flora che si trova in contrada San Donato presso il pizzo tufaceo, a nord della foce del Moro. Vi si trovano la spiaggia, un borgo di pescatori, i resti della torre del Moro (XVI secolo) e della basilica di San Marco (IX secolo)
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. Le due confraternite ancora esistenti hanno entrambe come punto di riferimento un Oratorio ciascuno all'interno del borgo, dedicati alla Santissima Annunziata (Bianchi) e al Santissimo Sacramento (Rossi).
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Fosdinovo presenta un impianto medievale, essendo un borgo a forma di scarpone circondato da mura su tutti i suoi lati con due Porte storiche (una a nord e una a sud, distrutta durante la seconda guerra mondiale) che ne consentono l'accesso, oltre ad altri ingressi secondari (Via Costa Fredda, la scala a lato dell'
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: una prima fortificazione fu costruita tra il IX e il X secolo a protezione del borgo, dove sorgeva l'area signorile che comprendeva anche una residenza dei vescovi di Roselle. Successivamente altre ristrutturazioni si verificarono tra il XII e il XV secolo. Lungo le mura si aprono due porte: la
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), borgo antico del nuorese, viene festeggiato nella seconda domenica di maggio. I festeggiamenti religiosi prevedono la santa messa con la tradizionale processione in costume sardo. Unitamente, si svolge la sagra del vino con degustazione dei vini locali e dei prodotti tipici
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(in carica mensile), con ampi poteri politici e amministrativi. Gli organi legislativi e consultivi erano: il Consiglio di Credenza (o di Cerna), composto, oltre che dai Priori, dai Ventiquattro del popolo (tanti per borgo, o rione, che erano sei: Fabri, Castello, Rigoni, Aultrini, Disotto, Amingoni), che portando ognuno una bandiera furono detti
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. Il borgo era governato da un tribuno e poteva contare su importanti chiese, un ospedale e un castello a torre. Quella che doveva presentarsi come una sottile striscia di terra a sud della laguna era collegata con Chioggia attraverso un ponte di barche dotato di torri difensive che per il canal Lusenzo raggiungeva l'isola di San Domenico; l'abitato era compreso tra la bocca di porto a nord e l'attuale mercato vecchio a sud.
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. La porta, andata distrutta, si trovava nel parte a sud del borgo all'angolo tra le attuali piazza Plebiscito e via Giuseppe Elia. Era l'accesso utilizzato dalla famiglia ducale e privilegiato da chi era diretto al castello e alla collegiata.
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attua una serie di iniziative volte a risollevare la situazione sociale ed economica dell'intera Bergamasca oltre a favorire direttamente il borgo di Seriate che l'ha sostenuta durante le dispute con il
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nella frazione di Montaretto. Situato presso l'inizio della parte antica del borgo, si presenta di forme molto semplici. Era la sede della confraternita di San Rocco, ove gli associati si riunivano tutte le domeniche per pregare vestiti con cappe bianche. Nelle vicinanze si trovava anche un ricovero destinato ai poveri e ai pellegrini, mantenuto in parte dalla confraternita.
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: borgo di fama sciistica, accanto a Opi e Pescasseroli, oltre al nuovo centro conserva anche la parte antica medievale che si raccoglieva attorno all'antico castello (oggi distrutto); con la principale chiesa di San Sebastiano.
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e Petrone da Vallo, che approfittarono dell'assenza degli uomini occupati nei campi per conquistare il borgo, tuttavia non riuscirono nella loro impresa in quanto vennero respinti dalle donne e i giovani accorsi a difendere le proprie case.
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, rifugiandosi in luoghi riparati quali le grotte presenti sui monti circostanti. Al loro ritorno alcuni di loro, trovate le abitazioni completamente depredate, lasciarono il borgo andando a fondare altri nuclei abitativi, ovvero le attuali frazioni di
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le opere difensive del borgo, iniziate dal padre Alfonso alla fine del secolo precedente, furono portate a termine; successivamente furono completate la Chiesa e il Convento di Sant'Antonio, destinato ai
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. Lo scopo che lo indusse a fortificare il vecchio borgo di Segine, poi rinominato Acaya dal nome della sua famiglia, scaturiva dall'idea secondo cui esso poteva svolgere funzioni difensive, essendo vicino al mare. Il castello, risalente al
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Santa Maria de Livorna: Livorna, Prato, Borgo San Giovanni, Borgo alle Murelle, Campo Galeano, Santa Giulia al Trivio, Guaralda, Valaneto, Ripondo, Campaccio, Cillieri di Stagno, Sala, Gaitana, Chiesucula, Sant'Jacopo in Acquaviva, Septari, Pede Lupi, Cruce de Via, Fondo Magno, La Macchia, Casal Pigna;
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venne ridimensionata anche la piazza centrale, la quale venne allargata e collegata con la porta Paola, ad ovest rispetto al borgo, tramite una strada selciata sino alla porta San Giorgio. Venne inoltre restaurato anche il ponte monumentale sul quale vennero collocate quattro statue raffiguranti
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. Inutilmente gli aversani chiesero a re Alfonso di Aragona il ritorno di Caivano sotto il loro diretto dominio. Nel Cinquecento, come risulta anche da una testimonianza in lingua spagnola, l'abitato era composto da tre nuclei: Caivano, il Borgo Lupario e il borgo S. Giovanni. Fino al
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, tra il VI e il III millennio a.C., da una popolazione stanziale, che viveva di caccia e di agricoltura, abitava in capanne di forma rotonda, in un villaggio, situato nella zona dell'attuale Borgo Piave, o raggruppate in un villaggio sulla sponda sinistra del torrente Cherasca, vicino alla confluenza con il
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comuni di Azzano, Borgo Poncarale, Bovezzo, Caino, Capriano, Casaglio, Castegnato, Castelnuovo di Pallade, Cellatica, Coler, Collebeato, Corticelle, Cortine, Flero, Gussago, Mairano, Nave, Onzato, Ospitaletto, Pievedizio, Poncarale, Pontegatello, Rodengo, Ronco, Saiano, Sale di Gussago, Torbole, Travagliato, Urago di Mella, Valenzano
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Gli ambienti, perfettamente simmetrici, sono disposti intorno ad un cortile quadrato con un lato porticato dal quale si accede alla scala principale. Anche gli ingressi sono simmetrici e rivolti l'uno verso la piazza principale (piazza Giovanni XXIII), l'altro verso il borgo.
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L'ultimo fatto di cronaca lo vide coinvolto in una controversia con il convento di Santa Grata in via Borgo Canale, per l'assegnazione e il pagamento di una tela che le monache ritenevano fosse del Tiepolo. All'arbitrato intervennero
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L'antica parrocchia di Sant'Audeno, dedicata all'omonimo vescovo francese, di origine normanna, si trovava nei pressi del borgo Sant'Andrea, ma attualmente dell'antica chiesa rimane soltanto il portale gotico e il relativo chiostro oggi recuperato e visitabile. La facciata settecentesca (
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di aspetto severo e turrito, insistente su di un'area dell'antico borgo San Nicola, nella sua lunga vita ha subito numerosi rimaneggiamenti, tanto da perdere, in buona parte, la configurazione originaria. Gli interventi degli
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, che qui si allarga dopo l'orrido di Barberino sul fiume verso nord, per restringersi nuovamente verso sud, in corrispondenza del Bricco di Carana; in questo punto il corso del fiume diventa tortuoso, con i meandri di San Salvatore dominati dall'alto dall'antico borgo di Brugnello con il paese e la chiesetta a picco sul fiume; ancora qualche chilometro e si arriva a
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, ottocentesco borgo di pescatori, sovrastato a monte da due fastose ville nobiliari chiaramente visibili anche in treno; due promontori individuano una larga baia sabbiosa che si estende dal centro abitato al Pisciotto, lo sperone sul quale si ergono i ruderi della
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, da sempre commemorata nella zona del borgo marino vicino al porto, per devozione dei pescatori. Da quello stesso anno ed in tutti gli anni seguenti, la marineria ha celebrato il santo con una processione, che ha la caratteristica di svolgersi in mare
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), per la presenza di un orologio maiolicato settecentesco, di recente ripristinato nelle sue funzioni. Il borgo presenta strutture romane e medievali fra colonne e capitelli dell'arce romana e antichi portali; sorto per contrastare le invasioni dal mare.
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risulta che il signore di Vivaro, Alimonte Brancaleoni, difese con successo il suo privilegio sul paese in una complicata controversia ereditaria contro i Cherubini e i Coppari. In seguito a tali eventi gli abitanti del borgo si costituirono in
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, borgo medievale situato a nord-est di Massa Marittima, dominato dall'antico cassero con le due torri. La Pieve di Santa Maria Assunta, edificata in epoca medievale, custodisce al suo interno una seicentesca Madonna del Rosario.
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, borgo medievale situato a sud-est di Massa Marittima, conserva la Rocca aldobrandesca, le antiche mura in pietra e alcuni edifici religiosi di origini medievali, tra cui la chiesa di San Sebastiano che custodisce al suo interno una statua lignea cinquecentesca, la chiesa di Santa Maria Assunta in stile neoclassico per un intervento di restauro ottocentesco e la chiesa della Santissima Annunziata completamente ricostruita nel secolo scorso.
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), seguiva con ragguardevole distacco lungo la strada tra il capoluogo lombardo e Legnano. La scelta di collocare il Carroccio a Legnano non fu casuale. All'epoca il borgo rappresentava per chi proveniva da Nord un facile accesso al contado milanese, dato che si trovava allo sbocco della
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Nel borgo fuori del castello, in piazza Umberto I, si affaccia la piccola chiesa di San Sebastiano con affreschi del XVI secolo. Quello sull'abside raffigura il martirio di San Sebastiano tra San Rocco e San Gregorio papa e quello sulla parete sinistra raffigura la Madonna con il Bambino e Sant'Anna.
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. Proprio quest'ultimo impiego fece nei secoli, ma ancora oggi, la fortuna del borgo grazie al commercio e all'esportazione nel mondo dei suoi pregiati tessuti. Nell'Ottocento divenne meta turistica pregiata e tra i personaggi illustri che qui soggiornarono vi furono il filosofo
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nel luogo di un insediamento di origine romana: Timignano. Il castello fortificato racchiudeva, sul colle, la pieve di S. Ippolito (l'antica S. Biagio) e con una seconda cerchia di mura, Borgo d'Elsa e Borgo Nuovo. Cinque erano le porte (Porta Fiorentina, Porta Pisana, Porta al Vento, Porta Senese e Porta di Borgo), e due sole strade si incrociavano sull'unica piazza (oggi piazza del Popolo). Feudo dei
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Ma senza dubbio il rapace ha a che fare con il nome del borgo come affermava, tra gli altri, lo storico e viaggiatore inglese Henry Vollam Morton il quale scriveva che il nome di Girifalco derivi dai
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e della biblioteca comunale e in passato ha ospitato un istituto di istruzione superiore. Ai due lati della scalinata che conduce al portone d'ingresso ci sono due leoni in pietra, testimonianza di quando il borgo era sotto l'amministrazione Ducale della casata
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Tenea al tempo di Archia era dunque un borgo appartenente a Corinto, ma dopo la partenza dell'ecista futuro siracusano, i teneati rimasti, cercarono e trovarono l'indipendenza da Corinto. Divenendo florido luogo sociale, Tenea sopravvisse alla sorte di Corinto; essa infatti venne risparmiata dalla furia dei
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il torrente che attraversa il borgo era completamente scoperto. Al posto della via principale oggi esistente, undici ponticelli in pietra permettevano il transito da una parte all'altra del paese. Dal
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, Borgo alla Collina, Caiano, Castello, Cetica, Garliano, Pagliericcio, Pratarutoli, Prato di Strada, Rifiglio, Ristonchi, San Pancrazio, Santa Maria, Spalanni, Strada in Casentino, Torre, Valgianni, Vertelli
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Pieve Vergonte era ancora il resto dell'antichissimo borgo di Vergonte, il quale fu subissato da una terribile irruzione del torrente Marmazza verso il V secolo dell'era volgare. Sempre lo Scaciga della Silva riporta:
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Il maniero, costituito da diversi edifici e torri che si affacciavano su una corte centrale, era difeso da una doppia linea di fortificazioni, tuttora in parte visibili, che scendevano fino all'abitato sottostante. Di fronte a esso, entro la seconda cinta di mura, si trovano invece i resti della Torre della Porta e della Porta Castri, grazie alla quale si accedeva al castello e al borgo antistante, abitato dalle maestranze del maniero. Di fronte all'ingresso si trova la duecentesca cappella di San Giacomo, unico edificio perfettamente conservato del complesso, che contiene un dipinto di Sebastiano Mazzoni e ospita le spoglie dei locali feudatari.
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Cinta muraria, prima fortificazione eretta a Maniago contemporaneamente alla costruzione del castello in epoca medievale, per difendere il feudo. Inizialmente si sviluppavano solo intorno al castello e proteggevano il borgo posto di fronte a esso, successivamente furono ampliate con un secondo giro di mura che giungevano fino all'abitato maniaghese, che allora si sviluppava ai piedi del castello. Oggi alcuni tratti di questa fortificazione sono visibili lungo le vie del centro storico.
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Le prime testimonianze riguardo al feudo di Sante Marie ci arrivano dal sopracitato catalogo dove viene elencato il numero di militi da prestare all'imperatore, in base alla consistenza demografica dei vari feudi, e i feudatari dell'epoca. Il borgo di Sante Marie fu incluso tra i possedimenti dei figli di Oderisio
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Collegati tra loro da una maglia di intricate stradine, essi diedero all'abitato il caratteristico aspetto di borgo medievale arrotondato, circondato da fossati chiamati sarche (cerchie, appunto), poi successivamente colmati e divenuti strade.
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; le opere di difesa cittadine erano costituite solamente da una torre a presidio del ponte romano, dal castello a protezione della porta aperta sul mare nel punto opposto al ponte e da semplici mura che disegnavano uno stretto trapezio attorno all'abitato sulla destra del fiume. Queste mura, inframmezzate da torri di guardia, cingevano i resti dell'antico borgo di
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nel borgo antico, i palazzi nobiliari delle famiglie degli Aurisicchio, degli Ayroldi, dei Bisantizzi, dei Falghieri, dei Ghionda, dei Giovine, degli Jurleo, dei Palmieri, dei Petrarolo, dei Siccoda, degli Urselli, degli Zaccaria.
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, creato inizialmente come villaggio operaio con il nome di Sessano (dal nome del vicino rudere della medievale torre di Sessano) e solo progressivamente convertito in borgo rurale; i primi centri invece concepiti e fondati direttamente come centri della colonizzazione e dell'appoderamento furono probabilmente
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Il Castello: non si hanno molte notizie di questa struttura, che si trova nel cuore del centro storico, al confine con il borgo di Lama Vecchia, quasi franato del tutto. Il castello sorge su un'altura, cerniera tra la vecchia Lama e quella nuova sviluppatasi nel XVII secolo, attorno l'attuale piazza Umberto I, con la parrocchia di San Nicola e San Clemente. Oggi del castello rimangono ruderi dell'impianto irregolare, compreso tra via Castello e via Forno vecchio, pare che prima della distruzione degli alleati mediante bombardamento, il castello fosse una residenza gentilizia, rimaneva solo una torre di guardia ancora oggi conservata, mentre attorno si trovano i ruderi delle mura.
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Lasciato alle spalle il capolinea, adiacente alle stazioni ferroviarie cittadine, i tram diretti a Sarnico raggiungevano Borgo Palazzo e, sottopassate le ferrovie delle valli, proseguivano parallele ad esse fino a svoltare verso est subito dopo aver superato il
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. Le fonti storiche a questo punto divergono, affermando da un lato, che l'imboscata venisse compiuta da contadini e popolani di Morano; dall'altro, che questi fossero guidati (o istigati) da un manipolo di notabili del borgo avversi alla monarchia aragonese
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, capoluogo del comune di Corte Brugnatella; dopo questo centro la valle si restringe nuovamente e, dall'altezza del borgo di Brugnello, il fiume forma un'altra serie di gole e meandri fluviali all'interno delle cosiddette
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, posta a nord del borgo, che viene collegata agli altri centri lungo la ferrovia su base quasi giornaliera d'estate e a calendario nei mesi immediatamente precedenti e successivi. Nel comune era inoltre attiva la
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Negli anni successivi il borgo lericino vide accrescere la sua importanza. La sua collocazione geografica e l'assenza di fortificazioni ne avevano fatto un luogo deputato a trattative per porre fine alla guerra fra
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L'origine del borgo di Riomaggiore, secondo un'antica leggenda tramandata oralmente ma non convalidata da fonti storiche, viene fatta risalire all'VIII secolo. Si narra infatti che un gruppo di profughi
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: al centro del Borgo Largo (o Via Oberdan), questo palazzo con loggia rappresenta uno degli esempi meglio riusciti del potere dei mercanti medievali a Pisa. Da notare la bellissima facciata gotica in marmo bianco dei Monti Pisani.
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, commissionati dall'amministrazione comunale. L'insediamento rinvenuto presenta elementi pre-romani e strade in mattoni dotate di canalette per lo scolo delle acque piovane. La strada principale, che taglia obliquamente il borgo medievale, conduceva probabilmente dove oggi sorge la
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, e sulla zona della cuncia. Possiede una scalinata verso monti che conduce al ponte di ferro, il quale sostituisce l'antico ponte distrutto durante la seconda guerra mondiale che dava il nome al borgo.
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Ultimo aggiornamento pagina:
10 Marzo 2021
23:39:08