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Frasi che contengono la parola absidale

, l'Ecce Homo, la tela di S. Gaetano, il Crocifisso, S. Nicola, S. Biagio, le reliquie di S. Serafino e di S. Vito martire e la statua di S. Liberato Martire. Di recente, nel corso di alcuni saggi, sono venute alla luce, nella zona absidale, tracce di affreschi trecenteschi.

ellittica fu mutata in uno spazio biassiale, privo di curve, con una serie di cappelle che si restringono fino alla zona absidale. In particolare, al corpo anteriore della chiesa fu unito un santuario coperto da cupola circolare, secondo uno schema in uso nell'Italia settentrionale che, tuttavia, non ebbe seguito a Roma.

mentre di fronte, lungo la parete di destra, si apre l'unica cappella dell'edificio, entro la quale sono conservati affreschi del XIV secolo. Altre tracce di pitture sono invece nella zona absidale, mentre il

. Sul lato sinistro della zona absidale sono documentate tre finestrelle, oggi murate. le tre aperture permettevano un collegamento tra la chiesa e il monastero, una decorata da una colomba con un ramoscello d'ulivo permetteva la confessione delle religiose, quella decorata da un agnellino era dedicata alla comunione. Sul lato diametralmente opposto, comunicante con l'esterno, era collocata la

; localmente indicava il quartiere nel quale sorgeva la chiesa. L'edificio era decorato al suo interno da mosaici parietali e pavimentali, tra cui spiccava quello posto nel catino absidale, dove campeggiano le tre figure solenni degli arcangeli Michele e Gabriele con al centro un Cristo imberbe che regge una lunga croce e un

. Sulla parete terminale della navata destra, accanto alla zona absidale, si erge una scultura in legno dorato raffigurante un'aquila bicipite, simbolo emblematico di Ferrandina. Qui era sito un pezzo ligneo della Santa Croce di Cristo, ora messo in sicurezza in altro luogo, portato da Sant'Elena da Gerusalemme e poi giunto tramite donazioni al regnante di Ferrandina ove si trova.

. Si trova nella parte absidale: questo dipinto significativo proviene dalla scuola del Tiziano e rappresenta in alto la Vergine con Bambino circondata da angeli e santi, tra i quali si notano S. Francesco, S. Antonio, S. Lorenzo. Al centro il mare del golfo di Lepanto e le navi della battaglia. In basso e in primo piano il pontefice Pio V con sovrani e comandanti. Tra questi ultimi figura anche Ruggiero Danusci, che ha guidato il gruppo di sanvitesi nella battaglia.

L'edificio era decorato al suo interno da mosaici parietali e pavimentali, tra cui spiccava quello posto nel catino absidale, dove campeggiano le tre figure solenni degli arcangeli Michele e Gabriele con al centro un Cristo imberbe stante, col

. Nelle nicchie lungo le pareti del catino absidale sono collocate dieci delle dodici statue raffiguranti gli Apostoli - sormontate dai rispettivi angeli portacorona - e alla base, il teatrino corrispondente, sculture di

Al termine del corridoio che si snoda dietro la zona absidale della chiesa, dopo la cappella dell'Assunta, si aprono a sinistra la sacrestia Nuova, con alcune decorazioni nella volta che rimandano a quelle vasariane e caratterizzata dalla pala d'altare del

L'esterno della chiesa testimonia la sua costruzione in due tempi differenti, la zona absidale, il braccio settentrionale del transetto e nella parte inferiore del braccio meridionale in arenaria grigia, dai conci ben squadrati, mentre in arenaria ocra chiara e dai conci piuttosto piccoli, nelle parti rimanenti.

, ma conserva un portale ogivale sul fianco destro e la bellissima parte absidale chiusa tra due campanili; all'interno, trasformato in periodo tardo barocco, la tavola duecentesca della Madonna di Corsignano, resti del

), arricchendo la sola parte absidale, con una chiusura a trifoglio che si ripete anche nei bracci dei transetti. I due chiostri con archi a tutto sesto, decorati da esuberanti ghiere in cotto, si rifanno all'

il fregio in stucchi del cornicione interno che sormonta gli archi acuti sostenuti da dodici colonne, decorato con rappresentazione di angeli che giocano, fogliame, frutta e paesaggi; tale fregio, insieme a quelli del catino absidale del coro rappresentanti il trionfo del SS. Sacramento, sono da attribuire alla scuola del palermitano

). Le pareti sono ornate di raffinate decorazioni e di affreschi, tra i quali, notevolissimi, quello del catino absidale del Buonconsiglio, e, ai lati dell'ingresso, la Giuditta e il David, recentemente attribuiti al

Una commissione di consulta per l'eccellenza estetica, istituita dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e nominata dal Dipartimento nazionale di protezione civile, ha dato incarico ad artisti contemporanei di fama nazionale ed internazionale per la esecuzione degli affreschi sulla cupola, dei bozzetti per la realizzazione delle tele ad olio destinate agli altari del transetto e delle sculture da collocare nelle nicchie delle navate laterali. Ventisei artisti di chiara fama hanno concorso alle nuove decorazioni. Obbligatori, per partecipare al concorso per la decorazione del catino absidale, alcuni elementi da tenere in considerazione, relativi al contesto sacro e messi a punto a suo tempo da Monsignor Carlo Chenis: la presenza centrale del Cristo Pantocratore, dei quattro

Originariamente la parte principale del tempio era il chaitya, che poteva essere una sala, come spesso accadeva nei templi scolpiti nelle grotte, o un edificio, come nei templi costruiti all'aperto. Viene anche chiamato tempio absidale, per la presenza di un'

, lo stesso materiale di altri monumenti piombinesi dell'epoca, presenta una zona absidale quadrata con monofora a sesto acuto. La torre campanaria, detta torre della Tarsinata, ha mantenuto il suo originale aspetto, salvo la

Nella porzione di destra del lato meridionale, corrispondente alla zona absidale, troviamo una grossa porta affiancata da due file di tarsie marmoree e sormontata da un architrave greco-siriaca del III secolo d.C. reimpiegata e da un timpano con due rosoni.

, come testimoniano alcune scritte presenti sulla facciata. Come testimoniano i frammenti del dipinto di Santa Restituta presso lo stipite absidale, la chiesa doveva essere riccamente affrescata. All'interno si ammirano altri affreschi come la Cacciata dal Paradiso, la Vergine con i santi Sebastiano e Francesco d'Assisi, del Bedeschini.

La contigua parete absidale della chiesa di San Vito era probabilmente decorata da numerosi affreschi ancor prima che questo ambiente fosse trasformato nella chiesa di Santa Lucia, come testimoniano i frammenti sopravvissuti. Quasi nascosta dalla

Dell'antico impianto tipico delle cappelle medievali dolomitiche - caratterizzato un'unica navata a capriate a vista, un piccolo catino absidale e una torre campanaria di modeste dimensioni - sono testimoni le finestre medievali e la porta del campanile, con arco a tutto sesto, forse risalente all'

. La navata fu coperta da una nuova volta e l'abside fu allargata in modo sproporzionato rispetto all'aula. L'interno fu poi decorato da un grande cornicione e ridipinto con le tinte riportate alla luce nella zona absidale dai restauri del

decorati da motivi piuttosto arcaici a palmette, pervenuti a noi danneggiati dall'opera di scalpellamento barocca, volta a ricoprire le colonne e la muratura con stucchi policromi (di cui abbiamo tracce sulle stesse mensole). Alla destra dell'arco absidale si nota l'attacco dell'arco a tutto sesto di una finestra, coperta anche in questo caso dalle superfetazioni secentesche;

Di azzurro, alla chiesa di S. Giovanni Battista in Vertemate, munita di basso campanile, unito alla parte absidale, murata di nero, la facciata rivolta verso sinistra, chiusa dallo stesso, munita di tre finestre, una finestra grande sopra la porta, due piccole laterali, di nero, essa chiesa fondata sulla campagna di verde. Ornamenti esteriori da comune

La primitiva architettura romanica della chiesa venne modificata, senza tuttavia essere stravolta, negli anni successivi. Recenti lavori di restauro hanno riportato alla luce, nel catino absidale, importanti affreschi

, ha mantenuto caratteri in parte ancora agricoli: qui sopravvivono ancora oggi alcune cascine: tra queste particolare rilievo ha la Cascina Sant'Ambrogio, che conserva la parte absidale di un antico oratorio dedicato al

riprodotta sulla parete absidale, affreschi della volta, sull'arco trionfale, quest'ultimo raffigurante un grande tendaggio a sipario che svela all'interno un tempio con colonne e tralci di viti, opere realizzate nella




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Ultimo aggiornamento pagina:

01 Gennaio 2022

20:12:36