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Frasi che contengono la parola abside

Da questa sacrestia salgono due scale, comprese nello spessore delle solide murature di pietra, che portano l'una al percorso dell'abside a quota delle grandi finestre, l'altra al soprastante percorso delle

, a riedificare la chiesa come la vediamo adesso, invertendone l'orientamento. In seguito a questa trasformazione sono state demolite la facciata romanica, sostituita dall'attuale abside, e l'abside originaria, sostituita dalla nuova facciata in stile classico. Nel

, sul lato corto orientale, preceduto da una scalinata. L'ingresso dava accesso ad un corridoio trasversale aperto sulla navata centrale mediante cinque aperture ad arco. L'ingresso sul lato corto opposto all'abside rappresenta una disposizione che divenne poi tipica delle prime

romano, terminava in un'abside. I tavoli erano (e sono tuttora) normalmente disposti su tre lati lungo le pareti, lasciando il centro libero per gli inservienti. Vicino al refettorio c'era sempre uno spazio comune munito di fontana, il cosiddetto

, quando venne effettuata la trasformazione degli altari e delle cappelle; fu ritrovato sotterrato nell'abside della chiesa, occasione in cui vennero anche rubati i due angeli che oggi si conservano a

Si tratta di uno degli edifici che meglio rappresenta il tipo di chiesa romanica che scandisce il cammino di Santiago di Compostela tra Francia e Spagna (Sainte-Foy di Conques, Saint-Martial de Limoges, San Martino di Tours e Saint-Sernin a Tolosa), caratterizzato dall'abside con cappelle radiali e

Nel XVIII secolo venne modificata l'abside centrale della cripta, entro cui si trova il sepolcro di San Geminiano: grazie al lascito testamentario di un canonico le pareti vennero rivestite di marmi rari e preziosi, le finestre chiuse da preziose e sottili lastre di

Nella sua redazione originaria, Santa Reparata si presentava come una basilica a tre navate divise da quattordici coppie di colonne, con abside semicircolare, secondo la consueta iconografia paleocristiana affermata fino dal IV secolo nelle basiliche costantiniane, ed a

In alcune chiese, tra cui le basiliche romane, nessun adattamento dell'altare maggiore fu necessario, come conseguenza del fatto che l'abside era rivolta a occidente e il celebrante, per celebrare guardando a est (

; sul lato est si apre l'abside a base quadrata lunga un terzo della lunghezza complessiva della parete principale (un nono se si considera la superficie della base) e sormontata da una cupoletta decorata da conchiglie in pietra ai quattro angoli. Durante l'Ottocento vennero apportate alcune modifiche (spostata la porta, sbassato il pavimento, sostituiti gli arredi) e creato un lavamani in pietra (

contenuto entro il perimetro esterno, tre absidi, ventuno finestre aperte sulla navata maggiore, venti sulle navatelle, dieci nel transetto e due nell'abside maggiore. Un quadriportico era anteposto all'edificio con quattro colonne sui lati brevi e otto sui lati lunghi. Ventiquattro gradini precedevano il

centrale, con sette lati, e quelle laterali, con tre lati, sono fortemente aggettanti. L'abside centrale sembra essere una ricostruzione bizantina tarda. Infatti essa, a differenza delle absidi laterali, non possiede i quattro ordini di cinque nicchie adornate da motivi ornamentali ricavati dalla disposizione dei mattoni.

, piccole cappelle laterali tipiche dell'architettura religiosa bizantina a partire dal periodo di mezzo. Queste ultime sono anch'esse concluse da due piccole absidi. L'orientamento dell'abside a sudest, all'incirca la direzione della

. Alcuni elementi (sovrapposizioni di muri, due vuoti di alleggerimento nella muratura all'esterno dell'abside e un catino all'interno di essa circa tre metri dal pavimento), provano inoltre l'esistenza di una costruzione preesistente l'attuale edificio, ristrutturata e riadattata in seguito all'espansione urbanistica del paese intorno al

) ha ipotizzato che l'abside con cui termina il transetto di sinistra, visibile in parte dalla strada, e altri elementi databili al XIV secolo facciano parte della primitiva chiesa di Sant'Agostino, che dunque si trovava in posizione perpendicolare rispetto all'attuale edificio.

(seconda campata sinistra), l'altare del Salvatore (terza campata sinistra), l'altare di San Basso con grotticella (nell'abside destra), il sedile di pietra a forma di L con lapide in rilievo (prima campata destra), l'altare di

su un'area pianeggiante precedentemente occupata da una moschea araba. La sorprendente commistione artistica presente nell'edificio sembra ripercorrere l'intera storia cittadina e dei popoli che l'hanno guidata mettendo in bella mostra un portale laterale e delle torrette campanarie in stile gotico trecentesco, una facciata principale quattrocentesca, un'abside con decorazioni arabo-normanne, una cupola e cupolette laterali tardo barocche e numerosi inserzioni neogotiche dei primi anni del XIX secolo tra cui le parti basse del prospetto meridionale (oltre al nuovo transetto) e il gruppo di campanili sul

. Molte sue tele sono presenti in molte chiese pugliesi. L'intera abside della Cattedrale di Giovinazzo, la tela del San Michele Arcangelo della Chiesa di SS Maria di Costantinopoli, la tela del martirio di San Lorenzo nella omonima chiesa, il San Francesco Saverio e il San Gaetano da Thiene della Chiesa di SS Maria del Carmine, sempre a Giovinazzo. Inoltre numerose tele di Carlo Rosa sono presenti nella Chiesa del Purgatorio a Modugno, nella Chiesa del Carmine e di San Gaetano a Bitonto. Ad

nel XVI secolo insieme a San Marco, e poi fu citata fino al XVII secolo, allora usata come semplice chiesa rurale. Oggi restano pochi resti di mura, che permettono ancora di leggere l'impianto rettangolare con abside semicircolare posteriore.

, quasi a ridosso dell'abside, fra la stessa Cattedrale e la Piazza Parrasio antistante la Curia, venuti alla luce dopo i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale. Al periodo del IV-III secolo a.C., periodo ellenistico in cui Cosenza era capitale dei

Al termine della navata di destra si apre una porta attraverso la quale sia accede alla cappella Spolverini-Dal Verme, che occupa lo spazio dell'abside di destra. Oggi dedicata agli angeli, in principio era consacrata all'

I lavori in riparazione dal terremoto continuarono anche negli episcopati successivi: gli stalli del coro dei canonici furono sostituiti, nell'abside fu aggiunta una decorazione in finti marmi (opera di

Il muro di fondo opposto all'ingresso e il muro di fondo dell'abside erano rivestiti in marmo e decorati da ordini di lesene e semicolonne e la pavimentazione era in marmi colorati, con giallo antico, pavonazzetto e

In genere, le grandi chiese abbaziali coeve, soprattutto quelle cistercensi, erano composte da tre navate con transetto su cui si affacciavano varie cappelle quadrangolari e, in corrispondenza della facciata, l'abside, che era di solito a pianta quadrata. Esempi di questa tipologia sono: l'

, sono frutto dell'esperienze italiane, per cui si presume che alla basilica lavorarono maestranze sia locali che venute da oriente. L'arco dell'abside ha un significato imperiale. Le due aquile imperiali sorreggono il

, sotto l'altare maggiore, sono conservate le ossa del martire. Un tempo tutto l'interno era decorato, ma degli affreschi rimane solo il viso di un prelato nella zona dell'abside. Il resto degli affreschi sono infatti andati perduti quando venne tolta la calce applicata alle pareti nel Seicento per evitare il contagio della peste. La Cattedrale ha tre campanili, due ai lati della facciata, ed uno a fianco dell'abside. Il Duomo possiede il cosiddetto

, unica parte superstite di una chiesa anteriore, l'architetto dovette risolvere l'arduo problema rappresentato dal muro piatto del presbiterio: una parete cieca gli impediva infatti di costruire l'abside, di concludere l'edificio con una struttura che conferisse all'

Molto originali sono i capitelli monumentali a nicchie e cuspidi con statue, che decorano i pilastri lungo la navata centrale, il transetto e l'abside. Alcuni capitelli sono a doppio registro, con statue di santi nelle nicchie sormontate da statue di profeti nelle cuspidi. Gli altri pilastri hanno decorazioni a motivi vegetali

Le prime due cappelle che si incontrano muovendo verso l'abside sono comunicanti: in esse sono collocati due altari dedicati rispettivamente al Sacro Cuore e alla Madonna di Lourdes. In esse ha sede la tastiera dell'organo e vi si raccoglie il coro parrocchiale, durante le messe solenni. Qui inoltre si custodisce l'altra pala del Frigimelica,

, quando furono riaperte le sue cinque finestre, e con i restauri post-conciliari. Nella fascia inferiore dell'abside, al disotto delle finestre, vi sono tracce di affreschi cinquecenteschi, ormai illeggibili, danneggiati notevolmente dal bombardamento. Il

avvolto da nubi con un calice in mano, pronto per portare l'offerta del popolo a Dio. Fra le finestre, invece, erano raffigurate delle colonne, simili a quelle che intervallano le finestre dell'abside di San Vitale. Il catino, infine, era occupato dalla figura del

fu demolita la navata occidentale e venne costruita la cappella del crocefisso o di sant'Agostino. La cappella ha forma rettangolare con volta a botte ed abside. Nella volta un bellissimo ciclo pittorico affrescante la volta che narra storie del

, proveniente dall'antica chiesa di Santa Caterina, opera in legno di matrice napoletana databile al primo ventennio del XVII secolo. Nel presbiterio trovano posto anche due tele del Bilevelt, un crocifisso ligneo settecentesco e due candelabri del medesimo periodo. Alla parete di fondo dell'abside sono collocate due tele del

Nel borgo fuori del castello, in piazza Umberto I, si affaccia la piccola chiesa di San Sebastiano con affreschi del XVI secolo. Quello sull'abside raffigura il martirio di San Sebastiano tra San Rocco e San Gregorio papa e quello sulla parete sinistra raffigura la Madonna con il Bambino e Sant'Anna.

venne concessa la sacrestia quale cappella gentilizia di famiglia e luogo di sepoltura: venne eretta la nona abside, di forma pentagonale, venne terminato l'altare maggiore, poi decorato dalla pala con la celeberrima

L'interno della chiesa si presenta semicircolare, l'elemento centrale fa da sostegno al tetto e da abside all'altare mensa in un presbiterio ampio e ordinato, dove i vari elementi si inseriscono armoniosamente. La pianta semicircolare dell'aula liturgica trova i suoi motivi ispiratori nei temi della

L'abside della chiesa di Santa Maria dell'Elemosina, la principale del comune, ha interessanti affreschi storici-religiosi di fine Ottocento sulla vicenda della fondazione degli esuli albanesi che costruirono il centro.

, la pianta fu trasformata da stellare a circolare, furono costruite due cappelle laterali, fu cambiato l'aspetto dell'abside, della gacciata, dei pilastri. Furono inoltre distrutti quasi del tutto gli

) si trovava sul lato opposto rispetto all'Aula regia ed era abbellita da una abside poco profonda, ai lati della quale c'erano due accessi ad ambienti successivi, come le biblioteche del tempio di Apollo. La

; il lato opposto di ciascuna palestra, verso il recinto, mostra un grande ambiente centrale con abside, probabilmente destinato agli esercizi al coperto. Al di sopra dei portici delle palestre correvano grandi corridoi pavimentati a mosaico. Dal lato opposto delle palestre rispetto ai vestiboli si accedeva ad una sequenza di stanze riscaldate, tra cui la maggiore, affacciata a sud e con le pareti concave, fungeva quasi certamente da

, ognuno concluso da un basso abside, fiancheggiano il presbiterio della naos. Le navate angolari e centrali sono molto strette. Al livello del tetto, ai quattro lati dell'edificio insistono quattro cappelle, ciascuna sormontata da una

Superato l'accesso alla sagrestia, si trova la quarta e ultima cappella della parete destra prima dell'abside, quella dedicata all'immagine della Madonna col Bambino. La cappella Mater Gratiae conserva, oltre all'immagine sacra, le spoglie di

, ricorre il tavolo con le corone della vittoria sullo sfondo. Le due fanciulle che nell'abside di fondo sono intente ad intrecciare ghirlande di fiori e foglie potrebbero riferirsi ai momenti delle feste primaverili in onore di Cerere.

All'esterno la tribuna prospetta su Corso Magenta e via Caradosso, mentre il lato nord si affaccia sul chiostro delle rane. Si presenta come un monumentale cubo, dal quale si dipartono dai fianchi le due absidi semicircolari, mentre dietro si allunga il parallelepipedo del coro, che si conclude anch'esso con un'abside semicircolare uguale alle due laterali. Al di sopra si eleva il

. All'interno della chiesa, sotto le ridipinture e le decorazioni successive, completamente asportate, furono riscoperte le originali decorazioni quattrocentesche ad affresco delle navate e le decorazioni a graffio della tribuna. All'esterno, l'abside fu liberata dalle costruzioni che vi erano addossate, e fu rifatto il campanile secondo lo stile della tribuna, abbassandone l'altezza. Sempre in stile

Il transetto ha due absidiole sui lati ed un'abside con un peribolo animato da tre absidi divergenti, sopra cui si alza la mole dell'abside vera e propria, fiancheggiata da due torri scalari che ospitano scale a chiocciola, di cui quella destra collegata con l'interno del tiburio da un arco rampante esterno. Nelle absidi divergenti sono incastonate fusti di colonnine a spirale di marmo orientale, che si ritengono facessero parte del

, poche sono le sue notizie dal passato che ci sono giunte, riguardanti l'esistenza di una cappella dedicata alla Madonna dei raccolti nel XVIII secolo. Negli anni trenta del secolo scorso la chiesa fu ampliata, ed oggi presenta un'unica navata ed un'abside, assieme ad un piccolo campanile.

(Castagnola), costruita in una zona rurale, per soddisfare le esigenze dei pastori e agricoltori che per lavoro passavano da queste parti; originariamente, nel XIX secolo, contava una sola navata, ma in seguito furono aggiunte quelle laterali e l'abside. La facciata possiede un semplice portale e una finestra circolare in marmo, oltre a due piccole statue poste ai lati. All'interno ospita un palio in stoffa della Madonna del Pianto.

rettangolari, rispettivamente la Cappella della Sacra Spina a sinistra e la Cappella Thiene a destra, mentre l'abside centrale termina nella cappella maggiore arrotondata e allungata a fine Quattrocento. I primi pilastri sono rotondi con

un rifacimento quasi completo: sussiste l'abside sinistra, elemento di grande importanza, consistente in uno spazio quadrato, racchiuso entro una sorta di torre in miniatura pure quadrata e coronato da una cupola che all'interno rivela la sua origine medievale. La chiesa possiede inoltre una statua di

Sulle pareti laterali dell'abside si trovano due grandi nicchie, ciascuna delle quali racchiude un coretto e un portale sottostante, riccamente decorati. Le due nicchie, i portali e i coretti sono stati realizzati probabilmente su progetto di

Stando alle fonti (tra le altre Bellori e Malvasia) in quegli anni, a Parma, Annibale ottenne anche l'incarico (secondo alcune versioni insieme a suo fratello Agostino) di riprodurre su tela gli affreschi dell'abside dell'

a cavallo nell'atto di uccidere il drago. Sulla parte sinistra dell'abside sono raffigurate la Vergine allattante ed una Santa; mentre su quella destra, nella parte superiore, S. Ambrogio fra i SS. Protaso e Gervaso e S. Taide, nella parte inferiore S. Antonio Abate, S. Ambrogio e S. Giovanni Battista. Sulla parete destra infine S. Apollonia ed altri Santi non ancora meglio identificati. All'esterno, oltre alla notevole abside in pietra di

. Le parti laterali sono divisi in due registri dalle paraste d'angolo e dalle lesene: queste si concludono con due archetti modanati. Sia nel registro immediatamente a sinistra dell'abside che in quello immediatamente a destra si aprono due monofore, dalla

databili al XVIII secolo. L'ottava e ultima cappella, alla sinistra dell'abside, infine, si compone sulla parete frontale di un crocifisso ligneo eseguito da anonimo autore e datato alla fine del Settecento.

: l'Assunta in cielo (volta della navata), Crocefissione (abside), Morte di San Giuseppe (parete sinistra), Martirio di Santa Margherita (parete destra); invece la pala dell'altare maggiore in fondo all'abside fu dipinta da Johann Renzler nel

a navata unica, ideato come custodia delle reliquie di diversi santi e riccamente decorato con pitture e marmi. In fondo all'abside rettangolare, si trova l'altare barocco in marmi policromi, anch'esso del Lazzari, sormontato dalla pala di

, quando vennero demolite la facciata e la parete di fondo dell'abside, e in stile moderno si provvedette a ricostruire il prospetto e a realizzare una nuova abside a pianta quadrangolare, quest'ultima collegata alla navata tramite quella antica.

con navata unica di tre campate coperta con volte a crociera estradossate, senza abside. All'interno vi sono tracce di affreschi e una grande macina in pietra, testimone quest'ultima della riutilizzazione a scopi agricoli della ex chiesa.

, dopo aver demolito la piccola abside, fu costruita l'attuale cappella rotonda, con cupola e di maggiore estensione rispetto alla precedente; il progetto fu affidato all'architetto e scultore genovese

Un portale rinascimentale in pietra permette l'accessi alla chiesa e si articola in tre navate, terminando con un'abside semicircolare. Le navate laterali sono ulteriormente ampliate da una teoria di cappelle laterali affrescate, tra le quali figura l'ottocentesca cappella di

Tutte e tre le navate terminano con un presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto al piano della chiesa, e con un'abside; di queste soltanto la centrale sporge all'esterno della struttura, mentre quelle delle navate laterali sono contenute nella muratura. I presbiteri delle navate laterali sono separati da quello della navata centrale con due balaustre in pietra risalenti al

; furono costruite le attuali volte e la cupola, in sostituzione dell'originaria copertura a capriate lignee. Furono tamponati i grandi finestroni di epoca romana per rafforzare la struttura. Fu riedificato l'abside, con dimensioni ridotte. L'interno dell'attuale chiesa pertanto appare oggi definito in grandi linee dalla

la demolizione di queste strutture, delle quali sopravvive esclusivamente l'abside. La cascina nelle sue forme attuali risale ad allora, e si compone di un corpo principale sul quale si innestano due rustici adibiti a stalla e deposito. Pur privata del resto della chiesa, l'abside conservava ancora agli inizi del

tra le altre opere d'arte, si distinguono gli affreschi novecenteschi dell'abside, sotto al quale esiste una cripta all'interno della quale sono conservati alcuni ornamenti architettonici dell'antica basilica leonina.

tra le altre opere d'arte, si distinguono gli affreschi novecenteschi dell'abside, sotto la quale esiste una cripta al cui interno sono conservati alcuni ornamenti architettonici dell'antica basilica leonina.

presenta una pianta a croce latina tipica delle chiese vallombrosane; si tratta di un'unica navata rettangolare conclusa da un'abside semicircolare e cupola impostata all'incrocio tra la navata e il transetto con un

, la chiesa di Sant'Agostino conserva ancora oggi dei caratteri spiccatamente gotici come l'abside, il transetto est e il campanile appuntito e slanciato. La sua edificazione ebbe inizio sotto gli auspici del popolo e della congregazione cittadina di Carmagnola nel

L'arco trionfale e la parte superiore delle pareti laterali della navata centrale, invece, sono dipinte con girali vegetali che inquadrano, entro tondi, simboli cristiani tra i quali spiccano, al di sopra dell'abside, le lettere

L'abside verso est, denota fattezze paleocristiane. Costruita con vari materiali, che vanno da mattoni grezzi a piccoli cubi di pietra legati da strati di malta abbondante, presenta numerose imprecisioni nella struttura, tipiche di quell'epoca.

Ex oratorio di San Sebastiano e i suoi Disciplinanti, presso Porta Piemonte, nel centro storico di Cairo Montenotte. Della cui struttura originale rimangono il muro laterale sinistro e quello dell'abside. Vi officiavano i

, del XVII secolo, che, perse le due ali meridionali, conserva oggi solo il corpo centrale seminascosto dietro all'abside della chiesa di San Fulgenzio: da essa prende il nome via Massimi, che la separa proprio da Villa Blumenstihl.

Poco sappiamo di questo primo edificio ma alcune teorie sono state avanzate in proposito. Parte degli studiosi la ritiene una chiesa a un'unica navata terminante in una sola abside e posta con un orientamento da sud a nord, come la

, le linee della basilica antica vennero fortemente modificate; pur lasciando inalterata l'abside, il presbiterio venne rialzato, il pavimento cosmatesco sostituito, le capriate del soffitto sostituite da un controsoffitto in legno (molti stucchi, dipinto centrale di

quando un progetto venne elaborato dalla Soprintendenza ai Monumenti di Siena; il progetto prevedeva due fasi di lavori: la prima fase vide il ripristino dell'ultima campate e della zona dell'abside, venne tolta la tettoia lignea del portale e venne liberata la bifora sinistra; la seconda fase, che solo parzialmente venne realizzata, prevedeva tra l'altro l'apertura del portale gemino e l'eliminazione delle volte dalle navate laterali

. La chiesa attuale venne costruita al posto di un precedente edificio ecclesiastico che presentava una struttura a tre navate divise da pilastri conclusa da un'abside e con una cripta, questa chiesa era stata realizzata prima del

La chiesetta del Santissimo Salvatore sembra risalire al XII secolo e doveva essere una piccola cappella con un tipico impianto romanico terminante con un'abside retrostante. Un secolo dopo fu costruito il portale monumentale sul fronte principale. La chiesa fu costruita dai

su un'area pianeggiante precedentemente occupata da una moschea araba. La sorprendente commistione artistica, presente nell'edificio, sembra ripercorrere l'intera storia cittadina e dei popoli, che l'hanno guidata, mettendo in bella mostra un portale laterale e delle torrette campanarie in stile gotico trecentesco, una facciata principale quattrocentesca, un'abside con decorazioni arabo-normanne, una cupola e cupolette laterali tardo barocche e numerosi inserzioni neogotiche dei primi anni del XIX secolo tra cui le parti basse del prospetto meridionale (oltre al nuovo transetto) e il gruppo di campanili sul

che, al culmine della propria ascesa economica, vi edificarono qui una nuova residenza. In quel tempo la chiesa era orientata diversamente e l'antico ingresso sorgeva in corrispondenza dell'attuale coro, mentre la vecchia abside si trovava in corrispondenza dell'attuale sagrato. Secondo il Reggiori

era invocato contro le inondazioni; infatti nella lunetta dell'abside esisteva un affresco del pittore Giuseppe Ronchi che raffigurava la Sacra Conversazione con i santi Apollonio, vescovo di Brescia, Cesario diacono e martire, Rocco e Carlo Borromeo

). L'originale edificio romanico ha subito diversi rimaneggiamenti e aggiunte che ne hanno snaturato le linee: le due navate laterali sono del XVI secolo, mentre del secolo successivo la trasformazione dell'abside da pianta semicircolare a quadrata. Requisita durante la

. Dopo questa morte la chiesetta viene aperta solo di rado e i fedeli si riducono progressivamente. Per primo crolla il soffitto a botte e successivamente le mura perimetrali ad eccezione dell'abside, che ancora oggi resiste, conservando degli affreschi risalenti al

, per volere dell'arcivescovo Guillaume de Flavacourt. Si sviluppa su tre campate e termina in un'abside pentapartita. Tutte le pareti sono aperte da grandi polifore su cui sono poste vetrate istoriate del XIV e XV secolo. Quelle dell'abside raffiguravano la

Interessanti sono l'abside poligonale di tipo ravennate e il ciclo di affreschi che ne decora le pareti interne (l'Annunciazione e l'Eterno Padre sulla parete dell'arco trionfale e un fregio con i dodici Apostoli che si sviluppa sotto la linea delle travature) attribuiti a un pittore vicentino dei primi decenni del XVI secolo (

Altre modifiche di rilievo furono attuate durante il ventennio fascista, quando, con la riqualificazione dei palazzi di largo Duomo, l'abside della cattedrale fu rinnovata e dotata di una fontana in asse con la

, demoliti gli altari laterali e la sacrestia ottocentesca, aperte le finestre tamponate del campanile, e venne rifatta la decorazione parietale dell'abside; inoltre, scavando sotto il pavimento dell'

A croce latina, aveva inizialmente una sola navata con abside, cupola, quattro cappelle laterali e due cappelle nella crociera. Ai due lati del santuario vi erano altre due cappelle con ingressi distinti ma intercomunicanti con la navata centrale: a sinistra, la cappella di

). L'orginale edificio romanico ha subito diversi rimaneggiamenti e aggiunte che ne hanno snaturato le linee: le due navate laterali sono del XVI secolo, mentre del secolo successivo la trasformazione dell'abside da pianta semicircolare a quadrata. Requisita durante la

della cappella si accede tramite una porta situata in presbiterio, sulla destra dell'altare guardando verso l'abside. Al suo interno si trovano un crocifisso proveniente dalla stessa cappella e un pregevole lavabo in bronzo. Da essa si accede ad un ascensore che conduce nella cappella della

Nell'abside del transetto destro, l' Altare di san Siro, primo vescovo di Pavia (III-IV secolo), con doppia fronte. Al di sopra dell'urna ottocentesca di cristallo con le spoglie del santo, si trova una monumentale ancona in marmo bianco con fondo d'alabastro dell'

Come il settore A, anche il settore B, si sviluppa lungo l'asse direzionali est-ovest. In questo settore si possono vedere l'abside di un grande vano con pavimento marmoreo, e altri vani con pavimento a mosaico. Alcuni mosaici hanno uno stile collegabile a quello del settore A, quindi risalenti all'inizio del IV secolo. In seguito, alla fine del

, l'entrata dello Hieron fu modificata in modo da permettere l'ingresso di vittime per il sacrificio. Fu costruito un parapetto all'interno per proteggere gli spettatori, e nell'abside fu ricavata una cripta. Queste modifiche servirono a consentire la celebrazione dei

, ma anche l'abside, alcuni dettagli della muratura dell'edificio, le campiture dei pilastri, i portali dell'atrio sono di chiara ispirazione medievale sia nella forma ma anche nel materiale utilizzato, ovvero il tufo squadrato.

; la sua edificazione ha portato a sacrificare alcune gallerie e allo sconvolgimento dell'assetto funerario preesistente. Nella zona dell'abside sono stati scoperti i resti del ciborio, edificato sopra la tomba dei martiri, e costituito da resti di due colonnine; in particolare, quella dedicata ad

. La chiesa composta da due parti: una corrispondente al santuario a pianta quadrata, centrica, con unica abside orientata ad est e coperta da cupola leggermente depressa, impostata su tamburo circolare bucato da quattro finestre e coronato da una leggera cornice perimetrale in mattoni che sottolinea il passaggio alla cupola, e un vano rettangolare che costituisce l'unica navata, coperto da

, i cugini Doria affidarono al cappuccino una commissione di enorme prestigio, la decorazione ad affresco dell'abside della chiesa di san Domenico. Di quest'opera di grande impegno, completamente distrutta con l'abbattimento del convento per l'apertura di

Il monastero versa nello stato di rudere. Attualmente sono visibili dei resti di mura realizzate con ciottoli di fiume. Accanto al monastero vi era l'antico edificio paleocristiano trasformato in piccola chiesa entro la navata centrale della prima basilica e dotata di piccola abside.

): da lui venne probabilmente l'idea e forse anche l'originario progetto per la ricostruzione della chiesa abbaziale, perpendicolare a quella precedente, ormai in cattivo stato, e comunicante con quest'ultima utilizzando parte dell'antica abside.

gli unici rinvenimenti sono due tombe longobarde del VII secolo, di cui una scavata all'interno dell'abside dell'edificio romano, e una serie di buche usate per la conservazione di generi alimentari, foderate da

i conti Cappello fecero restaurare l'edificio: venne eliminata la navata laterale, fu demolita e ricostruita l'abside e venne eretto un nuovo campanile nella parte posteriore della chiesa; venne inoltre costruita una

OPUS MELOTTII FOROLIVIENSIS / QUI SUMMOS FORNICES PINGENDI ARTEM / MIRIS OPTICAE LEGIBUS / VEL PRIMUS INVENIT VEL ILLUSTRAVIT / EX ABSIDE VETERIS TEMPLI SS. XII APOSTOLORUM / HUC TRANSLATUM ANNO SAL. MDCCXI

La chiesa imita elementi dello stile romanico e di quello bizantino e la sua architettura risulta singolare per le numerose cupole che si ergono ai lati, sulle navate, sull'abside, sul campanile. La chiesa custodisce un dipinto raffigurante la




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Ultimo aggiornamento pagina:

30 Agosto 2021

00:48:27